Teatro Auditorium Tommasiello: Stagione 2017/18
Teano (CE) – dal 4 Novembre 2017
Comunicto stampa
4 Novembre, Il pomo della discordia
con Carlo Buccirosso, Maria Nazionale, regia Carlo Buccirosso
produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro
Doveva essere un giorno felice, si celebravano le nozze
della dea del mare con un uomo bellissimo, e tutti gli dei erano venuti a
festeggiare gli sposi, portando loro dei doni!... La sala del banchetto
splendeva di mille luci e sulla tavola brillavano caraffe e coppe preziose,
colme di nettare ed ambrosia, e tutti gli invitati erano felici e contenti… solo Eris, dea della discordia, non era stata invitata, ma nel bel
mezzo del banchetto, arrivò, lanciò una mela doro sul tavolo imbandito e
scappò via, creando dissapori e contrasti tra i tutti i presenti. Tutto ciò, in
breve, appartiene alla classica mitologia greca, ma proviamo a trasferirla ai
giorni doggi, in una normale famiglia benestante, dove latmosfera e leuforia di
una festa di compleanno organizzata a sorpresa per Achille, primogenito dei
coniugi Tramontano, potrebbe essere turbata non da una mela, non da un frutto,
bensì da un pomo, un pomo dAdamo, o meglio, il pomo di Achille, il festeggiato,
ritenuto un po troppo sporgente… E se aggiungiamo
che Achille, vivendo un rapporto molto difficile con suo padre Nicola, è
continuamente difeso a spada tratta da sua madre, la epica Angela, non essendosi
ancora dichiarato gay, e non avendo mai presentato Cristian, il proprio
fidanzato, che da anni bazzica in casa spacciandosi per il compagno di sua
sorella Francesca… se aggiungiamo poi
che alla festa sarà presente anche Sara, prima ed unica fiamma al femminile
della sua tormentata adolescenza, Manuel estroso trasformista, Marianna
garbata psicologa di famiglia, ed Oscar un bizzarro vicino di casa che non ha
mai tenuto nascoste le proprie simpatie nei confronti di Achille… beh, allora possiamo realmente comprendere come a volte la realtà,
possa di gran lunga superare le fantasie, anche quelle più remote della
antica mitologia... Omero mi perdoni!
18 Novembre, ore 21, Italiano di Napoli
con Sal Da Vinci
Italiano di Napoli è il nome di questa nuova commedia
musicale di Sal Da Vinci:
una riflessione sulla nostra identità di
napoletani, di italiani, di cittadini della Repubblica dei Sentimenti. Che poi
in fondo, nei sentimenti la sua canzone ha sempre abitato, proprio lì, tra
passione e sentimento. Affiancato da una variegata compagnia fatta di attori,
fantasisti, acrobati, un trascinante corpo di ballo e un’orchestra dal vivo
composta da 6 elementi, Sal racconta la sua versione dei fatti.
In programma
brani dal suo ultimo album, “Non si fanno prigionieri”, che esplora i temi a lui
più cari da un punto di vista nuovo, frutto anche della partecipazione e
collaborazione con i più grandi autori della canzone italiana, tra i quali
spicca il grande Renato Zero, con cui Sal ha condiviso molti brani dell’album ed
un emozionante duetto.
L’artista racconta il suo punto di vista sul
sentimento attraverso i grandi pezzi della sua produzione musicale, senza
tralasciare sorprendenti incursioni nel repertorio della musica italiana e della
canzone napoletana.
Ogni passaggio è lo spunto per una riflessione, un
aneddoto, uno sketch. Ogni canzone è la tessera di un affascinante puzzle che
diventa l’essenza della nostra anima, dei nostri pensieri, delle nostre
emozioni.
Uno spettacolo che diverte grazie ai guizzi comici di Davide
Marotta e Lello Radice, affascina con la talentuosa Lorena Cacciatore, commuove
e fa riflettere. Un viaggio suggestivo e incantato che, grazie alla prodigiosa
voce di Sal Da Vinci, fa vibrare, ancora una volta, le corde del cuore.
C’è
un mondo dove la poesia e la musica si incontrano: il teatro! Un luogo vibrante
e coinvolgente, le sue strade sono vissute da abitanti magici e surreali… le
piazze ricche di saltimbanchi acrobati e voci della luna…e poi i vicoli stretti
con muri antichi che si aprono verso il mare ossia verso I infinito.
In
questo infinito si alterneranno le note, le canzoni e i racconti del
protagonista ed ideatore Sai Da Vinci.
Un italiano di Napoli che attraverso
la sua musica ci trascinerà verso un mondo più vero, senza pregiudizi nè
differenze, perché in fondo sono le differenze a renderci speciali. L’Italia non
é uno stivale, ma un essere umano. Le città sono gli organi vitali.
Milano
potrebbe essere il cervello…Roma l’anima e Napoli il cuore, ma tutto è nelle
mani del pubblico.
Si nelle mani, perché saranno i vostri applausi, i vostri
silenzi e le vostre risate a decretare se per due ore avete vissuto una favola o
per una volta e dico una volta, la realtà di questo pazzo paese può essere
meravigliosa ad occhi aperti! Alessandro Siani.
Giovedì 7 dicembre,
ore 20.45, Compagnia Enfi Teatro presenta Biagio Izzo in "Di’ che ti manda
Picone" testo di Lucio Aiello, con Rocío Muñoz Morales e con Mario Porfito,
Lucio Aiello, Agostino Chiummariello, Rosa Miranda, Antonio Romano, Arduino
Speranza, Felicia Del Prete
scene Luigi Ferrigno, disegno luci Gigi Ascione,
costumi Anna Zaccarini, regia Giuseppe Miale Di Mauro
dedicato A Elvio Porta
Nel 1984 uscì il film diretto da Nanni Loy, Mi manda Picone, che raccontava la
storia di un operaio dell’Italsider di Bagnoli che per protestare contro la
chiusura della fabbrica si diede fuoco davanti al consiglio comunale sotto gli
occhi della moglie e del figlio piccolo.
Nel 1984 io avevo 9 anni e molto
probabilmente il film non lo vidi nemmeno (ho poi recuperato crescendo) ma
ricordo perfettamente che nella mia famiglia quando c’era da fare qualche
incontro importante o qualche faccenda delicata, si diceva: «Di’ che ti manda
Picone».
Per anni mi sono chiesto chi fosse quel fantomatico Picone, che solo
a nominarlo come faceva Giannini nel film rilasciava crediti e possibilità, poi
con il tempo ho capito cosa voleva dire quella frase. Così, quando mi hanno
chiamato per curare la regia di questo testo che partendo dal film racconta che
fine ha fatto quel bambino che ha visto il padre scomparire inghiottito dalle
fiamme, ho fatto un tuffo nella mia infanzia.
In quell’universo in cui i
bambini si isolano e creano il loro mondo personale. Come Antonio Picone, alias
Biagio Izzo, che ormai adulto si isola nella vecchia casa di famiglia e vive nel
ricordo di un padre andato via troppo presto. Intanto si è fidanzato e ben
presto scoprirà che la sua donna aspetta un bambino.
Ciò vorrà dire
assumersi delle responsabilità, diventare adulto. Ma Antonio Picone vuole
restare bambino, così convinto che crescere voglia dire solo farsi il sangue
amaro e ascoltare verità che non gli piacciono.
Purtroppo per lui un nugolo
di personaggi subdoli e spietati invaderanno la casa - isola del povero Antonio
e lo condurranno nella piaga sociale di una politica fatta di raggiri e inganni.
E il bambino, orfano di un martire del lavoro, sarà costretto a diventare adulto
e scegliere da che parte stare nel mondo vero.
Il percorso che porterà a
questa scelta sarà fatto di amore, tante risate, ricordi, esami di coscienza e
prese di posizione. Alla fine Antonio farà la sua scelta. E proprio come
succedeva nella mia famiglia, anche in questa ci sarà chi gli sussurrerà quella
fatidica frase: «Di’ che ti manda Picone».
27 Gennaio, Le quattro stagioni
con Andrea Sirianni
produzione Balletto del Sud
Le quattro stagioni è il
30° spettacolo che il coreografo Fredy Franzutti realizza, nel 2012, per il
Balletto del Sud, oggi una delle compagnie più apprezzate del panorama
nazionale.
L'argomento trattato utilizza le stagioni per riflettere sulle
fasi della vita dell'uomo.
Le stagioni della vita o meglio dei sentimenti
non sono dettate da mutamenti repentini scadenzati da giorni precisi del
calendario, ma sono legate alla reazione emotiva de "l'uomo collettivo" agli
eventi che accadono.
Per sostenere la tesi Franzutti affida la legazione dei
quadri danzati ai versi del poeta inglese (americanizzato nel 1939) Wystan Hugh
Auden e alla sua analisi, spesso “peggiorista” – attributo che Auden aveva
coniato per sé - della società dell'uomo comune definito “l'ignoto cittadino”.
I testi sono interpretati dal valido attore Andrea Sirianni spesso impegnato
in produzioni di arti integrate e melologhi.
Alle note familiari di Vivaldi
si alternano in contrasto le a-melodie ritmate di John Cage che non solo ci
portano alle esigenze dell'uomo moderno (al dissapore e all'amarezza che il
confronto con la società ha generato), ma anche alle straordinarie potenzialità
espressive di questa età dell'ansia che abbiamo chiamato contemporaneità.
Se
dunque la personale primavera è il rapporto con l'amore, il calore dell'estate è
l'allegoria dell'immobilità, intesa come inabilità e incapacità di cambiamento,
o come disinteresse delle disgrazie altrui (come nell'Icaro del fiammingo Pieter
Bruegel).
L'autunnale caduta delle foglie e l'arrivo della pioggia
insistente ci riporta alla routine dei pendolari, al modo pratico e consueto di
procedere nell'attività quotidiana. Il rumore dei tuoni ci rinnova la paura
delle persecuzioni, l'ingiallimento della natura rimanda alla consapevolezza
d'appartenenza ad una società incline al marcire e spaventati dall'oscurità
delle nubi, perché non vediamo dove stiamo, ci sentiamo (come scrive Auden)
persi in un mondo stregato, bambini spaventati dalla notte.
Il gelo
invernale cala con la morte: la fine del rapporto, la morte del compagno di
viaggio, la morte della persona amata. La morte che rende inutile qualsiasi
reazione. “Tirate giù il sole, svuotate gli oceani e abbattete gli alberi.
Perché niente servirà più a niente”
Ma le stagioni delle emozioni, come le
stagioni metereologiche, non durano per sempre e anche quelle (anche se non con
una progressione regolare, continua e prevedibile) ritornano, si alternano, ci
sorprendono: E dopo il gelido inverno di un terribile lutto può ritornare una
primavera d'amore.
Scopriamo che l'alternarsi delle stagioni delle emozioni
altro non è che la Vita in una società con la paradossale centralità riservata a
chi non conta nulla – quei cittadini ignoti che il potere modella come cera,
l'industria sfrutta come servi e l'arte canta come eroi.
Le scene sono di
Isabella Ducrot, esponente di un personale astrattismo coloristico, le luci di
Piero Calò.
17 Febbraio, Millevoci
con Francesco Cicchella
Millevoci è uno show comico-musicale nel quale Francesco
Cicchella mostra le sue doti di comico, cantante ed intrattenitore. Sul palco,
oltre allo showman, Vincenzo De Honestis (storica spalla di Cicchella in tutti i
suoi spettacoli ed in molte delle sue apparizioni televisive), con il quale dà
vita ad esilaranti siparietti comici, ed una band di sei elementi capitanata dal
maestro Paco Ruggiero. Il titolo, che strizza locchio al celebre varietà
televisivo degli anni 70, è quanto mai emblematico. Le mille voci a cui fa
riferimento sono quelle che Cicchella porta sul palco, facendo vivere una
moltitudine di personaggi e giocando continuamente con la sua vocalità anche
quando veste i panni di se stesso. Sul palco, infatti, oltre alle celebri
parodie televisive del comico (Massimo Ranieri, Michael Bublé, Gigi DAlessio
etc.) , che rientrano tra i momenti più esilaranti dello spettacolo, diversi
numeri da vero showman, che proiettano il pubblico in un viaggio assolutamente
ironico e giocoso attraverso il mondo della musica, condotto in maniera sorniona
da Cicchella il quale si dimostra capace di impressionare e divertire il
pubblico, spiazzandolo continuamente con numeri caratterizzati allo stesso tempo
da grande spessore musicale ed artistico, ma anche da devastante forza comica.
Il performer fa apprezzare le sue doti canore passando da Stevie Wonder a Pino
Daniele, da Michael Jackson ai Maroon 5, da Bruno Mars a Tiziano Ferro, senza
mai prendersi troppo sul serio ed offrendo sempre allo spettatore un nuovo punto
di vista, originale ed ironico, dal quale partire per giocare con la musica.
Cicchella esamina la musica ed i cantanti attraverso la lente del comico,
regalando momenti di puro divertimento oltre che performances musicali di
classe, in uno show fresco, leggero, sempre godibile e di pregevole fattura.
3 marzo, ore 21, Tutto il mare, o due bicchieri? di Eduardo Tartaglia
con Eduardo Tartaglia, Veronica Mazza
Qualcuno ha trafugato proprio le ampolle con il sangue di
San Gennaro! E quando tutte le ipotesi investigative (terrorismo islamico,
camorra, mitomane, furto a scopo estorsivo ?) verranno clamorosamente smentite,
la situazione per lo scalognato Commissario Ercole Portone non potrà che
complicarsi. Chi si è impossessato del Preziosissimo Sangue lo ha fatto con lo
scopo folle di CLONARE SAN GENNARO !!!... Estrarre cioè una cellula dal liquido
posto nell’ampolla e riprodurre vivo e vegeto il Santo in carne ed ossa!!!... Ne
segue una divertentissima, pirotecnica, irresistibile ridda di interrogativi e
di risposte tutta giocata sul filo del paradosso.
6 Aprile, Hai un amico all'INPS
con Davide Ferri, Rosario Verde
produzione Teatro Toto'
Hai un amico alI'NPS è una moderna e divertentissima
commedia che riesce a far ridere partendo da temi attualissimi quali la perdita
del lavoro e il problema dei falsi invalidi. Ad un giovane e bravo ingegnere
informatico, divenuto dall'oggi al domani disoccupato, improvvisamente arrivano
soldi da enti previdenziali, prima in maniera casuale ed in seguito in maniera
fraudolenta. Lui ci prova gusto perché tutto sembra andare bene, finchè l'ottima
compagnia è capitanata dai bravi Davide Ferri e Rosario Verde con Rosario
Minervini e Edoardo Guadagno, inoltre lo spettacolo si avvale della
partecipazione di una attrice che ha fatto la storia del Teatro: Annamaria
Ackermann. Gaetano Liguori dirige la compagnia con classe, ritmo ed arguzia.Le
scene sono realizzate da Tonino Di Ronza e i costumi da Maria Pennacchio.
30 Aprile, "Ingresso indipendente
con Serena Autieri, Tosca D'Aquino
produzione Teatro Diana
La storia ha come protagonista Massimo, quarantenne
impiegato in un’azienda privata in attesa di promozione, il quale vive in un
appartamentino con ingresso indipendente e che spesso presta al proprio ‘capo’,
Ludovico, per i suoi incontri con l’amante, Rosalba. Una sera, al rientro dopo
il via libera del superiore, Massimo incontra Rosalba che ha deciso di non
andarsene più dall’appartamento per costringere l’amante a lasciare la moglie
Giuliana, dopo anni di promesse non mantenute. Massimo è in grande difficoltà,
anche per l’arrivo della fidanzata Valeria, diffidente e moralista, che attende
la promozione di Massimo per sposarlo. Per cercare di risolvere la situazione
arrivano Ludovico e successivamente sua moglie, apparentemente ignara della
relazione. Da quel momento si snodano una serie di confronti e di equivoci, in
esito ai quali Ludovico e Giuliana e soprattutto Massimo, Valeria e Rosalba,
apriranno gli occhi sulla realtà delle proprie vite e sul vero valore delle
relazioni, prendendo decisioni impreviste, ma fondamentali per il loro futuro.
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