All'ombra di Flora: Sogno di una notte di mezza estate

Caserta – 12 Agosto 2018

Articolo e foto di Giuseppe Balducci ed Anna Di Nuzzo

Nella vera notte delle stelle cadenti, in un’afosa serata d’estate, tutto il pubblico dell’Aperia della Reggia di Caserta sogna. Non si tratta di un sogno come gli altri ma di un “sogno nel sogno”, come soleva dire Shakespeare, quel tipo di sogno che solo il teatro sa generare.
Nella famosa commedia del drammaturgo e poeta inglese, scritta intorno al 1595 ed interpretata dalle compagnie Controtempo Theatre e Illoco Teatro, ci vengono presentate tre storie intrecciate tra loro. Una di queste è l’imminente matrimonio che avverrà tra Teseo, duca di Atene, e Ippolita, regina delle Amazzoni. A tal fine ci sono quattro commedianti, nelle figure di Peter Quince (Carlotta Tommasi), Nick Bottom (Adriano Dossi), Francis Flute (Damiano Lo Russo) e Snug (Giuseppe Amato) che preparano in maniera molto comica e spassosa una commedia sulla storia di Piramo e Tisbe. La seconda vicenda che ci viene raccontata riguarda invece un intreccio amoroso che vede due ateniesi, Lisandro (Dario Carbone) e Demetrio (Danilo Franti) innamorati di Ermia (Pamela Vicari) che però ricambia solo ed esclusivamente l’amore di Lisandro. Elena (Lilith Petillo), buon’amica di Ermia, è invece perdutamente innamorata di Demetrio e per farsi apprezzare da questo spiffera quel che Ermia e Lisandro le avevano confessato, ovvero la loro imminente fuga. La terza storia riguarda invece Oberon (Venanzio Amoroso), re delle fate, e la moglie Titania (Lucia Bianchi) che si trovano nello stesso bosco. Tra i due vi sono dei battibecchi con il conseguente scherzo da parte di Oberon per mezzo del furbo Puck (Annarita Colucci) che combina guai.

 

In questa commedia vengono affrontate fondamentalmente due tematiche: la magia e il sogno. Per quanto riguarda la magia, essa altro non è che l'amore, che con il suo potere riesce a risolvere ogni cosa. Può sembrare che la magia crei un po' di pasticci ed equivoci, ma in realtà è proprio grazie a questa che alla fine si risolve tutto. L'altra tematica che ricorre spesso è il sogno: il termine è presente non solo nel titolo, ma viene menzionato frequentemente nel corso dell'opera per spiegare avvenimenti che appaiono strani e difficili da comprendere.

Quanto al riadattamento ed alla regia dello spettacolo, a cura di Roberto Andolfi e Annarita Colucci, si può certamente dire che ha lasciato tutti gli spettatori a bocca aperta sia per l’elevato livello interpretativo degli attori, che hanno trasmesso empaticamente emozioni che oscillavano tra il serio ed il faceto, sia per i giochi scenografici (costituiti da tendaggi mobili che si aprivano e chiudevano come dei flashback nella mente) che hanno contribuito all’immersione onirica nella storia.
Anche le musiche, scelte chiaramente con estrema cura e ricercatezza, rappresentavano il messaggio ben descritto all’inizio dello spettacolo dalla voce narrante di Ugo Maria Morosi.

Molto belli anche i costumi, curati da Cristina Ricci, perfettamente coerenti con le scene descritte.
Concludendo si può affermare che tutti gli aspetti sopra descritti, cioè i significati, le musiche, i costumi, la scenografia, gli intrecci, la recitazione e l’interpretazione, sono stati ben fusi tra loro in un’unica affascinante miscela che, muovendosi all’unisono, ha catalizzato il pubblico e l’ha portato a farne inconsapevolmente parte lungo tutto il viaggio onirico.

Consulta: "All'ombra di Flora" all'Aperia della Reggia di Caserta

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