Teatro Lendi: programma 2016/17
Caserta – 11 marzo 2016
Comunicato stampa
dal 23 al 25 Novembre, Lina Sastri in "Mi chiamo Lina
Sastri"
Regia:
Lina Sastri
direzione musicale e arrangiamenti Maurizio
Pica con Filippo D'Allio, chitarra / Gennaro Desiderio, violino / Salvatore
Minale, percussioni Gianni Minale, fiati / Pino Tafuto, piano / Antonello
Buonocore, contrabbasso produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro
spettacolo in musica e parole in sette quadri
Spesso ancora adesso,
soprattutto al sud, soprattutto nella mia terra, mi chiedevano come mi chiamo,…
e un tempo mi arrabbiavo, mi dispiacevo…. Poi ho capito che il cognome, che è di
antica origine indo-spagnola (in spagnolo Sastri significa sarti… e in India
Shastra è l’unione armonica fra corpo e spirito ed è un cognome molto diffuso
non è in verità un cognome italiano insomma in italiano non significa niente e
quindi spesso, di me ti ricordi la voce, il volto, ma non sempre il nome. E
allora ecco: mi chiamo Lina Sastri, il titolo di questo recital, con il quale
dopo una intensa stagione di prosa torno, con molta felicità alla musica. In
scena con me 5 musicisti valentissimi, di formazione acustica , che da sempre mi
accompagnano nel mio viaggio musicale. La musica è quella della mia terra,
Napoli, vecchia e nuova, così come la canto io, a volte semplicemente con uno
strumento, a volte con una festa di suoni, seguendo l’essenza interpretativa che
mi suggeriscono il testo e le note , e lo spazio del tempo e del luogo dove la
eseguo , e soprattutto il corpo…. Che sente più della ragione! E , con la
musica, la parola, che sempre musica è, come mi hanno insegnato i miei grandi
maestri. Parole di brani, o stralci, di testi teatrali rappresentati, racconti
di vita e di incontri ordinari e straordinari della mia vita artistica… poesia
.. Che molto amo, citazioni da poeti che mi sono cari o dalla mia stessa
scrittura… Il tutto intrecciato alla musica, in un abbraccio d’amore sincero,
semplice. Il Racconto musicale disordinato, sul filo delle emozioni, della
bellezza dell’arte, che in Napoli trova ispirazione e compimento.
dal 7 al 9 dicembre, Giacomo Rizzo in "E’ successo a teatro"
Regia: Gennaro
Silvetro
Attori / Cast : Ciro Esposito - Rosario Minervini - Daniela Ioia
Napoli 1929 In un piccolo teatro di provincia vive don Ciccio Scarone ,
cavaliere appartenuto ad una famiglia nobile decaduta, unico proprietario del
Giusto 99; un teatro anch’esso decaduto, anzi…decadente! Con la minaccia
pendente di interdizione mossa dai suoi parenti, i quali vorrebbero trasformare
il teatro in un’ attività COMMERCIALE, soluzione che porterebbe chiaramente
maggiori vantaggi economici per le casse di famiglia, Scarone ha un’unica
possibilità, quella di portare al Giusto 99 uno spettacolo di successo. Per
realizzare ciò si affiderà ad un organizzatore, tale Gennaro Iovine il quale
tutto è fuorché un impresario teatrale. Le promesse dell’impresario sono
certamente allettanti: nomi di grido e cast stellare, composto da: Nereo Rardi
ex divo del cinema muto col vizietto della cocaina. Bufalina Relli ,regina della
sceneggiata abituata ad alzare un po’ troppo il gomito. Viola Crisantemi,
caratterista, rumorista e depressa. Paolo Casteoni filodrammatico raccomandato
dal potere clericale. Diana Dei (Fabiana Sera) detta “Putipù”, una peripatetica
di Germania, raccomandata dal Podestà di Casalnuovo. Questo improbabile gruppo,
sarà diretto dal regista nonché autore nonché primo attore Saverio Savio Pier
Savelli . A questo punto non ci resta che scoprire cosa, in quel non proprio
lontano 1929…è successo a teatro!
dal 26 al 28 dicembre, Serena Autieri in
"La Sciantosa"
Regia: Gino Landi
Attori / Cast : Serena Autieri
Serena Autieri continua il suo applauditissimo viaggio all’ interno dell’
inestimabile patrimonio musicale napoletano con il suo accattivante One-Woman
Show “La Sciantosa – Ho scelto un nome eccentrico”. Uno spettacolo moderno trova
il suo fondamento nella tradizione e rende protagonista la canzone napoletana,
attraverso il talento, l’energia e la bellezza di Serena Autieri la quale guarda
al futuro con rinnovata passio e coinvolge anche le nuove generazioni. “Ho
voluto rileggere in chiave nuova ed attuale il cafe chantant – racconta Serena –
con un lavoro di ricerca e rivalutazione nel repertorio dei primi del ‘900, da
brani più conosciuti e coinvolgenti, quali ‘A tazz’ e cafè’ e ‘Come facette
mammeta’ sino a perle nascoste come ‘Serenata napulitana’ e ‘Chiove’, oggi
ascoltabili solo con il grammofono a tromba. Tra una rima recitata e una lacrima
intendo riportare al pubblico quelle radici poetiche e melodiche ottocentesche
della mia città”.
dal 11 al 13 Gennaio, Benedetto
Casillo in "Caviale e Lenticchie"
Regia: B.Casillo
Attori / Cast : B.Casillo
A metà
degli anni ’50 Scarnicci e Tarabusi, celebri autori di rivista, lasciarono per
un poco musiche e lustrini, per firmare una commedia d’intreccio, leggera e
brillante, ” Caviale e lenticchie” portata al successo anche tele visivo da Nino
Taranto, e rappresentata spesso anche all’estero. Nonostante gli autori non
fossero napoletani, il testo, per lo spunto fantasioso della trama, ispirata
all’arte di arrangiarsi, si presta benissimo allo spirito comico partenopeo. Ora
lo porta in scena Benedetto Casillo, beniamino del pubblico napoletano, che ne
cura una rispet tosa rilettura e la regia. Il protagonista è Ferdinando Cafiero,
che si atteggia a filosofo e artista. Non ha voglia di lavorare e, per tirare a
campare, fa l’ospite abusivo in feste e festini della buona società. Può fare
così incetta di cibi e bevande che poi rivende a ristoranti e trattorie.
Particolarmente pittoreschi i componenti della famiglia del nostro Ferdinando e
del vicinato. C’è la sua donna Nannina nell’esasperata attesa di essere sposata.
Ci sono i figli. C’è una zia zitella che vive da gran diva il suo lavoro di
addetta alle pulizie di un teatro. Ci sono sfaccendati, garzoni, mariuoli,
invasati giovanotti emuli di Elvis Presley. In questo colorito quadro si innesta
una situazione da miseria e nobiltà. L’ineffabile don Ferdinando, spacciandosi
per autorevole commendatore, porta in casa un manipolo di aristocratici,
chiamati a beneficare la ( sua ) famiglia bisognosa. Una sceneggiata
irresistibile. Ma la faccenda si complica, per un perfido tutore che vuole
sbarazzarsi del suo nobile rampollo, la messinscena di un delitto, un cadavere
che appare e scompare, nella sarabanda di un farsesco thriller notturno. Poi il
lieto fine.
dal 18 al 20 Gennaio, Sal Da Vinci in "Un
Italiano di Napoli"
Regia: Alessandro Siani
Attori / Cast : Sal Da Vinci
Un antico
proverbio osserva che “per quanto un albero possa diventare alto, le sue foglie,
cadendo, torneranno sempre alle radici”. L’ultimo album in uscita a fine ottobre
2016 di Sal Da Vinci esplorerà i temi più cari all’artista ma da un punto di
vista nuovo: infatti l’album vede la partecipazione di grandi autori della
canzone italiana. “UnItalianodiNapoli” è anche il nome di questo nuova commedia
musicale di Sal Da Vinci: una riflessione sulla nostra identità di napoletani,
di italiani, di cittadini della Repubblica dei Sentimenti. Che poi in fondo, nei
sentimenti la sua canzone ha sempre abitato, proprio lì, tra passione e
sentimento. Affiancato da una variegata compagnia fatta di attori, fantasisti,
acrobati, un trascinante corpo di ballo e un orchestra dal vivo composta da 6
elementi. Sal racconta la sua versione dei fatti: fra i brani dell’ultimo album
e immarcescibili pezzi della sua storica produzione musicale, senza tralasciare
sorprendenti incursioni nel repertorio vecchio e nuovo della musica italiana.
Ogni passaggio è lo spunto per una riflessione, un aneddoto, uno sketch. Ogni
canzone la tessera di un affascinante puzzle che diventa specchio della nostra
anima, i nostri pensieri, le nostre emozioni. Uno spettacolo che diverte grazie
ai guizzi comici di Davide Marotta e Lello Radice, che affascina, commuove e fa
riflettere. Un viaggio suggestivo e incantato che, grazie alla prodigiosa voce
di Sal Da Vinci fa vibrare, ancora una volta, le corde del cuore.
dal 8 al 10 febbraio, Simone
Schettino e Marino Bartoletti in "Lo scoprirete solo venendo"
Attori / Cast : S. Schettino e M. Bartoletti
Lo spettacolo
è un excursus narrativo degli ultimi 50 anni del nostro (ex??) Belpaese, dove i
due protagonisti si avvicenderanno, a volte anche interagendo fra loro
sfruttando le loro caratteristiche, l’uno di profondo conoscitore capace di
trattare, ancorché con leggerezza, i vari aspetti socio-culturali e di costume
in genere di quegli anni e l’altro di comico, capace di evidenziare con arguzia
e sfrontatezza certe contradizioni insite in fenomeni che quegli anni hanno
caratterizzato (contestazione, femminismo ecc.). La chiave di lettura dello
spettacolo sta nell’intento di infondere un po’ di ottimismo non solo grazie al
sorriso, ma dimostrando appunto che ogni epoca ha sempre avuto i suoi lati
positivi e negativi, come pure il malcontento, come se quest’ultimo fosse una
caratteristica dell’essere umano a prescindere dalla realtà in cui vive. In dei
conti è come se l’uomo non riuscisse a godere appieno della sua condizione di
vita qual’ essa sia, perché impaurito dal nuovo che avanza, dato che la vita
stessa mutando in continuazione fa sì che vengano a mancare quei punti fermi ai
quali le persone facevano riferimento e, se vogliamo, con i quali si erano
adagiate. Proprio per questo il presente spesso ci appare buio e di conseguenza
siamo portati ad immaginare un futuro catastrofico e senza speranza, allo stesso
modo in cui i nostri genitori, i nostri nonni ed i nostri avi immaginavano il
loro futuro. La vita non finisce, non si spegne ne è prossima la fine del mondo
come spesso si è paventato in ogni epoca, semplicemente tutto cambia nonostante
l’essere umano sia fondamentalmente conservatore. Moda, canzoni e gruppi
musicali, film, calcio e sport in generale, rapporti sociali e mondo politico
tra i principali temi trattati, il tutto supportato da contributi video, foto,
oggettistica ecc.ecc.
dal 15 al 17 Febbraio, Isa Danieli e
Lello Arena in "Sogno di una notte di mezza estate"
Regia: Carlo di Palma
Attori /
Cast : Isa Danieli e Lello Arena
di: R.Cappuccio liberamente ispirato
all'opera di W.Shakespeare
Nel perimetro simbolico della sala di un antico
palazzo napoletano, Titania e Oberon attivano una drammaturgia di capricci e
smanie riducendo le sorti degli uomini a fragili trame da vecchi teatri dei
burattini. I due, come schegge di dei precipitati in terra, continuamente
sospesi fra sonno e veglia, inscenano armonie, assecondano discordie, conducono,
con estro malaccorto, una regia dei sentimenti umani. Le loro parole/note
contrappuntano la polifonia dei surreali ospiti del palazzo (pupazzi, elf,
musicisti, attori), dettano sintonie tra lirismo e antiche tradizioni narrative,
reinventano fascinazioni favolistiche, si fanno poetiche o scurrili a richiamare
le alternanze emotive del mondo ispirativo shakespeariano. Tra fedeltà ed
irriverenza, la scrittura di Cappuccio riorchestra il “Sogno” per cercare
ulteriori rifrangenze all’incanto musicale della lingua shakespeariana. La regia
e la scena ne assecondano la lettura trasformandosi, per amplifcarne il suono,
in una sorta di grande, onirico e vagamente circense carillon.
dal 22
al 24 febbraio, Sergio Assisi in "L’ispettore Drake e il delitto
perfetto"
Regia:
S. Assisi
Attori / Cast : con F. Procopio
di: D. Tristam
Quando un
genio decide di commettere un delitto, il piano che mette in pratica per portare
a termine il suo progetto è a prova di errore. Ma è anche a prova di idiota?
L’Ispettore Drake e il suo fido aiutante Plod si ritrovano a dover affrontare la
più grande sfida delle loro carriere: risolvere un misterioso e intricato
delitto. E quando diciamo intricato, intendiamo proprio intricato, intricato
come… come una cosa molto intricata, per intenderci. Chi è il misterioso dottor
Short? E perché ha sposato un facocero? E’ stato lui ad uccidere la sua quarta
moglie o è stata la sua quarta moglie a uccidere lui? Ha veramente due figlie di
nome Sabrina o una delle due mente? Che ci fa il Papa nel bosco? Ma soprattutto,
perché c’è un lampione in salotto? Queste sono solo alcune delle tante domande a
cui l’ispettore dovrà dare una risposta. Personaggio surreale al servizio di un
thriller surreale, l’Ispettore Drake racchiude in sé tutti i luoghi comuni del
detective esasperati all’ennesima potenza, fino ad ottenere una miscela
esplosiva e irresistibilmente comica. La sua lampante incompetenza, malcelata da
un atteggiamento serioso e goffamente beffardo, è resa ancora più esilarante
dall’accoppiata con il sergente Plod, il peggior assistente che un detective
possa desiderare di avere al suo fianco quando si sta indagando su un omicidio!
In questa fortunata commedia inglese si alternano continue e inaspettate gag e
innumerevoli colpi di scena, trascinando lo spettatore in un universo goliardico
dove tutto, ma proprio tutto può accadere, e dove ciò che è incredibile diventa
magicamente plausibile.
dal 1 al 3 Marzo, Biagio Izzo in
"Bello di papà"
Regia: Vincenzo Salemme
Attori / Cast : Con Biagio Izzo, Mario Porfito,
Domenico Aria, Adele Pandolfi, Yuliya Mayarchuck, Rosa Miranda, Arduino
Speranza, Luana Pantaleo, Musiche Antonio Boccia, Costumi Francesca Romana
Scudiero Scene Alessandro Chiti disegno luci Luigi Ascione
di: Vincenzo
Salemme
Bello di papà” è una commedia del 2006. Credo che l’idea mi sia
venuta quando in tutto il mondo occidentale arrivavano i primi segnali della
crisi economica che ancora oggi fatichiamo a superare. Dico forse perché col
senno di poi mi sembra che Antonio Mecca, il dentista protagonista della
commedia, possa rappresentare, ovviamente in versione decisamente comica, il
travaglio sociale, economico, psicologico di una gran parte della cosidetta
generazione dei cinquantenni, che dall’inizio di questo millennio viene messa in
discussione ogni volta che la politica si deve occupare delle programmazioni
finanziarie. Antonio Mecca è il classico uomo che ha raggiunto una posizione
sociale, ma che allo stesso tempo la sente, questa posizione, vacillare sotto i
colpi del cosidetto “Nuovo che avanza”. E il “nuovo che avanza” per quella
generazione cui facevo riferimento poco più sopra, sono appunto i giovani che
vogliono prendere i posti di comando. Antonio ha paura di ogni novità, è un vero
conservatore, conservatore di danaro, ma soprattutto conservatore di affetti.
Profondamente sarebbe un buono, ma costantemente ha paura di essere fregato, è
forse per questo che non si è mai sposato, è forse per questo che adesso sta con
una bellissima ragazza ucraina, che gli piace da morire, ma che allo stesso
tempo teme come un ingombrante invasore, invasore della casa e soprattutto del
conto corrente perché Marina, l’ucraina, vorrebbe costruire una famiglia con
Antonio, Marina vorrebbe soprattutto (questa la cosa più terrificante e
spaventevole per il nostro dentista) dei figli. Antonio teme i figli più di ogni
altra cosa perché i bambini sono di un egoismo assoluto e lui, egoista per
paura, questo proprio non può accettarlo. E’ così che nasce l’idea di questa
commedia, da questo paradosso: un uomo che non vuole avere figli costretto a
ricevere in casa un suo coetaneo che ha bisogno di ritornare ad essere un
figlio. Nel paradosso di questo scontro generazionale tra due uomini della
stessa età forse si nasconde quello che io credo sia un finto problema. Penso
che l’età ci distingua gli uni dagli altri, ma altrettanto fermamente credo che
dal punto di vista sociale l’età sia soltanto una convenzione. Credo che
dividere i cittadini tra giovani ed anziani sia un vecchio modo di intendere la
politica. Penso che esistano piuttosto le persone e che ogni persona abbia il
diritto e il dovere di salvaguardare il proprio benessere sociale e spirituale.
dal 14 al 16 Marzo, in anterpima nazionale Carlo Buccirosso in
"Il pomo della discordia"
Regia: C. Buccirosso
Attori / Cast :
C. Buccirosso
di: C. Buccirosso
Doveva essere un giorno felice, si
celebravano le nozze della dea del mare con un uomo bellissimo, e tutti gli dei
erano venuti a festeggiare gli sposi, portando loro dei doni!…
La sala
del banchetto splendeva di mille luci e sulla tavola brillavano carafe e coppe
preziose, colme di nettare ed ambrosia, e tutti gli invitati erano felici e
contenti… solo Eris, dea della discordia, non era stata invitata, ma nel bel
mezzo del banchetto, arrivò, lanciò una mela d’oro sul tavolo imbandito e scappò
via, creando dissapori e contrasti tra i tutti i presenti.
Tutto ciò, in
breve, appartiene alla classica mitologia greca, ma proviamo a trasferirla ai
giorni d’oggi, in una normale famiglia benestante, dove l’atmosfera e l’euforia
di una festa di compleanno organizzata a sorpresa per Achille, primogenito dei
coniugi Tramontano, potrebbe essere turbata non da una mela, non da un frutto,
bensì da un pomo, un pomo d’Adamo, o meglio, il pomo di Achille, il festeggiato,
ritenuto un po’ troppo sporgente…
E se aggiungiamo che Achille, vivendo
un rapporto molto difcile con suo padre Nicola, è continuamente difeso a spada
tratta da sua madre, la epica Angela, non essendosi ancora dichiarato gay, e non
avendo mai presentato Cristian, il proprio fidanzato, che da anni bazzica in casa
spacciandosi per il compagno di sua sorella Francesca… se aggiungiamo poi che
alla festa sarà presente anche Sara, prima ed unica famma al femminile della sua
tormentata adolescenza, Manuel estroso trasformista, Marianna garbata psicologa
di famiglia, ed Oscar un bizzarro vicino di casa che non ha mai tenuto nascoste
le proprie simpatie nei confronti di Achille… beh, allora possiamo realmente
comprendere come a volte la realtà, possa di gran lunga superare le fantasie,
anche quelle più remote della antica mitologia… Omero mi perdoni!
dal 29 al 31 marzo, Federico Salvatore e Peppe Lanzetta in
"Pascià"
Regia: Gaetano
Liguori
Attori / Cast : con Federico Salvatore, Caterina De Santis e
Davide Ferri musiche di Peppe Lanzetta
di: con G.Liguori E. Guadagno e F.
Minervini
Un opera in prosa e musica di Peppe Lanzetta scritto con Gaetano
Liguori, Edoardo Guadagno e Rosario Minervini da un progetto di Gaetano Liguori.
A Napoli lavora uno dei personaggi più particolari della letteratura: Peppe
Lanzetta è autore e attore, e lotta per la sua città con una capacità letteraria
fuori dal comune e con una interpretativa che ne fanno un vero, attualissimo,
prezioso testimone. Questo figlio del Bronx, come ama definirsi, racconta come è
approdato a scrivere ed interpretare “PASCIÀ”: nel dicembre del 1996 incontrai
Luca De Filippo che mi disse: Papà non basta più per raccontare questa città. Io
ho scelto te! Il testo che piaceva a Luca era “Lo scasso” tratto da “Una vita
posdatata”, mio libro d’esordio del ’91. Avrei dovuto farne una riduzione
teatrale. Ma erano altri anni, c’erano troppi grilli per la testa, forse non ero
neppure consapevole dell’investitura fattami da De Filippo o, forse spaventato,
rinunciai. Pascià è lo sguardo puntato su una città ferita, devastata dalla
crisi, guardata attraverso gli occhi dei giovani, delle loro intemperanze, le
loro inquietudini, il loro malessere. I giovani inquadrati nell’ambito
familiare, in un suk di emozioni, aneddoti, mala politica, eventi, scaramanzie,
sogni di super vincite, incontri con la piccola malavita, il desiderio di un
futuro, un futuro migliore che però i giovani credono non passi attraverso
l’onestà, descrivendo il vivere civile delle due famiglie, Guarracino e
Sabatino, protagonisti piccolo piccolo borghesi che cercano di ostentare una
appena decente parvenza di dignità. In una delle due famiglie c’è uno zio
anziano, Pasquale (al tempo degli americani chiamato Pascià) che ha partecipato
alle 4 giornate di Napoli e quel ricordo gli ha segnato la vita, l’anima e anche
la testa, dal momento che racconta a tutti le sue gesta e quelle dei suoi
compagni, creando spesso disattenzione e ilarità in chi lo sopporta. Ormai
Napoli è cambiata, a nessuno importa più delle 4 giornate, la città e il mondo
hanno altre amare giornate con cui fare i conti. E sarà proprio Pascià, con la
sua storia, che si intersecherà con le vicende di suo nipote Salvatore, a far
diventare epica la narrazione. E ritorna quindi Eduardo De Filippo, invocato ed
evocato nel finale allorquando, in seguito ad un fatto di sangue, si leva alto
il desiderio di non aspettare più che la nottata passi, ma di agire e prendere
un futuro onesto tra le mani, per potersi ridisegnare.
5 e 6 Aprile,
Nino D’Angelo in "Io, senza giacca e cravatta"
Attori / Cast : Nino
D'angelo
di: Nino D'Angelo
Una notte, preso dal sentimento del passato,
mi sono trovato nella strada del mio quartiere, San Pietro a Patierno.
L’appuntamento era con i ricordi ma ad aspettarmi trovai la delusione: La casa
dove mi vanto di essere nato non c’era più. Le crepe del tempo l’avevano
demolita con tutte le immagini dei miei affetti speciali e per un attimo
demolirono anche me . Da tutto questo nasce la voglia e l’idea di creare “IO
SENZA GIACCA E CRAVATTA” il mio un nuovo spettacolo di musica e teatro. La mia
voce fuori campo e il concerto nel vico accompagneranno l’infanzia e l’amicizia
eterna. Il canto accorato che arrivava dalle botteghe degli “scarpari” sarà il
principio della mia passione, la musica.
Fuori abbonamento
14 Febbraio,
Gigi Finizio in concerto
6 maggio, ore 20, Ottavio Buonomo
in scena con “Tutto per te”, un evento che festeggia i suoi primi cento titoli
teatrali, cento spettacoli in cui ha spaziato dalla commedia classica napoletana
di Scarpetta ai grandi autori, dalla commedia musicale con Enrico Montesano al
monologo e ad autori che hanno scritto opere appositamente per lui come la
recente “8 X 1 = Un Ottavio” di Pasquale Forni, in cui Ottavio è stato
affiancato da Alvaro Vitali, il “Pierino” storico del cinema italiano.
“Tutto
per te” non sarà però solo un evento teatrale ma anche un programma televisivo.
Sarà trasmesso in diretta sull'emittente “Chiocciola Tv” (Canale 884) ed in
contemporanea anche su Facebook e su You Tube. Nello spettacolo Ottavio sarà
accompagnato da tantissimi artisti tra attori, cantanti, ballerini e,
addirittura, due orchestre, o meglio dalla “Sui Generis Orchestra Attrè” diretta
da Stefano Marrazzo e la Mozzillo's Band.
In due ore e mezza di spettacolo
ci sarà tanta musica, omaggi a Totò, alla canzone napoletana, a Cochi e Renato,
a George Gershwin, alla macchiette di Cioffi e Pisano, alla televisione di
Ottavio (soprattutto ai personaggi lanciati in trasmissioni come “Club
Melannù”). E naturalmente ci saranno i brani più apprezzati di Buonomo come
“Core malato” che sarà interpretato in francese dalla cantante Lina Senese o “Ma
che pallida”, “Sei poesia per me”, “Sono semplici parole” e “A finale sì 'na
vrenzola”, apprezzata soprattutto dai giovanissimi.
La canzoni più belle di
Ottavio sono state raccolte nell'album “Tanto meglio”, pubblicato nel marzo di
quest'anno. Le coreografie sono di Anna Auriemma che porterà sul palco i
ballerini del Centro Internazionale Danza.
La scenografia sarà divisa in tre
parti, al centro di tutto c'è la musica. L'evento è stato curato da Andrea Di
Nardo, storico collaboratore di Buonomo che infatti spiega “Per i cento
spettacoli di Ottavio si doveva fare una cosa bella, importante. Abbiamo deciso
di mettere in scena alcune delle punte più alte e più divertenti della sua
carriera e la sarata sarà un susseguirsi di monologhi, poesie, canzoni,
macchiette”. Durante la serata saranno trasmessi anche dei video inediti.
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81030
Sant’Arpino (CE)