Jazz a Caserta - 1: gli Antonio Malerbe Operaio
Piccolo viaggio nella storia del Jazz casertano
Articolo di Pietro Condorelli
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Sarà stato il 1977, ad un festival dell'Unità a Caserta c'era oltre a spettacoli di Teatro (Duilio del Prete, Edmonda Aldini etc.) un sacco di buona musica ai giardini della Flora.
I ragazzi di leva cercavano disperatamente di distrarsi dalla noia e consuetudini del suddetto, e a quei tempi familiarizzare era veramente molto facile, così tra una birra ed una chiacchera si gustava il programma musicale di tutto rispetto per l'epoca; ascoltammo il Perigeo (uno dei primi gruppi Rock jazz dell'epoca ), Napoli Centrale (che era veramente
Neapolitan power) e fra i gruppi locali spiccava uno strano quartetto di giovani rampolli casertani che si faceva chiamare
Antonio Malerbe Operaio (AMO), non so cosa ci fosse stato prima a Caserta da questo punto di vista ma nei miei ricordi i primi tentativi (compiuti) di Improvvisazione schakeraggio fra jazz rock e
soul in terra di lavoro sono sempre stati rappresentati da tale gruppo: Giovanni
D'Argenzio Piano elettrico e Sax soprano, Ferdinando Ghidelli alla Chitarra elettrica
(Gibson diavoletto), Lello Nasta basso (Fender precision amp Mack) e Pietro Napolitano batteria.
Proponevano una miscellanea di composizioni originali ( fra cui il bel tema di Mallorca ) e brani di carattere
diverso come Superstition di Stevie Wonder, insomma un gruppo che aveva intrapreso la strada più difficile in un periodo in cui funzionava il fenomeno dei cantautori, iniziava a decadere
l'nteresse per gruppi italiani stile PFM e sembrava arridere il successo a Pupo.
In seguito ho avuto modo di conoscere bene tutti i musicisti di questo gruppo e sebbene tutti loro oggi svolgano un altra attività professionale, sono ancora saldamente legati al fare musica.
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