Gianfelice Imparato (foto Masiar Pasquali)

Signori in carrozza ph Oreste Lanzetta

Il divorzio dei compromessi sposi

Toni Servillo ph Marco Caselli

La lupa

Peppino di Capri

Nello Mascia, Gloriana (ph Pino Miraglia)

Serena Autieri

Signori…le pate’ de la maison

  

Teatro Ricciardi: stagione 2015/16

Capua (CE) – dal 12 Novembre 2015 al 14 Aprile 2016

Comunicato stampa

Al Teatro Ricciardi, Largo Porta Nuova, Capua
Programma:
Giovedì 12 novembre, ore 21, Leo Gullotta in “Spirito allegro” di Noel Coward
Regia di Fabio Grossi.
L’irresistibile commedia del commediografo inglese Noel Coward debuttò a Londra nel 1941, in piena Seconda Guerra Mondiale, dove rimase in scena per ben 1997 repliche. La versione cinematografica del 1945 con la regia di David Lean si aggiudicò l’Oscar per gli effetti speciali. Recentemente è stata messa in scena a Broadway con Rupert Everett e Angela Lansbury.
Il protagonista Charles Condomine (Considine nella traduzione italiana), famoso scrittore inglese, per documentarsi sul genere spiritico/mistico decide di fare una seduta spiritica in compagnia di Ruth, la sua seconda moglie, e una coppia di amici.
La seduta è gestita dalla maldestra e buffa Madame Arcati. La medium evoca lo spiritello di una dispettosa bambina. Lo spirito evocato ne evoca a sua volta un altro, quello di Elvira, prima moglie dello scrittore. Si innescano così equivoci e battibecchi fra le due “mogli”, e una serie di misteriosi accadimenti, che a 75 anni di distanza catturano ancora lo spettatore per la comicità e l’attualità del testo.
Giovedì 26 novembre, ore 21, La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo presenta “Non ti pago” di Eduardo De Filippo
Regia di Luca De Filippo con (in ordine di apparizione): Carolina Rosi, Viola Forestiero, Nicola Di Pinto, Federica Altamura, Andrea Cioffi, Gianfelice Imparato, Massimo De Matteo, Carmen Annibale, Paola Fulciniti, Gianni Cannavacciuolo, Giovanni Allocca
Continuando il lavoro di approfondimento sulla drammaturgia di Eduardo, a partire da ottobre 2015, la Compagnia di Teatro di Luca De Filippo propone Non ti pago, commedia tra le più brillanti del repertorio eduardiano che lo stesso grande drammaturgo napoletano ha definito “una commedia molto comica che secondo me è la più tragica che io abbia mai scritto”.
Con Non ti pago la Compagnia di Teatro di Luca De Filippo porta avanti un percorso specificatamente tematico, preceduto nella stagione 2013/2014 dall’allestimento di Sogno di una notte di mezza sbronza, che ne costituisce il prologo naturale.
La commedia parla di sogni, vincite al lotto, superstizioni e credenze popolari di un’umanità dolente e sfaccendata, che nella cruda realtà quotidiana, fatta di paure, angosce e miseria, non rinuncia però alla speranza, all’illusione, all’ingenua attesa di un colpo di fortuna che determini un futuro migliore.
Breve sinossi
Il protagonista Ferdinando Quagliuolo, è personaggio ambiguo e surreale, che vive tra sogno e realtà. Gestore di un botteghino del lotto a Napoli è un accanito giocatore eccezionalmente sfortunato. Al contrario un suo impiegato Mario Bertolini, suo futuro genero, interpretando i sogni, colleziona vincite su vincite e addirittura un giorno gli capita di vincere una ricca quaterna di quattro milioni delle vecchie lire datagli in sogno proprio dal defunto padre del suo datore di lavoro.
Accecato da una feroce invidia Don Ferdinando si rifiuta di pagargli la vincita e rivendica il diritto di incassare la somma per se. Egli sostiene che lo spirito di suo padre avrebbe commesso un involontario scambio di persona recandosi per errore nella vecchia abitazione della famiglia Quagliuolo dove ora risiede il giovane Bertolini.
La commedia si sviluppa intorno ai vari tentativi di Ferdinando di appropriarsi del biglietto vincente con esasperate contese, dispute surreali e grottesche maledizioni.
Martedì 8 dicembre, ore 21, Giovanni Esposito, Ernesto Lama, Paolo Sassanelli in “Signori in carrozza” di Andrej Longo
con Giovanni Esposito, Ernesto Lama, Paolo Sassanelli, Gaia Bassi, Marit Nissen, Ivano Schiavi, Sergio Del Prete
piano Salvatore Cardone, violino Ruben Chaviano, chitarra Luca Giacomelli, percussioni Emanuele Pellegrini, chitarra e banjo Luca Pirozzi, contrabbasso Raffaele Toninelli
elaborazioni musicali Musica da Ripostiglio – Salvatore Cardone
scene Luigi Ferrigno, costumi Moris Verdiani, coreografie Carlotta Bruni
regia Paolo Sassanelli
Un’occasione straordinaria! Siamo nel dopoguerra, tra la fine degli anni ’40 e gli inizi degli anni ’50.
Un gruppo di attori meridionali viene a conoscenza che stanno decidendo di ripristinare la linea ferroviaria denominata La Valigia delle Indie (India Mail) attiva tra il 1870 e il 1914; questo treno, postale-merci-passeggeri, partiva dalla Gran Bretagna e attraverso Francia e Italia, giungeva a Brindisi dopo 42 h e 30’. I passeggeri lasciavano il treno e si imbarcavano sul Piroscafo Postale Inglese, diretto a Porto Said e, dopo 17 giorni di viaggio, approdavano a Bombay. La notizia pervenuta al gruppo di artisti è che su questo treno e sul piroscafo, i passeggeri sarebbero stati allietati da uno spettacolo di varietà; quindi, si recano a Brindisi, dove sapevano di trovare ospitalità in un teatro semidistrutto dalla guerra. Giunti sul posto tentano di sistemarsi alla meglio in palcoscenico in modo da poter provare il piccolo spettacolo che avrebbero sottoposto alla compagnia ferroviaria.
Grande sorpresa! Incontrano in palcoscenico quattro musicisti ed una famosa cantante-attrice che, avendo appreso la stessa notizia, erano giunti lì con lo stesso scopo. Iniziano le rivalità: ciascun gruppo è intenzionato a sfoggiare il suo repertorio provando pezzi famosi di artisti di varietà, macchiette, canzoni, ecc… con l’intento di affermare la superiorità degli uni sugli altri. La convivenza forzata fa nascere dei sentimenti e dei legami importanti e, alla fine, tutti comprendono che le differenze sono talmente poche e tali da poter preparare e proporre un unico spettacolo. A tirare le fila delle loro azioni, sarà uno strano personaggio che vive e ama quel teatro.
Parte importante dello spettacolo è la musica dal vivo eseguita dal gruppo Musica da Ripostiglio con l’apporto di un pianista e di un violinista.
La Valigia delle Indie
Per raggiungere le sue colonie indiane via mare, la Gran Bretagna doveva far percorrere alle proprie navi il periplo dell’Africa doppiando il Capo di Buona Speranza con un viaggio che durava cento giorni. Questo collegamento, noto come la Valigia delle Indie, era in origine principalmente un servizio postale. Nel 1829 le cose cambiarono allorché Thomas Waghorn, un ex ufficiale della Royal Navy, propose di passare attraverso l’Egitto ed il Mar Rosso; in tal modo per raggiungere Bombay il viaggio si sarebbe ridotto a 60 giorni.
Poiché il Canale di Suez sarà aperto solo nel 1869, questo nuovo percorso prevedeva che le navi provenienti dall’India giungessero a Suez dove merci e passeggeri trasbordavano, quindi pervenivano ad Alessandria d’Egitto a dorso di cammello, attraverso il deserto. Qui i piroscafi della Peninsular and Oriental (P&O) salpavano dirigendosi verso lo stretto di Gibilterra e, attraversatolo, costeggiando la penisola iberica fino allo stretto della Manica, raggiungevano Dover e si era finalmente in patria.
Dal 1839 avvenne un'ulteriore modifica del percorso: il collegamento navale fu limitato da Alessandria al porto di Marsiglia e da qui, via terra, merci e passeggeri giungevano a Boulogne. Non restava che traversare la Manica per essere in Gran Bretagna. Con lo sviluppo ed il progresso della rete ferroviaria francese, dopo lo scalo di Malta, i piroscafi della P&O provenienti da Alessandria d'Egitto terminavano il loro viaggio a Marsiglia; da qui si proseguiva in treno fino a Calais, passando per Lione e Parigi.
Dopo l’unità d’Italia, a seguito dei lavori di scavo del Canale di Suez iniziati nel 1859, il neonato governo propose alle autorità britanniche di utilizzare per la Valigia delle Indie il percorso italiano in alternativa a quello francese, pur sapendo che la rete ferroviaria e lo stato dei porti non permettevano un utilizzo immediato delle strutture. Tuttavia, proprio nel 1862, fu comunque attivato un primo collegamento marittimo tra Ancona ed Alessandria con scalo a Brindisi utilizzando quattro piroscafi della Società Italiana Adriatico-Orientale.
Nel 1869 la validità del percorso alternativo italiano, studiato con attenzione dagli Inglesi, mostrò i suoi vantaggi a seguito di una Valigia delle Indie supplementare che la P&O aveva messo in essere attraverso il territorio italiano, con imbarco nel porto di Brindisi ed arrivo ad Alessandria con l'impiego di una compagnia di navigazione italiana.
Fu il 25 ottobre del 1870 che la Valigia transitò ufficialmente per la prima volta attraverso la penisola con imbarco a Brindisi sul piroscafo Delta, il primo della P&O ad approdare in città. Tuttavia, anche se il Canale di Suez era stato inaugurato l’anno precedente, la Valigia faceva scalo ancora nel porto di Alessandria. Da qui, con il treno, i viaggiatori e le merci venivano trasportati sino a Suez per continuare il viaggio attraverso il Mar Rosso sino a raggiungere Bombay.
Questo treno di lusso, inaugurato venerdì 18 luglio 1890, fu denominato Peninsular Express e, partito da Calais, toccava Parigi, Digione, Torino, Piacenza, Bologna, Ancona, Foggia, Bari e infine Brindisi. In realtà la cosa era nata nel 1879 quando al centro del treno postale per l’India fu attaccato un vagone letto della CIWL limitatamente alla tratta Calais - Bologna. Nel 1886 il servizio fu esteso fino a Brindisi.
Tornando al Peninsular Express, esso si inseriva nel collegamento Londra - Bombay, viaggio che veniva effettuato per treno da Londra a Dover, per battello da qui a Calais, nuovamente per treno fino a Brindisi ed infine per nave, attraverso il Canale di Suez, fino a Bombay.
Il tragitto Londra - Brindisi, secondo le pubblicità dell’epoca, era coperto in appena 45 ore. Cosa strana è che il viaggio era programmato solo per l’andata in India. La partenza da Londra era settimanale, il venerdì, alle ore 15,15; alle 23 si era a Parigi per poi viaggiare l’intera notte, tutto il sabato, ancora una notte per giungere alle 16 della domenica a Brindisi. Dopo una sosta di sei ore ci si imbarcava per Bombay che veniva raggiunta dopo alcuni giorni di viaggio.
Nel 1897 la compagnia di navigazione P&O destinò al porto di Marsiglia i suoi grossi piroscafi, lasciando in esercizio a Brindisi solo Iris ed Osiris, due battelli più piccoli e più veloci diretti a Port Said. Nonostante il rinnovo delle convenzioni, lo scalo brindisino assumeva sempre meno importanza per la compagnia britannica, tanto che gli approdi furono ridotti da quindicinali a mensili.
Questa situazione di precarietà si protrasse fino al 1914, quando, allo scoppio della prima guerra mondiale, dopo circa 40 anni, la Valigia delle Indie fu soppressa definitivamente.
Mercoledì 13 gennaio, ore 21, Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro presenta Carlo Buccirosso in "Il divorzio dei compromessi sposi"
liberamente tratto dal romanzo di Alessandro Manzoni, scritto e diretto da Carlo Buccirosso
con Rosalia Porcaro e Gino Monteleone e Nunzia Schiano e Antonio Pennarella, Peppe Miale, Claudiafederica Petrella, Giordano Bassetti, Giuseppe Ansaldi; ensemble Alessandra Calamassi, Elvira Zingone, Alessia Cutigni, Alessia Di Maio, Sergio Cunto, Mauro De Palma, Matteo Tugnoli, Giancarlo Grosso.
Don Rodrigo, usuraio dell’entroterra campano, emigrato sulle rive del lago di Como, con i propri scagnozzi, per tentare di rivitalizzare la propria attività fnanziaria minata ormai dalla crisi crescente e dalla concorrenza di similari organizzazioni locali, si invaghisce di Lucia Mondella, futura sposa di Renzo Tramaglino, giovani di modeste famiglie contadine irrimediabilmente compromesse dai legami di usura intrapresi col suddetto Rodrigo, a tal proposito fermamente deciso a sperimentare, loro malgrado, il primo caso di “separazione prematrimoniale, non consensuale, a tasso di interesse fsso”!
La storia, pur mantenendo per sommi capi lo sviluppo del noto romanzo manzoniano, trova nei caratteri dei singoli personaggi, da Perpetua ad Agnese, da Don Rodrigo a don Abbondio, dai Bravi all’Innominato, l’originale chiave di lettura satiro-farsesca, e nel linguaggio musicale degli stessi, attraverso canoni famose riadattate e riambientate in atmosfere e melodie seicentesche, la classica struttura della tradizionale operetta musicale!
L’uso poi di svariati dialetti, dal toscano al bergamasco, dal calabrese al napoletano, dall’emiliano al siculo, e la vorticosa girandola di numerosi personaggi minori, interpretati dai componenti del corpo di ballo, attraverso canzoni e coreografe, completano la struttura di uno spettacolo che trova i suoi innegabili punti di forza nella tradizione teatrale e nel divertimento della più classica delle satire popolari!
Martedì 26 gennaio, ore 21, Toni Servillo in “Toni Servillo legge Napoli” da Di Giacomo, Russo, De Filippo; Moscato, Borrelli.
Regia di Toni Servillo
Lassammo fa’ Dio – Salvatore Di Giacomo
Vincenzo De Pretore – Eduardo de Filippo
A Madonna d’e’mandarine – Ferdinando Russo
E’ sfogliatelle – Ferdinando Russo
Fravecature – Raffaele Viviani
A sciaveca – Mimmo Borrelli
Litoranea – Enzo Moscato
‘O vecchio sott’o ponte – Maurizio De Giovanni
Sogno napoletano – Giuseppe Montesano
Napule – Mimmo Borrelli
Primitivamente – Raffaele Viviani
Cose sta lengua sperduta – Michele Sovente
‘ A Livella – Antonio De Curtis (Totò)
‘A casciaforte – Alfonso Mangione
Napoli, città dai mille volti e dalle mille contraddizioni nella quale da sempre convivono vitalità e disperazione, prende vita nella voce di Toni Servillo. Toni Servillo legge Napoli è un viaggio nelle parole di Napoli, da Salvatore Di Giacomo a Ferdinando Russo, daRaffaele Viviani a Eduardo De Filippo e Antonio De Curtis, fino alla voce contemporanea di Enzo Moscato, Mimmo Borrelli, Maurizio De Giovanni e Giuseppe Montesano.
Ne emerge una fuga dalle icone più obsolete della napoletanità, ma insieme un bisogno perentorio di non rinunciare ad una identità sedimentata da quattro secoli di letteratura.
Giovedì 4 febbraio, ore 21, Lina Sastri in “La Lupa” di Giovanni Verga
con Giuseppe Zeno e con Clelia Piscitello, Enzo Gambino, Eleonora Tiberia, Simone Vaio, Giorgio Musumeci, Valeria Panepinto, Giulia Fiume
arrangiamentimusicali Franco Battiato, musiche Massimiliano Pace, scene e costumi Françoise Raybaud
regia Guglielmo Ferro
Da un punto di vista drammaturgico la figura della Lupa, che era già una figura femminile di rottura nella produzione verghiana, risuona oggi di grande attualità come ogni personaggio archetipo della letteratura.
Gnà Pina ha un fascino e una forza che emergono con grande facilità dal testo, consentendo un lavoro di riscrittura stimolante e creativo.
È lei oggi, fuori dalla Sicilia di Verga, una figura distruggente, che non ha nessuna attenuante né psicologica né storico-­‐sociale.
La Lupa è radicalmente feroce. Il suo fascino è esercitato su tutti coloro che le stanno vicino senza pietà, come un maleficio che porta sofferenza, dipendenza e morte. Il linguaggio poetico, fatto di canto e giochi di parole, che Gnà Pina utilizza per sedurre Nanni o quello crudo, violento, subdolo per sottomettere la figlia hanno in questa versione il ritmo adamantino di un sortilegio verbale.
La prosa è volutamente contemporanea nella scelta del lessico pur rimanendo ancorata all’impianto linguistico verghiano. Solo grazie alla presenza di Lina Sastri, una delle poche attrici in grado di sostenere un ruolo così complesso, in cui l'interprete deve interrogare gli strati più profondi della sua anima, si è potuto realizzare il progetto "Lupa".
In quest’ottica drammaturgica la messinscena si gioca tutta su un’alternanza di luce e ombra, di sole e luna, che non è però dicotomia bene/male quanto piuttosto una scansione naturale della vita bestiale ruota intorno a La Lupa.
In Verga la lotta è sempre per la sopravvivenza. Tutti i personaggi sono buttati in mezzo a una terra desertificata a sbranarsi gli uni con gli altri, agiscono come gli animali per esigenze primarie: mangiare, dormire, riprodursi.
La Lupa impone le sue traiettorie, il suo territorio di caccia e condiziona gli spostamenti degli altri che ne subiscono la costante minaccia. Così ci sono due anelli concentrici: l’anello esterno quello della difesa dei ruoli, degli scontri feroci e anche il luogo della morte; e l’anello interno, il mondo notturno, la tana dove si allevano i cuccioli, si nascondono segreti e si consumano gli incesti.
Il buco nero del maleficio.
Mercoledì 24 febbraio, ore 21, Gloriana e Nello Mascia in “Filumena Marturano” di Eduardo De Filippo
con Gloriana (Filumena Marturano) e Nello Mascia (Domenico Soriano) e con ClorisBrosca (Rosaria Solimene) e Giancarlo Cosentino (Alfredo Amoroso) e Ferdinando Maddaloni (Avvocato Nocella), Francesca Golia (Diana), Antonio D’Avino (Michele), Antonio Filogamo (Umberto), Gianluca d’Agostino (Riccardo), Rossella Amato (Lucia, cameriera), Valentina Elia (Teresina, sarta), Sergio Caporaso (facchino)
musiche James Senese, scenografia Raffaele Di Florio
costumi Luca Sallustio, disegno luci Lucio Sabatino
aiuto regia Ferdinando Maddaloni
regia Nello Mascia
Filumena Marturano è tra i lavori di Eduardo più conosciuti e apprezzati. E’ stato proprio l’erede del grande maestro, Luca De Filippo, a concedere i diritti di rappresentazione all’attrice Gloriana in scena insieme a Nello Mascia, che ha accettato il doppio ruolo di protagonista maschile (Domenico Soriano) e di regista.
Il 1946 fu un anno fondamentale della Storia d'Italia. Proprio in quell'anno l’Assemblea Costituente dibatteva il tema del diritto-dovere di riconoscimento dei figli illegittimi.
Eduardo scrisse Filumena in pochi giorni, in un impeto creativo folgorante, che lo teneva sveglio anche di notte. L’opera è costruita all’interno di un quadro socio-culturale molto ben definito.
La contrapposizione di due mondi: la Napoli dei “bassi” trasudanti miseria e dignità e la città “bene”, spensierata e inconsapevole che sfrutta ed umilia lo stuolo dei concittadini poveri. Due culture che non hanno possibilità di incontrarsi. Commedia sociale, la definì a giusta ragione Eduardo, ma anche commedia di sentimenti.
L’istinto materno è infatti la sola molla che fa ribellare Filumena dopo anni di silenziosa sottomissione, inducendola all’inganno che è la sola via per assicurare un cognome ai tre figli generati di nascosto da tutti.
Nel teatro eduardiano Filumena è l’unica protagonista femminile. Ed è lei la vessillifera di valori che i maschi sembrano aver dimenticato. Il coraggio, la dignità, il desiderio di riscatto. Medea al rovescio, non sacrifica i suoi figli, ma lotta per assicurare loro stabilità, rispetto un posto non subalterno nella società.
Commedia rivoluzionaria. Filumena non può niente se usa i mezzi della cultura borghese. La legge non è mai stata dalla parte della povera gente, ma potrà avere tutto, usando la forza dei sentimenti. Farà leva sul tema della paternità, e, solo in quel punto, Domenico Soriano cederà. Filumena ha ottenuto quello che desiderava. Ora, finalmente, potrà piangere.
Mercoledì 9 marzo, ore 21, Serena Autieri in “La sciantosa (ho scelto un nome eccentrico)” di Vincenzo Incenzo
Regia Gino Landi, in scena Alessandro Urso, con il Quintetto Eccentrico Italiano
lighting design Valerio Tiberi
costumi Monica Celeste
Sull’ onda dello straordinario successo con cui è stata accolta da critica epubblico nelle prime tappe italiane, Serena Autieri parte in tour con il suo OneWoman Show “La Sciantosa - ho scelto un nome eccentrico”, spettacolo scrittoda Vincenzo Incenzo e diretto da Gino Landi.
“Ho voluto rileggere in chiave nuova ed attuale il caffe chantant – raccontaSerena - con un lavoro di ricerca e rivalutazione nel repertorio dei primidel ‘900, da brani più conosciuti e coinvolgenti, quali ‘A tazz’ e cafèe Comefacettemammetasino a perle nascoste come Serenata napulitana e Chiove,oggi ascoltabili solo con il grammofono a tromba.
Tra una rima recitata e una lacrima intendo riportare al pubblico quelleradici poetiche e melodiche ottocentesche e quei profumi arabi, saraceni eamericani che Napoli ha ruminato e restituito al mondo nella suainconfondibile cifra.
Ho voluto fortemente mantenere il clima provocatorio e sensuale diquei Caffè, e ricreare in teatro quel rapporto senza rete con il pubblico,improvvisando, battibeccando, fino a coinvolgerlo spudoratamente nella‘mossa’, asso nella manica di tutte le sciantose”.
Nasce così ogni sera uno spettacolo nuovo e allo stesso tempo eterno. Infondo, dai tabarin ai talent show nulla è cambiato; la storia de “La Sciantosa”è una storia che non finirà mai.
Giovedì 17 marzo, ore 21, Camelia White presenta Sabrina Ferilli, Maurizio Micheli, Pino Quartullo in "Signori…le paté de la maison!"
(Le Prenom di Matthieu DeLaporte - Alexandre De La Patellière) adattamento di Carlo Buccirosso e Sabrina Ferilli
conmMassimiliano Giovanetti, Claudiafederica, Petrella, Liliana Oricchio Vallasciani, regia Maurizio Micheli
scenografia Gilda Cerullo, costumi Andreas Mercante
Una cena in famiglia con il marito, l’amico del cuore e I cognati nel calore delle mura domestiche, il profumo del cibo che con amorosa pazienza la padrona di casa prepara fin dal primo mattino aiutata dalla madre esperta e pignola, l’annuncio di un imminente lieto evento e il nome da scegliere per il nascituro, la voglia e il piacere di stare insieme, di dirsi tante cose non dette e forse tenute dentro per anni, cosa c’è di più bello?
Il migliore dei ristorante non potrebbe mai regalare la stessa atmosfera, ma si sa, nella famiglia si nasconde tutto il bene e tutto il male possibile come del resto nella società degli uomini.
Le sorprese non mancano e uno scherzo innocente e goliardico può rivelare realtà inaspettate ed imbarazzanti e allora anche la più gustosa delle pietanze come il patè che da il nome al titolo può cambiare sapore e diventare un vero pasticcio, anzi un “pasticciaccio”, la padrona di casa pentirsi di aver passato tante ore ai fornelli e magari dare sfogo a rabbie e frustrazioni per troppi anni represse, ma ormai tutto è pronto, ci si può, anzi ci si deve mettere a tavola.
Una commedia brillante, a tratti grottesca dai risvolti Amari che porta i protagonisti alla consapevolezza che, finite la cena, niente sarà più come prima.
Insomma un “gruppo di famiglia in un interno”, anzi l’interno di un gruppo di famiglia.
Signori e signori .. lo spettacolo è servito!
Giovedì 14 aprile, ore 21, Commedia Futura presenta Eduardo Tartaglia e Veronica Mazza in "La paura che ti fai. Sveglia e vinci!"
due strane storie vesuviane scritte e dirette da Eduardo Tartaglia, con Massimo De Matteo
E' uno spettacolo, del quale lo stesso Tartaglia è autore, regista ed interprete principale assieme a Veronica Mazza e Massimo De Matteo. Lo spettacolo si compone di due atti unici, “La paura che ti fai” e “Sveglia e Vinci!”, che coniugano momenti di estremo divertimento ad attimi di autentica commozione, nel solco della più nobile tradizione drammaturgica napoletana.
L'originalità delle tematiche rappresentate, la modernità del linguaggio, il ritmo incalzante della narrazione, la linearità dell'impianto scenico, la freschezza dei protagonisti, sono i fattori che hanno decretato la particolare fortuna di questo testo, da cui è stato tratto il primo dei tre film di Tartaglia, “Il mare, non c'è paragone”, prodotto e distribuito dalla Medusa Film nel 2001 e registrato lo scorso anno da Rai 3 nella prestigiosa rassegna “Palco e Retropalco” diretta da Maurizio Costanzo.
I due atti unici in argomento, le due strane storie vesuviane, rappresentano nel disegno dell'autore due momenti distinti, ma non separati, di un'unica riflessione: segmenti e tappe di un percorso unitario.
L'ambientazione vesuviana che li accomuna, più che di un occasionale coincidenza geografica, è il filo conduttore, sentimentale ed emotivo di tutto lo spettacolo; il motivo che salda, in maniera ora dichiarata addirittura, forse, inconsapevole, personaggi, vicende e destini diversi.
Ne “La Paura che ti fai”, un professore ed un bidello intrappolati nello scantinato di una scuola forse in seguito all’eruzione del Vesuvio. Di personalità e temperamento diversissimi, attraverso divertimenti e divertentissime incomprensioni, piccole ripicche, accenni di litigi poi sempre sopiti, giungeranno a cercare e a trovare quelle affinità, quelle parentele morali che neanche sospettavano di avere e che consentiranno loro di affrontare “insieme”, ciò che è… di là da venire.
Non si richiede nessuna impegnata lettura “in contro luce”, per cogliere nel finale un semplice messaggio, se non di fratellanza, certo di solidarietà. Che poi tale messaggio venga da un fantomatico paese tra il mare ed il Vesuvio è di sicuro un segnale molto forte.
Ma è un segnale al quale, evidentemente, non si è saputo e non si è voluto rinunciare.
In “Sveglia e vinci”, una esilarante giostra colorata di personaggi “improbabili” (eppure ahinoi quanto vicini alla realtà…), ruota attorno ad una “Orwelliana” lotteria, in cui si vince “…solo se il malato esce dal coma proprio in quei dieci minuti del collegamento in diretta via satellite per tutta Europa…”
Commozione e speranza, ma anche cupidigia e meschinità, affollano il capezzale di un’inconsapevole vittima predestinata, che non vuole, però, arrendersi ad un ruolo di “non protagonista”.

Gli abbonamenti:
La vendita rivolta ai soli abbonati alla scorsa stagione avrà inizio lunedì 13 luglio e si concluderà domenica 26 luglio.
La vendita per i nuovi abbonati, invece, avrà inizio martedì 28 luglio e si concluderà domenica 9 agosto. Fino a questa data sarà disponibile solo il pacchetto completo composto da 10 spettacoli.
Dopo la pausa estiva la vendita riprenderà da mercoledì 2 settembre e proseguirà fino ad inizio rassegna.
Info: 0823.9638.74 – info@teatroricciardi.it

Fuori abbonamento:

28 Novembre, Sal Da Vinci in concerto "Se amore è … Revolution”
Scritto da Sal Da Vinci insieme a Gino Landi e Paolo Caiazzo
Sal Da Vinci duetterà e accompagnerà al pianoforte suo figlio Francesco. Un esordio che ripercorre le tappe artistiche e di vita di Sal che, alla stessa età del figlio Francesco, salì per la prima volta sul palco accompagnato dal genitore Mario.
Due ore di musica, di sketch affidati all'attore Lello Radice, e di narrazioni a cura di Pasquale Panella, per uno spettacolo che ha conquistato le platee dei maggiori teatri del mondo.
In scaletta, accanto a successi come “Vera” e “Non riesco a farti innamorare” (con cui ha rispettivamente vinto il Festival Italiano di Canale 5 ed è arrivato terzo a Sanremo 2009), anche brani che l'artista napoletano non proponeva da tempo, nonché quella “Tu stella mia” che ha fatto da colonna sonora al film di Alessandro Siani “Si accettano miracoli”.
Saranno inoltre proposti brani della tradizione napoletana e momenti dedicati ai più grandi autori italiani come Carosone, Modugno, Battisti, De André e Pino Daniele.
Partito con un'anteprima ad Atlantic City negli Stati Uniti e una tappa a Parigi (Teatro Alhambra), lo show è approdato in Italia, toccando le maggiori città quali Roma (Teatro Eliseo) e Napoli (Teatro Augusteo). Tutte le canzoni sono nate sull'onda della sincerità tipica di Sal, quella sincerità figlia della strada che risuona con tanta passione nella sua anima e nella sua voce. Attraverso lo spettacolo Sal vuole dare voce a una grande speranza: avvicinare la gente in un momento in cui tutto sembra volerla dividere.
Costo del biglietto: €.35 in platea, €.30 in galleria.
Domenica 14 febbraio, ore 19, Le canzoni d’amore di Peppino Di Capri
Sarà quindi un San Valentino speciale al Teatro Ricciardi con un Peppino di Capri in eccellente forma ed una scaletta di canzoni evergreen da dedicare agli innamorati.
Costo del biglietto: platea €. 35,00; galleria €. 30.00

I biglietti sono disponibili al botteghino e sul sito www.teatroricciardi.it

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