Teatri di Pietra d’Autunno 2022
Maddaloni, Teano, Piedimonte Matese (CE) – dal 29 ottobre al 13 novembre 2022
Comunicato stampa
La Rete dei Teatri Pietra è un progetto in continuo
sviluppo, e nasce, in primo luogo, per offrire un’occasione di pregio per vivere
il paesaggio e la sua storia attraverso i siti monumentali, ma, soprattutto, per
fare del teatro in ogni suo linguaggio (e dei luoghi dove il teatro prende vita)
lo spazio d’incontro tra artisti e spettatori, espressione di quella comunità
che, nell’esperienza dello spettacolo dal vivo, si rinnova ogni volta.
Teatri
di Pietra d’Autunno 2022, promosso e realizzato da CapuAntica Festival e
Pentagono Produzioni Associate con MIC Ministero della Cultura, Direzione
Generale dei Musei Campani e i Comuni di Piedimonte Matese, Teano e Maddaloni,
porterà in scena, i temi propri del classico e la sua natura a interfacciarsi
con il contemporaneo e il vissuto.
In questa prospettiva, gli straordinari
luoghi del Complesso di San Domenico/Museo Civico "Raffaele Marrocco”
(Piedimonte Matese), il Museo Archeologico di Teanum Sidicinum (Teano), e il
Museo Archeologico di Calatia (Maddaloni) rappresenteranno l’occasione per
l’incontro concreto e palpabile, tra spazio visivo, spazio archeologico e spazio
scenografico.
Un interessante programma di cinque opere effettive, in cui i
temi classici diventano “materia sensibile”, per un confronto con il
contemporaneo attraverso il rito del teatro.
Programma:
Venerdì 28 ottobre
2022, ore 12.00, Speciale anteprima per “Teatri di Pietra d’Autunno 2022” al
Liceo Statale “Galileo Galilei” di Piedimonte Matese (CE)
TTR - IL teatro di
Tato Russo presenta "Lupus in fabula" da Esopo e Fedro, drammaturgia Tato Russo,
con Chiara Meschini e Luisa Stagni
E in un tempo di sgomenti: ancora si dice
il lupo avere potenza, col suo sguardo, di fare alli omini le voci rauche.
Leonardo da Vinci Nell’assenza di “tempi dedicati” in cui fare muovere e
transitare significati diversi da quelli dell’effimero e dell’edonistico
esaltarsi nell’intrattenimento, pian piano è emersa la necessità di creare
legami sociali di tipo nuovo, nuove modalità di stare insieme e di ripensare la
socialità e soprattutto i luoghi che possano accoglierla.
È questo il
contesto che ha aperto la strada a “Lupus in Fabula”, l’occasione per raccontare
vicende esemplari in luoghi esemplari: l’attore che racconta una vicenda entro
uno spazio particolare, teatro o piazza non importa….ed ecco sorgere la fabula.
Nell’antichità il termine designava qualsiasi rappresentazione teatrale tragica
o comica e il teatro era l’espressione del momento collettivo… Teatro e “fabula”
hanno sempre convissuto, fin dal sorgere del teatro stesso, «la narrazione, il
gioco, il rito» ripeteva più volte Grotowski.
Nell’epoca digitale, raccontare
le favole – a bambini o adulti che siano - sembra essere una pratica sempre più
rara e addirittura ci si interroga, se questo narrare storie prese dal passato,
possa nuocere alla visione della realtà, suggerendo uno scontro tra concretezza
e visione.
Si delega a nuovi strumenti, (appunto digitali) fare da tramite
tra la realtà e la fantasia. In questo modo però, si perde quel momento intimo
che si viene a creare tra l’uditore e l’attore che racconta, si annulla un
momento molto importante, magico: “l’anima desidera risposte immaginative che la
muovano, la delizino, la sprofondino” (Hillman ) e “la mente è fondata sulla sua
stessa attività narrativa, nel suo fare fantasia.
Questo fare è poiesis che
significa propriamente “il fare dal nulla”.
Pensare a “Esopo” non come un
individuo storico, ma come il simbolo di un’antica sapienza popolare, che
perdurò nei secoli e viva ancora oggi, consente di fare della fabula una
scrittura teatrale.
Le favole esopiche di diversa mano, epoca, redazione sono
come un corpus omogeneo, che riflette un giudizio comune verso un dato
comportamento di animali, dèi, esseri umani tanto da crearne personaggi . Esopo
forse non inventò tutte le favole.
Nondimeno, ciascuna di loro può essere
qualificata a buon diritto come “esopica”. La favola è un breve racconto
caratteristico tanto della cultura occidentale quanto di quella orientale; in
essa agiscono per lo più personaggi animali, dietro i quali è agevole
individuare altrettante tipologie di comportamento umano.
Attraverso la
piacevolezza della narrazione l’apologo persegue una finalità gnomica,
suggerendo una condotta di vita all’insegna della prudenza, della laboriosità,
della coscienza dei propri limiti.
Nella tradizione occidentale la favola si
lega indissolubilmente al nome di Esopo, enigmatico personaggio vissuto tra il
VII ed il VI sec. a.C. al quale viene attribuita la codificazione del genere,
nonché la sua autonoma affermazione nel panorama letterario.
Il nutrito
corpus di racconti ascritti a questa figura leggendaria viene successivamente
rielaborato ed ampliato da autori più tardi (Fedro, I sec.d. C; Babrio, II sec.
d.C. Aviano, IV sec. d.C).
La tradizione iconografica connessa al nome di
Esopo procede, tanto nel mondo antico quanto in quello moderno, lungo due filoni
paralleli: da una parte ci si confronta con reperti incentrati sul personaggio
del favolista e sugli aneddoti della sua vita, tutti all’insegna di
un’irriverente saggezza; dall’altra con testimonianze relative alle favole.
Queste ultime conoscono una maggiore fortuna nell’ambito dell’età medievale, che
ne apprezza il carattere fantasioso, allegorico ed edificante; sono oggetto di
rinnovato interesse, infine, nel mondo rinascimentale, allorchè, accanto alla
drastica selezione di racconti sopravvissuti durante l’età di mezzo, si fa
progressivamente strada il recupero dell’originario repertorio in lingua greca.
sabato 29
ottobre, Museo archeologico di Teanum Sidicinum, Via Nicola Gigli, 23,
Teano (CE), "Lupus in fabula" da Esopo e Fedro, drammaturgia Tato Russo, con
Chiara Meschini e Luisa Stagni.
E’ l’occasione per raccontare vicende
esemplari in luoghi esemplari, dove l’attore racconta una vicenda entro uno
spazio particolare, teatro o piazza non importa, ed ecco sorgere la fabula.
Domenica 30 ottobre, Museo archeologico di Calatia, Via
Caudina, 353, Maddaloni (CE), "Tempesta" dall'Eneide di Virgilio nella
drammaturgia di Sebastiano Tringali, con Lucia Cinquegrana, Paola Saribas,
Valeria Busdraghi e Sebastiano Tringali, regia e coreografia Aurelio Gatti.
Una «tempesta» di emozioni che coinvolgono gli spettatori trasportandoli
simbolicamente su quelle carrette del mare, immersi nel buio, in balia delle
onde, dove gli attimi diventano l’eternità. Memorie di una vita vissuta mai
abbastanza, interrotta dalla tempesta di ricordi che si mischiano inutilmente
alle speranze. Un futuro negato.
venerdì 4 novembre, Museo
archeologico di Teanum Sidicinum, Via Nicola Gigli, 23, Teano (CE), "La lupa" da
Giovanni Verga, coreografia Carlotta Bruni, musica Marco Schiavoni, narrazione
Sebastiano Tringali, con Lucia Cinquegrana, Paola Saribas, Matteo Gentiluomo.
Ragione e religione sono le grandi alleate e le grandi assenti
dall’orizzonte della Lupa. Un racconto che incuriosisce perché parla di libertà,
ma al contempo disorienta per la condizione antropologica così estrema, che
spinge a interrogarsi sulla potenza e sull’impotenza degli schemi e delle
convenzioni sociali.
sabato 5 novembre, Museo archeologico di Calatia, Via
Caudina, 353 - Maddaloni (CE), "La lupa" da Giovanni Verga, coreografia Carlotta
Bruni, musica Marco Schiavoni, narrazione Sebastiano Tringali, con Lucia
Cinquegrana, Paola Saribas, Matteo Gentiluomo
domenica 6 novembre,
Complesso di San Domenico/Museo Civico "Raffaele Marrocco”, Largo San Domenico,
Piedimonte Matese (CE), "La lupa" da Giovanni Verga, coreografia Carlotta Bruni,
musica Marco Schiavoni, narrazione Sebastiano Tringali, con Lucia Cinquegrana,
Paola Saribas, Matteo Gentiluomo.
venerdì 11 novembre,
Museo archeologico di Calatia, Via Caudina, 353 - Maddaloni (CE), "Infiniti Mondi" da Giordano Bruno, drammaturgia di Mario Brancaccio, con Lucia
Cinquegrana, Elisa Carta Carosi, Matteo Gentiluomo, Paola Saribas e Mario
Brancaccio.
Gli costò il rogo, ma il suo ostinato indagare seminò l’idea di
una molteplicità di genti, pensieri e mondi coesistenti nella contemporaneità
del tempo. Solo dopo, Giordano Bruno è divenuto il simbolo della massima libertà
d’espressione per la quale si dispose a morire. Forse allora il pensiero iniziò
una nuova vita, che poi sarà chiave di volta della coscienza morale moderna.
sabato 12 novembre, Complesso di San Domenico/Museo Civico
"Raffaele Marrocco”, Largo San Domenico, Piedimonte Matese (CE), "Infiniti Mondi"
da Giordano Bruno, drammaturgia di Mario Brancaccio, con Lucia Cinquegrana,
Elisa Carta Carosi, Matteo Gentiluomo, Paola Saribas e Mario Brancaccio.
domenica 13 novembre, Museo archeologico di Teanum Sidicinum,
Via Nicola Gigli, 23, Teano (CE), "Infiniti Mondi" da Giordano Bruno,
drammaturgia di Mario Brancaccio, con Lucia Cinquegrana, Elisa Carta Carosi,
Matteo Gentiluomo, Paola Saribas e Mario Brancaccio.
Info e prenotazioni teatridipietra@gmail.com, whatsapp
3519072781, biglietti online su www.liveticket.it.
Inizio spettacoli ore
18.30 - ingresso euro 5