Teatro Comunale Parravano: Stagione 2019/20
Caserta – dal 4 Ottobre 2019
Comunicato stampa
Orari: feriali ore 20.45, domenica ore 18.00,
info 0823444051
Dal 4 al 6 Ottobre, "Felicita' Tour
Special Edition" di Alessandro Siani, con Alessandro Siani. regia Alessandro
Siani
È un gran ritorno ai monologhi dal vivo , dopo la parentesi dello
spettacolo corale "Il principe abusivo a teatro" con Christian De Sica. La
scelta di ritornare sulle tavole del palcoscenico è stata spinta soprattutto
dalla voglia di potermi confrontare con il pubblico, perché lo spettatore è
l?unico vero metronomo della vita di un'artista sentire un applauso, una pausa,
guardarsi negli occhi resta ancora l'unico deterrente contro l'incomunicabilità
,oggi più che mai accentuata dalle realtà virtuale. In questo viaggio artistico
non sarò da solo ,ma ad accompagnarmi ci sarà il maestro e compositore Umberto
Scipione che dal vivo suonerà e segnerà le tappe cinematografiche della mia
carriera da Benvenuti al Sud passando per il Principe Abusivo e si Accettano
Miracoli per concludersi con Mister Felicità. i monologhi saranno l'occasione
per poter raccontare non solo il dietro le quinte di queste pellicole ma anche
l'opportunità per poter parlare delle differenze tra nord e sud, tra ricchi e
poveri e di sviscerare quelle che si propongono come le nuove tendenze religiose
, ma soprattutto evidenziare i tic e le manie di una società divisa tra
ottimisti e pessimisti, tra disperati di professione e sognatori disoccupati.
Tutto questo per un unico obiettivo, divertirsi insieme. Anche perché come dico
nel film "Mister Felicità'"quando si è da soli la felicità dura poco, ma se
condivisa dura nu' poco e' cchiu'
Da venerdì 1 a domenica 3 novembre,
Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro presenta Lello Arena in "Miseria e nobiltà" di
Eduardo Scarpetta
adattamento a cura di Lello Arena e Luciano Melchionna
con Maria Bolignano, Giorgia Trasselli, Raffaele Ausiello, Veronica D’Elia,
Marika De Chiara, Andrea de Goyzueta, Alfonso Dolgetta, Sara Esposito, Carla
Ferraro, Luciano Giugliano, Irene Grasso, Fabio Rossi
ideazione scenica
Luciano Melchionna
scene Roberto Crea, costumi Milla
musiche Stag
assistente alla regia Ciro Pauciullo
regia Luciano Melchionna
Sabato 2 novembre alle ore 18.30, sempre al Teatro Comunale di Caserta,
Lello Arena e la compagnia saranno ospiti del ciclo di incontri “Salotto a
Teatro”, condotti dalla giornalista Maria Beatrice Crisci.
Miseria e nobiltà.
Miseria o nobiltà?
Una cosa è certa, l’una non esisterebbe senza l’altra,
così come il palazzo signorile, affrescato e assolato, non starebbe in piedi
senza le sue fondamenta buie, umide e scrostate. Un perfetto ecosistema: senza
un solo elemento, crolla l’intera ‘architettura’.
In uno
scantinato/discarica, mai finito e mai decorato, dove si nascondono istinti e
rifiuti, tra le ceneri della miseria proliferano e lottano per la sopravvivenza
‘ratti’ che presto, travestiti da ‘cani o gatti’, sgomiteranno per salire alla
luce del sole.
Sono personaggi che trascinano i propri corpi come fantasmi
affamati di cibo e di vita. ‘Ombre si dice siano, queste maschere, ombre
potenti’ in bilico tra la miseria del presente e la nobiltà della tradizione,
intesa come monito di qualità e giusto equilibrio.
In un pianeta dove i
ricchi sono sempre più ricchi, grazie ai poveri che sono sempre più poveri, non
ci resta che...ridere.
E qui Lello Arena giunge perfetto erede di quella
maschera tra le maschere che appartenne a Eduardo e ai suoi epigoni. Ancora
oggi, tra commedia dell’arte e tragicomica attualità, i personaggi di Scarpetta,
privi di approfondimento psicologico, vivono e scatenano il buonumore e le mille
possibili riflessioni che l’affresco satirico di un’intera umanità può
suggerire.
Un’opera comica, dunque, per anime compatibili con la risata, in
attesa del miracolo. ‘E cos’è il teatro se non il luogo dove il miracolo può
manifestarsi?'
Tutto vive di nuovo e chissà che il sogno presto diventi
realtà. Intanto, signore e signori, godiamoci le gesta goffe ed esilaranti di
chi inciampa tra ‘miseria e...miseria’.
Da venerdì 22 a
domenica 24 novembre, Gli Ipocriti Melina Balsamo e Teatro Stabile di
Verona in collaborazione con Teatro Ambra Jovinelli presentano "Le regole per
vivere" di Sam Holcroft, traduzione di Fausto Paravidino
con Lisa
Galantini, Alessia Giuliani, Alberto Giusta, Davide Lorino, Orietta Notari, Aldo
Ottobrino e Iulia Bonagura
scene Luigi Ferrigno, costumi Alessandro Lai, luci
Michele Vittoriano, video Lorenzo Letizia
il brano Credevo è scritto e
interpretato dai Bettedavis
regia Antonio Zavatteri
Le Regole per vivere è
una divertente commedia che prende spunto da una riflessione di tipo
psicoanalitico, anzi da un esperimento che vuole rispondere ad una domanda: cosa
succederebbe se i principi della teoria cognitivo-comportamentale fossero
applicati ad un pranzo di Natale di una famiglia-tipo?
Questi principi altro
non sono che...Le Regole per Vivere! Quelle regole che noi tutti utilizziamo, in
maniera inconsapevole, per sopravvivere in determinate circostanze come durante
un Natale in famiglia.
Nella pièce, solo al pubblico vengono mostrate le
“regole” che definiscono i rapporti tra i personaggi che, inconsapevoli di
applicarle, ignorano i rischi che potrebbero correre qualora saltasse una
regola.
Il palcoscenico diventa, così, un campo minato e, al contempo, un
campo di gioco. Per il pubblico, spettatore onnisciente capace di anticipare i
risvolti esilaranti del gioco il divertimento è garantito.
Le Regole per
vivere mette in scena un pranzo di Natale di una famiglia particolarmente
logorata: genitori anziani ormai incrostati di manie e di abitudini, figli non
più giovanissimi gonfi di rancore nei confronti di papà e mamma, incastrati in
relazioni di coppia a dir poco complicate e frustrati da vite professionali che
non hanno avuto il fulgore previsto in gioventù.
Tutti quanti fortemente
caratterizzati da modalità di comportamento che fanno di loro delle ‘maschere’
profondamente umane e in cui è molto facile riconoscersi.
L’autrice/scienziata Sam Holcroft riesce a costruire un’impressionante e
originale macchina teatrale: mette noi spettatori in una condizione di gioco
attivo comunicandoci, con scritte e cartelli, determinate caratteristiche dei
personaggi legate a tic e nevrosi che li determinano.
Una sorta di
dissezione dei comportamenti e delle relazioni, che produce un’architettura
comica di incredibile efficacia. Una festa consueta che pian piano diventa una
disastrosa giornata particolare.
Antonio Zavatteri
Sabato 23 novembre,
ore 18,30, “Il Salotto a Teatro”: gli attori dello spettacolo "Le regole per
vivere"
dal 6 all'8 Dicembre, "I
soliti ignoti" di Mario Monicelli, Cecchi D'Amico, Age&Scarpelli
con Vinicio
Marchioni, Giuseppe Zeno
regia Vinicio Marchioni
La commedia è la prima
versione teatrale del mitico film di Monicelli, uscito nel 1958 e diventato col
tempo un classico imperdibile della cinematografia italiana e non solo. Le gesta
maldestre ed esilaranti di un gruppo di ladri improvvisati sbarca sulle scene
rituffandoci nell' Italia povera ma vitale del secondo dopoguerra. L'adattamento
è fedele alla meravigliosa sceneggiatura di Age e Scarpelli senza rinunciare a
trovate di scrittura e di regia per rendere moderna quell'epoca lontana. Il cast
si avvarrà di attori di primo piano cresciuti alla lezione di quei mostri sacri
della recitazione che sono stati Gassman, Mastroianni, Totò e gli altri attori
del film. Uno spettacolo divertentissimo ed emozionante, assolutamente da non
perdere.
Sabato 7 dicembre, ore 18, ciclo “Il Salotto a
Teatro”, incontri tra i protagonisti della scena e il pubblico.
Ospiti de
“Il Salotto a Teatro”, curato dalla giornalista Maria Beatrice Crisci, saranno
Vinicio Marchioni e Giuseppe Zeno,
Dal 13 al 15 Dicembre, "Don Chisciotte" di
Francesco Niccolini
con Alessio Boni, Serra Yilmaz
regia Alessio Boni,
Roberto Aldorasi, Marcello Prayer
Chi è pazzo? Chi è normale? Forse chi vive
nella sua lucida follia riesce ancora a compiere atti eroici. Di più: forse
civuole una qualche forma di follia, ancor più che il coraggio, per compiere
atti eroici. La lucida follia è quella che ti permette di sospendere, per un
eterno istante, il senso del limite: quel so che dobbiamo morire che spoglia di
senso il quotidianoumano, ma che solo ci rende umani. L'animale non sa che dovrà
morire: in ogni istante è o vita o morte. L'uomo lo sa ed è, in ogni istante,
vita e morte insieme. Emblematico in questo è Amleto, coevo di Don Chisciotte,
che si chiede: chi vorrebbe faticare, soffrire, lavorare indegnamente, assistere
all'insolenza dei potenti, alle premiazioni degli indegni sui meritevoli, se
tanto la fine è morire. Don Chisciotte va oltre: trascende questa consapevolezza
e combatte per un ideale etico, eroico. Un ideale che arricchisce di valore ogni
gesto quotidiano. E che, involontariamente, l'ha reso immortale. È forse folle
tutto ciò. È meglio vivere a testa bassa, inseriti in un contesto che ci precede
e ci forma, in una rete di regole pre-determinate che, a loro volta, ci
determinano. Gli uomini che, nel corso dei secoli, hanno osato svincolarsi da
questa rete - avvalendosi del sogno, della fantasia, dell'immaginazione - sono
stati spesso considerati pazzi. Salvo poi venir riabilitati dalla Storia stessa.
Dopotutto, sono proprio coloro che sono folli abbastanza da credere nella loro
visione del mondo, da andare controcorrente, da ribaltare il tavolo, che
meritano di essere ricordati in eterno: tra gli altri, Galileo, Leonardo,
Mozart, Che Guevara, Mandela, Madre Teresa, Steve Jobs e, perché no, Don
Chisciotte.
Sabato 14 dicembre alle ore 18.30, sempre al
Teatro Comunale di Caserta, Alessio Boni, Serra Yilmaz e la compagnia saranno
ospiti del ciclo di incontri “Salotto a Teatro”, condotti dalla giornalista
Maria Beatrice Crisci.
(evento speciale) 2 e 3 Gennaio, Peppe Barra in
"La cantata dei pastori" di Peppe Barra, regia di Peppe Barra
(annullato)
Dal 17 al 19 Gennaio, "Mine Vaganti" di Ferzan
Ozpetek
con Arturo Muselli, Francesco Pannofino, Paola Minaccioni, Giorgio
Marchesi, regia Ferzan Ozpetek
Il giovane Tommaso torna nella grande casa di
famiglia a Lecce con l'intenzione di comunicare al variegato clan dei parenti
chi veramente è; un omosessuale con ambizioni letterarie e non un bravo studente
di economia fuori sede come tutti credono. Ma la sua rivelazione viene bruciata
sul tempo da una rivelazione ancora più inattesa e scioccante del fratello
Antonio. Tommaso è costretto a fermarsi a Lecce, rivedere i suoi piani e lottare
per la verità, contro un mondo famigliare pieno di contraddizioni e segreti.
Sabato 18 gennaio alle ore 18.30, sempre al Teatro Comunale di
Caserta, Francesco Pannofino, Paola Minaccioni, Arturo Muselli, Giorgio Marchesi
e Caterina Vertova saranno ospiti del ciclo di incontri “Salotto a Teatro”,
condotti dalla giornalista Maria Beatrice Crisci.
Dal 7 al 9 Febbraio, "Si nota all'imbrunire" di Lucia Calamaro
con Silvio Orlando, regia Lucia Calamaro
Sabato 8
febbraio alle ore 19.00, sempre al Teatro Comunale di Caserta, Silvio
Orlando sarà ospiti del ciclo di incontri “Salotto a Teatro”, condotti dalla
giornalista Maria Beatrice Crisci.
I figli Alice, Riccardo e Maria sono
arrivati la sera prima. Il fratello maggiore Roberto anche. Un fine settimana
nella casa di campagna di Silvio ,all’inizio del villaggio spopolato dove vive
da solo da tre anni.
Silvio ha acquisito, nella solitudine, un buon numero di
manie, la più grave di tutte: non vuole più camminare. Non si vuole alzare.
Vuole stare e vivere seduto il più possibile. E da solo.
Si tratta, per i
figli che finora non se ne erano preoccupati troppo, di decidere che fare, come
occuparsene, come smuoverlo da questa posizione che è una metafora del suo stato
mentale: che è quella di un uomo che vive accanto all’esistenza e non più dentro
la realtà. Emergono qua e là empatie, distanze e rese dei conti.
I familiari
di Silvio sono venuti a trovarlo per la messa dei dieci anni dalla morte della
moglie. C’è da commemorare, da dire, da concertare discorsi. Certo è che, preda
del suo isolamento, nella testa di Silvio si installa una certa confusione tra
desideri e realtà, senza nessuno che lo smentisca nel quotidiano, la vita può
essere esattamente come uno decide che sia. Fino a un certo punto.
Da venerdì 24 a domenica
26 gennaio, Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro presenta Carlo Buccirosso
in "La rottamazione di un italiano perbene" tratto da Il miracolo di Don
Ciccillo, scritto e diretto da Carlo Buccirosso
con (in o.di a.): Donatella
De Felice, Elvira Zingone, Giordano Bassetti, Fiorella Zullo, Gennaro Silvestro,
Peppe Miale, Matteo Tugnoli, Davide Marotta, Tilde De Spirito
scene Gilda
Cerullo e Renato Lori, costumi Zaira de Vincentiis, musiche di Paolo Petrella,
disegno luci Francesco Adinolfi
Alberto Pisapìa, ristoratore di professione,
gestisce un ristorante di periferia ormai sull’orlo del fallimento! Sposato con
Valeria Vitiello, donna sanguigna dal carattere combattivo, è padre di due figli
Viola e Matteo, la prima anarchica e irascibile, l’altro riflessivo e pacato.
Alberto vive ormai, da quasi quattro anni, una situazione di grande disagio
psichico che negli ultimi tempi ha assunto la conformazione di un vero e proprio
esaurimento nervoso! Difatti, un pò a causa della crisi economica del paese e
della propria attività di ristorazione di riflesso, e anche a seguito di una
serie di investimenti avventati consigliati dal fratello Ernesto, suo avvocato e
socio in affari, Alberto si è ritrovato a dover combattere una personale
disperata battaglia contro gli attacchi spietati dell’Equitalia che, con
inesorabile precisione lo colpisce quasi quotidianamente nella quiete della
propria abitazione, ormai ipotecata da tempo, con cartelle esattoriali di tutti
i tipi, di tutti generi, di svariate forme e consistenza!...
E ben poco
sembra poter fare l’amore quotidiano di sua moglie Valeria e dei suoi due figli,
tesi a recuperare la lucidità di Alberto attraverso l’illusoria rappresentazione
di una realtà ben diversa da quella che logora ormai da tempo la serenità
dell’intera famiglia Pisapia!... Ed un altro grosso problema contribuirà a
peggiorare ancor di più la malattia di Alberto, un cancro indistruttibile che
neppure la medicina più all’avanguardia sarebbe stata in grado di debellare: la
malvagità di sua suocera Clementina, spietato ed integerrimo funzionario della
agenzia delle Entrate! Soltanto un miracolo avrebbe potuto salvare l’anima di
Alberto, posseduto irrimediabilmente da orribili pensieri di morte... farla
finita con la propria vita, o con quella di sua suocera?!?
Un incubo dal
quale potersi liberare solo grazie all’amore della famiglia, che si prodigherà
per salvare la vita di un onesto contribuente di questa Iniquitalia!
dal 14 al 16 Febbraio,
"Ditegli sempre di si" di Eduardo De Filippo
con Gianfelice Imparato,
Carolina Rosi, Nicola Di Pinto, Massimo De Matteo
regia Roberto Andò
Ditegli sempre di sì è uno dei primi testi scritti da Eduardo, un'opera vivace,
colorata il cui protagonista è un pazzo metodico con la mania della perfezione;
una commedia molto divertente che, pur conservando le sue note farsesche,
suggerisce serie riflessioni sul labile confine tra salute e malattia mentale.
In Ditegli sempre di sì la pazzia di Michele Murri è vera, infatti è stato per
un anno in manicomio e solo la fiducia di uno psichiatra ottimista gli ha
permesso di ritornare alla vita normale. Michele è un pazzo tranquillo,
socievole, cortese, all'apparenza l'uomo più normale del mondo, ma in verità la
sua follia è più sottile perché consiste essenzialmente nel confondere i suoi
desideri con la realtà che lo circonda; eccede in ragionevolezza, prende tutto
alla lettera, ignora l'uso della metafora, puntualizza e spinge ogni cosa
all'estremo. Tornato a casa dalla sorella Teresa si trova a fare i conti con un
mondo assai diverso dagli schemi secondo i quali è stato rieducato in manicomio;
tra equivoci e fraintendimenti alla fine ci si chiede: chi è il vero pazzo? E
qual è la realtà vera?
dal 21 al 23 Febbraio, "Vincent Van
Gogh" di Stefano Massini
con Alessandro Preziosi, regia Alessandro Maggi
Le austere pareti di una stanza del manicomio di Saint Paul. Come può vivere un
grande pittore in un luogo dove non c'è altro colore che il bianco? È il 1889 e
l'unico desiderio di Vincent è uscire da quelle mura, la sua prima speranza è
riposta nell'inaspettata visita del fratello Theo che ha dovuto prendere quattro
treni e persino un carretto per andarlo a trovare. Attraverso l'imprevedibile
metafora del temporaneo isolamento di Vincent Van Gogh in manicomio,
interpretato da Alessandro Preziosi, lo spettacolo di Khora teatro in
coproduzione con il Teatro Stabile d'Abruzzo, che si avvale della messa in scena
di Alessandro Maggi, è una sorta di thriller psicologico attorno al tema della
creatività artistica che lascia lo spettatore con il fiato sospeso dall'inizio
alla fine. Il testo firmato da Stefano Massini, vincitore del Premio Tondelli a
Riccione Teatro 2005 per la scrittura limpida, tesa, di rara immediatezza
drammatica, capace di restituire il tormento dei personaggi con feroce
immediatezza espressiva (dalla motivazione della Giuria n.d.r.), con la sua
drammaturgia asciutta ma ricca di spunti poetici offre considerevoli opportunità
di riflessione sul rapporto tra le arti e sul ruolo dell'artista nella società
contemporanea.
Sabato 22 febbraio, ore 18,30, Il Salotto a
Teatro, curato dalla giornalista Maria Beatrice Crisci, con Alessandro Preziosi.
Dal 6 all'8 Marzo, "Dolore sotto chiave - Sik
Sik l'artefice magico" di Eduardo De Filippo
con Carlo Cecchi, Angelica
Ippolito
regia Carlo Cecchi
DOLORE SOTTO CHIAVE Lucia, sorella di Rocco,
per molti mesi nasconde al fratello nel timore che questi possa compiere un atto
inconsulto - l'avvenuta morte della moglie Elena e finge di occuparsi delle cure
della donna, gravemente malata. Rocco, esasperato dalla interminabile agonia di
lei, in una crisi di rabbia entra a forza nella stanza della malata e la scopre
vuota. Lucia gli rivela l'amara verità: la moglie è morta da tempo, mentre lui
era in viaggio per lavoro. Comincia qui un alternarsi di responsabilità e accuse
fra i due fratelli a tenere la scena non sono le conseguenze della morte di
Elena, ma una vita che non è più vita proprio perché qualcuno ha deciso di
sottrarre quell'evento alle sue leggi naturali. La morte fa il suo corso sembra
dire Eduardo portando con sé un carico di lutti, ma all'uomo non resta che
affrontarla, perché anch'essa fa parte della vita e cercare di negarla, di non
riconoscerla, significa negare la vita stessa. E non c'è mostruosità peggiore,
dice l'autore per bocca del suo personaggio, che bloccare il flusso naturale
dell'esistenza, sostituire la vita vera con una artificiale e falsa, in cui
anche i sentimenti, i dolori, le emozioni risultano paralizzati SIK-SIK
L'artefice Magico Atto unico scritto nel 1929, è uno dei capolavori del
Novecento. Come in un film di Chaplin -dice Carlo Cecchi - è un testo immediato,
comprensibile da chiunque e nello stesso tempo raffinatissimo. L'uso che Eduardo
fa del napoletano e il rapporto tra il napoletano e l'italiano trova qui
l'equilibrio di una forma perfetta, quella, appunto, di un capolavoro. Sik-Sik
(in napoletano, sicco significa secco, magro e, come racconta lo stesso Eduardo,
si riferisce al suo fisico) è un illusionista maldestro e squattrinato che si
esibisce in teatri di infimo ordine insieme con la moglie Giorgetta e Nicola,
che gli fa da spalla. Una sera il compare non si presenta per tempo e Sik-Sik
decide di sostituirlo con Rafele, uno sprovveduto capitato per caso a teatro.
Con il ripresentarsi di Nicola poco prima dello spettacolo e con il litigio
delle due spalle del mago, i numeri di prestigio finiranno in un disastro e
l'esibizione si rivelerà tragica per il finto mago ma di esilarante comicità per
il pubblico.
Danza
15 Novembre, Compagnia di danza Körper
presenta "Vivianesque"
L’universo di Raffaele Viviani reinterpretato
attraverso il linguaggio della danza contemporanea nella visione di Gennaro
Cimmino
Progetto, regia e coreografia di Gennaro Cimmino, con la
partecipazione di Lalla Esposito
danzatori: Chiara Alborino, Chiara Barassi,
Nicolas Grimaldi Capitello, Sibilla Celesia, Valentina D'Apuzzo Schisa, Nello
Giglio, Mariangela Giombini, Sara Lupoli, Marianna Moccia, Antonio Nicastro,
Francesco Russo, Giuseppe Villarosa
danzaerea: Federica Altamura,Valeria
Nappi,Francesca Pascazio,Stefono Pettenella, Viola Russo,Andrea Spadaro Guerra
cantanti: Paolo Romano (Sha One), Massimo Masiello,
Coro Giovanile del San
Carlo diretto dal M° Carlo Morelli
musiche originali Vito Pizzo, costumi
Concetta Iannelli,
elaborazione costumi Rosa Fiorillo installazioni video
Alessandro Papa,
disegno luci Gianni Netti, scene Ciro Rubinacci
disegni
Franco Silvestro, assistente alla regia Roberta de Berardinis,
assistenti
alle coreografie Nicolas Grimaldi Capitello e Marianna Moccia,
fonico Diego
Iacuz, foto Francesco Squeglia
Un affresco del teatro del grande
commediografo, attore e regista napoletano, restituito attraverso i corpi dei
ballerini impegnati in mirabolanti coreografie che ne restituiscono il senso,
gli umori, i colori, alla luce di una Napoli odierna.
Cerchiamo con i corpi
e le voci dei danzatori di rappresentare la realtà contemporanea della nostra
città. Attraverso gli speciali affreschi del popolo di Raffaele Viviani,
indagheremo il significato della Napoletanità oggi, una riflessione profonda e
personale.”
Una serie di quadri che come vasi comunicanti confluiscono l'uno
nell'altro senza soluzione di continuità: il lavoro e i mestieri, la malavita, i
guappi e le prostitute, il teatro nel teatro. La maggior parte delle canzoni
sono cantate dal vivo in scena da una delle più belle voci della scena
contemporanea, Lalla Esposito.
Altri cantanti che hanno partecipato al
progetto sono Paolo Romano (Sha One), Massimo Masiello e il Coro Giovanile del
Teatro di San Carlo diretto dal Maestro Carlo Morelli.
A parte si colloca lo
splendido lavoro del musicista Vito Pizzo che ha composto nuove musiche sui
testi di Viviani presenti nel progetto.
Sul palco il corpo di ballo Körper,
una compagnia nata all’interno del Centro Coreografico fondato nel 2003 da
Gennaro Cimmino, che si è distinta per professionalità e rigore, ricevendo il
riconoscimento Ministeriale nel 2014.
Un Centro Coreografico che rivolge,
fin dalla nascita, la sua attenzione al sostegno dei giovani coreografi del
nostro territorio, con inviti e residenze creative estesi anche a quelli
residenti all'estero.
Vivianesque è uno spettacolo inseguito da anni: “Da
ragazzo studiavo teatro e danza contemporanea e già allora leggendo i testi di
Viviani, mi sorprendeva l'attualità degli argomenti da lui trattati. Ho
interpretato il Don Nicola, Fravecature, o' Malamente, Prezzetella 'a capera e
tanti altri personaggi maschili e femminili estratti dalle sue commedie.
L'interesse per il suo lavoro è aumentato quando ho iniziato a sentire, quasi
come una come necessità, l'esigenza di mettere in scena le sue opere, le poesie,
le canzoni, attraverso uno spettacolo di danza. Cercheremo, attraverso i corpi e
le voci dei danzatori e delle danzatrici di rappresentare la realtà
contemporanea della nostra città.
E' iniziata per me una ricerca sul
significato della Napoletanità, cos'è questo modo di essere che viene spesso
raccontato attraverso le canzoni come una cartolina: gente simpatica, aria
profumata e sole perenne… un popolo che resta in attesa di eventi che producano
il cambiamento, che è ricercato spasmodicamente nelle istituzioni politiche e
sociali che organizzano la nostra vita nella società civile”.
Un popolo con
grande energia positiva ma mancante di senso di appartenenza allo Stato, al bene
comune; un popolo che resta sempre in attesa, senza mai pensare che un possibile
cambiamento inizia individualmente, partendo da noi stessi, per cercare di
abbattere le diseguaglianze sociali e portare sul tavolo della contemporaneità,
nuove istanze sul vivere civile. Gennaro Cimmino
Venerdì 15 novembre, ore 18,30 “Il Salotto a
Teatro”, curato dalla giornalista Maria Beatrice Crisci, ospita il coreografo
Gennaro Cimmino e l’intera compagnia Korper
27 Marzo, "Serata
Stravinskij" di Fredy Franzutti
regia Fredy Franzutti
Teatro Civile
18 Novembre, "Berlino, cronache del muro"
di Ezio Mauro
con Ezio Mauro
regia Ezio Mauro
Il 13 agosto 1961 i
cittadini di Berlino si svegliarono in una città divisa a metà. Al tentativo di
separazione ideale, che perpetrava dal dopoguerra, si sostituiva un lungo muro,
più di 156 chilometri per quasi 4 metri di altezza.
Era un'arma, non soltanto
una barriera, un simbolo dell'assolutismo e non solo una trincea, una prigione
ben più che una separazione. La notte del 9 novembre 1989, dopo 28 anni e a
seguito di un malinteso nella conferenza stampa di Gunter Schabowsky funzionario
del Partito socialista unificato della DDR, la città si raduna ai due lati del
Muro per salutarne il crollo e con esso la fine di un'epoca. Oggi, a distanza di
30 anni da quegli eventi, Ezio Mauro, giornalista, ex direttore de La Stampa e
La Repubblica, scrittore e divulgatore, porta sul palco, in forma di conferenza
teatrale, lo storytelling della caduta del sistema comunista, un momento che ha
segnato una svolta storica per il mondo, fino ad allora diviso tra Est e Ovest.
21 Gennaio, "Malacrescita" di Mimmo Borrelli
con Mimmo
Borrelli, regia Mimmo Borrelli
Mimmo Borrelli racconta con la sua lingua
popolare e letteraria la storia di Maria Sibilla Ascione. Figlia di camorrista e
di camorrista innamorata, è una Medea contemporanea. Intossicata dalle
esalazioni della terra dei fuochi, cerca vendetta contro un Giasone che risponde
al nome di Francesco Schiavone Santokanne. Narratori delle folli trame
insanguinate della tragedia sono proprio i figli, nati da parto gemellare, che
la madre non uccide ma rende scemi, avvinazzandoli invece di allattarli, che
lascia vivere ma abbandona come rifiuti, come le discariche innaffiate dal
percolato. I due gemelli, come cani abbandonati alla catena dei ricordi,
rivivono i fatti tra versi, rantolii, filastrocche, rievocando gli umori, le
urla, i mormorii della loro aguzzina, in un ossessivo teatrino quotidiano. Nel
testo originale è la madre sopravvissuta a raccontare. Qui, invece, capovolgiamo
il punto di vista e dunque la drammaturgia della scena, immaginando che tutti i
protagonisti di questa storia siano ormai defunti e gli unici sopravvissuti,
agonisti giullari, diseredati, miserabili, siano proprio i due figli, i due
scemi che dementi rivivono i fatti, rinchiusi tra le pareti di un utero irrorato
di solitudine. L'unico gioco rimane e consiste nel rimbalzarsi, tra gli spasmi
della loro degenerata fantasia, sul precipizio di un improvvisato altare tombale
di bottiglie di pomodori e vino eretto in nome della loro mamma: u cunto stesso,
la placenta, l?origine della loro malacrescita. Mimmo Borrelli
11
Febbraio, "Le braci" di Sandor Marai
con Renato Carpentieri, Stefano
Jotti
regia Laura Angiulli
Le braci dall'opera di Sandor Marai e
l'adattamento di Fulvio Calise, per la regia di Laura Angiulli, presentato da
Teatro Coop. Produzioni/Galleria Toledo dell'opera di Sandor Marai Il passaggio
d'epoca segnato dalla Prima Guerra Mondiale è il luogo temporale in cui l'autore
colloca il nucleo retrospettivo del romanzo, un testo legato con filo rosso alla
grande tradizione romanzesca, che assieme guarda alla crisi dei grandi miti
della società occidentale ed al transito in un nuovo mondo.
Martedì
11 febbraio, ore 18,30, “Il Salotto a Teatro”, incontri tra i
protagonisti della scena e il pubblico.
Ospiti de “Il Salotto a Teatro”,
curato dalla giornalista Maria Beatrice Crisci, saranno Renato Carpentieri e
Stefano Jotti.