Piccolo Teatro Studio: programma 2018/19
Caserta – dal 27 Ottobre 2018 al 28 Aprile 2019
Comunicato stampa
27 e 28 Ottobre, (Genere: Teatro di Prosa) Comp.
Masnadieri in "Io e Franca (storia di una Amicizia)"
di e con Duska
Bisconti. Messa in scena di Mariateresa Elena
La produzione è della
compagnia teatrale I Masnadieri di Roma, la messa in scena di Mariateresa Elena,
mentre in scena ci sarà Duska Bisconti. E’ il racconto di una storia struggente
e poetica, come quella raccontata da Duska Bisconti, unita per sempre
all’indimenticabile Franca Rame…in una Roma in pieno fermento, nei primissimi
anni 80 al teatro tenda di piazza Mancini, quando folle oceaniche correvano ad
assistere agli spettacoli di Dario Fo e Franca Rame, e quando ancora la speranza
della sinistra non si era del tutto spenta. In questo contesto nasce l’amicizia
tra una giovane attrice (Duska Bisconti) e Franca Rame, un sodalizio che rimane
inalterato nel tempo. Le vediamo spesso, nelle auto scassate della giovane
attrice, ridere, chiacchierare, vivere libere i loro pensieri e la vita che le
attraversa. E’ una storia che passa attraverso Roma, Cesenatico, Firenze, le
piazze d’Italia e si trasforma il giorno della morte di Franca in mezzo ai
disordini di piazza Taksim a Istanbul in un canto di libertà.
3 e 4 Novembre, (Genere: Comico/Musicale) Comp. Mario Sorbello in
"Follie del
varieta’"
testi e regia M. Sorbello con Mario Sorbello e Agata Taormina
In scena ci saranno, Mario Sorbello, che ha curato anche la regia e la
drammaturgia, e Agata Taormina. Questa pièce è di genere musicale/comica, ma
nello stesso tempo anche storica/narrativa. Questa la sinossi: Due quitti del
varietà, Ninette e Michelotto, durante la repubblica di Salò vengono catturati
dai fascisti e costretti a rappresentare uno spettacolo di varietà a un pubblico
di prigionieri che da li a poco verranno trucidati. Al momento dello spettacolo
Ninette, attrice di forte temperamento, si ribella e viene fucilata. Ma Ninette
“appare”, dopo la sua morte, a Michelotto, manifestando il suo totale dissenso
per quello che fa, lasciandolo impaurito, e con un vuoto sentimentale. Uno
spettacolo cantato, recitato, divertente ed emozionante. Due atti di grande
teatro e spettacolarità, che ripercorre il periodo del varietà come momento di
spiensieratezza durante la guerra
10 e 11 Novembre (Genere: Teatro Commedia),
Comp. Le Leggende in "Una, tante, nessuna…riflessioni ironiche e non"
Scritto e diretto da Francesca Bove con 10 attori in scena
In scena ci sanno:
Annalisa Galdi, Luisa Morrone, Carmine Capuano, Alfonsina Oliva, Antonietta
Pannullo, Maristella Caputo, Samantha Maiorino, Mimma Capuano, Lisa Mariniello,
Angela Oliva, Rosaria del Gaudio, Lo spettacolo teatrale “Una tante,
nessuna…riflessioni ironiche e non” è un percorso guidato da una voce narrante
che racconta la donna nella sua complessa, versatile e multiforme capacità di
esistere. Sette scene per altrettanti diversi aspetti della donna: Moglie,
madre, social, operaia, alfa, amante, nessuna. Tutti questi aspetti sono
raccontati con ironia, ma con forti spunti di riflessione per cercare di entrare
con maggiore consapevolezza nell’universo femminile. La compagnia teatrale,
salernitana, nasce in occasione della rappresentazione di uno spettacolo
fiabesco, interpretato da sole donne, ambientato nel mondo delle streghe, la cui
trama si dipana intorno ad una leggenda. Da qui l’idea di chiamare la nostra
compagnia teatrale “Le Leggende” nome scelto anche per ricordare che i membri
provengono tutti da una lunga esperienza teatrale e proseguono il percorso con
entusiasmo. Il gruppo storico in seguito si arricchisce di nuovi elementi, tutti
co competenza teatrale, maturata in diversi percorsi. Entra a far parte della
compagnia un’unica componente maschile alla sua prima esperienza teatrale, con
il pregio di sapersi adattare con ironia e leggerezza alle mille sfaccettature
di noi donne: “Siamo imperfette, ma perfettamente straordinarie, siamo donne,
amanti, madri, amiche…siamo vita, amore e determinazione, siamo straordinarie,
SIAMO DONNE!”
17 e 18 Novembre, (Genere: Teatro di Prosa) Comp. Bridge Cultural Association
in "Io, Marta" regia M. Peluso
di e con Margherita Peluso – voci di S.
Monaco e M. Villucci
In scena Margherita Peluso che ha curato anche la regia
e la drammaturgia. “Io, Marta”, è stato interamente recitato anche in lingua
inglese, e fa parte del progetto Next Generation 2017 presso La Mama Theater
International di Spoleto e Residenza Artistica presso Manifattura K. La
produzione è della compagnia teatrale Bridge Cultural Association di Milano, in
collaborazione con The Fusion People Project e Impact Theater. Le voci sono di
Stefania Monaco e Massimo Villucci. Assistenza Drammaturgica Michela Giudici.
Teatro d’indagine sulla storia di una donna che ha ispirato, rivoluzionato,
anima, musa, eroina di Luigi Pirandello…le commedie di Pirandello non sarebbero
esistite senza Marta Abba e le sue eroine non avrebbero mutato l’arte e la
donna. Era il febbraio del 1925 quando Luigi Pirandello e Marta Abba si
conobbero. Lei, milanese, ha soltanto ventiquattro anni. Luigi ha già
cinquantasette anni di Agrigento. Il loro rapporto è di collaborazione e di
amore. L’aveva scritturata “a scatola chiusa”. Marta Abba conquisterà il
drammaturgo fino a identificarsi in un’immagine vivente del teatro
pirandelliano: il successo dell’uno sarebbe stato il successo dell’altra. A
testimonianza del rapporto con Pirandello, rimane un epistolario. Un corposo
carteggio, poi donato all’Università di Princeton NYC, che sarà pubblicato
integralmente soltanto nel 1994. La pubblicazione avvenne tardi perché per
decenni la grande attrice italiana Marta Abba aveva meditato sull’opportunità di
mettere a disposizione degli studiosi quei documenti, e continuava a rimandare
ogni decisione, combattuta tra il desiderio di rivelare al mondo un Pirandello
intimo e ancora ignoto, e il pudore d’infrangere il velo di riserbo sul loro
rapporto. Un teatro d’indagine dunque, con proiezioni, registrazioni vocali,
interazioni con il pubblico faranno da sfondo a questo docu-show. Obiettivo,
finire il lavoro che forse Marta non è mai riuscita a ultimare, una ricerca che
ci porterà con Marta a Milano, Roma, NYC, Parigi, Svizzera, per concludersi in
Sicilia. Se parliamo dell’arte di Pirandello, non è lecito dimenticare Marta
Abba
24 e 25 Novembre, (Genere: Teatro/Cabaret) Comp. Pippo Infante in
"La vita va
presa con filosofia" (omaggio a N. Taranto)
con Pippo Infante e alla
fisarmonica Camillo Maffia
In scena oltre allo stesso Infante, che ha curato
anche la drammaturgia e la regia, ci sarà il maestro Camillo Maffia, che
eseguirà musiche dal vivo con la fisarmonica. Le luci della ribalta si
accenderanno con “Sciò sciò ciucciuè” dando vita a una sorta di esorcizzazione
del male con incenso e “buatta” girata a destra e a sinistra per allontanare il
malocchio. Il titolo dello spettacolo “La vita va presa con filosofia”, fa parte
di quello che è il pensiero classico dei macchiettisti napoletani del periodo
della rivista. Lo spettacolo ripercorre alcuni momenti di vita partenopea e
vuole essere un omaggio al grande Nino Taranto. Il testo è diviso in quadri, in
ognuno dei quali, s’inscena un passaggio macchiettistico dell’attore Napoletano.
Dal rosario dei femminielli, riproposto pochi anni fa da Peppe Barra,
all’autentico ciccio formaggio, per seguire poi con dove sta zazzà, ecc. Di
rilevanza comica, lo spettacolo annovera nel suo viaggio itinerante attraverso
la macchietta, anche un momento di tradizione popolare con “O Miercurì da Madonn
o’ Carmine” (Il mercoledì della madonna del Carmine) dove la tradizione
cristiana, si fonde con la tradizione popolare. La scena è ambientata nella
chiesa della madonna del Carmine o spesso alla madonna dell’Arco, in piena
seconda guerra mondiale, dove al cospetto della madre di Dio, militari, anziani
e soprattutto mamme, chiedono grazie e fanno suppliche alla vergine santa. Di
forte effetto, è la lacrimazione della statua della madonna, avvenuta
presumibilmente intorno al 1944. “La vita va presa con filosofia” è un inno
all’ottimismo. Nino Taranto diceva: “A vita è nu surriso”. Quindi sorridere
sempre, anche quando le circostanze sembrano o siano avverse. Per questo,
l’antidoto contro la tristezza e la negatività, lo dona proprio l’attore comico:
io regalo un sorriso e tu pubblico in cambio mi rendi un applauso.
1 Dicembre, (Genere: Teatro Canzone), Angelo Bove in "Faber la leggenda"
Omaggio a Fabrizio de AndréGli avvenimenti che si racconteranno in
quest’allestimento, riguarderanno sia la vita privata di Fabrizio De Andrè che
gli stessi eventi da cui il cantante genovese ha tratto l’ispirazione per dare
musica e parole a canzoni come: Il Suonatore Jones, La Guerra Di Piero, Una
Storia Sbagliata, Bocca Di Rosa, Don Raffaè, Il Bombarolo, Dolcenera, La Canzone
Di Marinella. Tra le tante storie, si rivelerà anche la fonte ispiratrice de La
Canzone di Marinella che ha segnato la svolta definitiva nella vita di Fabrizio
De Andrè, facendogli abbandonare l’università a pochi esami dalla laurea di
giurisprudenza, preferendo la musica, anche grazie ai primi contratti
discografici. Un altro aspetto particolare di questo spettacolo è la scelta
registica di una messinscena garbata, sia per quanto riguarda il volume
morigerato, che per la “delicatezza narrativa” dei racconti e dei momenti
recitativi, fino ad arrivare a un’esecuzione canora armoniosa, che pur
rispettando la melodia dei brani di De André, offre una lieve variante
interpretativa che si contraddistingue da quella originale.
2 Dicembre,
ore 19,Teatro in video: "Anfitrione"
di T. M. Plauto
commedia di Tito Maccio Plauto, interpretata da Grazia Maria
Spina, Renzo Giovanpietro, Emanuela Fallini, Francesco Mulè ed Enrico Montesano.
La regia è stata affidata a Vittorio Sindoni.
Questa la trama: un bel giorno
il divino Giove s’innamorò di Alcmena, la fedele moglie di Anfitrione, re di
Tebe e, approfittando del fatto che il re era fuori città per impegni militari,
s’introdusse di notte nel suo palazzo assumendo le sembianze dello stesso
sovrano. Il dio Mercurio gli fa da ruffiano nell’imbroglio, vestendo i panni di
Sosia, il fedele servo di Anfitrione. Così vestiti, i due riescono a eludere la
sorveglianza della servitù e a ingannare Alcmena, che crede che Giove sia suo
marito di ritorno dalla guerra e trascorre con lui una piacevole notte d’amore.
All’improvviso arriva il vero Anfitrione preceduto dal fedele servo Sosia che,
entrato nel palazzo s’imbatte nel falso Sosia, ovvero Mercurio, e rimane
sconvolto nel trovarsi dinanzi a se stesso. Ancora più farsesco è l’incontro tra
il vero e il falso Anfitrione, tanto che il re dubita della fedeltà della
moglie. La vicenda trova il suo culmine nella nascita di due bimbi, un figlio di
Anfitrione, e l’altro, Ercole, concepito con Giove. Alla fine Giove svela
l’inganno e la propria identità ad Anfitrione e questi, anteponendo la devozione
religiosa all’orgoglio, si dichiara onorato che il padre degli dei abbia scelto
sua moglie come amante.
8 e 9 Dicembre, (Genere: Teatro di Prosa), Comp. Odysseiateatro in
"Ti
maledico"
Scritto diretto e interpretato da Paola Tarantino
Dal buio
di una stanza, illuminata fiocamente da un cuore luminoso, si propaga un
lamento. E’ il lamento di una donna stesa a terra da chissà quando, che urla a
qualcuno di aver fame sete che questo qualcuno l’ha salvata dal suicidio per poi
infilarla in una prigione di cemento e silenzio senza un perché. Questo qualcuno
è il suo interlocutore silenzioso che si manifesta attraverso bagliori di luce e
un disarmante silenzio. Lei dice che vorrebbe andare, fuggire ma la verità è che
lei vuole solo che qualcuno ascolti la sua storia, che qualcuno la ami, che
qualcuno l’accetti per quella che lei è. Lei vuole solo essere abbracciata e non
essere lasciata sola al buio
15 e 16 dicembre, (Genere: Teatro di Prosa) Comp. Exstravagarte in
"Il figlio
cambiato" di G. Moretti (da L. Pirandello)
con Giovanna Cappuccio
Questa rappresentazione è un'opera originale dello stesso Moretti, è nasce da
una suggestione della lettura dell’omonima novella di Luigi Pirandello. In
questo nuovo lavoro l’autore esplora il “non detto” tra le righe dello scrittore
siciliano, e affronta il tema del distacco tra madre e figlio, dell’abbandono e
della dolorosa rinuncia all’amore materno causata da quella povertà in cui il
sud Italia versava tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento e che
ora, spesso, troviamo nei drammi delle migrazioni dal Terzo Mondo. La vicenda è
ambientata nella zona vesuviana, di cui fa proprio il linguaggio, e fa
riferimento al culto delle Sette Madonne della Tammorra cui la protagonista è
devota; utilizzando suoni e musiche che provengono dalla tradizione musicale
delle festività delle Madonne, si attraverseranno le vicende spirituali di
profonda umanità che la terra Campana conosce bene.
22 e 23 Dicembre, (Genere: Musica Classica Napoletana) Comp. Gino Accardo
in "Il
mio 900"
Con Accardo la canzone classica napoletana trova un interprete
di grande affermazione nel panorama della melodia partenopea di tutti i tempi
della cultura canora napoletana. Dotato di una voce accattivante che lo rende
unico nel panorama musicale della canzone classica napoletana e di carattere
aperto e solare, Gino Accardo riesce a stabilire un feeling con il pubblico
creando atmosfere di suggestiva intimità. Gino nasce al Vomero, ed è proprio al
Vomero che Gino si sente più legato. Non mancano, infatti, in alcune sue
incisioni, brani di sua composizione, dove è viva, presente e più che mai
radicata l’ispirazione alla figura paterna, che diventa un mito per Gino, fino
al punto da rendergli omaggio scrivendo un brano dal titolo “Quann'e' sera” che
tanto profondamente ama. Cantante chitarrista della canzone classica napoletana,
Gino è un accurato conoscitore dei motivi della tradizione canora napoletana dal
Duecento al Novecento. Roberto Murolo, che lo ha sempre stimato volendolo al suo
fianco, scrive tra l’altro in una lettera: "ricorda Gino, che Napoli ha bisogno
di giovani come te che porti avanti la vera cultura classica napoletana".
Accardo, inoltre, è stato protagonista in molte trasmissioni televisive: “La
Vita In Diretta” (Rai uno) “Uno Mattina” (Rai uno) “Serata d’onore” (TMC)
“Stelle del Mediterraneo” (Rete 4) “Il Canta Giro” (Rai International) “Premio
Calabria” (Rai Tre) “ Miss Italia in Campania (Rai uno) ”. Il riconoscimento
maggiore per le straordinarie qualità canore/artistiche, lo avrà quando nel
concerto eseguito al Campidoglio davanti al Presidente della Repubblica Italiana
il Dott. Carlo Azeglio Ciampi, sarà premiato proprio alla presenza dello stesso
Ciampi. Numerosi sono stati i suoi concerti in Italia e all'estero: Croazia,
Germania, Francia, Belgio, Spagna, Grecia, Svizzera, Australia, Canada
29 e 30
Dicembre, (Genere: Teatro di Commedia) Comp. Arianova in "Finalmente solo"
Regia Rita Pirro con S. Mancini R. Speranza, L. Amati, G. Baldini, M.
Ruggiero, G. Luongo
5 gennaio, Angelo Bove in "Faber la
leggenda"
6 gennaio, Teatro in video:
Il malato immaginario di J. B. P. Molière, regia di Silverio Blasi.
Gli
interpreti principali sono Tino Buazzelli e Luigi Sportelli. Questo spettacolo è
uno dei caposaldi della storia del teatro, non fosse altro perché fu l’ultima
commedia scritta e interpretata da Molière: il 17 febbraio del 1673, già minato
nella salute, lo scrittore e attore, poco dopo aver recitato questo suo testo,
morì. È una commedia/balletto in tre atti molto divertente. Argante, il
protagonista, è un ricco nobiluomo che si crogiola nelle proprie malattie o
almeno in quelle che gli fanno credere schiere di medici-ciarlatani. La serva
Tonina si sforza di riportarlo con i piedi per terra ma Argante nemmeno si
accorgerà che intorno a lui le cose vanno a scatafascio. Molière la definiva una
farsa e farsesco è sicuramente il protagonista, con la sua ossessiva e ridicola
ipocondria, anche se serie, e rivolte a una critica sociale, sono le amare
riflessioni dell’autore disseminate dietro la risata.
12
e 13 gennaio, (Genere: Comico/musicale) Comp. Francesco Rivieccio in "Bagarìa"
testi e regia di F. Rivieccio, con Francesco Rivieccio
Che cosa hanno in comune un ex architetto, scarpe rotte, un vecchio cappotto, un
giovane chitarrista, una coperta e il Purgatorio? Può sembrare, con questo
elenco, solo confusione… na bagarìa, come direbbero in parlesia i musicisti
napoletani. In fondo è così: hanno in comune “Bagarìa”, un soprannome che
rispecchia la doppia esistenza di un uomo, le due facce della medaglia di
un’esistenza invisibile, ma che un tempo era sotto gli occhi di molti. Nasce
così una trama che si sviluppa nel ricordo di ciò che si è stati e nella
speranza di cosa ancora dovrà aspettarci. Esorcizzare la morte, dialogare con
essa e con il mondo ultraterreno, è da sempre per il popolo napoletano una
questione di vita o di morte. Un primordiale bisogno che fa da tramite tra i due
mondi. Ma quando poi si muore? Che cosa succede? Questo è quello che si è sempre
chiesto Bagarìa, un senzatetto di sessantadue anni, napoletano. Morto per il
troppo freddo, ora la sua anima si ritrova affianco alla sua salma avvolta in
una vecchia coperta. L’anima di Bagarìa ha l’età a lui più cara, ventitré anni.
Ho immaginato che quando si muore, la prima “cosa” da scegliere è l’età che la
propria anima desidera per trascorrere l’eternità e il nostro protagonista ha
scelto quella appartenente al periodo più felice, più “normale” della sua vita.
Ora Bagarìa, o meglio la sua anima, si trova in un immaginario Purgatorio: può,
quindi, vedere quello che succede sulla terra, vedere la sua salma, ma non può
partecipare alla “vita”. Sta scontando un periodo di pena prima di affrontare
l’incontro con Dio. Nessuno lo ha mai creduto e veniva respinto anche nelle
chiese dove cercava riparo… ma ora che finalmente si trova davanti al Creatore
può raccontare la sua storia, sicuro che tutti lo crederanno, visto che “vivrà”
nel mondo della Verità. Ognuno ha la sua storia, la propria strada da
percorrere…
vincitore menzione speciale: Festival di nuova drammaturgia “’O
Curt” (3° edizione)
finalista sezione “Miglior Testo” Festival TrentaTram (1°
edizione)
finalista sezione “Miglior attore” Festival TrentaTram (1°
edizione)
finalista “Miglior spettacolo” Festival MonoDrama (4°edizione)
19 e 20 Gennaio, (Genere: Teatro Commedia) Comp. Ovatta Armata in
"Cresci
bene. Cresci forte" di F.R.M. Picardi
con V. Martino Ghiglia, F. R. M.
Picardi, A. Muccioli.
La madre è il fulcro centrale di ogni persona. E' una
figura che ci accompagna fino all'ultimo dei nostri giorni. La più importante.
Ma da sempre siamo abituati a parlare di madri come eroine, coraggiose e
leonesse, che farebbero di tutto per i loro “cuccioli”. In Italia la figura
della madre è da sempre descritta nell'estremo positivo. Eppure, da anni,
ascoltando le persone, si finisce sempre a parlare dei mostri che le madri
creano: consciamente o inconsciamente. Siamo ciò che ci succede, diventiamo ciò
che respiriamo? Quando il male, il non ascolto, la violenza, il possesso, ha il
volto di una madre, tutto si trasforma in ombre e macchie, che se non curate, ti
fanno diventare indifesa, cattiva, sbagliata, senza forze. Quattro episodi per
quattro famiglie sghembe, traballanti, umiliate dalla vita. Vite piccole e
disperate o dove i "non detto", diventano inferni silenziosi tra le pareti di
condomini, che non vedono e non ascoltano e non aiutano. Non c'è giudizio. Sola
narrazione. Esposizione di ferite. Feritoie strette dove gli spettatori sono
invitati a entrare e a viverci scomodi. Dentro. La nostra Compagnia è composta
di sole donne, dalla scrittura alla tecnica luce e fonica. Dal 2008 lottiamo in
questo nostro Paese per farci sentire. Crediamo negli scambi, nelle possibilità
negli incontri, che sono alla base del nostro cammino teatrale. Il teatro come
mezzo, il testo come pretesto, la rappresentazione come deflagrazione emozionale
da offrire a uno spettatore che sia di un altro Continente, che diventa quindi
materia viva. Crescere attraversando l'oceano. Respirare e far respirare. Avere
la possibilità di incrociare destini, occhi e realtà lontane eppure vicinissime.
La possibilità di non fermarsi. Noi ci vogliamo credere. La frase che ci
descrive migliore è: Il sangue è acqua. L'argilla è immobile. Alzati ragazzo,
dormirai quando sarai morto.
26 e 27 Gennaio, Angelo Bove in "Faber la
leggenda"
2 febbraio, (Genere: Comico Musicale) Comp. Cts e Attori Scapigliati in
"La rivista …va …rivista"
Sketch con A. Bove, T. Pedoto, A. Casale
3 febbraio, Teatro In Video "L’importanza essere franco" di O. W.
sabato 16 febbraio, ore 21, Comp. Magurno/Valentino in
"Veemenza Senile" di Magurno/Valentino
con Giancarlo Valentino e Gino Magurno
Questa pièce nasce dall’incontro tra Gino Magurno (autore che ha scritto, anche
per Edoardo Bennato, Loredana Berte’, Eugenio Bennato, Peppino Di Capri, Tony
Cercola, Pietra Montecorvino) e Giancarlo Valentino, che ha recitato con Beppe
Fiorello, Leonardo Pieraccioni, e in diverse fiction prodotte dalla Rai. La vis
comica di Giancarlo Valentino fa da collante per le canzoni dell’omonimo album
Veemenza Senile di Gino Magurno. I brani sono un’occasione per parlare con
ironia di trappole e falsi miti che illudono giovani artisti in cerca di gloria
(a Sanremo voglio andar); di una buona parte dei mass media che rendono vincenti
il nulla e la morbosità (Da uno a dieci) e lobotomizzano il pubblico (La gente
quiere bailar); dei politici che spudoratamente ci prendono in giro ripetendo da
sempre le stesse parole (Tutti a casa); infine della religione che promette
qualcosa che non possiede (Pretendo il paradiso). Dunque una serata di cabaret
all’insegna del puro divertimento e arricchita con buona musica e canzoni
16 e 17 marzo, (Genere: Teatro di Prosa) Comp. Teatro Movimento in
"Cosacattiva" di G. Villanova
con Simone Boscarino e Giada Villanova
La produzione è della compagnia TeatroMovimento. Una pièce sulle dipendenze,
sull’urgenza del vivere, un grido sul bisogno di andare dentro noi stessi e
vedere cosa realmente siamo. E’ tutto quello che ci appaga e al tempo stesso ci
intossica. Ma allora perché la cerchiamo, perché la desideriamo? Perché ci
lasciamo intossicare? Perché siamo disposti a barattare tutto quello che abbiamo
per un solo momento di godimento pur sapendo che poi sarà l’inferno? Cosa ci
manca? Cos’è il vuoto che sentiamo? Simone Boscarino è Paolo personaggio chiave
della vicenda. Un giovane uomo dalla vita apparentemente tranquilla, una moglie,
un figlio, qualche sogno infranto dimenticato sul fondo di un cassetto, che
quasi per caso si schianterà contro una realtà fatta di droghe sintetiche e
sostanze psicoattive, visioni che beatificano e sogni demoniaci. Insieme a
Paolo, a dibattersi tra le mille dipendenze, la sua parte più oscura, il suo io
più profondo, la sua zona d’ombra interpretata da Giada Villanova. La parte di
ognuno di noi che nella maggior parte dei casi non ascoltiamo. La parte più buia
di noi, tentatrice, malsana che ci spinge fin dove non ci siamo mai spinti, fin
dove non abbiamo osato. La parte più sfacciata che ci lancia tra le braccia di
tutto quello che ci fa più paura. Dall’hashish all’eroina, Paolo vivrà un
viaggio in completa caduta libera dibattendosi tra tentazione visionaria e
composizione chimica di ogni sostanza. Le musiche originali dalle sonorità acide
e distorte sono parte fondamentale per la messa in scena valorizzandone
l’atmosfera surreale tra inconscio e realtà, tra scienza, visioni paradisiache e
horror trip, Cosacattiva è l’esplorazione di quel filo invisibile e misterioso
che lega l’essere umano alla dipendenza, perché qualunque essa sia, nessuno può
dirsi immune.
13 e 14 aprile, (Genere: Teatro di Prosa) Vincenza Fava in "La ragazza che
non sapeva inginocchiarsi"
Tratto dal “ Diario (1941-1943)” di Etty Hillesum
21 Aprile, Teatro in video: L’albergo del libero scambio
di Georges
Feydeau
27 e 28 Aprile, (Genere: Teatro Commedia)
Comp. Redfoxproduzioni in "Io tu & boh" di G. Carfora
con Giulio Carfora,
Lia Mosca e Ettore Cecere
Orario: Sabato ore 21,00 e
Domenica ore 19,00 - biglietto Euro 10
Piccolo Teatro Studio, Via L. Pasteur
6, Caserta
Per info. e prenotazioni tel.
330.713278, angelo.bove@libero.it