Al Teatro Buon Pastore “Auguri e figli maschi”
Caserta - 4 Aprile 2024
Comunicato stampa
Giovedì 4 Aprile 2024 Ore 20.30, al Teatro Buon Pastore,
Piazza Pitesti, n°1 – Caserta, CSV ASSO.VO.CE. ETS in collaborazione con
Generazione Libera, Officina Teatrale Generazione Libera e Centro Le Ali propone
"Auguri e figli maschi"
Regia di Claudia Buono
Un viaggio nel mondo degli
stereotipi di genere.
Ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento posti
L’iniziativa rientra nella più ampia attività del Teatro dei Diritti, già
sperimentata con successo nel 2023 e promossa nell’ambito del progetto Diritti
al Punto, dal CSV ASSO.VO.CE.ETS con l’associazione Generazione Libera e
l’Officina Teatrale Generazione Libera.
“L’Associazione per il volontariato
casertano ETS (ASSO.VO.CE. ETS) è un’associazione composta in maggioranza di
Organizzazioni di Volontariato (OdV) che dal 2005 svolge funzioni e compiti di
Centro di Servizio per il Volontariato (CSV) nell’ambito territoriale di
Caserta.
A tal fine organizza, gestisce ed eroga servizi di supporto tecnico,
formativo e informativo, per promuovere e rafforzare la presenza e il ruolo
volontari negli Enti del Terzo Settore (ETS) con particolare riguardo alle
organizzazioni di volontariato (ODV). Il CSV ASSO.VO.CE. ETS è socio di CSVnet,
la rete nazionale dei CSV”. Ci illustra Rosario Laudato presidente
dell'associazione Generazione Libera e consigliere del CSV ASSO.VO.CE. ETS.
Esistono ancora ruoli ed usanze radicati nel tempo che sin da bambini ci hanno
insegnato a vedere il mondo in due colori: il rosa e il blu.
Il rosa si sa, è
il colore delle bambine, delle bambole, dei capelli pettinati e sempre al loro
posto, il colore delle gonnelline e dei tutù di danza, della “debolezza e della
fragilità”.
Il blu invece, è il colore dei bambini, delle macchine, dei
capelli spettinati, il colore dei vestiti sporchi e del pallone da calcio, il
colore della “forza e della furbizia”.
Con lo spettacolo “Auguri e figli
maschi” proviamo ad abbattere questi stereotipi, e a farvi vivere un’esperienza
nuova che vi farà ragionare in modo diverso e invitare alla riflessione…
Il
lavoro teatrale "Auguri e figli maschi" affronta il tema degli stereotipi di
genere – racconta la regista Claudia Buono - e del pregiudizio radicato nella
nostra cultura riguardo ai ruoli assegnati agli uomini e alle donne. Spesso,
assistiamo all’attribuzione di specifici comportamenti, frasi e ruoli basati sul
genere, incuranti del fatto che essi, in realtà, potrebbero tranquillamente
essere scambiati. Il nostro lavoro, si è incentrato sul cercare di mettere in
discussione queste convenzioni sociali che spesso vengono accettate
acriticamente. Attraverso l'analisi di testi letterari e teatrali, su tutti
quelli scrittrice Elena Giannini Belotti, abbiamo cercato di stimolare una
riflessione critica sia da parte nostra che da parte del pubblico che assisterà
alla messa in scena.
Il risultato di questo processo è stato la creazione di
un testo teatrale leggero ma significativo, scritto da me e da un coautore. Un
testo, che invita il pubblico a riflettere sulle conseguenze negative di questi
stereotipi di genere. Temi come le disparità salariali, le sfide della maternità
sul lavoro e il rischio di ridurre il ruolo della donna esclusivamente a quello
di generatrice di figli. Attraverso la leggerezza del nostro lavoro teatrale,
miriamo a sensibilizzare il pubblico su una realtà spesso trascurata e nei
nostri territori radicata in modo negativo. In modo semplice e leggero proviamo
a promuovere una visione più equa e inclusiva della società.
Mi preme
sottolineare – continua Claudia Buono – che da quando sto lavorando su questo
testo ovvero sugli stereotipi di genere, nel confronto quotidiano con i ragazzi,
anche nelle scuole, mi trovo spesso - e devo dire troppo spesso - di fronte a
situazioni in cui le ragazze e le adolescenti sembrano intrappolate in queste
dinamiche, quasi volontariamente. Sembrano accettare passivamente, se non
addirittura abbracciare, una visione limitata del proprio ruolo e valore, senza
considerare la possibilità di una risposta o di un riscatto nei confronti degli
stereotipi maschili predominanti. Potrebbe sembrare un discorso femminista, ma
ciò che mi sta davvero a cuore è l'idea di risvegliare queste persone dal loro
stato di torpore, di accettazione quasi apatica o rassegnata. Questo è ciò che
mi infonde più rabbia e mi spinge a considerare questa missione quasi un dovere.