I Ditelo Voi

Lina Sastri

Peppe Barra

 

Paolo Genovese

Massimo De Matteo

Biagio Izzo

Peppe Iodice

Peppe Servillo e i Solis String Quartet

Massimiliano Gallo

  

Stagione teatrale del Teatro Lendi

Sant'Arpino (CE) – dal 19 novembre 2024

 

Comunicato stampa

19 novembre, Compagnia della Rancia in "Grease"
27 Novembre, I Ditelo Voi in "Bang Bank"
11 dicembre, "Perfetti sconosciuti" scritto e diretto da Paolo Genovese
con Dino Abbrescia, Alice Bertini, Marco Bonini, Paolo Calabresi, Massimo De Lorenzo, Lorenza Indovina, Valeria Solarino
Paolo Genovese firma la sua prima regia teatrale portando in scena l’adattamento di PERFETTI SCONOSCIUTI
Una brillante commedia sull’amicizia, sull’amore e sul tradimento, che porterà quattro coppie di amici a confrontarsi e a scoprire di essere “perfetti sconosciuti”.
Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata ed una segreta. Un tempo quella segreta era ben protetta nell’archivio della nostra memoria, oggi nelle nostre sim.
Cosa succederebbe se quella minuscola schedina si mettesse a parlare? Durante una cena, un gruppo di amici decide di fare un gioco della verità mettendo i propri cellulari sul tavolo, condividendo tra loro messaggi e telefonate.
Metteranno così a conoscenza l’un l’altro i propri segreti più profondi…
8 gennaio, Peppe Barra e Lalla Esposito in “La cantata dei pastori”
di Peppe Barra e Lamberto Lambertini, regia Lamberto Lambertini, musiche Giorgio Mellone
“A Messa, o a Teatro!” Questo dilemma, al termine della cena della Vigilia, negli anni passati, metteva in crisi il popolo napoletano. Messa di mezzanotte o “La Cantata dei Pastori”, sempre a mezzanotte, ma a teatro? Peppe Barra è riuscito a mantenere questo appuntamento rituale, questa rappresentazione popolare, per più di quaranta anni. Prima con Roberto De Simone, che l’aveva riscritta come spettacolo della Tradizione musicale Campana, poi con la madre Concetta Barra e Lamberto Lambertini, nei teatri d’Italia e d’Europa, infi ne da solo per tutti gli anni seguenti. Uno spettacolo che, pur attenendo al poema religioso, al dramma pastorale e alla commedia dell’arte, il popolino aveva trasformato, nel corso del settecento, dell’ottocento e del novecento, in un gustoso e glorioso pasticcio di sentimento religioso e di teatro comico. Peppe Barra, di nuovo insieme con Lamberto Lambertini, la ripropone quest’anno in una nuovissima edizione, per offrire all’affezionatissimo pubblico sorprese continue, colpi di scena imprevisti, risate irrefrenabili e lacrime di commozione, come quando il papà o la nonna decidevano a mezzanotte di optare per il Teatro, portando noi bambini, senza più sonno, ad attendere, tremanti d’eccitazione e anche di paura, che l’enorme sipario si aprisse. Peppe indosserà l’amata maschera di Razzullo, pulcinellesco scrivano, mentre i panni di Sarchiapone li indosserà Lalla Esposito, ricomponendo così la coppia teatrale che ha riscosso tanto successo nella scorsa stagione, per reinventare le buffe vicissitudini dei due poveracci napoletani catapultati in Palestina, dalla fame il primo, dai suoi crimini il secondo, proprio nei giorni dello scontro titanico tra gli Angeli e i Demoni, mentre Maria e Giuseppe cercano un riparo per la nascita del Figlio di Dio.
29 Gennaio, Peppe Iodice in "Ho visto Maradona"
19 Febbraio, Massimo De Matteo "‘Na santarella" di Eduardo Scarpetta
adattamento e regia Claudio Di Palma con Giovanni Allocca, Chiara Baffi, Marika De Chiara, Angela De Matteo, Carlo Di Maro, Luciano Giugliano, Valentina Martiniello, Peppe Miale, Sabrina Nastri, Federico Siano
La Santarella?! Che angelo di figlia! Ma pure Chesta nun è na femmena, è na diavula.
Due pronunciamenti testuali così contrastanti sulle virtù e i vizi di un’unica persona ci dicono, fra le altre cose, che Scarpetta ha inteso eleggere questa sua Santarella a simbolo di un emblematico dualismo comportamentale.
Una donna dalla doppia personalità, insomma: timida e timorata di Dio, ma anche, intimamente, estrosa, ribelle e volitiva. Ma le pulsioni latenti di questa femmena, che è “angelo e diavula”, per Scarpetta sono anche l’occasione per svelare bipolarismi caratteriali assai più diffusi.
In questo senso, emblema e cardine di infi ngimenti e contraddizioni varie, è, naturalmente e soprattutto, il Felice “di turno”, per l’occasione in abiti di musicista compositore. Intorno ai due, l’autore costruisce una rete di umanissimi, ancorché anomali, figuri tutti alle prese con dissonanze interiori mal risolte, con vizi, ipocrisie ed ambizioni nascoste a malapena. Tutti con indosso vesti di convenienza che mistificano le identità e tutti, allo stesso tempo, capaci di trovare soluzioni alle proprie nevrosi negli stessi equivoci prodotti. Per questo non nasce dramma.
5 Marzo, Biagio Izzo in "Finchè giudice non ci separi"
19 Marzo, Lina Sastri in "Voce 'e notte"
2 Aprile, Massimiliano Gallo in "Malinconico, moderatamente felice" di Diego De Silva e Massimiliano Gallo
regia Massimiliano Gallo, con Biagio Musella, musiche e canzoni originali di Joe Barbieri
Questo progetto teatrale nasce dall’idea di portare sulla viva scena del palco la voce (e il corpo) narrante di un personaggio letterario, e successivamente televisivo, che negli anni ha conquistato un vasto pubblico di lettori e di spettatori. Vincenzo Malinconico, l’avvocato d’insuccesso dalla carriera sgangherata e dalla vita sentimentale instabile (e forse proprio per questo gradita a un pubblico che non ama identificarsi con i vincenti, in fondo prevedibili e noiosi), affida il racconto delle sue storie – ma soprattutto del suo inciampare nelle complicazioni della vita comuni a noi tutti – a Massimiliano Gallo che ha incarnato con un senso dell’umorismo geneticamente napoletano l’attitudine filosofica e rigorosamente autodidatta di Malinconico, coniugando con leggerezza e musicalità l’indole al tempo stesso riflessiva e astratta, disorientata e confusa, adulta e infantile, di un uomo alle prese con le difficoltà del vivere, che con un senso del ricolo costantemente acceso sulla realtà (e soprattutto su se stesso) lotta col disagio di non sentirsi a suo agio nei ruoli che la vita gli assegna. Perché non è facile sentirsi all’altezza dei vari compiti a cui le giornate ci chiamano, interpellandoci di volta in volta in veste di lavoratori, professionisti, genitori, coniugi, amanti, amici: le tante, complesse categorie della vita in cui dobbiamo reinventarci ogni volta, sottoponendoci a quegli esami del nostro stare al mondo che, come ci ha insegnato un maestro del teatro, non finiscono mai. Il nostro spettacolo vedrà in scena, nella pienezza delle sue attitudini d’interprete, il solo Vincenzo Malinconico, che si abbandonerà, con il suo flusso narrante rimuginatorio, filosofico, irresistibilmente comico ma sempre votato alla riflessione (perché per far ridere davvero bisogna convincere, cioè parlare all’intelligenza dell’altro), a un lungo, confidenziale monologo con il pubblico, raccontandosi tematicamente. Lo spettacolo segue tre linee: professione, sentimenti, famiglia, i tre grandi campi di gioco su cui si svolge la partita della vita di noi tutti.
Quello di Vincenzo Malinconico è un progetto a cui sono particolarmente legato e che ho voluto fortemente. Malinconico l’ho amato, ascoltato; ci siamo fidati uno dell’altro, e finalmente l’ho indossato e vissuto. È dunque un passaggio naturale portarlo in scena, grazie alla penna sopraffina di Diego De Silva e al mio senso dello spettacolo, dandogli corpo e anima. Ora ce da cucirgli un abito in cui stia comodo. Una scena funzionale, un amico immaginario e cinque musicisti che gli faranno compagnia. In video, gli interventi dei suoi amici, dei suoi amori, del suo complicatissimo mondo. Sarà una regia amorevole, la mia, sperando di farvi conoscere Vincenzo per  come io lo conosco. (Massimiliano Gallo)
9 Aprile, Peppe Servillo e i Solis String Quartet in "Carosonamente"
Di: Peppe Servillo & Solis String Quartet
Interpreti: (voce) Peppe Servillo, (violino) Vincenzo Di Donna, (violino) Luigi De Maio, (viola) Gerardo Morrone, (dello, chitarra) Antonio Di Francia
Musiche originali: Antonio Di Francia
Peppe Servillo & Solis String Quartet portano in scena Carosonamente, uno spettacolo interamente dedicato all’artista più istrionico del panorama musicale partenopeo e conosciuto in tutto il mondo: Renato Carosone.
Dai classici Tu vuo’ fa l’americano, Torero e ’O sarracino, alle canzoni meno famose come Tre guagliune e ‘nu mandolino a capolavori carichi d’ironia come Pigliate ‘na pastiglia fino a raggiungere canzoni e testi melanconiche del dopoguerra come Giacca rossa ‘e russetto e T’aspetto ‘ e nove, in un connubio affascinante tra musica e parole, storie vere e credenze popolari, storie del popolo e dal popolo. La musica di Carosone è inclusiva perché non ha paura del diverso ma lo accoglie con ammirazione e curiosità; la sua arte è formativa perché viene da studi accademici; allo stesso tempo si nutre della strada, inventa ed innova un genere portandolo per la prima volta nelle case degli italiani attraverso la neonata televisione.
Come afferma lo stesso Peppe Servillo: “Si ride con le canzoni, ma non solo, Renato ci commuove, si commuove guardando con carezzevole ironia i suoi toreri, sarracini, americani. Carosone pensa con affetto la sua gente, il suo mare, i suoi porti e la sua terra con un umorismo semplice, dal basso, senza sarcasmo, senza potere, senza cattiveria nel sorriso. Egli ci porta lontano, sbagliando volutamente strada, per un imprevisto musicale e di parola, noi lo seguiamo sperando di non fare danni, magari ci travestiamo e fra di noi non ci riconosciamo”.


Teatro Lendi, via Alessandro Volta 176 Sant'Arpino (CE)
Contatti e sito web del Teatro Lendi: 081 8919620 / 347 8572222, info@teatrolendi.it, www.teatrolendi.it

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