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Crepuscoli – strappare la favola al mondo

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l volo della Gabbiana

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Locas

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Run baby run

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Ave

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El Romancero de Lazarillo

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Trullo

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Semi

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Lux problem

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1799 la rivoluzione napoletana

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Sweet Swan Sway

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What the Healt!

Alma Tadema

  

Faziopentheater: programma 2019/20

Capua – dal 9 Novembre 2019

Comunicato stampa

Tutti gli spettacoli e gli eventi si terranno presso la Sala Teatro di Palazzo Fazio, via Seminario 10 (centro storico) – Capua (CE).

Teatro

9 novembre, ore 20,30; 10 novembre, ore 18,30, Il Luogo In Buio presenta “Crepuscoli – strappare la favola al mondo”
Regia: Cristianp Izzo. Interpreti: Giuseppe Borrelli, Antonio Della Mura (Tenore), Cristiano Izzo, Claudia Zembrino
Crepuscoli – Strappare la favola al Mondo” è un concerto a quattro voci, tre attori e un tenore, un ditirambo contemporaneo che vuole indagare la fine del mondo Antico e delle sue leggi: il secolo del “Grande disgusto”, l’800; il tempo in cui l’uomo pose sulla bilancia gli ancestrali capisaldi, i primigeni valori della vita ed infine la vita stessa e la sua propria comparsa sul Mondo: e trovò tutto privo di valore. Il crollo di un sistema etnico-culturale e religioso, durato 2000 anni e l’avvento del secolo delle grandi Forze in lotta per estinguere l’Antichità, il ‘900.
Dal pessimismo cosmico, al Futurismo, al Grande Individualismo: da Leopardi, passando per Dostoevskij, Wilde e Van Gogh, fino a Esenin e Majakovskij: in mezzo a tutto ciò, Nietzsche. Il limbo in cui ci troviamo, ha le sue radici lì nell”800, poiché i grandi avvenimenti hanno bisogno di tempo per essere visti e uditi.
L’ombra del Nichilismo s’abbatte su noi con milioni di frecce acuminate ad oscurare il Sole: da tutte le parti esse sussurrano, portando questo tremendo messaggio: “Tu non hai senso! Rifiuta la vita, negala! Poiché essa non ha alcun senso, poiché essa non può essere vissuta. Poiché non vi è nessun cerchio che si chiude, nessun equilibrio e nessun Dio. Nessun premio e nessuna condanna. Nè paradisi, nè inferni. Nè dèi, nè demòni.”
A tutto ciò noi vogliamo rispondere per le generazioni che sono e che saranno a venire, con il nostro più disperato:
“Sì! Tu menti, cometa di sventura! Io combatto la mia genesi ogni istante ed anche per te! Io voglio essere più grande di tutto questo! Io voglio essere un animale affermativo. Tutto quello che mi dici, io non lo nego: io non nego nulla! È adesso che io voglio amare la vita! È così che io voglio amare la vita! È qui ed ora che io voglio superarti! La vita non ha scopo alcuno: io non ho scopo alcuno. L’universo non ha scopo alcuno: nessuno ha mai creato nulla. Nessuno ha mai distrutto nulla. Qui, davanti a me io vedo i millenni! È per questo! È per questo! È per questo! Che io oggi voglio amare tutta la vita!”
14 dicembre, ore 20,30; 15 dicembre, ore 18,30, Il colibrì presenta “Il volo della Gabbiana"
Adattamento E Regia: Antonio Iavazzo
Assistente Alla Regia: Giovanni Arciprete
Interpreti: Luigi De Sanctis, Michele Di Siena, Antonio Geniale, Licia Iovine, Chiara Russo, Alessia Tescione, Fabiana Vinciguerra
Lo spettacolo è liberamente ispirato al testo “La Gabbianella e il Gatto” di L. Sepulveda. In questo adattamento, naturalmente, l’aspetto puramente teatrale è marcato e volutamente amplificato. I personaggi, in gran maggioranza animali, come in ogni favola che si rispetti, richiamano caratteristiche umane, addolcendole e sottolineandone i tratti di personalità, anche comici ed esilaranti. La prova degli attori è il risultato di un incredibile ed affascinante lavoro di creatività, coraggio, ridiscussione di certezze e impostazioni dogmatiche. Un approccio totale all’inedito nella continua ricerca di potenziali sconosciuti anche ai protagonisti e, in quanto tali, una ricchezza immensa.
La trama ruota attorno ad un evento straordinario che determina, nella placida vita di una comunità di felini, uno sconvolgimento di prospettive, valori, azioni. Il ritorno alla sua natura di una piccola gabbiana che si ritiene un gatto perchè cresciuta involontariamente tra gatti, richiama un tema potente ed eterno. Dove ci collochiamo tra l’origine e il “sociale”? Quali e quanti sono gli spazi concessi all’evoluzione e quelli, arcaici, apparentemente immutabili del biologico? E sarà pur vero, come affermava F. Bacone che “noi possiamo di più di quanto sappiamo?”
11 gennaio, ore 20,30; 12 gennaio, ore 18,30, Teatri Associati Di Napoli presenta "Locas"
Regia: Niko Mucci. Interpreti: Marcella Vitiello, Laura Pagliara
Due donne, mai più diverse, l’una dall’altra, insieme nella sala d’attesa di una psichiatra, la prima una donna energica in carriera, spesso al telefono, dichiara di essere li per avere informazione, richieste per una amica. La seconda sembra la definizione popolare della psicotica, confessa i suoi desideri omicidi, la depressione, lo stato di alienazione con semplicità.
Donne cosi diverse per condizione ed estrazione sociale in poco più di un’ora, si conoscono, si confrontano, stringono forse un legame, che va oltre le regole sociali: mostrando a se stesse ed al pubblico la loro storia individuale, le proprie debolezze, sino ad un piccolo colpo di scena, che ridefinisce i loro ruoli.
Locas sta avendo un grande successo in Spagna, patria del suo autore J.Pasqual Abellan, che la stampa iberica ha valutato una efficace cartina al tornasole, di una società non molto dissimile dalla nostra.
15 febbraio 20,30; 16 febbraio 18,30, Teatro TRAM e Teatro dell’Osso presenta "Run baby run"
Drammaturgia E Regia: Niko Mucci. Interpreti: Titti Nuzzolese. Assistente Alla Regia: Flavia Targaglia. Costumi: Annalisa Ciaramella. Scene: Giorgia Lauro
La gioia di essere mamma, la tenacia per affermare questo ruolo, il rischio di vedersi togliere la propria figlia, ma soprattutto sullo sfondo l’interrogativo irrisolto sul se è giusto privare una creatura dell’affetto della propria mamma se questa è inadeguata a svolgere questo ruolo: sono questi alcuni dei temi della tragedia Run baby run che andrà in scena nel prossimo week end a Palazzo Fazio nell’ambito della rassegna di teatro, danza e arti performanti FaziOpenTheater, ideata e diretta da Antonio Iavazzo. L’appuntamento è, come sempre sabato 15 alle 20,30 e domenica 16 alle 18,30 a Capua in via Seminario 10. Teatro Tram e Teatro dell’Osso presentano una tragedia complessa interpretata da Titti Nuzzolese in cui si assiste nel corso delle scene alla crescita della protagonista, al suo affermarsi come mamma. Le insicurezze di Marta che fugge da chi vuole portarle via la figlia mostrano l’evoluzione di una donna che si rende conto dell’essere mamma solo nel corso della fuga. Il tema della maternità viene affrontato in maniera dirompente, dal momento che il pubblico viene posto di fronte a due aspetti, da una parte il dolore della donna che rischia di perdere il suo affetto più caro, dall’altro un giudizio inequivocabile che la bolla come inadeguata a svolgere quella funzione. Le certezze dell’inizio vengono, via via con il trascorrere della narrazione affievolendosi per un racconto che, nonostante la sua drammaticità riesce comunque a catturare il pubblico.
NOTE DI REGIA
Una mamma in fuga lungo le strade italiane per tenere con sé sua figlia: una giovane donna impreparata ad essere mamma dovrà imparare, nella fuga, il vero significato della maternità. Perché ogni mamma, prima di diventare madre, è stata figlia, e Marta dovrà confrontarsi con il suo passato per comprendere il suo futuro. Madri e figlie, uguali oppure diverse: ogni mamma desidera, oppure teme, diventare come sua madre. Ma cosa significa essere madre? E una madre che scappa per tenere con sè sua figlia, può essere accusata di rapimento? E' giusto togliere alla madre la figlia appena nata, se la madre è ritenuta inadeguata al suo ruolo? Per noi, oggi, la maternità e i bambini sono argomenti estremamente sensibili: le mamme e i bambini sono diventati, nel tempo, condizioni intoccabili, da salvaguardare a ogni costo, anche a rischio di finire ingabbiati in corto-circuiti da cui è difficile uscire. La fuga di Marta è, invece, un faticoso e tormentato rito di passaggio: Marta comprenderà cosa vuol dire essere madre solo dopo che avrà fatto delle scelte per sua figlia. “Run Baby Run”, allora, più che il racconto di una fuga, è il percorso di una dolorosa presa di coscienza..
14 marzo, ore 20,30; 15 marzo, ore 18,30, Collettivo Lunazione presenta "Ave"
Costumi: Federica Del Gaudio, Elaborazioni Musicali: Ivan Guybrush Caso
Progetto E Regia: Eduardo Di Pietro. Interpreti: Martina Di Leva, Alessandro Errico, Giulia Esposito, Cecilia Lupoli, Monica Palomby
Un evento sorprendente e inquietante sconvolge la vita di un paesino campano e soprattutto la vita di Cesare, rinomato parrucchiere della cittadina. Con un sogno ricorrente, una misteriosa figura femminile insiste nel chiedergli un gesto inspiegabile. Per questo Cesare non dorme più. Ciò che può essere frutto dell’immaginazione, assume tra l’altro fattezze angoscianti quando in negozio si verifica una dannosa serie di casualità che paiono rifarsi proprio a quel sogno.
La notizia si diffonde in paese sfuggendo progressivamente di mano: tutti assecondano quello che pare un presunto ricatto, ma davvero nessuno sembra si curi del volere di Cesare.
4 aprile, ore 20,30; 5 aprile, ore 18,30, Coop En Kai Pan e Associazione Teatrale Aisthesis presentano "El Romancero de Lazarillo"
Regia: Diego Sommaripa. Interpreti: Luca Gatta. Drammaturgia: Stefania Bruno. Musiche E Arrangiamenti: Antonello Paliotti
Assistente Alla Regia: Tiziana Sellato. Maschere: Riccardo Ruggiano, Antonio Fava. Scene: Maurizio Iannino
Costumi: Fabiana Amato. Disegno Luci: Associazione Teatrale Aisthesis
Lo sfortunato servo Lazaro che vagabonda per la Spagna, offrendo i suoi servizi a padroni sempre più improbabili, sembra diviso tra due epoche: nelle sue avventure si sente ancora l’eco del Medioevo – con i suoi capitani di ventura, i venditori di indulgenze e i mendicanti – ma la forma del suo racconto lo proietta nel futuro, annunciando il romanzo. Lazarillo è uno Zanni che sta per togliersi la maschera e diventare un eroe borghese, ma, prima di farlo, ha bisogno di raccontare la sua storia. Durante il racconto i personaggi escono dalla pagina scritta, diventano vivi. Tra oralità e romanzo compare il teatro.
24 aprile, ore 20,30; 25 aprile, ore 18,30, Il Colibrì presenta "D’Armi e di sogni"
Adattamento E Regia: Antonio Iavazzo. Assistente Alla Regia: Giovanni Arciprete
Interpreti: Vincenzo Di Marco, Claudia Orsino, Angelo Rotunno, Daniela Vallo, Davide Volpe
Questa spettacolo teatrale rivisita spezzoni del fantastico mondo poetico e visionario di Calvino. Nella prima, “Il Crociato alla Battaglia”, commuove e fa tenerezza la presunta ferocia di una vendetta di un guerriero cristiano che con le armi del grottesco e del disincanto smonta l’idea, quella sì folle e sconsiderata, di combattere ogni forma di guerra. Ne “La Città abbandonata” le figure si muovono sospese come in un sogno antico ed eterno e la nostalgia è la cifra che domina.
I personaggi, come se fossero velati, ricordano quei polverosi giocattoli e carillon che si riscoprono nei vecchi bauli di soffitte dimenticate. E come per magia riprendono vita per la sola potenza dello sguardo dello spettatore, per donargli e perdonarsi frammenti di dolcezza ed eternità.
16 maggio, ore 20,30; 17 maggio, ore 18,30,Resistenza Teatro presenta "Trullo"
Drammaturgia E Regia: Diego Sommaripa. Interpreti: Diego Sommaripa, Laura Pagliara
Audio / Luci: Tommaso Vitiello. Grafica E Painting: Daniela Molisso, Consulenza Coreografica: Enzo Padulano, Consulenza Musicale: Mario Autore
Scene: Resistenza Teatro
Trullo con il suo bagaglio, d’errori, paure, incertezze, rimpianti, non riesce a perdonarsi e decide di partire per dimenticare , pulire, riparare, rifiorire e rivivere.
La destinazione è nel suo amato/odiato mare – alla guida del Veliero dei suoi giorni c’è una Dottoressa, una psicoanalista , che in una seduta guidata condurrà Trullo “ in viaggio “ .
In questo viaggio incontrerà vecchi e nuovi amici, circumnavigando ’ attraverso il gioco, la poesia, il canto, tenterà la risalita fino a poi ritrovarsi di fronte al suo nemico numero uno : IL PASSATO.
Forse riuscirà a far ritorno a casa, portando con se in valigia il souvenir per lui più importante SE STESSO, forse…!
13 giugno, ore 20,30; 14 giugno, ore 18,30, "Semi – Peccato, Non Esiste Piu’ L’amore Platonico"
Produzione E Drammaturgia: Vulíe Teatro. Regia: Vulíe Teatro. Disegno Luci: Alessandro Benedetti. Interpreti: Michele Brasilio, Marina Cioppa
Lo spettacolo attraversa la vita di coppia e i litigi soliti che la caratterizzano, ma non è tutto qui. Ugo e Claudia sono una coppia, convivono e hanno organizzato la loro prima cena a casa con amici. Ugo è preciso, metodico, ma poco attento probabilmente alle esigenze di Claudia. Claudia è uterina, perspicace ed il suo carattere forte spesso cozza con quello del compagno, in realtà lamenta la mancanza di iniziativa di Ugo e vorrebbe che egli avesse maggior polso duro. Chi la spunterà è tutto da vedere, la coppia resterà insieme nonostante le divergenze oppure si sfascerà? Come reagiranno Ugo e Claudia?

TeatroDanza a cura di Annamaria Di Maio

23 novembre, ore 20,30; 24 novembre, ore 18,30, L. Problems, della Compagnia “Uscite di Emergenza Dance Company” di Roma. Regia e coreografie di Davide Romeo, con Marco Cappa Spina e Michael Pisano.
Produzione: Compagnia “Atacama”
“L. Problems ” è un quadro interiore proiettato in uno spazio senza tempo, nel quale due danzatori si contendono la supremazia, in una dimensione che lascia intendere un’unica via di risoluzione. In tale contesto, la danza diventa azione efficace attraverso i due corpi che si studiano, si attaccano, si osservano in silenzio, i corpi finiscono per fondersi in un unico sistema, il tema del conflitto lascia il posto ad una moltitudine di accezioni e significati. La caratterizzazione dei due danzatori, apparentemente uguali, diventa il punto di partenza per un viaggio di scoperta di due universi complementari che hanno bisogno l’uno dell’altro….
18 gennaio, ore 20,30; 19 gennaio, ore 19,30, 1799 La Rivoluzione napoletana
Produzione: Frentania Teatri. Coreografia: Gisela Fantacuzzi, Ideazione E Regia:  Giandomenico Sale
Lightning Director, Elaborazione Sonora, Voci Off, Oggetti Di Scena E Costumi: Giandomenico Sale
Interpreti: Gisela Fantacuzzi, Giandomenico Sale
Testi: Giuseppe Castari, Vincenzo Cuoco, Emanuele De Deo, Giuseppe Logoteta, Mario Pagano, Atto Vannucci
Il teatro, la danza, strumenti di integrazione in sintonia con il pensiero giacobino per il quale si sono sacrificati tanti intellettuali meridionali. 1799 vede in scena, insieme alla coreografa e danzatrice Gisela Fantacuzzi, due giovani performer africani, Daouda Diallo e Keita Mamadou, ospiti di un centro d’accoglienza per migranti. Due ragazzi neri che diventano giacobini, sanfedisti, boia, vittime. Un colore della pelle non “italiano” che rappresenta a pieno gli italiani del Regno di Napoli: meridionali contro meridionali nel nome di un re spagnolo o di un generale francese. Il meridione del 1799 e gli stati africani di oggi, similitudini dimenticate dal mondo contemporaneo che vanno riportate alla memoria collettiva.
21 marzo, ore 20,30; 22 marzo, ore 18,30, Sweet Swan Sway!
Produzione: Arb Dance Company. Coreografia: Nyko Piscopo. Assistente: Nicolas Grimaldi Capitello
Collaborazione Artistica: Francesco Russo. Danzatori: Sibilla Celesia, Monica Cristiano, Leopoldo Guadagno, Elisabetta Violante, Roberta Zavino
Luci: Luigi Della Monica. Costumi: Pina Raiano. Alessandra Zevola Handmade Design, Sò Dancewear
Consulenza Coreografica: Enzo Padulano. Consulenza Musicale: Mario Autore. Drammaturgia Musicale: Sika
Scene: Leopoldo Guadagno. Video: Ivan L’astorina, Matteo Cinque. Musica: Pyotr Ilyich Tchaikowsky
Foto: Federica Capo
Mutevole, unica, incostante, remissiva o emancipata? L’universo interiore di una donna viene costantemente alterato da particolari eventi che lo stravolgono e che ne condizionano le sembianze. Irrimediabilmente ogni cosa muta e tutto diventa uno stadio esistenziale transitorio nel quale si può restare per sempre intrappolati, a meno che non si scelga di attraversarlo semplicemente come fase metamorfica per approdare ad un nuovo sé. Il cambiamento è inevitabile, la crescita personale è una scelta difficile che può però inaspettatamente trasformare nella migliore versione di sé stessi.
23 maggio, ore 20,30; 24 maggio, ore 18,30, What the Healt!
Produzione: Kollettivo Kairos. Coreografia E Costumi: Kollettivo Kairos. Ideazione E Regia: Giandomenico Sale
Soundscape: Luca Della Corte ( A.A.V.V. ). Video: Bledar Hasko
Interpreti: Marcello Francolini, Vittoria Guarracino, Silvia Autorino, Mariangela Milano
Testi: Regimen Sanitatis, Scuola Medica Salernitana
Che rapporto esiste oggi con il cibo quotidiano? Quanto conosciamo oggi la provenienza di ciò che mangiamo. Cosa è giusto o salutare tra le carni e le verdure? Da questa confusione di fondo nasce l’esigenza del Kollettivo Kairos (1,7) di proporre una riflessione sull’alimentazione e di porre il cibo come protagonista di un’estenuante dubbio su cosa è salutare e cosa non lo è! Cosa è infondo più necessario, una buona alimentazione o un’alimentazione ben pubblicizzata? Il linguaggio dello spettacolo è condensato attraverso la danza e il mimo che fanno del corpo lo strumento di una nuova “virtualità concreta”.
Proprio al fine di aggiornare l’occhio scenico dello spettatore alle nuove realtà sinestetiche, aumentate, virtuali, le sequenze dello spettacolo si muovono su più livelli spaziali e temporali: bidimensionalità, rallenty, rewind, forward ecc… .

Eventi speciali

8 dicembre, ore 20,30, Alma Tadema
Produzione: Pindoc, Mibac, Regione Siciliana, Regione Lazio. Coreografia E Regia: Ricky Bonavita
Interpreti: I Danzatori Della Compagnia Excursus,
Ricerca Musicale, Musice Originali, Editing Sonoro: Francesco Ziello. Disegno Luci: Danila Blasi. Costumi: Daniele Amenta, Yari Molinari
Assistente Coreografia: Valerio De Vita. Organizzazione E Coordinamento: Letizia Coppotelli
Fonte d’ispirazione di questo lavoro è lo sguardo ottocentesco sull'antichità classica del pittore Lourens Alma Tadema, di origine olandese e di adozione inglese. Nella sua vasta opera ricorrono visioni della vita pompeiana colta nella sua dimensione intima e domestica, mentre in altri cicli ritrae con altrettanta cura del dettaglio la vita pubblica e politica della Roma antica. Il corpo umano che si relaziona ad altri corpi, in maniera dinamica, intima o gerarchica che sia, è posto come protagonista, iscritto in ambienti architettonici complessi, ma mai senza riferimenti alla natura come contenitore e paesaggio più ampio. Il lavoro coreografico e drammaturgico inizia quindi da quest’interrelazione, che suggerisce la creazione di spazi dinamici e mutevoli per una narrazione astratta, episodica all’interno del contesto uomo/cultura/ambiente, che a più di cento anni dalla rappresentazione idealistica di Alma Tadema è diventato uno dei nodi cruciali della società globalizzata. Su quest’orizzonte la danza, arte che lega il corpo allo spazio e al presente, dà luogo ad una ricerca che richiede agli interpreti di prendere posizione, di relazionarsi e di muoversi con una consapevolezza che diventa la chiave per affrontare il presente.
9 febbraio, ore 20,30, "OperAperta" - "Silence"
produzione “AKERUSIA DANZA” in collaborazione con GDS Balletto di Genova presenta OperAperta, ideazione e regia Elena D’Aguanno
coreografi e interpreti: Sabrina D’Aguanno, Sonia Di Gennaro, Ciro Venosa
Ad incrociarsi in questa occasione i coreografi Sabrina D’Aguanno, Sonia Di Gennaro e Ciro Venosa, per esprimere e raccontare sensazioni e paradossi della mente umana attraverso movimenti, gesti, parole sensate e non, voci urlate o sussurrate.
Interazione di suoni, parole e voci come compagni di viaggio alla ricerca di leggerezza, libertà, assenza di costrizioni.
Il lavoro presentato si ispira e coglie spunti creativi da “Quasi cielo” di Raffaele De Martino e “Efil” di Ciro Venosa
Produzione “Art Garage” di Napoli presenta "SILENCE - Music of life"
Coreografia di Emma CIANCHI. Interpreti Maria ANZIVINO - Ginevra CECERE - Marcella MARTUSCIELLO
E' una performance di danza contemporanea e musica elettronica che prova a ridare dignita' al rumore di fondo con il movimento nel "momento". Un lavoro di ricerca ispirato dalla famosa composizione di John Cage del 1952 intitolata 4':33''. La registrazione musicale è un suono cha è stato modificato mediante elaborazione numerica del segnale con un sistema dinamico e interattivo corpo e movimento. I performer e il suono diventano quindi parte di un unico processo creativo in bilico tra live - performer e installazione.
A conclusione della rappresentazione ci sarà l’opportunità, per gli spettatori che lo vorranno, di intrattenersi con gli artisti della Compagnia per un confronto e un dibattito relativi all’evento in programma e per una più vasta ricognizione/riflessione sullo stato dell’arte del teatro e della cultura in generale.

laboratori

L'Altra Taranta - Sulle molteplici Forme del tarantismo, 18 - 19 Aprile
- SABATO 18 APRILE 2020 (10.00 - 20.00)
- DOMENICA 19 APRILE 2020 (10.00 - 20.00)
"L'ALTRA TARANTA - STAGE DI RICERCA TEATRALE / SULLE MOLTEPLICI FORME DEL TARANTISMO"
Fino alla seconda guerra mondiale, le scienze sociali sviluppano degli studi sul fenomeno «tarantella» attribuito alla musica che spesso accompagnava la danza, connotazione del mondo "rurale". Si tratta di un mito antico che trova le sue radici nel passato archetipico, orizzonte di simboli e idee della tradizione popolare. Le persone morse dalla tarantola erano principalmente donne e uomini che vivevano in una condizione sociale marginale, difficile.
La danza e il movimento ritmico del corpo per secoli sono stati utilizzati per gridare la propria presenza in un mondo che preferiva ignorare le vite delle persone che vivevano nei piccoli villaggi
del sud Italia. Il lavoro prende ispirazione dalla ricerca e la documentazione di alcuni antropologi che hanno osservato e studiato il fenomeno in Puglia, Campania, Sardegna, Calabria e Sicilia.
SVOLGIMENTO DEL LABORATORIO
Il workshop si basa principalmente sul metodo dell’antropologia teatrale.
I partecipanti eseguono un training costruito sull’ascolto e la consapevolezza della propria struttura corporea oltre che la ricerca di un movimento personale, unico, per contattare la propria "taranta" che per ciascuno, in base al proprio vissuto personale e alle potenzialità e caratteristiche del proprio corpo, si manifesterà in modo diverso sia a livello del movimento che della presenza.
LA MATTINA (dalle 10:00 alle 13:00)
Lavoro corporeo e di teatro-danza con Mattia Doto
Preparazione del corpo: postura, respirazione, stretching, osservazione del corpo. Esercizi di danza: danza al suolo, danza nello spazio, danza in solo e danza collettiva, la produzione
del tempo e lo spazio, la presenza scenica e il lavoro sul ritmo. L’utilizzo della voce come espressione del movimento nella prospettiva di un «corpo totale».
Creazione coreografica: composizione di sequenze di movimenti secondo la tecnica e lo stile della danza espressionista tedesca, del Butoh giapponese e del teatro-danza italiano.
IL POMERIGGIO (dalle 14:00 alle 18:00)
Lavoro sulla dramatturgia ed il testo con Tullia Conte.
Esercizi teatrali: tecniche di recitazione, il rapporto tra attore e pubblico, la dinamica di gruppo, il monologo e il rapporto con lo spazio scenico.
Drammaturgia: il testo, la storia, la voce, lo sguardo, il racconto della taranta.
LA SERA (dalle 18:00 alle 20:00)
Lavoro sulla costruzione di scena con Mattia Doto e Tullia Conte. Costruzione di due scene tratte dall’ultimo lavoro della compagnia «L’ultima Taranta».
CONSEGNE PER I PARTECIPANTI
• Per il traning corporeo : abiti comodi che permettono il movimento, possibilmente a tinta unica (ad esempio nero, blu o grigio)
• Tappetino da yoga e una coperta
• Un abito elegante (compreso di scarpe), che si utilizerebbe per una cerimonia (ad esempio
un matrimonio). Scegliere un abito che permetta un movimento ampio del corpo.
• Un immagine (spampa o quadro) di un personaggio pubblico importante (una celebrità) che sia già deceduto.
Un testo sarà fornito ai partecipanti 10 giorni prima l’inizio del laboratorio
BIOGRAFIE INSEGNANTI
TULLIA CONTE
Racconta con la sua danza i codici antichi trasformati, trasfigurati dal presente. Nata in Cilento ma trasferitasi in tenera età a Napoli, e legata alla sua terra; internazionale perché vive a Parigi, passionale e “scientifica” in nome dei suoi studi antropologici, si occupa di tarantelle tradizionali ma con un sguardo teso al presente, al contemporaneo. Attrice e performer, è impegnata da anni nello studio delle danze popolari secondo una prospettiva di antropologia teatrale. Tra le esperienze lavorative il ripristino e la direzione di un teatro comunale nella provincia di Salerno. Durante la permanenza nel Cilento scrive con il musicista Tommaso Sollazzo la “Tarantella Cruda”, una performance in cui i piedi della danzatrice sono coinvolti nel suono; mette in scena “Storia di Maria, tarantata”; “Antidotum”. Attualmente vive a Parigi, dove nel 2012 ha fondato l’Associazione suDanzare, di cui cura la Direzione Artistica. L’associazione si occupa in particolare di stage di danza, produzione e promozione di spettacoli in Francia e nel territorio europeo. Tullia Conte dirige altresi’ la Compagnia omonima di Teatro e Danze Rituali, la prima compagnia in Francia a proporre spettacoli nati dalla fusione tra teatro e danze tradizionali italiane. Nel 2014 lo spettacolo sanTarantella vince le selezioni del concorso drammaturgico nazionale “Stazioni d’emergenza” presso il Teatro Stabile d’Innovazione Galleria Toledo di Napoli, proponendo una prospettiva drammaturgica nuova nel legame tra il teatro e la danza popolare italiana. Nel 2015 Lo spettacolo SUDD, interpretato dai danzatori della compagnia viene rappresentato presso lo stesso teatro. Attualmente lavora ad un nuovo progetto teatrale in Francia e in Italia, "La dernière Tarentule" (L'ultima Taranta) ispirato alle richerche della studiosa ed antropologa Annabella Rossi la quale con il suo lavoro ha testimoniato quanto la pratica del Tarantismo fosse diffusa anche al di fuori di quella che è sempre stata considerata la sua terra d'elezione : il Salento. A novembre 2019 Tullia Conte pubblica il suo primo libro sull’argomento "L' Altra Taranta - Annabella Rossi e il tarantismo del Cilento.
MATTIA DOTO
Danzatore – performer – coreografo, laureato in D.A.M.S. (Discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo) presso l'Università di Bologna con una tesi sperimentale in Storia della danza. Approfondisce il suo lavoro sul corpo attraverso l’incontro con diversi maestri di teatro, danza Butoh e danza contemporanea: Masaki Iwana, Yoko Muronoi, Akira Kasai, Hisako Horikawa, Silvia Rampelli, Virgilio Sieni, Ambra Senatore, Juha Marsalo, Anna Dego, Raul Laiza, Anna Redi, Mario Barzaghi ed altri. Porta avanti dal 2006 un progetto di danza che realizza l’incontro e la contaminazione tra il Butoh (la danza contemporanea giapponese) e il Tarantismo, rituale danzato, un tempo in uso tra le popolazioni contadine del sud Italia. A questo progetto è seguita la pubblicazione di un saggio, presentato in conferenza presso l’Università di Bologna, dal titolo: “Contaminazione e incontro tra due culture del corpo: Butoh e Tarantismo, a cura di Eugenia Casini Ropa e una serie di assoli di danza presentati in varie rassegne e festival di danza in Italia e all’Estero. Parallelamente sviluppa un altro percorso di ricerca che ha come oggetto di studio e di
sperimentazione il ruolo, le caratteristiche e la funzione della danza nei riti sciamanici. Su questa linea di ricerca crea una serie di assoli di danza sotto il nome: “Human bird ritual”, che presenta in svariati festival e rassegne di danza in Italia e all’Estero. Si diploma presso la Scuola di Shiatsu del Centro di Medicina Tradizionale di Napoli ed affianca alla sua professione di danzatore-performer e insegnante, quella di terapeuta. Al momento il suo percorso sia in ambito terapeutico che nell’approccio alla danza si nutre e risente particolarmente di questa ricerca condivisa con la terapeuta Nathalie Siviglia, sull’Asse verticale Acqua-Terra-Fuoco. Cofondatore dell’Associazione e della compagnia di danza EAU TERRE FEU con sede in Svizzera ma attiva anche in Francia e Italia, conduce laboratori di ricerca sul corpo, il movimento e la danza, per un approccio più equilibrato al lavoro corporeo. Attualmente vive e lavora a Parigi come danzatore e performer insegnando danza contemporanea, teatro-danza e danze tradizionali in diverse strutture: scuole, conservatori, accademie, fondazioni e cliniche psichiatriche. E’ responsabile pedagogico dell’associazione e scuola di danza SUDANZARE di Parigi.

www.faziopentheater.it
Contatti – info: Direzione artistica (Antonio Iavazzo): 3389924524 – info@antonioiavazzo.it

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