Officinateatro: stagione 2017-18
San Leucio (CE) – dal 15 ottobre 2017
Comunicto stampa
14 e 15 Ottobre, Blues, Scritto e Diretto Tino Caspanello
con Francesco Biolchini
Scena e Costumi Cinzia Muscolino
Produzione Teatro
Pubblico Incanto
Guardare la vita, appuntare gli istanti in cui essa ti
sfiora, sapere che non dureranno in eterno, immaginare, solo per un attimo, per
l’incidente di un attimo, di disordinare i piani, ma è un attimo e potrebbe
essere niente. Blues è un uomo seduto davanti all’ingresso di casa sua, il suo
universo; è un uomo che non aspetta più, perché il piacere dell’attesa sta solo
nell’aspettare, nell’immaginare possibilità e ricostruire un immaginario. E la
vita è un treno che passa, puntuale a volte, spesso in ritardo, la vita è
appuntare orari d’arrivo e di partenza, fissare nella memoria i volti, le mani e
le vite degli altri che ti passano davanti, mentre agosto matura sotto il sole.
28 e 29 Ottobre, The Aliens di Annie Baker
traduzione
Monica Capuani
Musiche e le canzoni originali Micheal Chernus, Patch Darragh
e Eric Gann
con Giovanni Arezzo, Francesco Russo, Jacopo Venturiero, regia
Silvio Peroni
produzione Khora.teatro e Pierfrancesco Pisani
PREMIO
PULITZER 2014
Due giovani arrabbiati siedono sul retro di un bar nel Vermont
a discutere di musica e Bukowski.
Nel loro mondo privato entra Evan, un
giovane ragazzo che è stato da poco assunto come cameriere del bar. Evan è un
giovane timido, sessualmente inattivo, fuori dal mondo, naif con l’angoscia
adolescenziale. Lentamente, decidono di insegnargli tutto sulla vita, ma dalla
loro prospettiva…
Un testo delicato dove nessuna parola è sprecata, pieno di
meditazione e compassionevole.
Un testo che parla di musica, di amicizia, di
arte, di amore e di morte.
4 e 5 Novembre (Sabato ore 21:00
| Domenica ore 19:00), "Da consumarci preferibilmente dopo morti" di Michele
Pagano
Con Francesco Ruggiero e Rita Pinna. Elaborazioni visive e
multimediali Marco Moretti e Michele Pagano. Costumi Pina Raucci. Regia Michele
Pagano
Progetto OFFLAB
La vita normale di ogni singolo individuo dovrebbe
seguire il canonico ciclo vitale: nascere, crescere, maturare. Il consumarsi è
destinato ad un “dopo”.
La vita di Lei e Lui, coppia apparentemente
normotipo, prende tuttavia una piega diversa.
Un grottesco, ironico e
satirico tentativo di consumarsi in vita.
Forse una nuova soluzione per
risolvere una “non-decadenza”.
Forse una strada innovativa per entrare negli
standard che la vita ci suggerisce.
Forse Lei e Lui scriveranno una nuova
pagina di storia.
Forse.
11 e
12 Novembre, Monopolista. Mi gioco la vita con Roberto Scappin, Paola
Vannoni
produzione quotidianacom | Kronoteatro
con il sostegno di Regione
Emilia Romagna
Ci siamo confrontati con il concetto di dominio,
prevaricazione, sfruttamento. Termini che puntellano il percorso sempre più
degradante dell’umano. Prefiggersi traguardi di monopolio su cose e persone.
Due figure all’inseguimento di successo e denaro, ma totalmente incapaci – per
natura e cultura – di farne una ragione di vita.
Come reagire al senso di
fallimento dopo anni trascorsi a navigare in una mediocre e infruttuosa onestà?
C’è sempre una soluzione se si è disposti a dare un senso nuovo alla vita.
Il
Monopoli è una risposta. Una scuola di vita. Che incarna alla perfezione i
paradigmi del nostro tempo: sfida, spietatezza, sopraffazione.
Lo scopo è
restare l’ultimo giocatore, mandando a rotoli gli altri. È questa caratteristica
spietata che vorremo mostrare con la giusta, innocente soavità.
Le regole
sono semplici. Soldi, contratti, un banchiere. Comprare, vendere. Tasse.
Ipoteche, prigione e soprattutto: bancarotta!
Il concetto economico di
monopolio, il dominio del mercato da parte di un singolo venditore fanno bella
mostra sul tavolo da gioco. Uno strumento didattico di sapiente vitalità, un
gioco che sa tramutarsi in esperto consulente dei processi di sopravvivenza in
questo “virtuale” terzo millenio.
Monopolio: il privilegio del dominio e, per
mezzo del denaro, il potere.
Sfida, spietatezza, sopraffazione. Sono queste
le parole chiave del terzo millennio o è necessario riscrivere le regole del
gioco?
25 e 26 Novembre, "La Crepanza ovvero come
ballare sotto il diluvio "
Di e Con Francesco d’Amore e Luciana Maniaci
Regia Andrea Tomaselli, Luci Daniel Coffaro, Costumi Pasquale Pellegrini
Si
ringrazia Francesco Sframeli
Produzione Maniaci D’Amore | Fondazione Luzzati
– Teatro della Tosse di Genova | Nidodiragno – Coop CMC
In collaborazione con
Teatro di Messina
Il Burning Man è un lungo rave scatenato che si tiene nel
deserto del Nevada. Quest’anno il tema è la fine del mondo.
L’evento dura
notti intere e chi ci partecipa è pronto a vivere qualsiasi esperienza.
Qualsiasi ma non questa.
D’improvviso, un bagliore accecante, e la folla
danzante sparisce. Amara e Mio, si ritrovano totalmente soli nel nulla.
Lei è
convinta che sono entrambi morti e che quello in cui si trovano è un crudele
aldilà.
Lui è certo che si tratti di una prova e che l’importante sia credere
di poterne uscire, avere fede. Anche quando si tratta di aver fede in
un’aragosta di plastica, l’unico oggetto rimasto in quel vuoto.
Amara e Mio
sono diversi, insofferenti l’uno all’altra ma gli unici esseri umani rimasti
sulla faccia della terra.
Il rave dello sballo si trasforma così in un
sorprendente eremitaggio di coppia nel deserto.
Ha senso portare avanti la
specie o la facciamo finita così? La Crepanza è un’opera pop, leggera ed
anarchica, che si pone domande importanti sulla fede, la capacità di stare con
gli altri, le difficoltà di crescere. Uno spettacolo spiazzante e irriverente su
come il senso della vita sia capace di nascondersi nei luoghi più improbabili e
pericolosi. Come il deserto del Nevada o il teatro.
dall'8 al 10, dal 15 al 17, 22 e 23, 25 e 26
Dicembre, La Cenerentola, Ideazione e Regia Michele Pagano
Con Sara
Brancato, Carmen Perrella, Rita Pinna, Maria Macri, Domenico Buonanno, Antonio
Bonagura | Andrea Di Miele
E con la partecipazione di Caterina Scalaprice
Elaborazioni musicali Marco Moretti, Michele Pagano
Costumi Pina Raucci
Produzione Officinateatro
Gli spettacoli si terranno i giorni feriali e il
sabato alle ore 21:00, i giorni festivi e la domenica alle ore 19:00. Prenota
inviando una mail ad info@officinateatro.com o tramite
telefonata/messaggio/whatsapp al 3491014251
Quale bambina non ha desiderato
calzare la scarpetta di cristallo di quella ragazzina che, aiutata da una
simpatica e materna fatina, si presentava al ballo per incontrare il principe?
Quale ragazza non è rimasta legata a quell’immagine dell’amore che vince su
tutto, dove i buoni riescono a sconfiggere la malignità e la cattiveria?
Cenerentola oggi potrebbe essere chiunque. Per noi è semplicemente Sandra,
figlia di un uomo rimasto vedovo e costretta a trasferirsi nella casa della
nuova compagna del padre. Tenuta ad accettare le abitudini della casa e una
famiglia un po’ bizzarra. Come nelle migliori storie, c’è il principe che si
cimenta nelle note di un indimenticabile Cat Stevens e una fata cicciottella che
inizia a fare un po’ cilecca. Una fiaba moderna, ironica e grottesca, in un
atmosfera surreale che oscilla costantemente tra un sogno e la realtà.
da 5 al 7 e dal 12 al 14 Gennaio
2018, Le ore dorate. Salvador Dalì e Federico Garcìa Lorca: ode all’amore
Con Francesco Ruggiero | Davide Guerriero. Ideazione e Regia Michele Pagano
Costumi Pina Raucci
Elaborazioni Musicali Marco Moretti | Michele Pagano
Siamo nel vecchio secolo. Nel 1920 circa, quando alla Residecia de Estudiantes a
Madrid, fa capolino un ragazzino di diciotto anni: impacciato, trasognante e
pieno di aspettative. Il suo nome è Salvador Dalì. Basta poco per far sì che le
sue particolarità e stranezze vengano notate da un uomo più grande di lui di sei
anni. Un lampo e quell’uomo divenne quasi immediatamente il “suo amico
meraviglioso”. Guardavano il mondo nello stesso modo e cercavano di descriverlo
chi a penna, chi con una tavolozza di colori. Il suo nome è Federico Garcia
Lorca. Anni trascorsi spalla a spalla, condividendo pensieri e lotte. Amici,
fratelli, amanti? Giochi di seduzione, poesie e dipinti dedicati. Una intensa
corrispondenza letteraria e poi, la gelosia della moglie di Dalì, e poi ancora
la dittatura di Francisco Franco. La morte del poeta. La paura di Dalì. Non
sapremo mai, probabilmente, quale fosse la natura della relazione tra i due,
nessuno la confessò mai; nemmeno Dalì dopo la morte del poeta. Le uniche parole
che uscirono sempre dalla bocca “Mi amigo Lorca”.
20 e 21 Gennaio, Vania
Drammaturgia collettiva, con
Francesca Gemma, Vanessa Korn, Umberto Terruso, Fabio Zulli
Disegno luci
Marcello Falco. Costumi e realizzazione scene Stefania Corretti, Maria Barbara
De Marco. Organizzazione Valeria Brizzi. Ideazione e Regia Stefano Cordella.
Produzione Oyes con il sostegno di fUnder 35 e MiBACT /Regione Umbria /Comune
di Gubbio /URA NEXT – Laboratorio delle idee per la promozione e la
distribuzione dello spettacolo dal vivo
La vicenda si svolge in un paesino di
provincia e ruota attorno alla figura del Professore, tenuto in vita da un
respiratore artificiale. Non vedremo mai il Professore ma le conseguenze che la
sua condizione produce sul resto della “famiglia”: la giovane moglie Elena, il
fratello Ivan, la figlia Sonia, il Dottore. Come in “Zio Vanja” anche i nostri
personaggi sentono di non vivere la vita che vorrebbero. Ma la spinta al
cambiamento deve fare i conti con la paura di invecchiare, le rigidità, i sensi
di colpa, il timore di non essere all’altezza.
27 e 28 Gennaio,
Dino
Monologo liberamente tratto da Il Re del Plagio di Jan Fabre
Scritto, diretto ed interpretato da Bernardo Casertano
Aiuto regia: Valentina
Cruciani
Luci e fonica: Paride Donatelli
"Cos'è perfetto? Cosa non lo è? E
chi lo decide?". E' la danza di un essere lontano da ogni cliché sugli angeli.
Il difetto è il suo abito informale per eccellenza che, tuttavia, indossa alla
perfezione. E’ una creatura sterile che incarna l'origine di ogni prima volta ed
ha il carattere della potenzialità. Dino vuole essere un uomo e tutto ciò che ne
comporta: irrazionalità, stupidità. Vuole un corpo che abbia vita, che sia
colpevole. Di cosa? Di tutto. Vuole fallire come solo gli uomini riescono,
essere il prolungamento e l'estensione di ogni loro difetto, il fallimento in
potenza umana. Generato da un cordone ombelicale divino, un insolito angelo si
partorisce in un uomo che ha scelto. E così adesso è un uomo, non più sterile,
ma nudo nella sua condizione umana primordiale, quella cieca e sorda. Che fare?
Tornare indietro? Non è più possibile. Una sensibilità tattile di perdita e un
interrogativo irrisolto: da che parte stare? Qual è l'istinto primo di ogni
creatura sola e appena nata? Chiedere aiuto.
Non c'è soluzione. La vita, come
una prima teatrale senza prove, ci trova sempre impreparati.
Ogni
giustificazione ci umilia, non abbiamo scusanti. Siamo tanti cappotti
abbottonati in corsa.
3 e 4 Febbraio,
Hallo! I’m Jacket| Il gioco del nulla
Con Federico Dimitri, Francesco
Manenti
Ass. artistica Stefano Cenci, Giorgio Rossi
Regia Elisa Canessa
Disegno luci Marco Oliani
Selezione Visionari Kilowatt Festival 2017
produzione Compagnia Dimitri/Canessa | Associazione Sosta Palmizi con il
sostegno di Armunia
Hallo! I’m Jacket! è uno spettacolo fortemente ironico. È
il riflesso ridicolo e dissacrante di un sentire che trae invece origine da
riflessioni ben più amare, che riguardano in generale il cosiddetto “mondo
contemporaneo”, con la sua rapidità da fast food mediatico, cultura usa e getta
e ansia performativa.
Immersi fino al collo in una realtà che sembra dare
sempre più credito a ciò che semplicemente è di tendenza, ci “facciamo beffa” di
questo nostro mondo contemporaneo, costantemente assillato dall’idea di essere:
produttivo! seduttivo! interessante! alternativo! figo! indipendentemente da
quali siano i contenuti e i saperi. L’amarezza lascia però spazio totale alla
buffoneria, alla presa in giro, all’ironia surreale. In questo mondo così
caricaturizzato, qual è il rapporto dell’artista con la creazione? Con lo stare
in scena? Con l’esibire se stesso su un palco vuoto? Cos’ha da dire questo
teatro contemporaneo? In Hallo! I’m jacket! tutto viene estremizzato: la
performance artistica è metaforicamente tradotta con la prestazione sportiva. Il
performer, un atleta che, sul palco, sventola con convinzione la bandiera bianca
della mancanza totale di contenuti. Sul volto, lo smagliante sorriso
dell’idiozia. Il teatro, è paradossalmente trasformato nello stadio che accoglie
all’attesissimo “campionato mondiale della performance”. I due performer, i due
buffoni, i due clown di questo spettacolo lottano, gareggiano, danzano, sudano…
per nulla! Solo per piacervi, per farvi divertire. La ridicola caricatura di un
mondo zoppo, ma che corre trafelato verso il successo. Un successo qualsiasi. Un
mondo paradossalmente svuotato di senso e di contenuto. Di amore e di poesia.
10 e 11 Febbraio,
"Ofelia in the dog days"
Di Emanuele Tirelli
Con Giulia Pizzimenti. Regia Alessandro Gallo
Disegno
luci Davide Pippo. Illustrazioni Giulia Pizzimenti. Video editing Salvatore
Lento e Davide Pippo. Foto Carmine Luino
Produzione e distribuzione Caracò
teatro
In collaborzione con La Corte Ospitale e Luce Narrante
Ofelia
soffre di anoressia e bulimia, ed è fidanzata con Amleto. La sua vita è
profondamente condizionata dai disturbi del comportamento alimentare e
l’occasione di una possibile promozione a lavoro, per la quale si è impegnata a
lungo, fa emergere più forte che mai tutti i suoi problemi. La storia parte
dalla figura scespiriana di Ofelia e guarda alle riscritture che ne hanno fatto
Jules Laforgue ed Heiner Muller perché la protagonista riprenda, recuperi,
ritrovi, si riappropri di sé stessa e scavalchi un ruolo secondario, smettendo
di guardarsi vivere.
Ofelia in the dog days prende solo spunto da questo
personaggio per concentrarsi sui Dca e attraversare uno degli argomenti più
importanti di questi ultimi vent’anni, diventato vera e propria emergenza
sociale con tre milioni e mezzo di malati in Italia, 8.500 nuovi casi all’anno e
3240 morti per anoressia nel solo 2016. Le prime manifestazioni dei disturbi
coincidono con la fascia d’età compresa tra i 15 e i 25 anni: l’Organizzazione
Mondiale della Sanità li ha considerati la seconda causa di morte per le
adolescenti dopo gli incidenti stradali. Eppure, le manifestazioni possono
essere successive e addirittura precedenti, tant’è che oggi il 20% dei casi
riguarda bambini dagli 8 ai 14 anni. La prevalenza è femminile, mentre i maschi
sono cresciuti fino al 10%.
Sono molte le leggende da sfatare su questo
argomento e bisogna sottolineare che, laddove non si arrivi alla morte, ci sono
gravissimi danni all’organismo e alle relazioni sociali. La storia di Ofelia in
the Dog Days vuole disegnare un quadro sincero, abbandonando la didascalia e
sottolineando una possibilità di guarigione, ma soprattutto di consapevolezza. E
guarda anche all’ironia, perché la vita non è fatta di definizioni nette,
neanche nella gioia e nella sofferenza, ma è una commistione incontrollata di
tutto
17 e
18 Febbraio, "In fondo agli occhi" di e con Gianfranco Berardi Gabriella
Casolari
Regia César Brie
Tecnico luci e audio Daniela Vespa
elementi
scenici Franco Casini Roberto Spinaci
collaborazione musicale Giancarlo
Pagliara
produzione Compagnia Berardi Casolari
24 e 25 Febbraio,
"Mari" di Tino Caspanello
Con Cinzia Muscolino, Tino Caspanello
Costumi
Cinzia Muscolino. Scena e Regia Tino Caspanello. Produzione Teatro Pubblico
Incanto
Premio speciale della Giuria – Premio Riccione 2003
Un uomo
e una donna, il mare; una lingua, quella siciliana, che non permette di
esprimere tutte le profondità di un sentire, una lingua fatta di necessità
quotidiane, che possiede solo il presente, dilatato nel testo sulla linea che
separa mare e terra, su questo limite mutevole che attrae l’uno e respinge
l’altra. “Mari” è quasi una partitura musicale nella struttura e nel suono delle
parole accompagnate dal lento ritmo di un calmo mare notturno. Quante volte in
riva al mare abbiamo parlato di Dio e del mondo, o del nostro pane quotidiano. E
accade che l’uomo e la donna si parlano, non lo fanno quasi mai, e si
sorprendono del loro parlare e anche del loro cantare insieme a quelle materie
che solo se le conosci bene ti aiutano ad amare, anche senza la necessità di
dirlo. E’ proprio per scoprire di quale materia siamo fatti che l’uomo invita la
compagna a toccare il mare, quell’acqua scura che fa orrore e affascina allo
stesso tempo, quell’elemento che ha permesso loro di parlarsi. E quando la
donna, arrivata là apparentemente per caso, comincia ad avvicinarsi all’uomo che
ama e che se ne sta solo a pensare sulla spiaggia, ecco che i due sciolgono
finalmente i nodi che nessuna lingua potrà mai sciogliere, in parole che nessun
suono potrà mai restituirci.
10 e
11 Marzo, "Urania d’agosto" di Lucia Calamaro
Con Maria Grazia Sughi,
Michela Atzeni
Spazio scenico,maschere, automi Tiziano Fario. Aiuto regia
Giusi Salidu. Regia, colonna sonora, luci Davide Iodice
Produzione Sardegna
Teatro
Una matura donna scocciata, seccata, asociale, accanita lettrice
notturna di Urania e fanatica della vita e opere degli astronauti, durante un
isolatissimo agosto in città, soffre di un’estrema crisi di alienazione e
comincia a confondere le cose. Poco a poco il suo spazio interiore fratturato
dall’insonnia trasformerà lo spazio esteriore in spazio siderale in cui gli
alieni strambotici delle sue letture possono apparire. Da questa stagione di
lotta interiore spesso priva di senno ragionato, uscirà profondamente
trasformata. Urania d’Agosto ha le qualità morali di un romanzo di formazione
accidentale sviluppato su una figura amara, indecisa su tutto, delusa a
prescindere, dove lo scandaglio dell’inazione e della crisi esistenziale, anche
se sostenuti dal fermento della fantasia, vengono sempre traditi dalla caduta
nel reale, che è più forte, più vasto, più tutto: “è l’impossibile, quello
vero”.
17 e 18 Marzo, "Dopo tutto questo silenzio"
Scritto e diretto da Michele Pagano (nostro
articolo)
Con: Michele Pagano e Maria Macri.
Elaborazioni musicali: Marco Moretti. Costumi: Pina Raucci. Produzione:
Officinateatro
A chi non è mai capitato di osservare gli occhi di un
passeggero in attesa e di immaginarne la collocazione, il motivo del viaggio o
la storia. Le stazioni ferroviarie sono spesso luoghi di incontro casuali;
alcuni passano inosservati, altri, invece, ci resteranno impressi per tutta la
vita. Lui è lì, seduto sulla panchina da ore. Lei anche. Ed è così che due
solitudini si ritrovano a trascorrere una serata diversa, fatta di riscoperta
del proprio io e di risate che non venivano da anni.
La metafora di una
stazione spenta come i sentimenti e le voci interiori che riescono ad esplodere
solo se si riesce ad uscire dalla routine, chiudere gli occhi e sognare.
24 e 25 Marzo, Romeo & Giulietta: l’amore fa schifo
ma la morte di più
Ispirato all’omonimo testo di W. Shakesperare. Di Beppe
Salmetti
Con Beppe Salmetti, Simone Tangolo. Musiche Simone Tangolo.
Produzione Melting
Un cabaret poetico? Un concept album degenerato? No, è
più semplice ancora. È un po’ di tempo trascorso con un amico. È probabile
che un’oretta e poco più sia insufficiente per rispondere alla spinosa domanda
che tutti, immancabilmente, ad un certo punto ci poniamo: Che cosa è l’amore?
Ma è abbastanza per ammettere che ne siamo tutti, in qualche maniera, vittime.
Non solo Romeo e Giulietta… anche Mercuzio, Tebaldo, Benvolio. E certamente
Paride.
Sul palco si racconta com’è diventato Romeo oggi e come risponde al
suo amore Giulietta, ma soprattutto grazie all’ausilio della musica si canta di
tanti altri personaggi lasciati in disparte, e sofferenti.
In scena troviamo
due attori, due amici, due persone innamorate, due amanti, che soffrono della
condizione disumana dell’amore non corrisposto e degli sbalzi d’umore che
l’amore causa. Che cercano di venirne a capo. Che cercano di capire cosa succeda
al loro corpo, alle loro menti, alla loro percezione del mondo quando l’amore
arriva. Che si attaccano a quel che possono per uscirne vivi, anche alla
letteratura. “Dal riso al piango” in una frazione di secondo come dice uno dei
personaggi. Dal caldo al freddo. Dalla quiete all’ansia. Dal me al te. Dall’io
al noi.
7 e 8 Aprile, Il
bambino dalle orecchie grandi
Con Anna Bellato, Leonardo Maddalena
Suono
Giuseppe D’Amato. Scene Salvo Ingala. Organizzazione Regina Piperno. Scritto e
Diretto Francesco Lagi
Produzione Teatrodilina
C’è una coppia, un uomo e
una donna che si sono appena conosciuti. Tutti e due hanno delle orecchie grandi
e questa cosa li ha fatti sentire da subito vicini, affini. Sono due persone che
si avviano a stare insieme tra note lievi e incerte, in bilico tra il loro
presente e il loro passato. Tra la sensazione di essere un amore tutto nuovo ma
anche, in qualche modo, già vissuto.
C’è lo stupore di avere a che fare con
una persona che la roulette degli incontri ti ha messo vicino e di non capire
bene chi sia, lo straniamento e la grazia di questa sensazione. La possibilità
di essere una coppia e la paura di scambiare il caso per il destino. C’è la
raccolta punti della marmellata e la sindrome di non mettere mai i tappi alle
cose. Ci sono alcune morti e la questione se i vegetariani possano mangiare il
pesce oppure no. C’è un’audioguida che descrive un quadro e il suono delle cose
che si rompono, che quando sono rotte non si aggiustano più. L’ipotesi,
improbabile ma possibile, di essersi già conosciuti prima, chissà quando in una
vita precedente.
E poi c’è il bambino, quello dalle orecchie grandi, che
dichiara la sua esistenza. Si manifesta così, con quelle orecchie grandissime,
molto più delle loro. E sembra dire che è lui il senso di quella storia, sembra
essere la sua sintesi, potrebbe esserne l’immagine. Quel bambino dalle orecchie
grandi che potrebbe rimanere un’ipotesi ma anche nascere e diventare realtà.
14 e 15 Aprile, Quasi Natale
Con Anna
Bellato, Francesco Colella, Silvia D’Amico, Leonardo Maddalena
Suono Giuseppe
D’Amato. Scene Salvo Ingala. Organizzazione Regina Piperno
Scritto e diretto
Francesco Lagi. Produzione Teatrodilina
Tre fratelli si ritrovano nella loro
casa di bambini perché la madre, ricoverata da alcuni giorni in ospedale, ha
espresso il desiderio di rivederli per dire loro una cosa. Nessuno dei tre sa
che cosa sia quella cosa ma ognuno trova il modo di arrivare in tempo per essere
lì e poterla ascoltare. Fuori nevica incessantemente, sono i giorni prima di
Natale, un’ attesa che li costringe a una vicinanza forzata. Sono tre fratelli
che le circostanze della vita hanno reso per molti aspetti distanti, estranei
l'uno agli altri. Sullo sfondo, la presenza silente della madre e la sua fine
discreta.
Oltre ai tre c’è anche un'altra persona, che si presenta come la
fidanzata del fratello minore e si ritrova, per caso, a vivere con loro quei
giorni così delicati. Crea degli smottamenti in quei loro equilibri già così
fragili. Nessuno la conosce ma ha per tutti un aspetto così familiare, sembra
venire direttamente da un passato che si stenta a mettere a fuoco. E in questi
pochi giorni, ognuno di loro si accorge di aver perso, durante gli anni della
sua vita, alcuni pezzi per strada, ognuno si rende conto di essere in ritardo
nel cammino di una possibile realizzazione di sé.
C’è un karaoke e una gara
di peperoncini. Un pesce nuovo per l’acquario e un anello di fidanzamento,
vecchi quaderni delle elementari da cui affiorano antichi pensieri di bambini e
una corsa notturna che dura una notte intera, senza pause fino al mattino. Un
fuoco da tenere acceso e un telecomando che non si trova più, un pesante tronco
da caricarsi sulle spalle e una canzoncina di Natale. Un telefono che squilla e
alcuni schiocchi di frusta che feriscono e, insieme, leniscono il dolore. Delle
polpette dimenticate nel congelatore e una vecchia storia di sciamani
pellerossa, una storia di un tempo lontano di quando il sole si era fermato e
non voleva saperne di sparire dal cielo. C’è anche una seduta spiritica per
verificare, in quella casa, la persistenza di certi spiriti che faticano ad
andare via.
Fra segreti non detti e liti sopite, accensioni di rabbia e
schiaffi liberatori, fa mostra di sé un’umanità piena e senza difese, che la
casa della loro infanzia e l'assenza della madre dispiegano in modo potente.
Sullo sfondo di questi giorni c’è anche un alberello di Natale che, con le sue
lucine colorate, illumina senza sosta in modo intermittente i personaggi.
Scandisce il loro buio e la loro luce, i loro slanci e le loro incertezze, il
loro battito del cuore.
28 e 29 Aprile,
Zigulì
Dall’omonimo libro di Massimiliano Verga per gentile concessione di
Arnoldo Mondadori Editore
Con Francesco Colella. Disegno suono Giuseppe
D’Amato, Linz. Scene Salvo Ingala
Aiuto regia Leonardo Maddalena.
Organizzazione Regina Piperno. Adattamento e Regia Francesco Lagi
Produzione
Teatrodilina
dal 25 al 27 Maggio, dal 1 al 3 giugno,
Progetto N.A.P.S. presenta "He" Liberamente ispirato alle opere di Ödön von
Horváth
Ideato e diretto da Michele Pagano, Elaborazioni sonore: Marco
Moretti, Consulenza scenografica: Giancarlo Covino, Realizzazione scene: Alpa
Costumi: Pina Raucci, Acconciature: Mario Mosca Parrucchieri, Assistente alla
Regia: Fabio Gentile, Aiuto Regia: Maria Macri
Con: Carmine Claudio Covino,
Valentina Masetto, Francesco Ruggiero, Sara Brancato, Pietro Mastandrea, Rita
Pinna, Francesca Natale, Daniela Bertè, Luigi Cinone, Patrizia Bertè, Tommaso
Servillo, Davide Guerriero, Pietro Delle Cave, Antonia Alberico, Nicola Commito,
Andrea Di Miele, Giuseppe Piroddi, Carmen Perrella, Claudia Casalino, Liliana
Bernardo, Maurizia Castagna
He: tradotto in inglese leggeremo lui.
Analizzando la tavola periodica, invece, correggeremo in Elio. Il più inerte tra
gli elementi ma che sotto l’influenza di scariche elettriche o di bombardamenti
esterni, può avere tantissime reazioni.
Basta una notte soltanto per
assistere al momento dello scoppio.
APPUNTAMENTI A #BARATTO:.COS’E’?
Negli ultimi anni, specialmente a seguito dell’avvento di Internet nella vita
quotidiana, si è riscoperto il piacere dello scambio. Tanti sono i mercatini
telematici che danno il via ad un incontro tra domanda e offerta, e sui generi
più disparati: i libri sicuramente un elemento molto in voga nel cosiddetto
“swap”. Non una semplice lotta al risparmio ma un modo per dare una nuova vita
ad oggetti che non vengono più utilizzati. La nostra idea, nata e sperimentata
negli anni passati, vuole dare la possibilità agli spettatori di fruire di una
performance artistica in modo diverso e originale. L’ingresso sarà a baratto,
ovvero, gli spettatori per poter assistere allo spettacolo dovranno barattarlo
con degli oggetti a loro scelta – che poi verranno utilizzati dal teatro o
devoluti a strutture che possano averne maggiore bisogno (es. libri alle
biblioteche presenti in zona).
Nessuna altra informazione per i nostri
“baratti”: Non vogliamo sapere cosa porterete, non vogliamo dirvi cosa vedrete!
Vi diamo solo appuntamento nelle nostre giornate, per trascorrere una serata
insolita sempre in un mondo di arte e di teatro!
21 Novembre,
ore 20:30 L’indizio della serata #1: Qual è l’ingrediente segreto?
6
Marzo 2018, ore 20:30 L’indizio della serata #3: Di chi è la firma?
17 Aprile, ore 20:30 L’indizio della serata #2: Ciò che scrivi
è ciò che sarà!
+ 2 INREPLICA:
18 e 19 Novembre, Sola – Naufragar m’è dolce in questo mar.
Liberamente ispirato alle donne e alle opere di A. Ruccello. Di e con
Michele Pagano. Produzione Officinateatro (San Leucio – CE)
La bellezza delle
donne è cosa indiscussa. Nelle loro mille sfaccettature e colori di rossetto.
Nei loro modi di fare e di nascondersi. Le donne di Napoli, poi, raccontate
dall’autore, hanno dei vezzi e delle caratteristiche che ogni attore vorrebbe
poter portare alla luce. Il racconto della deriva della società che gioca tra la
verità del dialetto e la parodia dell’italiano. Donne al limite della follia, ma
nel loro essere quotidiano. Il nostro è un esperimento che vuole vederle sul
palcoscenico tutte, con le loro differenze e la loro unica ma enorme analogia:
la solitudine. Una solitudine sviscerata ed inquieta. Anna, Clotilde, Ida,
Jennifer e tutte le altre donne, parlano al pubblico con i loro modi artefatti,
popolari, macchiettistici in uno spettacolo ironico, riflessivo, in omaggio al
grande autore che fu Ruccello.
16 e 17 Marzo, Dopo tutto questo silenzio. Di
Michele Pagano. Con Michele Pagano e Maria Macri
+ 3 Offlab a data da destinarsi:
- Da consumarci preferibilmente dopo
morti di Michele Pagano
- Nessun rimpianto per l’amore profano Liberamente
ispirato a Mani Sporche di J.P. Sartre
- Tutto tace al piano di sopra.
Liberamente ispirato a Animali Notturni di J. Mayorga
Per info e prenotazioni: Officinateatro, Viale degli Antichi Platani 10, San
Leucio (CE)
Tel: 0823363066 / 3491014251
Mail: info@officinateatro.com
www.officinateatro.com
Gli spettacoli si terranno il sabato alle ore 21:00 e
la domenica alle ore 19:00. Prenota inviando una mail ad info@officinateatro.com
o tramite telefonata/messaggio/whatsapp al 3491014251
Direzione Artistica
Michele Pagano
biglietto: 10€
Abbonamenti a 4 spettacoli: 30€, a 8: 60€, a 12: 90€.