Portici,
5 febbraio.
Pioggia di emozioni lunedì 5 febbario
al Granhattan Music Hall per la chiusura del tour italiano di John Cale.
L'ex Velvet Underground ha lasciato attoniti i centocinquanta presenti,
che non si sono lasciati scappare il prezioso evento. John Cale, in veste
di vero cantautore, è apparso "solo" con la sua chitarra
acustica che ha alternato all'uso del piano per tutta la serata. L'impatto
con il pubblico è stato caldissimo e una piacevole ovazione ha spiazzato
completamente John che con leggero imbarazzo ha intonato Lousiana.
Il tempo di proporre ancora un brano alla chitarra e poi Cale si siede al
piano per continuare a cantare le sue delicate storie con interpretazioni
caratterizzate da una interiorità sorprendente. L'impianto sonoro è
scarno, ridotto al minimo e il pianoforte è quasi sempre in primo piano
ad accompagnare il canto forte e robusto di Cale, le parole ci avvolgono
ed è difficile non subirne il fascino. Intima e stravolta
l'interpretazione del celebre brano di Elvis Preasley Heartbreak Hotel,
priva di ogni nesso con il più ovvio giro di rock'n'roll. Cale, tra un
brano e l'altro, sussurra con il suo stretto inglese brevi introduzioni
...eloquente è la dedica ad Andy Warhol per introdurre la profonda Style
it takes estratta dall'album Songs for Drella,scritto in compagnia di
Lou Reed.
Il
finale è dedicato al grande Leonard Cohen con l'interpretazione di
Hallelujah (esiste una versione solo piano e voce seguita da Cale in un
tributo a Cohen uscito nel '91 dal titolo "I'm your fan - the songs
of Leonard Cohen" dove non compare solo Cale, ma anche Nick Cave,
R.E.M., Pixies ecc). Momenti di elevata liricità e la strofa cantata ad
occhi chiusi di Hallelujah lascia a bocca aperta :..."I did my best,
it wasn't much/ I couldn't feel, so I tried to touch/ I've told the truth,
I didn't come to fool you./ And even though It all went wrong/ I'll stand
before the Lord of Song/ With nothing on my tongue but Hallelujiah"...Ho
fatto del mio meglio, non era molto/Non riuscivo a sentire, così ho
provato a toccare/ Ho detto il vero, non sono venuto ad ingannarti/ E
sebbene tutto quanto sia andato sbagliato/ Io starò davanti al Signore
della Canzone/ Con null'altro sulla mia lingua che un' Alleluia".
Un
concerto intenso, interiore e pieno di pathos davanti ad un pubblico che
ha gradito con grande attenzione la performance solitaria di John Cale. |
John Cale
John Cale e Lou Reed
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