Non solo Sipario in "Dal sottosuolo" di V. Mazzarella
Caserta – 15 febbraio 2020
Articolo e foto di Giuseppe Balducci
Terra dei fuochi, è questo ormai il nome
apocalittico che è stato affibbiato a ciò che un tempo era la Campania Felix,
ciò che gli antichi chiamavano Magna Grecia. Cos’è successo da allora?
Perché l’aria fresca e pulita di un tempo ora puzza di diossina e monnezza?
Perché quella che un tempo era una terra fertile e rigogliosa adesso è
contaminata da rifiuti tossici e percolato? E che dire delle acque, per natura
limpide e floride per la pesca e la balneazione, che adesso sono tossiche?
C’è una sola risposta a tutte queste domande. La minaccia peggiore per questa
Terra è sempre stata la stessa: l’Uomo. Non tutti gli uomini, si intende, ma a
causa dell’avidità di pochi colpevoli ci sono innumerevoli vittime innocenti.
E allora che fare quando ci si sente impotenti, quando si vede morire la
gente intorno, quando non c’è nessuno a difenderci? Meglio fuggire…magari nel
sottosuolo.
È dal sottosuolo, soggetto di Vincenzo
Mazzarella e regia di Fausto Bellone, che
Domenico Bottone, protagonista di quest’opera in atto unico dal
soggetto di Vincenzo Mazzarella, ci parla e condivide con il pubblico l’esigenza
di narrare le suggestioni, i turbamenti e le visioni che il regista Bellone ha
tratto dall’attivismo in
merito all’ecatombe della Terra dei fuochi. Un attivismo carico di
dolore, ma anche di rabbia e denuncia verso il malaffare e l’associazionismo a
delinquere che, misto alla mala politica, hanno causato il disastro ben noto a
tutti.
Un uomo distrutto e solo al buio, circondato da sacchetti di
immondizia ed un po’ di vino corrotto, che decide volontariamente di rifugiarsi
sottoterra. Ma quando tutto sembra perduto ecco che c’è una voce che nasce da
dentro, che si materializza nella figura danzante di Francesca Gammella
che, con movenze sinuose e furtive, entra nella mente del protagonista, dapprima
per metterlo faccia a faccia con la sua situazione attuale, ma poi per dargli
una nuova speranza che può essere alimentata soltanto dai sogni e dai desideri
delle persone. Solo il desiderio di rivedere di nuovo l’antico splendore, di
vedere puniti i colpevoli e di respirare di nuovo aria pulita potrà salvare
tutti dalla rassegnazione e dalla distruzione.
La rappresentazione presso il
Teatro Civico 14 Spazio X è stata intensa e diretta. La serata
è iniziata con l’introduzione di Aldo Errichiello, a ricordare
a tutti da dove deriva quel termine odioso che è quello di Terra dei fuochi.
Le scenografie ed i costumi minimalisti ma efficaci del Non Solo Sipario
Lab, insieme al trucco a cura di Ilenia Fatigati ed al
supporto di scena di Salvatore Sorrentino e Davide Biancucci,
hanno catapultato gli spettatori in un contesto intimo ma a tratti
claustrofobico, perfettamente integrato con il tema trattato. Stesso discorso per
la gestione delle luci e della scenografia, curate rispettivamente da
Fausto Bellone, Francesca Gammella e Domenico Vastano.
Uno
spettacolo breve ed intenso, un urlo di rabbia per destare consapevolezza e
spronare le coscienze verso un futuro migliore.
consulta:
Teatro Civico 14: stagione 2019/20