Rassegna di teatro Le Parole Cantate
Capua (CE) – dal 4 Marzo al 5 Maggio 2017
Articolo e foto di Rosaria Migliaccio
Sarà la musica la “prima donna” nella rassegna di teatro Le Parole
Cantate del Teatro Ricciardi, nata in collaborazione con Architempo e Eventi
mediterranei, in scena da marzo a maggio prossimi.
Tre spettacoli che,
accompagnandoci alla primavera, faranno da preludio a Capua Il Luogo della
Lingua festival che, dal 2005 a giugno per via di quel famoso Placito del 960,
primo documento scritto in volgare, trasforma la piccola ma importante città
campana, culla della lingua italiana, in palcoscenico privilegiato per la
letteratura, la musica, il cinema e il teatro.
(www.illuogodellalinguafestival.com)
Costo del biglietto: 15 EURO
Programma
Sabato 4 marzo, ore 21, Nunzia Schiano in
"Femmene"
con Myriam Lattanzio, voce, e Edo Puccini, chitarra, Vittorio
Cataldi, fisarmonica
Femmene è uno spettacolo teatrale molto suggestivo la
cui regia è di Niko Mucci ed è magistralmente interpretato da Nunzia Schiano la
cui recitazione è alternata dalla voce incantevole e seducente voce di Myriam
Lattanzio, autrice anche dei testi dei racconti tratti da “Nostra signora dei
friarielli” di Anna Mazza. Un atto unico improntato sui vari ritratti femminili
che mettono in risalto ciò che si cela nel mondo spesso misterioso delle donne,
creature fragili ma che al momento opportuno sanno essere estremamente forti,
racconti interpretati da Nunzia Schiano, con naturalezza e genuinità quasi
fosse lei la reale protagonista. Si narrano esperienze della vita quotidiana,
come la donna in attesa del mezzo pubblico che la porterà a lavoro anche se la
sua fatica si era precedentemente svolta a casa nell’aver accudito tutta la
notte i suoi figli. Si descrive la terribile esperienza della violenza fisica,
esperienza che uccide l’anima, una tragica cicatrice sulle donne che pur essendo
vittime si sentono “colpevoli” e come tali, spesso etichettate e marchiate. C’è
la calorosa interpretazione di una madre nel suo focolaio casalingo alle prese
con i “friarielli” che devono essere sempre pronti per soddisfare il palato dei
cari, i quali a turno le daranno notizie per lei shock, notizie che la sua
mentalità non approva ma che nonostante ciò si ritroverà a dover accettare e
difendere come fanno la maggior parte delle mamme.
Uno spettacolo
coinvolgente, che fa riflettere, che manda un messaggio chiaro e forte:
le femmene non devono aspettare di ricevere la mimosa per essere gratificate.
Le femmene sono un universo tutto da scoprire, hanno delle risorse
inimmaginabili e sono creature da rispettare. Allegria e divertimento sono
assicurati ma si vivranno in egual maniera tratti intrisi di una realtà amara,
talvolta tristemente nota ma che rimane indifferente. La recitazione, l’arte
di Nunzia Schiano e la voce armoniosa e possente di Myriam Lattanzio creano un
connubio di passione ed ardore. Entusiasmo, enfasi ed intensità che
coinvolgeranno emotivamente il pubblico. Uno spettacolo teatrale – musicale che
ha di sottofondo anche le note della chitarra di Edo Puccini e la
fisarmonica Vittorio Cataldi. Sabato 1 aprile, ore 21,
Antonella Morea in "Io la canto cosi’ – Omaggio a Gabriella Ferri"
con Franco
Ponzo, chitarra, Vittorio Cataldi, fisarmonica e violino
Nel suo romanzo
Opinioni di un clown Heinrich Böll scrive: “Sono un clown e faccio collezione di
attimi”. Questa frase si accende tutte le volte che penso a Gabriella Ferri,
artista inimitabile e quasi impossibile da raccontare. Se chiedi agli amici di
Gabriella Ferri, a chi l’ha conosciuta e a chi ha lavorato con lei un aggettivo
per raccontarla ti rispondono: “Uno solo? S’incazzerebbe!”.
Dicono di lei:
Era un pagliaccio straordinario, un pagliaccio di razza…Veramente l’amica
ideale, ti dava tutto… Dove cantava, ecco, lì era il centro del mondo… La
disperazione degli autori… Un po’ un pazzariello… Uno sguardo dolce e disperato
che non si può sfuggire… Era la maschera con cui lei nascondeva tutto, tutto
quel macello … Molto sensibile, molto ansiosa… Molto severa con se stessa…
Impegnativa… Ogni sua frase era un urlo lanciato al mondo… Donna bellissima che
non aveva paura di imbruttirsi… Eccentrica… Feroce… Anticonformista… Libera…
Rivoluzionaria… Troppo in tutto… Una grande madre, una grande moglie, una grande
amante…
Fabio Cocifoglia
“Un giorno passeggiavo per le strade di Roma –
racconta Antonella Morea – entro in un negozio e vedo lei, Gabriella Ferri, il
mio mito da ragazzina. Piena di bracciali, collane, anelli, tutta colorata… come
sempre. Ma quasi non la riconoscevo. Sembrava non riuscisse nemmeno a parlare.
Com’è possibile? Stavo quasi per andarle incontro, come ad una persona di
famiglia, come ad una sorella più grande che non vedi da tanto tempo. E mentre
sto per andare mi vedo riflessa in uno specchio del negozio. Ora siamo in tre.
La mente è volata a quando mi vestivo tale e quale a lei, capelli rigorosamente
biondi con la frangia, trucco da trincea, sacchi di trucco, il rimmel sugli
occhi due linee di filo spinato, il fondotinta un campo minato. E voglio vedere
quando mi espugnano, sono come Gabriella Ferri, io!, così dicevo. E così mi
chiamavano per gioco gli amici la Gabriella Ferri napoletana. Erano per me,
quelli, anni duri, di trasformazione, di battaglia. E lì mi sono resa conto che
per Gabriella Ferri la battaglia non era ancora finita. Manteneva la posizione
eroicamente. Confusa, forse, ma sempre in piedi”.
Venerdì 5 maggio,
ore 21, Lalla Esposito e Massimo Masiello in "Sfogliatelle e altre storie
d’amore"
concerto-spettacolo con Antonio Ottaviano, pianoforte e
arrangiamenti, Gianluigi Pennino, sax e clarinetto, Saverio Giugliano,
contrabbasso.
Donne, uomini, storie strane d'amore... Attraverso le canzoni
degli anni '30 di una Napoli stranamente non melodica e romantica ma che dà voce
a figure di donne che si oppongono a figure maschili che le vogliono muse e
sirene e uomini che subiscono l'inizio di una emancipazione femminile, i due
performer attori-cantanti percorrono in chiave brillante un repertorio musicale
napoletano di forte impatto ironico. Lalla Esposito e Massimo Masiello
raccontano testimonianze scritte e cantano una Napoli di inizio secolo
stranamente lontana dai sentimenti romantici dell'epoca.
Teatro
Ricciardi - Largo Porta Napoli, Capua (CE) - Tel. +39 0823 969574