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Teatro Comunale di Casapulla: 6 stagione teatrale

Casapulla (CE) – dal 13 ottobre 2018

Comunicato stampa

13 Ottobre, Jury Monaco in "A Teatro può accadere" regia di Jury Monaco
18 Novembre, Compagnia teatrale "Rosso e Nero" in "Condoglianze... grazie", regia di Antonietta Barcelloni
La commedia, testo inedito in due atti, è ambientata ai giorni nostri. All'apertura del sipario, i protagonisti sono in lacrime per l'improvvisa morte del giovane e brillante psicoterapeuta Salvatore Dall'Alto, il quale lascia una grossa eredità al fratello maggiore Benito e a quello minore Antonio, che da tempo però non si parlano per una serie di contrasti avuti nel passato. A complicare il tutto la presenza scomoda di Limpida, amica e collega del defunto, e l'arrivo di una lettera dell'assicurazione che detta le strane condizioni per ottenere l'eredità.
Sul palco si creeranno una serie di circostanze equivoche ed imbarazzanti, che daranno vita a situazioni paradossali e bizzarre, dovute all'imprevedibilità di diversi colpi di scena.
8 e 9 Dicembre, Michele Caputo in "KomiKamente", regia di M. Caputo
KomiKamente nasce come laboratorio "KomiKo", ideato e diretto dallo stesso Michele Caputo, e da diversi anni si è rivelato uno spazio teatrale dove giovani artisti si mettono in gioco ed hanno la possibilità di sperimentare e provare pezzi e di fare le loro gag.
Michele Caputo, conosciuto sia al pubblico teatrale sia a quello televisivo che cinematografico, ha più volte sottolineato nelle interviste rilasciate di credere molto in questo progetto, pur non tralasciando i sui innumerevoli impegni di attore teatrale e cinematografico: infatti, molti ricorderanno la sua partecipazione a programmi come Colorado, Zelig Circus e Zelig off, o anche le varie interpretazioni in fiction come Distretto di polizia, La squadra, Un posto al sole, e tanto altro. Un attore, dunque, che si mette in gioco su diversi fronti, non ultimo quello della realizzazione di un film che già tiene pronto e che, come ha a più riprese confidato, spera di girare a breve e portare al cinema.
28 Dicembre, Gigi Savoia in "24 maggio 1900", regia di Gigi Savola
Gigi Savoia è considerato uno dei più bravi attori del teatro napoletano, al punto da essere definito dalla stampa l'erede di Eduardo. Debutta in teatro nel 1980 con lo spettacolo Pescatori di Raffaele Viviani. Poi la sua strada si incrocia con quella di Eduardo De Filippo con il quale lavora quattro anni consecutivi (ricordiamo Tre cazune fortunate e Il turco napoletano). A teatro lavora con Luisa Conte, Giorgio Albertazzi , Gigi Proietti e Luca De Filippo (Non ti pago, Questi fantasmi, etc..) oltre a vantare numerose regie teatrali che lo portano a vincere il Premio Girulà - Teatro a Napoli nella categoria "Miglior regia" per lo spettacolo La Figliata di Raffaele Viviani. La sua prima apparizione sul grande schermo affonda le radici nel 1989 protagonista di uno degli episodi del film di successo Pacco, doppio pacco e contropaccotto e Scugnizzi di Nanni Loy, e nel film record di incassi Si accettano miracoli di Alessandro Siani.
Nella vita di Gigi Savoia, però, prima della recitazione c’erano la musica ed il calcio: infatti, negli anni ‘70 suonava il sax e fondò un gruppo, gli Achei, con Enzo e Rino Avitabile. Quando il gruppo si sciolse, ebbe esperienze musicali con Mario Musella, il maestro Tonino Balsamo, e, nientemeno con un giovanissimo Pino Daniele (che aveva 15 anni) e ricorda che erano soliti chiamarlo Pinotto ‘o chiattulillo; per quanto riguarda il calcio, è stato dirigente accompagnatore degli allievi del Napoli, nel periodo più bello, quello di Maradona, e racconta che è stata una grande emozione rivedere Diego nello spettacolo messo su con con Alessandro Siani "Tre volte 10" nella serata al San Carlo dedicata proprio ad Armando Maradona. C'è da dire però che sicuramente ciò che ha segnato di più la sua vita è stata la sua esperienza teatrale con Eduardo che in un'intervista racconta così: <<Andai a casa sua a Posillipo, aveva un finestrino che incorniciava il Vesuvio. Mi disse “Come vi chiamate, quanti anni tenete, volete fare questo mestiere?”. Avevo 28 anni, mi ero preparato un repertorio. Invece Eduardo voleva solo sentirmi parlare. “Direttore, io dicevo, vorrei farvi qualcosa...”. Ma lui mi congedò. Pensai che non mi avesse preso. Invece, mi sbagliavo. Personalmente smentisco ogni voce sul suo brutto carattere. Sarà anche che l’ho conosciuto quando già era anziano, ma con Eduardo ho avuto un rapporto bellissimo : amava stare con i giovani, era capace di stare un’ora a spiegare a un attore una parte, sospendeva persino le prove per questo>>. Il ricordo di un incontro caro a Gigi Savoia che racconta ogni volta che gli viene data possibilità, sottolineando come per Eduardo provasse stima e rispetto, e non timore reverenziale come facevano altri attori.
Un attore poliedrico, garanzia per uno spettacolo divertente ed esilarante.
13 Gennaio, Rosario Santella in "L'arte di strisciare", regia di Rosario Santella e Francantonio.
Commedia ironica in un atto unico, L'arte di strisciare è tratta dal "Saggio sull'arte di strisciare ad uso dei cortigiani" del filosofo Paul D'Holbach che lo scrisse nel Settecento, ma che presenta ancora una forte attinenza con la realtà dell'oggi.
La commedia mette in luce la tendenza, dell'uomo di ogni tempo, al servilismo nei confronti del potere, che si tratti del sovrano (dell'epoca di D'Holbach) o di qualsiasi altra forma di potere costituito. Compito del cortigiano è quello di rendere felice l'uomo al potere assecondandone vizi e virtù, evitando di lasciarsi andare ad opinioni personali. Conservando lo stile satirico e pungente dell'autore del Saggio, Santella mette in evidenza come, ancora oggi, la piaggeria verso il potere sia atteggiamento quanto mai diffuso, e come il tentativo di sottrarsi ad essa sia spesso additato come inopportuno e controproducente. In scena avremo il servilismo dal volto eterno che oggi nei palazzi del potere si dirige verso "novelli notabili" con tutto un seguito di dignitari, consiglieri, avvocati, menestrelli, giullari etc...un servilismo che si ripete sempre uguale a se stesso, in una instancabile farsa.
3 Febbraio, Michele Tarallo in "Il giocattolo rotto" regia di M. Tarallo
Lo spettacolo, tratto dal libro “Il regalo rotto” scritto dallo stesso Michele Tarallo, prende forma sul palco grazie alla collaborazione tra Michele e l’autore e attore Angelo Callipo, amico e collega del papà-autore.
E' il racconto della vita della famiglia Tarallo: di Michele, sua moglie Monica, la primogenita Marina, vivace e riflessiva, e Chiara, cerebrolesa per un deficit di ossigeno, provocato dal distacco della placenta durante il travaglio, prima di venire alla luce. Chiara vede pochissimo, non parla, è scossa da spasmi e non controlla volontariamente i movimenti, va imboccata, ingerisce solo cibi liquidi o centrifugati, ma anche se la piccola non “guarirà” mai ha tanto da dire e da insegnare sul modo stesso di intendere la vita e l'esistenza di ciascuno come un grande dono. Proprio per questo gli autori hanno scelto di raccontare il tutto con tono ironico e leggero, perchè possa arrivare il messaggio che la disabilità va affrontata con il sorriso per non subirla, nonostante i momenti di sconforto ed il senso di impotenza.
23 e 24 Febbraio, "Miseria e nobiltà" della Compagnia "Non solo sipario", regia di Fausto Bellone
24 marzo, Gennaro Morrone e Enzo Varone in "Il medico dei pazzi", regia di Enzo Varone
Protagonisti dello spettacolo: Enzo Varone, Gennaro Morrone, Antonio Vitale, Ciro Zangaro, cinque attori sottoposti a continui cambi d’abito che interpreteranno tutti i ruoli, anche quelli femminili.
Appartenente al genere della commedia degli equivoci, Il medico dei pazzi è sicuramente uno dei testi più comici del teatro classico scarpettiano: Ciccillo, giovane nullafacente, da anni vive a Napoli alle spalle dello zio Felice il quale crede di pagare al ragazzo gli studi di medicina, mentre in realtà lui li sperpera tutti al banco da gioco e vive spensierato in una pensione con altri soggetti strani come lui. Quando Felice giunge a Napoli insieme alla moglie e alla figlia, Ciccillo mette in scena insieme all'amico Michele un nuovo raggiro ai danni dello zio. Facendogli credere di essere diventato psichiatra e di dirigere una clinica per malati mentali, Ciccillo chiede allo zio altri soldi per comprare una macchina per l'elettroshock capace di sanare Michele, da lui spacciato come uno dei pazienti. Naturalmente i soldi gli servono per onorare un debito di gioco, mentre la clinica è in realtà la Pensione Stella, pensione dove Ciccillo e Michele vivono a sbafo, ed i presunti pazzi non sono altro che gli eccentrici clienti della pensione, del tutto sani ma presentati come pazzi da Ciccillo quando lo zio Felice pretende di visitare la clinica.
Si creeranno una serie di circostanze equivoche ed imbarazzanti, che daranno vita a situazioni paradossali e bizzarre, dovute all'imprevedibilità di diversi colpi di scena e, sfortunatamente per Ciccillo, l’inganno verrà scoperto a causa di una serie di imprevisti.
Gli ingredienti ci sono tutti per uno spettacolo divertente ed esilarante.
(fuori cartellone) 6 e 7, 13 e 14 Aprile, Compagnia "Il Sipario" in "'Mprestame a mugliereta" regia di Enzo Varone
Commedia in due atti di Gaetano Di Maio, ‘Mpriestame a mugliereta presenta una trama avvincente e si inserisce nella migliore tradizione della commedia napoletana, che va da Petito a Scarpetta, da Eduardo a Peppino De Filippo, tradizione del teatro comico ma impegnato, intessuto di venature sociali ed esistenziali.
Cammillo Coppolecchia deve curare il suo esaurimento nervoso, quindi si reca con la moglie Lucia e le sue due figlie Esterina e Caterina in una casa di una località montana. Nella stessa casa è ospite l’amico Alberto con la consorte Ida, amico invadente e scroccone che, non avendo bagaglio con sé, chiede a Camillo in prestito tutto, proprio tutto, persino la moglie! La chiave principale del racconto è una promessa fatta da un soldato in fin di vita, durante l’ultima guerra mondiale, che verrà esaudita da un suo compagno d’armi a distanza di alcuni anni e che darà vita ad un susseguirsi di divertenti scambi di battute, equivoci e situazioni comiche. L'arrivo di zio Alfredo, ricco "zio d'America" dell'amico e compare Alberto, con i due guardaspalle Jak e Pat, complica il già precario menage ed una serie di interventi equivoci nei quali sono coinvolti altri personaggi come il cacciatore Luigino con il cane, Amalia “la giovane” della sarta, Vittoria “la Caprese”, Marcello “il medico malato”, rendono la commedia molto brillante e divertente.

Teatro Comunale di Casapulla, via E. Fermi 20
Per i biglietti rivolgersi al Cast Artistico tel. 3917598486 o Edicola 2G

Prima Rassegna per Compagnie Amatoriali

Oltre alla Stagione teatrale che può vantare artisti e spettacoli di tutto prestigio, prende il via la Prima Rassegna per Compagnie Amatoriali, a cura di Gianfranco Tecchia, Maddalena Natale e Maria Gravina, con la collaborazione di tutta l’Associazione Orizzonti.
In cartellone sette spettacoli di tutto rispetto, opere famose o inedite di genere comico-brillante, messe in scena da compagnie che da decenni calcano i palchi dei più conosciuti teatri della provincia di Caserta e Napoli, e non solo, visto che al bando hanno risposto anche compagnie di altre province e regioni, e tra queste una compagnia di Latina tra le selezionate a prendere parte alla rassegna; ciò a riprova del fatto che tale progetto vuole avere un carattere ed un riscontro che va oltre i confini regionali!
Quello amatoriale è un teatro fatto da persone che paese per paese, sera dopo sera, oltre il lavoro e gli impegni familiari, portano avanti con passione, determinazione, costanza, sacrificio e in maniera gratuita il proprio amore per questa forma d’arte, contribuendo alla crescita culturale e sociale della comunità in cui vivono e diffondendo l’amore e la conoscenza delle arti sceniche in genere. Dopotutto amatoriale vuol dire “proprio degli amatori”ed anche se tale aggettivo troppo spesso lo si usa nella sua accezione di “dilettantistico”, noi preferiamo pensare che il teatro è importante in tutte le sue forme e l’arte non va etichettata.
26 Ottobre, ore 20.30, la compagnia teatrale “Le Quinte” in “Non e’ vero ma ci credo” di P. De Filippo;
9 Novembre, ore 20.30, il “Gruppo Teatro Quarto Piano” in “Tesoro non e’ come credi” di P. Caiazzo;
30 Novembre, ore 20.30, la compagnia teatrale “Fratello Sole e Sorella Luna” in 3 Atti Unici di E. De Filippo;
18 Gennaio, ore 20.30 il “Gruppo Workshop Teatro Parrocchia Immacolata SMCV” in “O’scarfalietto” di E. Scarpetta;
8 Febbraio, ore 20.30, “L’improvvisata Compagnia” in “Io, Alfredo e Valentina” di O. De Santis;
1 Marzo, ore 20.30, Associazione Artistica Culturale “Principio Attivo” in “Titolo da definire”;
15 Marzo, ore 20.30 la Compagnia “La Fenice di Caiazzo” in “Funerale col morto” di I. Conti.
Le sette compagnie in gara verranno giudicate da una giuria composta da attori professionisti che esprimeranno il proprio giudizio circa migliore rappresentazione, migliore regia, migliore attore protagonista,migliore attrice protagonista.

eventi speciali

Domenica 27 Gennaio, ore 19.00, l’Associazione culturale Orizzonti ed i ragazzi della Compagnia Luci Soffuse ricorderanno le vittime dell’Olocausto con la messa in scena di "Vento di memorie", rappresentazione teatrale, scritta e diretta dalla professoressa Maria Gravina, con la collaborazione del professore Angelo Credendino. Alle ore 20.00, alla fine della rappresentazione, porteranno la loro testimonianza il cantante dei 24 Grana Francesco Di Bella, accompagnato alla chitarra da Alfonso Bruno, e lo scrittore Donato Cutolo.
Le Rappresentazioni teatrali pensate per il Giorno della Memoria, ogni anno, diventano momenti di “incontro di vita vera” tra le vittime di tale evento storico ed i ragazzi, chiamati ad interpretare il dolore, le lacrime versate, la rabbia, la voglia di riscattarsi. Raccontano, ricordano, riflettono, rivivono davanti alle nostre coscienze nelle parole dei ragazzi di oggi al coraggio degli uomini di domani.
Sulla scena, quindi, ognuno finisce per interpretare un ruolo: Musicisti: Abate Nicola, Elia Marzia, Perna Lorenzo, Piccirillo Pasquale, Vaccaro Sara; Ballerini: De Filippo Alessia, De Filippo Noemi, Delle Curti Giuseppe, Golino Domenica, Guerriero Luisa, Massaro Anna, Raciti Cristina, Santoro Giorgia, Siciliano Antonella; Interpreti: Alberico Francesco, Barbato Francesco, Cirillo Antonio, Colella Chiara, Cuccaro Giusy, De Simone Pietro, Di Dio Giovanni, Difficile Emanuela, Forte Angela, Gadola Emilia, Gentile Giuseppina, Giordano Maria Emilia, Golino Alessio, Golino Francesco, Maccariello Cristina, Madonna Roberto, Musone Carminia, Nero Raffaele, Piccolo Pasquale, Pontillo Elda, Pugliese Chiara, Racioppoli Sabrina, Siciliano Antonella, Tettone Giuseppe, Trombetta Valeria, Ventriglia Telia; Assistenti: Belforte Federico Emiliano, Dergano Giovanna, D'Avos Tatiana Virginia, Palazzo Alessia; Scenografia: Braccio Francesca, Pontillo Giusy. Monologhi: Cecere Lorenzo, Gravina Maria, Natale Marilena, Tecchia Gianfranco. Colonna Sonora del maestro Angelo Abate.
Le storie che prendono vita sul palco, traggono spunto dalle situazioni e ambientazioni più disparate. Quest'anno, in particolare, si è tentato un "azzardo storico": si è partiti dall'oggi raccontato nel libro dello scrittore Donato Cutolo Occhi chiusi spalle al mare, un oggi fatto di storie di migrazioni che affondano le radici nella nascita dello Stato d'Israele nel 1948, storie di migliaia di famiglie che dalla Siria e attraverso il Libano, "lembo di terra maledetto", giungono alle coste italiane. La rappresentazione prende forma sull'isola immaginaria di Isonta, approdo di migranti, in un palazzo abbandonato che fa da rifugio a quanti cercano di sfuggire al rimpatrio. Centrale, nel libro e sulla scena, un incontro, quello tra Piero e gli occhi di Jasmine. Gli occhi di Jasmine diventano la dimensione privilegiata della memoria in cui si annullano le distanze e le differenze spazio-temporali, occhi dove è possibile per Piero rivedere la madre Viola, che sulla scena diventa il punto di collegamento tra la deportazione degli ebrei di ieri e le nuove forme di deportazioni dell'oggi. Allora non esiste ebreo o palestinese non esiste cittadino o immigrato, esiste l'uomo e la necessità di ricordare, di avere memoria, per annientare le atrocità raccontate dagli occhi di ieri agli occhi di oggi, per evitare che altre guerre ritornino, con un altro nome ed un altro volto, a distruggere quel poco che avevano risparmiato.

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