Biagio Izzo

Gianni Ferreri, Antonella Elia

 

Gianfranco e Massimiliano Gallo

Maurizio Casagrande

Geppy Gleijeses

Carlo Buccirosso

Francesca Marini e Massimo Masiello

  

Teatro Auditorium Tommasiello: Stagione 2018/19

Teano (CE) – dall'11 Novembre 2018 al 17 Marzo 2019

Comunicato stampa

11 Novembre 2018, ore 18:30, I fiori del latte di Edoardo Tartaglia
con Biagio Izzo, regia Giuseppe Miale Di Mauro
"I Fiori del latte" è il nome di un caseificio campano di prossima apertura scelto tra un inconsapevole rimando baudelairiano e un più probabile errore di declinazione (Ma esisterà mai il plurale del fiordilatte? E allora le mozzarelle, le provole, le ricotte, le scamorze??). Un nome che è tutto un programma per quello che sarà ?? il fior fiore dei fiori all'occhiello di Casaldisotto Scalo!?? Un caseificio modernissimo, in linea con le nuove tendenze ecologiche, una sorta di vera e propria oasi biologica. Tutti prodotti assolutamente naturali, genuini, puri. Bufale allevate secondo rigorosissimi metodi naturali; di mangimi animali neanche l'ombra; pascoli incontaminati? Questo il progetto, nuovo ed antico, di Aniello Scapece: anni di sacrifici, impegni, fatiche, aspirazioni che, finalmente, sembrano vedere la luce. Ma Un bidone arrugginito! Inopinatamente dissepolto da un cane fin troppo vivace, proprio lì, vicino al recinto delle bufale. Sospetto. Molto sospetto. Troppo! Che fare?? Approfondire? Denunciare? Verificare? Andare fino in fondo? Col rischio di veder naufragare il desiderio di una vita? Oppure sottrarsi a quell'imperativo morale che seppur non categorico, ma solo sonnecchiante, pur sempre alberga nel più profondo del cuore di ognuno. Quando il desiderio legittimo cessa di essere una aspirazione sana e trascolora verso le cupe tinte della cupidigia, della ambizione, della bramosia. Quando la capacità di far tacere la propria coscienza per il raggiungimento di posizioni di potere, siano esse economiche, politiche o sociali (ove mai esistesse ancora in una società plutocratica una possibilità di distinguo) Ecco che la commedia rischia di trasformarsi in Tragedia. Per ritornare a tratti addirittura Farsa, laddove si lasci al personaggio medesimo, lo spazio per far venire fuori tutta la sua inadeguatezza a fronteggiare un destino più grande di lui. Tra il Joe Keller di "Erano tutti figli miei" di Arthur Miller (anche qui, forse, la sua yùbis rischierà di ricadere su di un figlio come ineluttabile nemesi) ed il Peppino Lo Turco de "La banda degli Onesti" (la cui irresistibile e goffa cialtroneria ce lo rende commovente), Aniello Scapece viene a rendere testimonianza di come, oggi più che mai, il vero eroe per caso rimarrebbe chi, lontano da ogni retorica ribalta, si opponesse in silenziosa solitudine alle lusinghe ed al miraggio di un qualsivoglia potere, con rinunce tanto più meritevoli e dolorose quanto meno ostentate ed esibite. In omaggio al monito di Giovenale: "Nessun uomo colpevole potrà sottrarsi mai al tribunale della sua coscienza".
25 Novembre, ore 18:30, La banda degli onesti di Mario Scarpetta
con Gianni Ferreri, Antonella Elia, regia Gaetano Liguori
Così come negli anni '50 Totò si era accostato a Scarpetta, interpretando per il cinema tre sue commedie (Il medico dei pazzi, Un turco napoletano, Miseria e nobilta) negli anni '90 uno Scarpetta, con un umile e sincero omaggio si accosto al Principe della risata , trascrivendo per la scena teatrale uno dei suoi più divertenti e famosi film . Mario Scarpetta, pronipote del grande commediografo e autore Eduardo, in occasione del centenario della nascita dichiaro la cosa più difficile è stata quella di dimenticarsi di Totò. L'adattamento teatrale di Mario Scarpetta fu autorizzato dagli sceneggiatori del film  Age e Scarpelli e mantiene praticamente immutata la struttura della sceneggiatura e presenta rispetto al film degli anni '60 alcune modifiche pratiche. Ho semplificato molto l'azione, ci racconto Mario Scarpetta, eliminando quando necessario alcune parti e alcune situazioni, come nel caso  della rinuncia alla figura di  Cardone, ,il pittore,  che nel film era interpretato da uno splendido Giacomo Furia. Da qui e con lo stesso criterio  fu realizzata anche la scelta anche scenografica dei luoghi deputati dell'intreccio : la portineria e la tipografia. Lo spettacolo fa ritornare questa volta in teatro le vicende di quel Don Gennaro, portinaio con pochi soldi e molti sogni e Don Ferdinando non meno squattrinato e sognatore che insieme stampano un bel gruzzolo di banconote false. Non era facile mettere in piedi una versione teatrale del film, affermo Liliana de, Curtis, ma Mario Scarpetta e i suoi attori ci sono riusciti benissimo. A loro va il mio applauso sincero. Sono sicura che a mio padre la commedia sarebbe piaciuta.  Mario Scarpetta recito? questa commedia  l'ultima volta nel 2004, poco prima della morte e dopo una lunghissima tournee durata anni., Oggi dopo 13 anni in ricordo di Totò e di Mario Scarpetta viene riproposto questo allestimento con la direzione di Gaetano Liguori  e nei ruoli principali gli attori Gianni Ferreri e Antonella Elia, Davide Ferri ed Eduardo Scarpetta ( figlio di Mario ) più altri 5 attori. Scene Tonino Di Ronza, costumi di Maria Pennacchio.
18 Dicembre, ore 20:45, Serata Romantica di Fredy Franzutti
con Andrea Sirianni, Francesco Libetta, Letizia Giuliani, e i solisti della Compagnia Balletto del Sud
regia Fredy Franzutti, musiche Chopin, Adam, Schneitzhoffers, Minkus, Delibes, Verdi
“SERATA ROMANTICA”: danza, musica e poesia è il titolo dello spettacolo con musiche di Chopin, Adam, Schneitzhöffer, Brahms, Verdi e le poesie di Le più belle pagine del repertorio ballettistico romantico  (Giselle, LaSylphide, la Bayadere, Les Sylphides) intervallate dai brani di Chopin e le rime del poeta di Recanati ritenuto il maggior poeta dell'Ottocento italiano e una delle più importanti figure della letteratura mondiale. Protagonisti sono gli interpreti ideali per il programma: i solisti del Balletto del Sud, «l'unica compagnia italiana in grado di affrontare un tale repertorio» (Ermanno Romanelli), ed artisti ospiti di livello internazionale che rendono ogni replica unica e differente dalle altre. >Molte sono le qualità che accostano la poetica di Leopardi alle melodie di Chopin e la musica romantica, caratterizzate dal pessimismo degli autori: probabile effetto delle patologie che spesso li affliggevano e sviluppatesi successivamente in un sistema complesso poetico e filosofico. Chopin e Leopardi, ad esempio, nacquero a dodici anni di distanza ma furono coetanei nella morte, giunta per entrambi a soli trentanove anni. E durante la serata i brani più celebri del balletto per antonomasia e del più famoso poeta italiano dell?Ottocento rievocheranno le sempiterne suggestioni del Romanticismo, di cui furono tra i massimi rappresentanti.Il programma, concepito e diretto da Fredy Franzutti, che cura anche alcune coreografie è uno studio che realizza  uno spettacolo di danza con diverse formule, dal grande spettacolo con corpo di ballo, orchestra al raffinato programma per danzatori solisti, attore e pianoforte. Nelle diverse edizioni hanno partecipato alla "Serata Romantica": Andrea Sirianni, valido attore dotato di eloquio elegante e dizione corretta che,anche per le sue esperienze sui testi di Gabriele D?Annunzio e W.H. Auden, si può considerare uno specialista dell?interpretazione del testo in poesia. La prima ballerina Letizia Giuliani, nome di spicco della danza italiana, che partecipa al progetto come ballerina ospite e come ripetitrice delle coreografie del repertorio romantico, donando e tramandando preziosi insegnamenti di stile appresi nella sua carriera internazionale al fianco dei più grandi primi ballerini del momento. I primi ballerini dell'opera di Sofia: Katerina Petrova e Tsetso Ivanov. Un teatro di antica tradizione che riesce a trattenere i dogmi della grande scuola dell'est e a mantenere integro il repertorio di Marius Petipa. Lo spettacolo ha visto la partecipazione straordinaria del pianista Francesco Libetta, considerato un'eccellenza nel panorama internazionale, definito dal New York Times: ?aristocratico poeta dalle tastiera?. Accanto a loro si alternano nel programma i solisti del Balletto del Sud.
6 Gennaio 2019, ore 18:30, Comicissimi Fratelli di Gianfranco Gallo
con Gianfranco Gallo, Massimiliano Gallo, regia Gianfranco Gallo
La trama ruota intorno alle vicende di due fratelli attori in un piccolo teatro partenopeo degli inizi del '900, uno dei quali abbandona l'altro per scritturarsi nella compagnia di Eduardo Scarpetta, tradendo dunque , dal punto di vista dell'altro, il Teatro di Tradizione in un suo momento di calo. Il primo tempo si basa sulla rappresentazione di "Ti ho sposato per ignoranza", la mia versione originale di un'antica farsa di Pasquale Petito, il secondo nella recita di "Una comicissima Tragedia" testo che anni fa scrissi ispirandomi a Francesca da Rimini di Antonio Petito. Le storie dei due fratelli che s'intrecciano con le due messe in scena, sono il divertente e significativo Trait d'Union di due ore esilaranti senza respiro. Volutamente non esiste riferimento temporale se non quello molto indefinito del passaggio dal Teatro popolare a quello borghese. In più ho di proposito mischiato le carte, presentando come successiva la farsa del secondo tempo, che invece è precedente a quella del primo. Tutto deve essere solo al servizio del gioco, della trama, del divertimento. In scena con me e mio fratello Massimiliano , per rinforzare, semmai ce ne fosse bisogno, il discorso del Teatro delle Famiglie d'Arte, anche nostro nipote Gianluca Di Gennaro e mia figlia Bianca. Completano il cast la bella e brava Yulija Mayarchuck e due altri attori di grande efficacia ed esperienza.
27 Gennaio, ore 18:30, Mostri a parte di Maurizio Casagrande e Francesco Velon
con Maurizio Casagrande, Ernesto Lama e Andrea di Maria
regia Maurizio Casagrande, costumi Maria Rosaria Riccio, scene Davide e Delehaye
Le urla di un uomo che viene trascinato via aprono lo spettacolo. “Ma come fate a guardare questa robaccia? aprite gli occhi? ma non lo vedete che sono tutti mostri!? Franco, dimenticata rockstar degli anni ‘80, è sposato con la più giovane Ursula, conduttrice televisiva di grande successo, fervente ammiratrice negli anni d?oro della sua carriera, ma che oggi è la vera “star” di casa. Lui, un artista non particolarmente bravo, ma sincero ed originale, e lei senza grandi capacità, ma priva di scrupoli e bravissima ad approfittare di chiunque per aumentare gli ascolti. Lui completamente fuori luogo nello show business dei giorni nostri, e lei perfettamente inserita nell?effimero mondo della televisione. Lui e lei. Un uomo e una donna, ma in realtà il passato ed il presente che si scontrano in campo neutro: Il teatro. Ursula, quasi per pietà, offre a Franco la possibilità di partecipare alla sua seguitissima trasmissione, ma la cosa si trasforma in un clamoroso flop. Le curve degli ascolti della sua esibizione risultano più basse di quelle della pubblicità, e questo porta alla rottura del rapporto tra i due. O lui troverà il modo di risalire la china, o lei lo eliminerà dalla sua vita. Ma come fare? Ormai lo spettacolo propone solo robaccia e lui vede solo mostri intorno a lui, non più “sacri”, come un tempo, ma assolutamente ?pagani?. Per farcela dovrebbe diventare uno di loro! Ed è proprio quello che accadrà quando scoprirà di essere l?erede del dott. Jekyll, ed entrerà in possesso della famosa pozione che riesce a svelare e portare in vita l?altro lato di noi stessi. L?uso della pozione cambierà tutto, e anche Ursula ritroverà per Franco l?antico amore. Sembra un lieto fine, ma si sa, i finali in cui vissero tutti felici e contenti appartengono alle fiabe, nella realtà la voce di Franco ci porterà al tragico epilogo. Ma come fate a guardare questa robaccia? aprite gli occhi? ma non lo vedete che sono tutti mostri
6 Febbraio, ore 20:45, Cosi' parlo' Bellavista di Geppy Gleijeses
con Geppy Gleijeses, Marisa Laurito, Benedetto Casillo, regia Geppy Gleijeses
In occasione del 90° compleanno di Luciano De Crescenzo, Alessandro Siani e Geppy Gleijeses adattano per il teatro il film di culto e il romanzo "Così parlò Bellavista". E' un omaggio doveroso, ma vivo e teatralissimo all'opera principale di Luciano. Grande affresco corale sugli uomini d'amore e gli uomini di libertà, lo spettacolo tenderà a riproporre le scene più esilaranti del film come il cavalluccio rosso,la lavastoviglie", " il Banco Lotto", "la '500 tappezzata di giornali" e naturalmente il mitico contrasto tra il professor Bellavista e il direttore dell'Alfasud Cazzaniga. Ma anche con inserti di grande filosofia di vita di De Crescenzo, che nel cenacolo snocciolerà deliziando i suoi discepoli. Con uno dei più grandi attori napoletani Geppy Gleijeses nel ruolo di Bellavista, e tanti altri attori di prestigio tra cui Marisa Laurito e Nunzia Schiano. La scenografia riprodurrà la facciata del grande palazzo di via Foria dove fu girato il film, con scale praticabili dall'interno e vari elementi carrellati subentranti dai lati e raffiguranti il tavolo dei pomodori, il negozio di arredi sacri, l'ascensore, il cenacolo (questi ultimi due scenderanno dall'alto), ecc. Con le musiche originali di Claudio Mattone e ricordando sempre lo storico coautore di quel film: Riccardo Pazzaglia. La regia è di Geppy Gleijeses, protagonista giovane del film, diventato poi l'artista che tutti conosciamo. Prevediamo la presenza in alcune recite di "cammei" interpretati da ALESSANDRO SIANI.
17 Febbraio, ore 18:30, Colpo di scena di Carlo Buccirosso
con Carlo Buccirosso, regia Carlo Buccirosso
In un classico commissariato di provincia, il vice questore Armando Piscitelli, conduce da sempre il proprio lavoro nel rispetto del più integerrimo rigore, con la consapevolezza di svolgere le mansioni di garante dell'ordine pubblico e difesa della sicurezza del cittadino con la tenacia e la fede di un missionario, inviato dal cielo esclusivamente per ripulire la terra dalle nefandezze degli uomini scellerati che minacciano la gente cristiana che vorrebbe condurre in pace una vita serena... Nell'ufficio del paladino Armando, si barcamenano una serie di fidi scudieri nel tentativo di debellare le barbarie di tutti i santi giorni dall'inossidabile tartassato ispettore Murolo, ai giovani agenti rampanti Varriale, Di Nardo e Farina, all'esperta rassicurante sovrintendente Signorelli una sorta di cavalieri della tavola rotonda, attorno alla quale si aggirano le insidie quotidiane della delinquenza spicciola, lontana sì dagli echi mortali del terrorismo mondiale, ma angosciosamente vicina al respiro del singolo cittadino, a difesa del quale il vice questore si vedrà costretto all'inevitabile sacrificio di un capro espiatorio a lui tristemente noto, tale Michele Donnarumma, vittima predestinata, agnello feroce dall'aspetto inquietante, che sconvolgerà la salda religione di Piscitelli, come il più spietato e barbaro dei saraceni! Solo allora, il paladino Armando per la prima volta nella sua vita, cercherà conforto nel tepore degli affetti familiari, trovando così rifugio tra le mura sicure della propria casa di montagna, dove ad attenderlo con ansia ci saranno suo padre Marcello, ex colonnello dell'esercito affetto da Alzheimer, Gina la sua bisbetica badante rumena, e la suadente professoressa Cuccurullo, che con stravagante follia, degna della più classica struttura psichiatrica, contribuiranno a far vacillare definitivamente le sicurezze ed i sacri comandamenti di Piscitelli! E come nella più classica e scontata sceneggiatura di una trama thriller, neppure il tepore di un sicuro nascondiglio di montagna potrà sottrarre lo spettatore, ed il povero vice questore, dal più classico, ma si spera imprevedibile, colpo di scena finale...
17 Marzo, ore 18:30, Verso il mito Edith Piaf di Gianmarco Cesario e Antonio Mocciola
con Francesca Marini e Massimo Masiello, regia Gaetano Liguori
produzione Teatro Totò, musiche Lino Cannavacciuolo
Ottobre 1963- A poche ore dalla sua morte un incontro trasporterà Edith Piaf attraverso i ricordi , facendole ritrovare quelli che sono stati gli uomini della sua vita. Lo spettacolo vuole parlare della della Piaf senza entrare nell'iperrealismo, evitando il rischio della narrazione didascalica che occhieggi alla fiction (già abbondantemente utilizzata sia in cinema che in teatro). La donna Edith si confronta con il suo mito,l'immortalità della sua figura e della sua arte con la fine della sua vita umana. Le canzoni, gli uomini, e gli episodi della sua via si susseguono sulla scena con leggerezza e surrealismo: in un solo uomo (Azrael) lei rivede tutti quelli che l'hanno incontrata, aiutata, sfruttata, amata, odiata, . . . George Moustaki, Yves Montand, Charles Aznavour, Gilbert Becaup e Theo Sarapo. Tutti, in qualche modo, uguali, tranne lui, Marcel Cerdan l'unico grande amore di Edith . L'unico a non aver sfruttato il suo nome per diventare famoso, lui che veniva da un mondo diverso, quello dello sport, e che era già famosissimo, ma che un tragico destino le tolse e dal quale non si sarebbe mai separata, fino ed oltre la morte.

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