Teatro Ettore Petrolini: 1° stagione teatrale
Santa Maria Capua Vetere – dal 25 novembre 2017
Comunicto stampa
Si aprirà, sabato 25 novembre 2017 alle ore 21 con replica domenica
26 novembre alle ore 18, con lo spettacolo Massimo Circo la prima
stagione teatrale del Teatro Ettore Petrolini, riaperto dall’Associazione
Culturale OLA Fabbrica Creativa all’interno dell’ex carcere minorile Angiulli a
Santa Maria Capua Vetere, con la direzione artistica di Rino Della Corte
La
riapertura del Teatro rientra nel progetto “Apriamo il sipario” realizzato dalla
stessa Associazione in collaborazione con il Ministero di Giustizia Dipartimento
per Giustizia Minorile e di Comunità S.D.P. Angiulli S. Maria C.V., il Comune di
S. Maria C.V. e l’Assessorato alle Politiche Sociali e Giovanili di S.Maria C.V.
che si svilupperà, oltre che con la stagione teatrale, con laboratori di cinema,
teatro, fotografia e comunicazione per i ragazzi a rischio e mattinate dedicate
con le scuole di ogni ordine e grado.
sabato 25, ore 21, e
domenica 26 novembre, ore 18
Massimo Circo
alla grande e
all'incantatura Fabio D'Addio
alla presenza e all'elefante Francesco Paglino
ai suonati e ai lupini Marcello Squillante
Dopo UN SASSO NELLA TESTA, (tratto da
“Spider” di Patrick Mc Grath, produzione Teatri Uniti, regia di Andrea Renzi,
con Francesco Paglino, drammaturgia Fabio D'Addio e Francesco Paglino) il
monologo che attraverso il tema della follia ci ha permesso di iniziare una
nostra ricerca sul linguaggio e della sua ripercussione in scena, abbiamo avuto
l'esigenza di cambiare registro e temperatura tenendo conto del nostro modo di
creare e volendolo approfondire. Il linguaggio di Agostino (Spider) è andato
delineandosi man mano che ne approfondivamo le connessioni. Con Fabio ci siamo
lasciati affascinare dall'immagine che Agostino non cercasse le parole, ma
queste, da troppo tempo sopite, avessero necessità di uscire e azzuffandosi e
cozzando, con gran fatica riuscissero ad incanalarsi come in un imbuto e farsi
visione, dando in questo modo un ritmo sincopato alla storia.
MASSIMO CIRCO,
nasce dalla necessità di approfondire la nostra ricerca toccando altre corde,
altre storie, di far arrivare la poesia dei testi “sacri” dal basso, dal popolo,
da due balordi appunto. Lentamente, si sono delineati i due personaggi che danno
voce a questo lacerto di vita con la saggezza e l'avventatezza di chi è ai
margini della società. Due personaggi che per sopravvivere masticano le parole
di alcuni dei più grandi poeti del novecento e malgrado loro anche parole
scritte di nostro pugno come utili spunti drammaturgici.
Due personaggi che
il caso ha voluto insieme, un capocomico (per necessità) e il nipote del
fisarmonicista titolare al debutto, una coppia che fa del vuoto sotto i piedi
una forza e che tra leggerezza e inconsapevolezza riempie lo spazio. A questo si
aggiungono le musiche originali di Andrea Russo eseguite in scena da Marcello
Squillante. Con Andrea, ci siamo spesso incontrati per ricercare, scandagliare,
trovare la cifra giusta per far dialogare le due voci e lasciare che le
invenzioni linguistiche e musicali si armonizzassero. Alcune di quelle
improvvisazioni sono entrate nella struttura circolare dello spettacolo.
Lo
spettacolo dura quarantacinque minuti e nel turbinio degli accadimenti tocca
temi che vanno dal sopruso alla rinascita, dall'ira all'amore, dalla morte alla
vita.
Francesco Paglino.
Si é formato
incrociando i percorsi di Roberto Castello, Theodoros Terzopulos, Judith Malina,
Jurij Alschitz e Mamadou Dioume, storico interprete del teatro di Peter Brook.
Al cinema é diretto da Paolo Sorrentino, Stefano Incerti e Roberto Faenza. A
teatro ha lavorato con Renato Carpentieri, Enrique Vargas, Remondi e Caporossi e
in numerose produzioni di Teatri Uniti con la regia di Andrea Renzi e di Toni
Servillo.
sabato 2, ore 21, e domenica 3 dicembre,
ore 18
Chiromantica ode telefonica agli abbandonati amori di e con Roberto
Solofria e Sergio Del Prete
da Enzo Moscato, Giuseppe Patroni Griffi,
Annibale Ruccello, Francesco Silvestri
uno spettacolo di e con Roberto
Solofria e Sergio Del Prete, una coproduzione Mutamenti/Teatro Civico 14 e
Murìcena Teatro
assistenti alla regia Ilaria Delli Paoli e Antimo Casertano,
musiche originali Paky Di Maio, costumi Alina Lombardi, elementi scenografici
Francesco Petriccione, foto di scena Marco Ghidelli, organizzazione Napoleone
Zavatto.
estratti da: Ragazze sole con qualche esperienza, di Enzo Moscato,
Scende giù per Toledo, di Giuseppe Patroni Griffi, Le cinque rose di Jennifer,
di Annibale Ruccello, Streghe da Marciapiede, di Francesco Silvestri e da
Schiume (in Partitura) di Enzo Moscato e Occhi gettati, di Enzo Moscato
Anime
abbandonate in attesa di risposte. Anime squartate che attendono i loro amori
attraverso una telefonata o fondi di bicchieri. Un viaggio all’interno di una
camera da letto napoletana, luogo di segreti, verità ed essenzialità, in cui i
testi di Enzo Moscato, Giuseppe Patroni Griffi, Annibale Ruccello e Francesco
Silvestri prendono vita, unendosi, facendo l’amore tra di loro, partorendo una
figlia di nome Passione. È la storia di vite stracciate, violentate, che
attraversano un mondo comune a tutti. Personaggi diversi, ma con un unico fil
rouge che li racchiude in un solo luogo.
Lo spettacolo è tratto dalle opere
di Enzo Moscato, Giuseppe Patroni Griffi, Annibale Ruccello e Francesco
Silvestri. Opere che hanno come caratteristica comune quella di creare
personaggi in grado di esplorare al di là del sessuale ordinario, con tutte le
implicazioni sociali e politiche che comporta. Sono autori che si sono fatti
interpreti del mondo che circonda il teatro napoletano intorno agli anni ‘80.
Parliamo di personaggi che masticano pensieri e rigurgitano fantasmi, ai quali
si finisce per attribuire una consistenza credibile perché aderenti alla realtà
sociale che ci circonda. Parliamo di travestiti, di prostituzione e di una
grande ossessione: l’amore. E lo facciamo attraverso il teatro. Il nostro scopo
è quello di mettere insieme i segni di quella profonda intimità dell’animo umano
che i drammaturghi in questione sono riusciti a portare nelle loro opere. Per
questo riteniamo che l’esperienza civile e artistica legata allo spettacolo
passo accrescere il valore della differenza nella nostra società.
venerdì 8, ore 21, e
domenica 10 dicembre, ore 18
Quelli del diploma del 1982 di
Pierluigi Tortora; con Peppe Romano, Michele Tarallo e Pierluigi Tortora.
La
commedia è la storia di tre compagni di classe che si rivedono dopo trent’anni
dal diploma conseguito nel 1982. Michele Tanzillo, Peppe Bifone e Pierluigi
Caprio vivono tre mondi assolutamente diversi.
L’incontro è procurato dalla
ricerca di uno dei tre che attraverso un social contatta gli altri due per
rivedersi una sera a cena. Si ritroveranno quasi da sconosciuti, ma ben presto
attiveranno una serie di ricordi che immediatamente li faranno sentire
nuovamente vicini e amici. Una storia che parla di amicizia, ma anche di tanta
solitudine compagna dei nostri giorni. Certamente lo spettatore attraverso la
storia e i tre caratteri dei personaggi riderà di gusto e si divertirà, ma al
tempo stesso avrà la sensazione per il tempo dello spettacolo di essere uno dei
tre.
sabato 16,
ore 21 e domenica 17 dicembre, ore 18, "L’arte di strisciare"
di Rosario Santella
con Caterina Tanzi, Francantonio, Andrea Soldano, Fabio
Palliola
L’atto unico di Rosario Santella arbitrariamente tratto da "Saggio
sull'arte di strisciare ad uso dei cortigiani" di Paul H.D. d'Holbach.
In
scena Caterina Tanzi, Francantonio, Andrea Soldano, Fabio Palliola.
“L’arte
di strisciare” è una commedia comica e raffinata e come dice l’autore:
“Ho
preso a prestito dalla penna del barone Paul H. D. d'Holbach, compagno di
Diderot all'Enciclopedia, nonché amico di pensatori quali Hume, Adam Smith e
Cesare Beccaria, il suo piccolissimo "Saggio sull'arte di strisciare ad uso dei
Cortigiani" per ricavarne, indegnamente ed ignobilmente, la mia ultima pieces
teatrale.
Questo perché il citato delizioso e crudelissimo divertissement del
filosofo tedesco, sembra ancora, pur a distanza di così tanti anni dalla sua
stesura, un prezioso vademecum per i tempi che ci ospitano, in cui
l’indipendenza del volere, del pensare e del dire, la volontà di sottrarsi alla
piaggeria verso il potere vengono percepite come inopportune, controproducenti,
fastidiose e irrimediabilmente lontane dal bon ton dei tempi nuovissimi.
Con
stile satirico e pungente senza pari, esso ridicolizza, ancora oggi, il cuore
del sistema di potere, così come quest'ultimo si configura tra i palazzi e le
dimore dei novelli "notabili" precipitati dalle varie "Ruote della Fortuna" con
tutto quanto ne consegue in termini di ciambellani, dignitari, consiglieri,
avvocati, maggiordomi, medici, preparatori atletici, cuochi, giardinieri,
menestrelli, giullari, guardie, servi, ciarlatani, ruffiani e cortigiane, queste
ultime nel frattempo evolutesi nelle varie forme di parlamentari, ministre,
show-girl ed escort.
Il servilismo sciocco, vacuo, volgare, di un tempo
eterno che si ripete uguale a se stesso, ma sempre e solo in termini di farsa.”
I costumi sono di Stefania Guida ed i lavori di sartoria di Rosaria Canonico.
venerdì 29, ore 21 e sabato 30 dicembre,
ore 18
…Vieni avanti cretino! di e con Giovanni Allocca e Enzo Varone e con
Marco Mantovanelli pianoforte e voce
venerdì 5, ore 21 e
domenica 7 gennaio, ore 18
Quando al cinema si fumava con
Luigi Cinone, scritto e diretto da Rino Della CorteIl monologo, a tratti comico,
a tratti ironico, a tratti nostalgico, fa rivivere il clima dei cinema di
provincia a cavallo fra gli anni 70’ e 80’ catapultando lo spettatore in quelle
atmosfere rarefatte dove era ancora possibile fumare guardando un film.
Lo
spettacolo si potrebbe racchiudere in una frase: “c’erano i film proiettati
sullo schermo e c’erano le storie di vita in sala.”
sabato 13,
ore 21 e domenica 14 gennaio, ore 18
Fiore cresciuto nella
stessa terra mia, concerto per chitarra e voce di Antonello Musto
17
e 18
febbraio, ore 21, Da Satie a Piazzolla passando per Chick Corea
Salvatore Cirillo e Andrea Russo interpretano una conversazione musicale con due
strumenti, il pianoforte e la fisarmonica che hanno fatto la storia della musica
internazionale. Il repertorio accessibile anche ai neofiti propone brani che
spaziano dalla musica brasiliana, al latin jazz, al tango e alla musica
classica.
Satie, Corea, Piazzolla, Hancock, Galliano sono i compositori che
più di altri hanno in maniera originalissima composto le musiche che hanno
caratterizzato la musica moderna. Da questi grandi compositori il duo ha attinto
le basi per costruire arrangiamenti originali che hanno come ultimo obiettivo
quello di catturare l’ascoltatore e portarlo per un po’ in un luogo sonoro senza
tempo.
Andrea Russo – fisarmonica -
Da
piccolo prende lezioni di pianoforte con la Professoressa Silvana De Cato e di
chitarra classica da Alberto Iacullo. Si avvicina alla musica popolare con il
maestro Pasquale Carusone con il quale fonda il gruppo "Cantica Popularia". Con
"Etnie" registra il suo primo disco "La terra, la vita e la musica". Approda
agli strumenti a mantice e con il Basco Joseba Tapia col quale studia
l'organetto diatonico. Da Generoso Veglione e Marcello Fiorini prende lezioni di
fisarmonica. Con Marco Merola forma il gruppo "Piccolo Dilemma Sulle Origini".
E’ fondatore del gruppo: "Menta Fresca" e con l’Orchestra Popolare Campana
partecipa a numerosi concerti ed alla registrazione del disco omonimo. Collabora
con Riccardo Ceres nella registrazione di musica per colonne sonore. Per il
teatro collabora con Francesco Paglino nella stesura delle musiche per lo
spettacolo Massimo Circo e con Marco D’Amore e Jan Renè Bilongo porta in scena
“Solo Andata” di Enri de Luca per la regia di Enrico Ianniello. Attualmente
suona con il Maestro Salvatore Cirillo nel progetto “da Satie a Piazzolla
passando per Chik Corea”.
Salvatore Cirillo –
pianoforte –
Diplomato in pianoforte e jazz al Conservatorio di
Benevento, si innamora della libertà creativa della composizione e si diploma in
composizione nel 2005 e solo due anni dopo in clavicembalo. Compositore e
didatta arrangia brani di Astor Piazzolla, realizza colonne sonore per lavori
teatrali fino ad arrivare a riconoscimenti prestigiosi, tra cui il primo premio
al concorso internazionale di composizione ed arrangiamento per orchestra jazz
"Barga Jazz" 2008 – Sezione B, "Barga Jazz" 2009 – Sezione C e "Barga Jazz" 2014
sezione A. Realizza due cd jazz : “Unpretentious” del 2009, in duo pianoforte e
voce e “Looking for Listeners” luglio 2012 che ha vinto nel 2014 il premio
"Independent Music Awards" Vox Pop. Partecipa all’album “Lions 4 Lines” come
pianista e arrangiatore. Nel 2011 è uscito “Wild” il mio primo cd di soundtracks
edito da Sifare Edizioni Musicali. Realizza la colonna sonora per il
documentario” Inside Africa” prodotto da SET e TERRA DI CINEMA e vince il Premio
“HAI VISTOMAI?” 2012. All'inizio del 2014 una Variazione sul tema di "Twinkle
Twinkle Little Star" vien stata selezionata ai fini della pubblicazione dalla
World Humanities Press di Hong Kong. Nello stesso anno ho scritto la colonna
sonora per lo spettacolo teatrale "Silvia ed i suoi colori" con la regia di
Agostino Chiummariello. Attualmente continua la sua attività di compositore di
colonne sonore, partecipa a concorsi internazionali di composizione e si
esibisce con formazioni jazz.
sabato 14, ore 21, e
domenica 15, ore 18, aprile, prima assoluta dello spettacolo "Io sono
PLURALE !" diretto da Maria Claudia Pesapane e con Daria D'Amore, Chiara di
Bernardo e Gaetano Migliaccio.
La regista Maria Claudia Pesapane, insieme
alla protagonista Daria D'amore ( attrice sammaritana) e la coopratogonista
Chiara Di Bernardo sono giovani artiste diplomate all'Accademia d'Arte
Drammatica del Teatro Bellini di Napoli sotto da direzione artistica del maestro
Danio Manfredini. Gaetano Migliaccio, coopratogonista anche lui dello spettacolo
è invece un giovane attore diplomato al Teatro Stabile di Napoli.
Lo
spettacolo racconta la storia di Graciela ( Daria D'amore ) una donna di umili
origini che sposa, nonostante la disapprovazione della sua famiglia, un uomo
benestante. Grazie alle sue spiccate qualità nel costruire se stessa e spinta da
un sentimento profondo verso l’uomo che ha accanto fa di tutto per elevarsi al
livello dell’amato e per essere la donna che lui ha sempre voluto. Ma dopo aver
investito in questa relazione si rende conto che l’amore adesso è solo un
ricordo lontano, e stanca e delusa dà vita ad uno sfogo intenso e profondo nei
confronti dell’amato, rappresentazione del suo fallimento amoroso. Il marito in
realtà non è lì ad ascoltarla. Il suo referente è solo una proiezione del suo
immaginario, perché troppo forte in lei è il bisogno di liberarsi di tutto ciò
che trattiene riguardo questa dolorosa relazione. E se il suo compagno si
rifiuta di ascoltarla e l’abbandona, allora lei si sfogherà con quello che resta
di lui, con i suoi vestiti, che Graciela disperatamente raccoglie e scaraventa
senza ordine in una valigia, creando un alto cumulo di panni che diventeranno
per lei l’essenza di “lui” e del proprio dolore. E così dopo essersi liberata
dai pesi che le opprimevano il cuore e aver realizzato che se va via, lo fa per
se stessa, stufa di una sorte meschina che le ha dato tutto tranne che l’amore,
si lascia andare, e con una intensa carica liberatoria distrugge totalmente il
cumulo di panni, scrollandosi così di dosso per sempre l’ossessione di quest’
uomo e di questo dolore, perdonandosi...e come la fenice rinasce dalla polvere
per tornare a vivere.
“Io sono PLURALE!” è il flusso di coscienza di chi non
si ritrova più nella vita, di chi ha bisogno di esorcizzare ricordi che
ossessionano e impediscono di perdonare e perdonarsi, per sentirsi quindi ancora
una volta liberi di vivere.
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