Diario di tre anni di idee per Caserta

di Nunzio Areni

Si è già detto molte volte e in molte e diverse sedi della nuova stagione di vivacità artistica e culturale della città di Caserta, risultato dell’impegnativo e duro lavoro di un’Amministrazione Comunale che non ha pensato solo ed esclusivamente a governare la città per la durata del suo mandato, ma a lasciare tracce visibili del proprio operato nell’identità culturale dei cittadini.

Il risultato di oggi è il lavoro di questi tre anni.

E’ qualcosa che desidero ricordare. A me e a tutti voi.

Ho scelto di ricordare in questo preciso momento, su questa pubblicazione che è una prova visibile di questa ripresa culturale e il successo ottenuto da tale iniziativa imprenditoriale e culturale lo testimonia.

In quest’ottica questa edizione stampata del giornale web “Caserta Musica e Arte” è stata scelta come strumento promozionale della rassegna di talenti musicali emergenti “Caserta On Stage” di cui dirò nelle pagine seguenti, anch’essa testimonianza di un nuovo corso di iniziative artistiche in città.

Desidero ricordare per condividere.

Con tutti i casertani che da questa nuova stagione traggono orgoglio e soddisfazione.

Con tutti quelli che hanno portato istanze e progetti contribuendo a vario titolo ai risultati ottenuti.

E con chi -perché no- è stato scettico e critico.

Questi ultimi destinatari adesso leggeranno i giornali oppure guarderanno la televisione o, almeno, si fermeranno davanti ad un manifesto o una locandina.

Ci troveranno: “la città di Caserta presenta la Stagione Artistica 2001”.

A questi destinatari devo -dobbiamo- le iniezioni di entusiasmo che mi hanno fatto lavorare maggiore alacrità alla realizzazione dei progetti.

C’è voluto un bel po’ di cammino per arrivare alla Stagione Artistica di quest’anno in quanto calendario organico di eventi e iniziative artistiche lungo un anno o poco meno e realizzato, innanzitutto, con il contributo fattivo dei cittadini, associazioni ed enti che in città hanno sempre fatto cultura e arte.

Vale la pena di riassumere tutte le tappe e …qualche punto d’arrivo.

L’apertura è obbligatoria. Parliamo di Leuciana Festival.

Il periodo più brillante e ricco di istanze artistiche e culturali della dominazione borbonica in poco più di tre anni di lavoro ha trovato la sua sede di valorizzazione e riproposta critica in San Leucio: gioiello di operosità e di visionarietà del più contraddittorio monarca borbone.

Leuciana Festival è il prodotto più ambizioso della volontà politica del Sindaco Luigi Falco e mia in quanto suo consulente artistico ed ideatore -prima che direttore artistico- del Festival.

Bene, non ho mai visto un artista intervenuto alla rassegna che non abbia trattenuto il fiato davanti allo splendore del Belvedere e non abbia ringraziato la città per il piacere di esibirsi davanti ad un pubblico tanto caldo e ricettivo.

Con molti degli ospiti del Festival ho passato i miei anni sul palcoscenico e con altri ho sempre desiderato di suonare.

Gli amici come Dalla, Battiato, Branduardi e Bennato sono i più critici e perfino da loro ho avuto commenti entusiasti.

Ma, artisti come Dee Dee Bridgewater, Pat Metheny, George Benson, che hanno visto più volte i palcoscenici di tutto il mondo, chiedevano umilmente di ritornare!

Il ricco corteggio di prestigio storico artistico, di unicum storico sociale per essere sede di Re e opificio modernamente organizzato, unito all’immagine nazionale e internazionale del Belvedere di San Leucio hanno candidato con successo il complesso monumentale ad essere sede del Forum Permanente dei Paesi del Mediterraneo.

Continuerà in epoca moderna a simboleggiare i principi di uguaglianza e solidarietà su cui si erge.

Mi piace pensare che un pezzo di questo riconoscimento internazionale derivi dagli echi che da due anni fanno risuonare il cortile grande del palazzo, sotto lo sguardo attento e severo proprio di Ferdinando IV, troneggiante dalla facciata armoniosa e bianca.

A questa e ad altre operazioni culturali in questo tempo ho affidato il compito di ripercorrere le tracce della storia e della cultura di questo territorio oltre il capolavoro della Reggia Vanvitelliana.

Per esempio: con l’indispensabile contributo degli abitanti e dei commercianti del luogo, il borgo di Casertavecchia è valorizzato con continuità d’iniziative, che adesso animano strade e luoghi di interesse storico artistico per tutto l’anno.

E’ questo il contributo dell’Amministrazione Comunale di Caserta e mio per far uscire l’antico borgo dall’oblio che lo avvolgeva ogni anno, quando calava il sipario di “Settembre al Borgo”, evento in passato tanto importante anche per la riscoperta di questa finestra sull’alto medioevo.

E ripeto: in passato, aggiungendo: quando veniva prodotto con attenzione ai giacimenti culturali del territorio.

Sono un osservatore del successo del maggio dei Monumenti napoletano e della Settimana dei Beni Culturali indetta dal Ministero su tutto il territorio nazionale -tranne a Caserta! Strano, come se noi non avessimo tesori da mostrare.

Quest’anno mi sono detto: Caserta avrà il suo “Giugno dei Beni Culturali Casertani”.

Valorizzeremo pezzi di storia, d’arte e cultura che insieme fanno l’identità culturale di questa terra: il Borgo è la testimonianza del ruolo centrale di Casa Hirta nella storia del territorio.

Ma andiamo per ordine. Torniamo alle cose fatte.

Dallo scorso Natale anche le contrade che formarono i primi agglomerati urbani di Caserta - prima che nel secolo scorso assumesse l’identità di capoluogo di Terra di Lavoro- hanno visto operazioni di recupero della memoria e di produzione artistica e culturale.

Sono un ricercatore di storia e tradizioni artistiche popolari, oltre ad essere un musicista, ho messo in queste operazioni tutto il mio bagaglio di esperienza in questo campo.

Dunque, nelle e per le frazioni di Caserta abbiamo prodotto e realizzato una serie di filmati, con interviste ai più anziani che hanno ricordato tradizioni, momenti di aggregazione collettiva e tante storie di vita: ora sono patrimonio di tutta la collettività di quei borghi così antichi.

In quei giorni di festa giovani e vecchi abitanti di quei piccoli agglomerati di case e di storia hanno assistito nelle chiese alle proiezioni di questi videoracconti della loro terra e hanno condiviso.

Lo hanno fatto in un luogo di fede e conservazione di tradizioni con uno strumento moderno.

Questa si chiama contaminazione, sincretismo e nuova identità culturale.

Da allora le “frazioni” sono una tappa costante delle proposte artistiche dell’Amministrazione Comunale di Caserta, che dal centro vi si sposteranno sempre: nelle piazze e nelle chiese più rappresentative.

Ancora: in questa serie di ricordi poco ordinati mi preme ricordare a Caserta il recupero degli abbonati delle stagioni teatrali.

I casertani sono ritornati in massa a teatro grazie alle proposte sempre aggiornate e accattivanti delle rassegne annuali prodotte dall’Amministrazione Comunale di Caserta al teatro Izzo.

Quest’anno, poi, la volontà di un gruppo di imprenditori ha prodotto l’apertura della nuova sala teatrale del Multicinema DUEL.

Dentro quella sala ci abbiamo portato il pubblico di giovani inventandoci un calendario di spettacoli intitolato ai “protagonisti del Cinema a Teatro”.

La città aspetta la consegna dei lavori del Nuovo Comunale previsti per dicembre.

Io sono il primo, perché ne sono stato nominato direttore.

Desidero entrarci subito in quel teatro: per progettare i primi anni di nuova vita di questa struttura tanto radicata nei ricordi e nelle speranze dei casertani, vitale per accogliere tutte le espressioni artistiche prodotte dal territorio.

Sarà la casa delle arti, con rassegne di musica lirica e sinfonica e danza oltre al teatro.

Sarà un punto di aggregazione di nuove istanze, di discussione e confronto con tanti spazi di incontro: il grande foyer e quello che già chiamo il caffè-teatro, dove spero di radunare addetti ai lavori e giovani per letture e incontri con l’arte.

Ospiterà tournées e produrrà spettacoli con cast di artisti affermati e giovani talenti casertani che vi troveranno una palestra importante per le loro ambizioni e i sogni.

Sono stato un giovane artista desideroso di esprimermi nella mia terra, ho ricercato spazi e maestri che mi potessero aiutare a crescere, so quanto ne hanno bisogno ora i nostri ragazzi.

Affidando a me la direzione del più importante centro di produzione artistica, prossimo ad aprire nuovamente i battenti, l’Amministrazione Comunale di Caserta ha voluto garantire proprio l’attenzione ai giovani e alle loro proposte, vera premessa per una Caserta sempre più presente nel contesto artistico e culturale nazionale e internazionale.

Arrivato alla fine di questo breve diario di progetti e sforzi comuni per una città nuovamente viva e creativa, volevo rievocare tappe e punti di arrivo ma concludo con una nuova sfida: quella che mi attribuisce il ruolo istituzionale di direttore del Teatro Comunale.

A Caserta On Stage, rassegna /selezione della produzione artistica di talenti musicali emergenti della città di Caserta, affido il ruolo di ponte tra la mia figura e il mio bagaglio di esperienze come Consulente Artistico del Comune di Caserta e il mio futuro di Direttore del Nuovo Comunale.

Una carriera artistica iniziata a sedici anni mi ha insegnato che i giovani sono sempre un buon investimento, vale la pena di affidar loro progetti e speranze.

Il Belvedere di San Leucio, splendido teatro delle Leuciane

 

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