All'ombra di Flora: Alice "Frammenti di Specchio"
Caserta – 28 luglio 2018
Articolo e foto di Giuseppe Balducci ed Anna Di Nuzzo
Interessante rivisitazione della famosa favola di Lewis Carrol quella
proposta ieri dalla compagnia "Il Demiurgo", a cura della regia di
Francescoantonio Nappi, sul palco dell'Aperia della Reggia di Caserta.
Lo
spettacolo si apre con quello che sarà il filo conduttore di tutta la storia,
"tic tac, tic tac, tic tac...", il tempo che, scorrendo veloce ed inesorabile, è
origine di ansia, timori ed inevitabilità.
Alice (Chiara Vitiello) viene
riproposta come una ragazza problematica che, vittima dei luoghi comuni della
società e delle difficoltà ad essere se stessa (per quel che possa significare),
trova rifugio nel "paese delle meraviglie", luogo folle ed onirico in cui ogni
personaggio rappresenta un aspetto diverso del proprio mondo interiore. Il
Cappellaio Matto (Angelo Sepe) rappresenta la parte istintiva ed irrazionale,
che vuole a tutti i costi riprendersi il suo amato lavoro e, quindi, il suo
posto nella corte nonostante ciò possa costargli la vita. Il Fante Here (Andrea
Cioffi) che per tutto il tempo trasmette ansia e senso di fretta. Il "bipolare"
Pinco Panco / Panco Pinco (Gabriele Borriello), rappresentato come un disturbo
di personalità che oscilla tra la bontà d'animo (con spiccato accento francese)
e l'irascibile rigore (con altrettanto accento tedesco). I nichilisti Brucaliffo
(Aurelio De Matteis) e Stregatto (Giuseppe Fiscariello), disinteressati alle
cose del mondo al punto da autodefinirsi "inutili". Il Fante di Cuori
(Alessandro Balletta), finto innamorato (ma non troppo) della Regina di Cuori
per solo opportunismo personale.
Tutta la storia viene accompagnata da una figura chiamata Mister White
(Franco Nappi), una sorta di Bianconiglio che, un po' narratore ed un po'
personaggio protagonista, rappresenta l'ansia, il mal di vivere, il timore del
futuro, l'orrore dello scorrere del tempo cui tutti noi siamo assuefatti.
Grazie alla scenografia di Vladimiro Esposito e Sebastiano Vivenzio,
caratterizzata da diversi grandi frammenti di specchio, ed alle luci di Marco
Serra, spesso abbaglianti ed intermittenti anche verso il pubblico, tutto il
palco dava il senso di un'allucinazione visionaria.
Non sono mancati,
inoltre, spunti musicali "moderni" associati ad alcuni personaggi, come ad
esempio il canto dal vivo della Regina di Cuori (Angela Rosa D'Auria), tratto
dalla canzone di Mina "Parole Parole", o il sottofondo di Bob Marley associato
al Brucaliffo mentre era intento a fumare. L'idea di una musicalità così reale e
personalizzata, piuttosto di una musica più "anonima" e strumentale, è apparso
un tocco spiritoso in uno spettacolo fondamentalmente drammatico.
Molto bella
la scena della partita a scacchi viventi tra Alice e la Regina di Cuori, aventi
come posta in gioco rispettivamente la salvezza del Cappellaio e la testa di
Alice, quasi a rappresentare l'eterna lotta tra la voglia di un pizzico di
follia e la necessità di una testa ben inquadrata nei doveri della società.
Complessivamente lo spettacolo è stato molto piacevole e divertente, grazie
soprattutto alla simpatia e bravura di tutti gli attori, ed è riuscito a
trasmettere tutto il messaggio che il regista si era proposto.
Consulta:
"All'ombra di Flora" all'Aperia della Reggia di Caserta