Piccolo Teatro CTS: 16ma stagione teatrale "A casa di Angelo e Paola"
Caserta - dal 31 Ottobre 2015
Comunicato stampa
31 Ottobre e 1 Novembre, Comp. Arcas Teatro in "Il Segno Di
Giotto" regia di Pippo Cangiano
con: Peppe De Vincentis e Riccardo Citro
Scene di Federica Del Gaudio, luci e sonorizzazioni Finixlupo, assistente alla
regia Viviana Cangiano, organizzazione Progetto Buone Idea.
La pièce narra
(così come riportato dalle note di regia) la storia di due “anime”, in qualche
modo legate da un filo conduttore calpestato e poi lentamente, quasi del tutto,
ricucito. Il segno di Giotto disegna un invisibile parallelo tra due volti:
Umberto, un giovane ventenne napoletano affetto da autismo, e Giotto, un
cinquantasettenne malvivente napoletano evaso dal carcere. Umberto è
improvvisamente coinvolto in un inspiegabile sequestro di persona, all’indomani
della morte della madre, ed è costretto ancora a reagire alla vita, cosa che fa
da sempre, per l’insperato incontro con questo uomo dal passato misterioso, che
cambierà per sempre la sua storia. Quello che accade di inatteso al giovane
Umberto è trovarsi completamente catapultato in una situazione complicata e a
tratti divertente, che segna la vita e che ne devia il percorso. Magari lo
migliora, ribaltando le regole, svoltando il modo vertiginoso e travolgente
verso l’inaspettato, verso l’immaginabile soluzione di riequilibrio. I volti, le
parole, i gesti e le emozioni, che naturalmente dalla storia emergono, sono un
boato, silenzioso e inatteso, che passo dopo passo mostra al pubblico l’animo,
nobile e corroso, di chi “subisce” la propria esistenza
Genere: Teatro di Prosa
sabato 7 novembre, ore 21, e domenica
8 novembre, ore 19, Lucia Cassini
in "Luci del Varietà"
Cabaret e canzoni umoristiche napoletane
Lucia Cassini, la più spiccata (forse anche l’unica?) solista del cabaret
napoletano, che festeggia i suoi quarant’anni dal debutto romano: era infatti il
1976 quando, in uno spettacolo di Marcello Casco, affrontò sulla piccola scena
del teatro Chanson, che da poco aveva inaugurato la propria attività) il
pubblico della capitale. Facendo qualche passo indietro, si scopre che in realtà
la prima volta che Lucia Cassini ha affrontato il pubblica era il 1960, bambina
prodigio, in spettacoli per bambini e ragazzi. Con il suo attuale spettacolo dal
titolo Lucì del Varietà, previsto per questo fine settimana intende proporre il
percorso che va dal Cafè Chantant alle macchiette di Pisano e Cioffi che ebbero
in Nino Taranto l’interprete principale. Ma soprattutto la trasformazione subita
nello specifico del linguaggio da cabaret, dove la macchietta si trasformava in
irridente satira politica e di costume. Lucia Cassini, in questo spettacolo, fa
ricorso alla parodia e propone squarci di un certo genere a cominciare proprio
dal cafè chantant fino al vero e proprio cabaret: la sciantosa millenium, di
pretese origini francesi, ma in realtà probabilmente venuta alla luce della
ribalta con ben modeste origini, ha l’occasione di ripercorrere, con qualche
ironico richiamo ai nostri giorni, un’epoca caratteristica dello spettacolo
all’ombra del vesuvio. La Cassini presenterà una certa dose di autoironia che da
sempre caratterizza il “Totò in gonnella” ruotando intorno a quel patrimonio di
doppi sensi che il teatro di varietà conserva. All’insegna di una comicità tutta
partenopea. La Cassini riesce a coinvolgere lo spettatore e a trascinarlo
nell’atmosfera allegra del varietà e del cabaret. Ricorda Lucia Cassini: “avevo
lasciato il gruppo dei Cabarinieri, la prima formazione di cabaret napoletano
anni settanta, con la quale avevo esordito, facendo poi, per diversi anni, delle
tournée in tutta Italia. Ma, prima come attrice- cantante e poi come showgirl,
avevo girato un po’ anche all’estero con diverse compagnie tra prosa, rivista e
avanspettacolo. Insomma la Cassini in questo spettacolo darà sfogo, ancora una
volta, a quella insopprimibile carica di simpatia che l’ha portata a condividere
successi in spettacoli con Carlo Dapporto, Enrico Beruschi, Pietro De Vico, Anna
Acampori, Giacomo Rizzo, Luciano Rossi, e Claudio Sanjust, al “Bagaglino” con
Oreste Lionello, Teo Teocoli, Gianfranco D’Angelo. Chiamata come caratterista in
film di Fellini, Steno, Pingitore. Almeno circa cinquanta partecipazioni a
programmi televisivi tra la Rai e tv locali. Poi ancora, ha al suo attivo
successi canori in “45 giri”, “Lp”, “musicassette” e infine con gli attuali
“Cd/Dvd” con molte delle sue interpretazioni. Attualmente la Cassini è impegnata
alla fiction televisiva” Ischia Forever”. Insomma la Cassini, un’artista a 360°
gradi e sciantosa doc, in questo spettacolo tirerà fuori dal suo cilindro
magico, tutto il successo ottenuto, da bambina prodigio ai successi con
Dapporto, “bagaglino, ecc. allietando cosi le due serate casertane, con un clima
di puro e sereno divertimento...quasi in un contesto familiare, considerato che
il tutto si svolgerà proprio “a casa di Angelo e Paola”.
14 e 15 Novembre,
proiezione del film “Strade le Scelte Della Vita” prodotto dallo stesso Centro
Teatro Studio e girato in pellicola nel 1994 a Caserta e dintorni con la regia
di Angelo Antonucci.
I protagonisti di questo film sono Angelo Bove, Paola
Fulciniti, Antonio Iavazzo e Gianluca Maccauro, oltre alla partecipazione di
tantissime comparse e gruppi musicali casertani costituiti da Gennaro Vitrone,
Emilio Di Donato, Agostino Santoro ecc. Pertanto la compartecipazione a questo
film e costituita dal 90% da persone e location “made” in Caserta. I
protagonisti della storia sono 4 giovani tra i 25 e i 30 anni: Gianmarco,
Sabrina, Sandro, Niko, e provengono tutti dal sud Italia. Hanno frequentato, non
senza sacrifici, l’Accademia d’Arte Drammatica sperando in un futuro fatto di
gloria e successo. Un sogno in comune che non impedisce loro, però, di prendere
strade diverse. E così mentre Gianmarco continua a lavorare per piccole
compagnie teatrali, coltivando la sua passione per il teatro, Niko, preso dal
rapporto difficile con la madre, da tempo separata, trova rifugio nella sua
passione musicale con la tromba. Sabrina, nonostante il bambino di 5 anni, vede
in crisi il rapporto con suo marito e Sandro si sente schiacciato dalla
ripetitività della vita familiare. In questo contesto, il loro vecchio amico
Andrea, li invita tutti e 4 ad assistere al suo esordio a teatro, nell’Amleto di
Shakespeare, a Firenze. Il viaggio vissuto nel ricordo di Niko oltre che un
ritrovarsi, diviene un confronto continuo, una riflessione sulle scelte della
vita di ognuno di loro, ma anche un momento per evadere dalla monotonia della
loro esistenza. Dopo vari ostacoli, tra cui il ritorno a casa di Sabrina, i tre
ragazzi giungono finalmente da Andrea. Ma qui fanno una imprevedibile scoperta.
Ingresso euro 2,50.
21 e 22 Novembre, Stefano Ariota in
"Gala...Nteria"
con: Stefano Ariota e Luca Ciofaniello al piano
Spettacolo musicale definito teatro di canzone ironico/nostalgico. Uno
spettacolo questo, per ricordare i fasti della radio e della televisione
italiana. Tutti, chi più chi meno, a seconda della generazione d’appartenenza,
subiamo il fascino dei due mezzi dominanti – prima l’uno, poi anche l’altro –
l’umore della nostra nazione, e non solo, dagli anni venti del secolo scorso
fino all’alba di questo nuovo millennio; tutti viviamo nella suggestione del
ricordo di voci e volti caratterizzanti il magico e scintillante universo dello
spettacolo radiofonico e televisivo. Stefano Ariota, artista napoletano,
coadiuvato dal regista Fabio Brescia e accompagnato dal pianista Luca
Ciofaniello, alla luce di memorie proprie e sostenuto da una puntuale conoscenza
di questo ambito, traduce in linguaggio teatrale il racconto di un mondo il cui
strascico si trasforma via via sotto l’impero delle nuove tendenze ma la cui
potenza sopravvive grazie all’indiscutibile, intramontabile fascino dei suoi
insuperati codici di partenza. Un viaggio, una sfilata di personaggi, un vero e
proprio carosello incantato che erompe dalla scena come dal trombone di un
vecchio grammofono o dallo schermo adagiato alla mensola di un civettuolo
negozio di modernariato. Un’esperienza da vivere, da gustare come in un sogno o
come nel prezioso recupero delle atmosfere di un tempo oramai andato… e
riportato alla luce dal potente ritrovato emotivo della nostalgia.
E’
opportuno ricordare che Stefano Ariota, e un
attore-cantante che vanta esperienze lavorative con la compagnia Gli Ipocriti,
con la quale nel 2015 è stato in scena con Il Varietà dalla belle Epoche al
Varieté per la regia di E. Lama; Poi lo vediamo ancora nel 2014 nello
spettacolo: L’uomo la bestia e la virtù Di Luigi Pirandello. Nel 2009 Ariota ha
lavorato con il Teatro Stabile di Catania in “Ditegli sempre di si” di E. De
Filippo con la regia di G. Gleieses. In ogni modo ha partecipato ancora a tanti
altri spettacoli importanti che hanno portato la firma di registi come: V.
Magno, F. Però, R. Cappuccio, ecc.
Luca
Ciofaniello, Napoletano musicista, compositore, polistrumentista, classe
1966, provenendo da studi musicali improntati all'improvvisazione jazz ha avuto
molteplici partecipazioni per una esperienza trentennale che ha spaziato nella
musica leggera, nella musica popolare e nella musica per teatro. Da ricordare
nel 1994 musica di jazz di insieme a Maratea per le rassegne Marajazz. Nel 1997
musicista compositore del Cabaret delle Capefresche: Come é bello Andare al mare
sulle musiche di Armando Gill, La Lampada di Aladino testi e regia di Renato
Ribaud. Le rassegne musicali al Cineclub Petrarca su Raffaele Viviani,
Ferdinando Russo, Salvatore di Giacomo, regia di Bruno Maggiulli 1999. Suona
come fisarmonicista Nella Trop Blues Band, e poi tastierista con I Medium.
28 e 29 Novembre (il 29 doppio
spettacolo ore19 e ore 20,30), Lucianna De Falco in "Viva Maria"
testo e regia di Laura Jacobbi
Sul palco del Piccolo Cts ci sarà una
sorprendente Lucianna De Falco, attrice eclettica con eccellenti capacità
interpretative e con un bagaglio di straordinarie esperienze, che porterà in
scena “Viva Maria!”, scritto e diretto da Laura Jacobbi che ha debuttato lo
scorso settembre al Festival cittá spettacolo di Benevento 2015. Questo
spettacolo nasce per celebrare l’eccezionalità di Maria Senese del “Caffè
Internazionale“, tuttora noto a Forio come “Bar Maria” che di quel piccolo
locale fu regina incontrastata, appunto. Negli anni cinquanta il bar divenne un
vero e proprio cenacolo di artisti internazionali. Erano clienti abituali il
poeta Auden, Bargheer, Truman Capote e, occasionalmente potevi incontrare
Principi, Stelle del cinema oppure Moravia con Elsa Morante, Pasolini, Bolivar e
molti altri ancora. Di Maria si racconta che era una donna del popolo, schietta,
simpatica, sempre disponibile e con la battuta pronta. Nonostante avesse solo la
quarta elementare e non masticasse altra lingua che il suo dialetto era capace
di intrattenere conversazioni con persone d’ogni nazionalità, cultura e
lignaggio. Una donna decisamente fuori dal comune, dotata d’una sensibilità e di
uno spirito notevoli. Lo spettacolo nasce dopo una approfondita ricerca storica
e lunghe interviste a chi l'aveva conosciuta, ai testimoni del tempo che fu...Ma
far vivere Maria come un personaggio teatrale in carne ed ossa era e rimane
comunque una sfida; così larga parte del monologo che ho scritto per consegnarlo
all’interpretazione di Lucianna De Falco, pur nutrendosi delle storie
verificate, è sicuramente frutto della mia fantasia. Nella trasposizione scenica
Maria rivive alcuni dei momenti del suo quotidiano come se fosse sempre nel bar
che era la sua vita, mescolando il dialetto all’italiano ( per maggiore
comprensibilità del pubblico), saltando nel tempo, intrecciando anni, aneddoti,
volti, storie. Maria parla ai fantasmi d’un tempo che ormai s’è dissolto e non
tornerà più, rivelando di sé un volto inedito, seppur familiare, trascinando il
pubblico in una suggestione sospesa fra il divertimento e la nostalgia. Lucianna
de Falco è nata a Ischia e ha studiato in Italia e all'estero sotto la guida,
tra gli altri, di Mario Santella, Ernesto Calindri, Michele Monetta, Monika
Pagneux e Julie Stanzak. Comincia con il teatro di ricerca (tournè mondiale con
l’Atelier International de l’Acteur) e prosegue con quello musicale (“Novecento
Napoletano”, “Cafè Chantant”), il teatro di tradizione (“I dieci comandamenti”di
R. Viviani per la regia di M. Martone) e la nuova drammaturgia contemporanea
(“Mamma” di A.Ruccello, “Fedra” di S.Kane e “Il Contagio” di W. Siti).
Recentemente ha interpretato il ruolo di Rachele Mussolini nello spettacolo
'Quel 25 Luglio a Villa Torlonia' di P.Pingitore e il ruolo di Anna Magnani
nello spettacolo 'Omaggio ad Anna Magnani'Tra gli spettacoli che ha ideato e
interpretato ricordiamo “Lucì, voci e volti dal faro” storia della prima donna
guardiana del faro andato in scena nei fari italiani e “Leggere il cinema”,
reading di sceneggiature dei capolavori del cinema italiano. Lucianna de Falco è
nota al grande pubblico grazie ai ruoli interpretati in “Sei forte maestro”
(Maria, la cuoca) e “Un posto al sole” (Dolly Salvetti). Al cinema ha lavorato
con S. Loren, A. Quinn, M. Ferreri, F. Ozpetek, M.Ranieri, A.Negri, A.Benvenuti,
V.Salemme, Aldo Giovanni e Giacomo, C.Vanzina e Pupella Maggio. Con “La grande
menzogna”, nel ruolo di Anna Magnani, vince diversi premi alla migliore
interpretazione tra cui il premio internazionale “best acting” al festival
Sedici Corto. Nella stagione 2012\13 interpreta il ruolo di Flo' Manero nel
musical “La febbre del sabato sera” prodotto dalla Stage Entertainment andato in
scena al Teatro Nazionale di Milano. Sul web è Madame Rouge personaggio
burlesque che conduce un programma di cucina direttamente dalla sua vasca da
bagno ed è online sul sito www.donnamoderna.tv oppure www.madamerouge.it Nella
stagione 2014\15 è stata al fianco di Gigi Proietti nella fiction per Rai 1 “Una
pallottola nel cuore” regia L. Manfredi,cosi come nella prossima stagione 2016.
"The Dream "è il cortometraggio dedicato a Bulgari dove interpreta ancora Anna
Magnani diretta da P. Sorrentino. Al cinema la vedremo ne " Il professore
Cenerentolo" di Leonardo Pieraccioni in uscita a Natale. Attualmente é in tournè
con lo spettacolo "Viva Maria!"
5 e 6 Dicembre, 12
Dicembre, Comp. Il Basilisco in
"Aspettando G. G."
regia R. Copioso con Rosario Copioso, Dario
Pietrangioli, Michele Ventriglia
L’associazione teatrale che presenterà
questo spettacolo è quella della compagnia “Il Basilisco” diretta da Rosario
Copioso. In scena ci saranno, oltre che lo stesso Rosario Copioso, anche Dario
Pietrangioli, Michele Ventriglia e Carmen Fraschini. Queste le note di regia:
diciamoci la verità, che cosa c'è di più bello, dopo una brutta giornata, di
trascorrere la serata con gli amici di una vita davanti a una bottiglia di vino?
Ci si ritrova così al solito posto, con le solite persone, coi soliti discorsi:
le solite delusioni d'amore, la solita politica, le solite speranze. Insomma, la
più classica delle situazioni. Ma che succede quando quei discorsi li si
affronta usando le parole di Giorgio Gaber? Succede che tutto diviene insolito,
che la più banale riflessione sull'amore diviene poesia, che la più ritrita
“fanfaronaggine” sul comunismo diventa malinconia di un sogno... E può persino
succedere di pensare che, in fondo, non è giusto essere lasciati da una donna in
piena estate, non fosse altro che per il caldo così soffocante. Tutto questo
accade, mentre, dopo quasi un'ora di ritardo, i tre al tavolo ancora aspettano
G.G. aspettano l'amico di cui si sente così tanto la mancanza, quell'amico che a
suo dire non si sentiva italiano, ma che purtroppo o per fortuna lo era... Ecco
cos’è “Aspettando G.G.”, un modo sicuramente inedito e originale per ridere,
riflettere, ricordare e rivivere il pensiero di una delle personalità più
irriverenti e dissacranti del teatro italiano e la cui ironia può ancora oggi
rivelarsi un potente mezzo per comprendere meglio il nostro tempo, per
analizzare la nostra società smantellandone sovrastrutture e svelandone
ipocrisie e mediocrità. Del resto, anche in fondo al più cupo pessimismo, come
quello del Signor G, si agita, non ancora del tutto soffocato, un grido, un
bellissimo suono di speranza, che attende solo si essere ascoltato affinché il
sogno di riconquistare, un giorno, il nostro essere uomini e donne, la nostra
interezza, il nostro essere umani, non rattrappisca. La Compagnia teatrale "Il
Basilisco" nasce nel 2009 da un'idea di Rosario Luigi Copioso e Dario
Pietrangioli e che nel corso del 2014 si arricchisce con l'ingresso di Michele
Ventriglia che decide, insieme ai fondatori, di credere in questo progetto
artistico. La scelta del nome nasce dal fascino di questa figura mitologica, il
basilisco per l'appunto, ben nota agli antichi, tant'è che ne parlano anche
Plinio il Vecchio, Solino, Lucano e che si narra abbia le sembianze di una
creatura con le caratteristiche fisiche di un drago, un serpente (infatti era
anche conosciuto come Re dei serpenti) ed un tacchino, capace di trafiggere col
solo sguardo e corrompere l'aria intorno a sé rendendola putrescente. Alcune
storie lo descrivono come una creatura piccola, che non supera i venti
centimetri, altre come una immane e 13
Dicembre, Antonella Monetti è Dolores Melodia in "O’Purgatorio"
Una escursione nella canzone classica napoletana cantata e suonata alla
fisarmonica dalla Monetti. Queste le note dello spettacolo: “ Genny è certamente
salito in paradiso… perché il purgatorio lo ha fatto qua…” (padre Antonio,
parroco della Sanità 9 settembre 2015). In via Cristallini n. 46 vi è una targa
dedicata ad un poeta napoletano “…di lagrime e sorrisi del popolo e del cuore…”.
Si tratta di Raffaele Chiurazzi, 1875-1957, autore di poesie (e’ coscie
argiente), canzoni (vela surrentina) e sceneggiate (o Zappatore). Cantore
dell’antico quartiere e della sua gente, “l’usignolo dei Cristallini” (così lo
definì Marotta), assieme a Ferdinando Russo e Pasquale Ruocco, prese parte al
felice esperimento letterario, nato al termine di una scampagnata tra poeti, la
“divina Commedia in napoletano”, col poemetto dedicato a questa mistica terra di
mezzo, ambientandola ovviamente tra i vicoli del rione. La Sanità, questo
quartiere laborioso e rissoso, ancora sgargiante di colore antico… conserva
tenacemente le tradizioni e le superstizioni… la musa del Chiurazzi porta un
crespo di seta sulle spalle, un pettine di strassi nei capelli, danza al ritmo
di un pianino e cela nella calza la spadella di Genova. Nel nostro tempo, in
questo quartiere si è sparato e si spara, anime salgono in cielo come palloncini
bianchi, giovani corpi sotto terra. Voglio dedicare una serata alla lettura del
poemetto, percorrere strade quotidiane ma in un altro tempo, cercare (trovare)
dignità nelle storie dimenticate, nella memoria trascurata di se stessi,
ascoltare il canto delle lame di luce tra i vicoli, la musica delle terrazze
dove si canta, dove si è sempre cantato, perché stiamo provando a farci coraggio
tra noi e a sentirci tutt’un popolo, tutta una gente, anime della terra di
mezzo. Antonella Monetti dopo aver studiato musica al conservatorio, si dedica
al teatro e si diploma presso la Bottega teatrale diretta da Vittorio Gassman a
Firenze negli anni ottanta. Inizia a lavorare in teatro a Roma, nel Pulcinella
di Manlio Santanelli. Dopo questa esperienza entra nel mondo televisivo, per i
canali RAI, lavorando come conduttrice, attrice e autrice e per Videomusic come
VJ. Nell'estate 1992 partecipa alle 8 puntate di Avanspettacolo, varietà
condotto du Rai 3 dalla coppia comica Franco e Ciccio e da Brigitta Boccoli:
nella trasmissione si esibiva come "spogliarellista intelligente", ruolo in cui
effettuava ironici spogliarelli, partendo vestita di volta in volta come una
vigilessa, una cameriera, una segretaria, ecc. e spogliandosi mentre commentava
ad alta voce le varie professioni o le notizie di cronaca di quel periodo (erano
gli anni di Tangentopoli). Negli anni Blob, Schegge e gli altri programmi
televisivi composti da repliche di spezzoni di programmi Rai hanno più volte
riproposto queste esibizioni. Dopo l'esperienza televisiva è tornata al teatro e
dal 2001 ha realizzato diversi laboratori teatrali. Nel 2000, con la regista
Alessandra Cutolo ha fondato la compagnia teatrale "I liberanti" presso la casa
circondariale di Lauro, composta da detenuti ed ex detenuti, che mette in scena
spettacoli teatrali sia nelle carceri che nei teatri cittadini (quando i
permessi premio dei carcerati lo permettono). Nel 2014 si esibisce, con il nome
di Dolores Melodia, in canzoni del repertorio napoletano.
19 e 20 Dicembre, Daniela Cenciotti in “Cattiva”, regia di
Fabio Brescia.
Lo spettacolo è presentato dalla compagnia teatrale
Titaniateatro la cui direzione artistica è affidata a Carlo Croccolo. Queste le
note di regia: Donne di mezza età si raccontano. Ciascuna ha un punto su cui
riflettere, da cui partire per esprimere sentimenti e disagi. Nello studio di
uno psicoanalista, ciascuna si sofferma su un avvenimento importante della
propria vita, mostrando le ripercussioni psicologiche dei fatti. Ogni figura
rivive sulla scena le scelte, le imposizioni, gli incontri, i lutti, le gioie
passate come se avvenissero nel presente. Tante voci per un’attrice sola, un
monologo che avvicina i personaggi al cuore dello spettatore con tono ironico e
leggero, quasi fosse una sola protagonista che mostra i tanti lati della
personalità femminile. Temi che appartengono a tutte le donne, che con
leggerezza potranno trovare un po’ di sé. Ritorna il rapporto con la madre,
ormai anziana, figura fondamentale nella vita di ogni individuo. La frustrazione
della ‘regina della casa’. L’ambizione dell’intellettuale e la ‘necessità’ di
essere sempre belli. Le amicizie, gli amori, gli oggetti che rendono sicuro e
confortevole il proprio spazio vitale. Un percorso, insomma, nell’essere donna
ai giorni nostri, non scevro da pregiudizi e condizionamenti. Il titolo, più che
un giudizio dell'autrice, rappresenta piuttosto una visione ancora diffusa nella
nostra società. Una donna è cattiva se abbandona il lavoro. Se ‘taglia’ le
amiche. Se lascia il marito. Se ascolta se stessa. Se diventa consapevole. Il
finale sorprenderà lo spettatore al momento della riflessione finale. Cattiva è
una donna, o forse più donne, o tante donne in una. E' comunque il tentativo di
rappresentare un caleidoscopio di personalità, tutte con un minimo comune
denominatore, la cattiveria, appunto, non perché la bontà non sia più di moda,
ma perché la cattiveria senza dubbio è più scomoda, leggi più teatrale. Una
seduta psicoanalitica del personaggio che racconta, si racconta e non raccoglie
soluzioni ma una ri-soluzione, unica e definitiva. E chissà quanti/quante
leggeranno la propria storia in quelle raccontate, e dinanzi alla ri-soluzione
penseranno "Magari...".
26 e 27
Dicembre, Comp. Etiellezeta in "L’Amante" di Harold Pinter
Regia e
interpretazione: Eva Tomat e Lorenzo Zuffi
Questa la trama: l'apparente,
tranquilla e quasi frivola vita matrimoniale di una coppia borghese londinese si
rivelerà per niente convenzionale. Sara ha un amante. La viene a trovare ogni
volta che Richard, il marito, esce di casa per recarsi al lavoro nella City. E
Richard lo sa. Anche Richard ha un' amante. Ma che succederebbe se Sara, Richard
ed i loro rispettivi amanti si incontrassero? Un' apparente commedia si rivelerà
una trappola psicologica fine e sensuale, oppure un gioco per mantenere viva la
coppia. A voi la scelta
2 e 3
Gennaio, Comp. Archivio Futuro in "Come la Cenere"
regia P.
Carosella. Con Peppe Carosella e Aurelio De Matteis
Il testo è un vero tour
de force coi suoi continui cambiamenti di prospettiva sulla storia privata e
sulle relazioni che legano i due protagonisti il cui amore per la stessa donna,
che non compare mai in scena, si nutre di una spiritualità che fa di entrambi
due persone vere, concrete, con un vissuto complesso che va ben al di là di
quello che emerge sulla scena rimandando a “un altrove” che si trova nelle vite
vissute da entrambi fuori dalla scena, là dove la presenza-assenza della donna
funge da cartina al tornasole sulla capacità degli uomini, dei maschi, di amare.
Testo di rara intelligenza ma anche difficile da sostenere e interpretare con
credibilità richiede agli interpreti la generosità di andare in scena con dei
ruoli che chiedono di far emergere sentimenti che, per matrice culturale, gli
uomini sono abituati a tenere occulti, oltre a non far dimenticare lei, la
donna, non la relegandola mai a mero deux ex machina ma riconoscerle la funzione
di motore profondo tanto della pièce quanto delle esistenze dei due
protagonisti. Il testo ha moltissimo da dire a seconda dei punti di vista da cui
lo spettatore può osservare a cominciare da quello dei due stessi protagonisti
molto diversi tra loro e quasi complementari che rimangono maschilmente bloccati
in un solo aspetto del proprio carattere, che li cristallizza e li imprigiona,
mentre la donna, per quanto ci è dato saperne dal loro racconto, sa vivere il
cambiamento come cifra precipua dell'esistenza tanto che si può dire, solo
apparentemente per celia, che per fare una donna di uomini ce ne vogliono due.
L'amore si nutre del carattere e dei principi estetici e morali dei due uomini e
il testo diventa così strumento di riflessione sulla musica; sulla letteratura
ribadendo la natura doppia, carnale e spirituale, dell'amore, non più sublimato
da un sentimento che trascende i sensi ma che in essi è scritto e mette radice
riuscendo ad elevarsi solo loro tramite. Un amore che è al contempo un gesto di
disinteressata generosità e l'affermazione di un inalienabile egoistico bisogno
primario che trova nei due protagonisti le due sponde di un discorso a doppio
binario nel quale l'invenzione letteraria si intreccia con quella drammaturgica
in maniera sorprendente ed eccezionale. Un testo che vive dei continui
slittamenti semantici della storia raccontata. Un testo che non lascia
indifferenti ma parla direttamente a ogni spettatore e spettatrice del pubblico
che potrà riconoscersi in questo o quel dettaglio e avrà confermata l'idea che
la vita di ogni uomo e donna è sempre più complessa di quanto riusciamo a dirci
in ogni (auto)rappresentazione di quanto ci accade con un racconto le cui parole
ci dimentichiamo di poter usare solamente come strumenti descrittivi facendone
esperienza dolorosa nell'equivoco che abbiano una funzione prescrittiva.
9 e 10 Gennaio, “La Riunione: imprevisti e probabilità di una
fantasia amorosa". Drammaturgia e regia di Beatrice Baino e Diana di Paolo che
saranno anche le protagoniste di questa rappresentazione.
La peculiarità di
questa performance è che lo spettacolo è rivolto al solo pubblico femminile, per
cui ai “maschietti” sarà interdetto l’ingresso ed inoltre lo spettacolo non sarà
effettuato come di consueto nella sala teatro ma nel “foyer” ovvero nel salotto
di casa di Angelo e Paola.
note di regia:
La rappresentazione nasce
dalla ricerca di nuovi linguaggi dell'arte teatrale attraverso un diverso
rapporto con il pubblico. Negli ultimi anni la compagnia CRASC ha sperimentato
nuovi spazi per le performance, dalla formula itinerante a veri e propri spazi
alternativi e sceglie per questa produzione "la casa privata" come scenografia
alternativa e totalmente coinvolgente. Lo spettacolo ruota intorno alle più
sentite tematiche femminili: la cura di se stesse, il rapporto di coppia, le
problematiche professionali, la gestione dei diversi ruoli della donna negli
equilibri familiari, il bisogno di continua affermazione della propria dignità
al di là delle differenze sessuali. Ed anche se il tutto sarà trattato con un
linguaggio drammaturgico semplice, ironico e divertente, non mancheranno spunti
di riflessione sul ruolo della donna nella società attuale, la difficoltà
dell'agire quotidiano, il rapporto con i figli e con la "società maschile". Due
consulenti estetiche si ritrovano in una casa privata per una dimostrazione. Lo
spettacolo si apre come una reale consulenza estetica, la rappresentante Sonia e
la ricercatrice Teresa, esordiscono con la presentazione dell'azienda, della sua
filosofia e dei prodotti di punta... ma una delle due consulenti (Teresa) non è
concentrata, si distrae, viene più volte richiamata dalla sua collega. La sua
confusione è dovuta dalla spasmodica attesa della telefonata di un uomo...
E' qui che comincia la performance attoriale con scambi di battute tra le
protagoniste ed il pubblico (esclusivamente femminile) sul tema del rapporto
uomo/donna nei suoi molteplici aspetti. Affermare e dissacrare gli stereotipi
allo stesso tempo: "... ed ecco che comincia un discorso che ho sentito miliardi
di volte nella vita, di solito basato sul calcio, ma anche su tutti gli altri
sport: tutti, tutti, tutti gli uomini non sono diventati grandi campioni per una
serie di, a loro dire, "sfortune giovanili" tipo <<mi sono fratturato...>> e giù
con tutte le ossa possibili a seconda della specie di campione che stavano
diventando... una catastrofe di ginocchia e colli del piede e spalle e dita...
mio marito non è diventato un grande portiere perché è rimasto basso!!!" Teresa
racconterà la sua fantasiosa storia d'amore con un suo affascinante collega...
fantasiosa sì in quanto non c'è sesso, non c'è relazione, non c'è concretezza,
ma solo ipotesi, sguardi, paroline e messaggini. La "storia" si svolge
esclusivamente nella sua fantasia, ma questa capacità di immaginazione riesce a
farle affrontare la vita con un po' più di leggerezza: "Mi sveglio all'alba,
sistemo la casa, sveglio e lavo i bimbi, preparo la colazione per i bimbi, per
mio marito e per il cane, se non l'ho fatto la sera prima stiro le cose di cui
hanno bisogno mio marito ed i bimbi, preparo gli zaini e le merende, preparo me
stessa alla meno peggio, butto l'immondizia, accompagno i bimbi a scuola e
poi....aaaaaahhh fantastico un po' su di lui..."
16 e 17 Gennaio, Corrado Taranto in "Varietaranto"
un omaggio a Nino e Carlo Taranto a trent’anni dalla loro scomparsa.
Ecco
alcune note dello spettacolo: Più di cento anni fa, nel popolare quartiere di
Forcella, nascevano i Taranto. La recitazione di Nino Taranto è sempre stata
misurata, mai volgare, garbata nei modi, senza eccessi: nonostante sia stato
partecipe di un cinema sostanzialmente comico, leggero ma non greve, riuscì a
rivelare la completezza delle sue doti in Anni facili (1953) di Luigi Zampa,
film che gli valse nel 1954 il Nastro d'argento come protagonista. Questo
spettacolo vuole essere una carrellata nella sua lunga e gloriosa carriera. Si
scopriranno, attraverso il racconto, lati sconosciuti di quello che fu
considerato “il signore della risata”. Taranto ebbe la sua prima e vera
Consacrazione oltreoceano, con la compagnia di sceneggiata di Cafiero-Fumo,
facendo proprie preziose esperienze attoriali e dotandosi di competenze che gli
permisero di passare dalla canzone alla macchietta, dal genere comico a quello
drammatico. Lo troveremo protagonista nel Varietà, splendido interprete di un
genere storico indimenticabile: “ la macchietta”. In teatro fu precursore nella
Rivista e ottimo interprete di prosa; lo rivedremo in televisione, in cinema, in
una panoramica del suo modo di essere artista a 360 gradi. Al suo fianco, ad
accompagnarlo in tanti di questi momenti, ci fu il fratello Carlo, sempre
presente in teatro con lui, ma con una carriera autonoma, anche nel cinema, con
gustose interpretazioni come ne “Il medico e lo stregone”, con la regia di Mario
Monicelli, e in “Mi manda Picone” a fianco di Giancarlo Giannini e la regia di
Nanni Loy e non ultimo “Il presidente del Borgorosso” al fianco di Alberto
Sordi. Interprete al fianco del fratello del memorabile “CARNEVALE” in “MORTE DI
CARNEVALE” di Raffaele Viviani. Sarà proprio il figlio di Carlo, Corrado, a
essere conduttore e interprete di questo spettacolo-omaggio. Rivedremo, in
video, il Taranto della Rivista, del Cinema, del Teatro, della Televisione e al
suo fianco il fratello Carlo, Totò, Fabrizi, Macario. Ascolteremo alcune delle
sue più famose interpretazioni attraverso la voce di Corrado Taranto. Rivivremo
attraverso storie e aneddoti, la vita dell'uomo e dell'artista. Saranno inoltre
presentati due inediti, due provini discografici incisi da Nino e Carlo,
entrambi registrati durante una tournèe tenuta negli Stati Uniti. Uno spettacolo
originale, dove l’ambientazione di scena sono le immagini e i filmati tratti da
film, commedie e momenti di vita.
venerdì 22 gennaio, ore
21,15, "Deviazioni Collaterali" presentato dalla Compagnia Palcoscenico diretta
da Pasquale Renzi.
In scena oltre allo stesso Renzi nella triplice veste di
autore regista e attore, ci saranno anche Enzo Sodano e Marianna Russo.
Note
di regia: Albert Kroll giace disteso in terra nell’appartamento ufficio di sua
figlia Clara, da lui trovata brutalmente assassinata. Il violento trauma subito
gli ha, inoltre, provocato dei Parziali blocchi mentali. L’ispettore Fine, che
si occupa del caso, sottopone Kroll ad un pressante interrogatorio che,
lentamente, gli risveglia la memoria. Nella ricerca degli indizi, si
ricostruisce la personalità di Clara, ex psicologa addetta al recupero sociale
di ex detenuti. L’assassino è con ogni probabilità uno di essi, di cui come
Kroll sa bene, Clara era innamorata. Quell'uomo, di cui Kroll non ricorda il
nome, era stato in prigione, per aver ucciso la sua ex fidanzata. Nel lento
recupero della memoria Kroll rileva, inoltre, di aver scoperto Clara in un
momento di intimità omosessuale, con una collega. Ed proprio per questa
insospettata tendenza di Clara, questa sua probabile bisessualità il motivo per
cui non si è mai opposto con forza a quel fidanzamento. Ma in quella stanza
insanguinata anche Fine si confronta, di riflesso, con il suo passato, mettendo
fuori con amarezza, il suo tormento per la morte di suo figlio, suicida, in
guerra nel Vietnam. Fine si sente responsabile per non aver saputo, anch'egli
come Kroll, rendere facile la vita del figlio. Kroll, ormai quasi in pieno
possesso della propria lucidità, é costretto a riaffrontare i suoi ideali: deve
ripudiarli o confermarne la validità, malgrado tutto? I due protagonisti restano
coinvolti in una sorta di rapporto osmotico, un “cedersi” dell’uno all’altro
alla disperata ricerca di risposte che forse non avranno mai.
23 e 24 Gennaio, Tiziana D’Angelo in "Mare Amaro"
Con Best Wilfred Endurance. La D’Angelo, oltre ad essere la protagonista e
autrice di questo spettacolo, ha curato anche la regia, di seguito, riportiamo
le sue brevi note: "i sogni, le speranze, la fede di chi attraversa il nostro
mediterraneo...la storia che implacabile si ripete...l'amore per la vita che
sfida l'ignoto. Voci e versi che si perdono e si accompagnano a tempeste e
maree... madri, vergini, sante e barboni... naufraghi, figli e angeli. Percorsi
poetici raccontano cammini e destini
30 e
31 Gennaio, “Cattiva” con Daniela Cenciotti, regia di Fabio Brescia.
Lo spettacolo è presentato dalla compagnia teatrale Titaniateatro la cui
direzione artistica è affidata a Carlo Croccolo.
Donne di mezza età si
raccontano. Ciascuna ha un punto su cui riflettere, da cui partire per esprimere
sentimenti e disagi. Nello studio di uno psicoanalista, ciascuna si sofferma su
un avvenimento importante della propria vita, mostrando le ripercussioni
psicologiche dei fatti. Ogni figura rivive sulla scena le scelte, le
imposizioni, gli incontri, i lutti, le gioie passate come se avvenissero nel
presente. Tante voci per un’attrice sola, un monologo che avvicina i personaggi
al cuore dello spettatore con tono ironico e leggero, quasi fosse una sola
protagonista che mostra i tanti lati della personalità femminile. Temi che
appartengono a tutte le donne, che con leggerezza potranno trovare un po’ di sé.
Ritorna il rapporto con la madre, ormai anziana, figura fondamentale nella vita
di ogni individuo. La frustrazione della ‘regina della casa’. L’ambizione
dell’intellettuale e la ‘necessità’ di essere sempre belli. Le amicizie, gli
amori, gli oggetti che rendono sicuro e confortevole il proprio spazio vitale.
Un percorso, insomma, nell’essere donna ai giorni nostri, non scevro da
pregiudizi e condizionamenti. Il titolo, più che un giudizio dell'autrice,
rappresenta piuttosto una visione ancora diffusa nella nostra società. Una donna
è cattiva se abbandona il lavoro. Se ‘taglia’ le amiche. Se lascia il marito. Se
ascolta se stessa. Se diventa consapevole. Il finale sorprenderà lo spettatore
al momento della riflessione finale. Cattiva è una donna, o forse più donne, o
tante donne in una. E' comunque il tentativo di rappresentare un caleidoscopio
di personalità, tutte con un minimo comune denominatore, la cattiveria, appunto,
non perché la bontà non sia più di moda, ma perché la cattiveria senza dubbio è
più scomoda, leggi più teatrale. Una seduta psicoanalitica del personaggio che
racconta, si racconta e non raccoglie soluzioni ma una ri-soluzione, unica e
definitiva. E chissà quanti/quante leggeranno la propria storia in quelle
raccontate, e dinanzi alla ri-soluzione penseranno "Magari...".
6 febbraio, ore 21, spettacolo di musica blues: Lino Ruffo in
"Senza Nessun Freno"
Con linguaggio chiaro e comprensibile, Lino Rufo
disincaglia le sonorità del blues dalle secche delle otto e dodici battute di
una trattazione stereotipata, attingendo alle recenti espressioni della scena
giovanile internazionale, e recuperando la fitta rete dei suoi saperi e
conoscenze sviluppati in quasi quattro decadi, nel tentativo di restituire un
ascolto del fenomeno blues ricco e circostanziato, depurato dalle distorsioni e
dalle conseguenze di certi approcci superati quanto difficili da sradicare.
Anche se, come tutte le sintesi, questa immagine può apparire riduttiva, la vita
musicale e poetica di Lino Rufo si è sviluppata, fin dagli esordi giovanili,
nella tipica forma in dodici battute del blues, raccontando con la sua chitarra
le grandi e piccole vicende del suo vissuto e interpretando le ansie di
cambiamento con lo spirito disincantato di un attento osservatore, anche se,
sempre con un curioso sguardo verso il domani. Nella pur vasta produzione
discografica che Lino, negli ultimi vent'anni, ha dedicato al blues in tutte le
sue forme, si avvertiva la mancanza di un album che diventasse la somma di tante
intuizioni e delle innumerevoli scoperte che ha sviscerato di volta in volta. La
raccolta delle nuove canzoni s’intitola “Swing low…” e, per vincere la sfida,
Lino Rufo si immergei nell’inedito mix di un blues ammantato da raffinate ed
eleganti sonorità e jazz acustico in stile New Orleans tirato a lucido come i
riflessi del dobro illuminato dai raggi di un sole d’agosto.
7 Febbraio,
Roberto Capasso in "Juoco Antico"
regia R. Capasso
Queste invece le note
di regia dello spettacolo di Roberto Capasso nelle vesti di autore, attore e
regista di “Juoco Antico”: Suggestioni, ricordi, sensazioni, emozioni di un
tempo passato che riaffiorano mescolandosi al tempo presente e che giocando tra
loro danno vita ad un viaggio, questo è “Juoco Antico”. Quando penso al gioco
non posso non ricordare quanto esso sia stato presente nel cinema così come nel
teatro e abbia rappresentato uno strumento fondamentale per trasmettere messaggi
profondi, importanti, poetici o semplicemente divertenti e mi torna alla memoria
la favolosa scena del film di De Sica “L’oro di Napoli” o ancora ripenso alla
celebre ed emblematica poesia di Viviani “Guaglione” quando il poeta ancora
bambino “pazziava o’strummolo”. Lo spettacolo ha come strumento un gioco tra i
più antichi della tradizione napoletana, la tombola e si serve di esso per
accompagnare lo spettatore in un percorso di teatro, musica e poesia, grazie
alla simbologia dei numeri della smorfia che ne traccia il contenuto. Così
accade che un numero diventi parola e la parola assuma significato e che un
semplice 90 possa essere “la Paura “ di Gaber, 76 che nella tradizione è la
“donna di marciapiede” diventi “Ciucculatina d’a ferrovia” di Nino D’Angelo o il
numero 15 “Guaglione” di Raffaele Viviani. Ho voluto l’essenzialità della scena,
immersa in un’atmosfera suggestiva tra candele, luci e ombre, in cui si potesse
aggirare la forte presenza del personaggio cardine, la Matrigna della Gatta
Cenerentola alla quale mi ispiro per introdurre lo spettatore nel viaggio,
partendo dalla famosissima opera del maestro De Simone, per poi spogliarmi di
quella maschera e indossarne tante altre, da Viviani a Ferdinando Russo fino ad
Annibale Ruccello. Il mio obiettivo è dar vita ad uno spettacolo che diverta e
faccia emozionare il pubblico attraverso le parole di questi grandi autori…..
13 e 14,
20 e 21
Febbraio, "Fallo…In Volgare…ma non troppo… " scritto, diretto, adattato
e interpretato da Angelo Bove.
Una rappresentazione, a tratti musicale,
composta da vari sketch divertentissimi di cabaret scurrile eseguiti più che
altro in lingua napoletana dalla durata di circa 1 ora e 10 minuti. Si inizia
con il personaggio del mimo che inavvertitamente scopre la presenza in scena di
una batteria a percussione invisibile e che lo stesso soggetto poi mimerà il
percuotere della batteria con movimenti sincronizzati, provocando una
stravagante comicità. Dopo un brevissimo dialogo con un uomo invisibile,
iniziano i vari sketch che daranno luogo a una tipologia di spettacolo che un
po’ ricorda il varietà musicale di una volta. Infatti nel contesto di tutto lo
spettacolo sono presenti canzoni umoristiche, classiche napoletane, che saranno
eseguite con sarcasmo dallo stesso Bove, anche se alcune di queste si
presenteranno con il testo adattato opportunamente alla scenetta da
rappresentare. In tutto questo ovviamente c’è da tenere presente la linea comune
di tutto lo spettacolo, ovvero la tematica principale e peculiare sulla quale
nasce e si costruisce uno spettacolo con un titolo del genere: una passerella di
espressioni dialettali volgari che provocano un umorismo costruito proprio sui
doppi sensi e legittimato dalle stesse villanie popolari e tradizionali. Per cui
tale spettacolo è stato opportunamente “apparecchiato” per proporre una
comicità, certamente con forte impatto e licenziosità impudica, ma senza dubbio
con notevole ironia e dignitosa consapevolezza, evitando così un calo di stile.
Dopo il mimo iniziale, questi i vari personaggi in ordine cronologico:
presentatore e prefazione sulla peculiarità volgare dello spettacolo e dei suoi
personaggi; l’omm’ fatt’ appost’ e i suoi proclami “strunzate” poi una canzone
umoristica napoletana; agente 007 napoletano storia di un infiltrato a
Buckingham Palace con base musicale di una classica napoletana ma con testo
adattato; la sciantosa compagna di Berlusconi e la sua beffarda intervista
telefonica fatta ad Arcore; l’onorevole Tartaglia (o’ncacaglio) liberamente
ispirato al personaggio dell’avvocato Tartaglia della commedia teatrale O’
Scarfalietto’ di Eduardo de Filippo, ma con la differenza che tale Tartaglia non
farà l’arringa in un tribunale, (così come previsto nella commedia de
O’Scarfalietto) ma sarà l’onorevole Tartaglia alle prese di un aberrante comizio
elettorale
27 e 28 Febbraio, Mario Landi con “Tiemp’ Bell’
‘e Na’ Vot” un viaggio storico nella canzone classica napoletana.
Con Mario
Landi la canzone classica napoletana trova un altro interprete di grande
affermazione nel panorama della melodia partenopea di tutti i tempi. Dotato di
una voce accattivante che lo rende unico nel panorama musicale della canzone
classica napoletana e di carattere aperto e solare, Mario Landi riesce a
stabilire un feeling con il pubblico e a creare atmosfere di suggestiva intimità
ed è un interprete della canzone classica napoletana, un accurato conoscitore
dei motivi della tradizione canora napoletana dal Duecento al Novecento.
L'espressione musicale per Mario è sentimento e passione che trasmette al meglio
attraverso il canto. La critica scrive di Mario: "Mario Landi, una dimostrazione
dove la canzone classica napoletana trova un interprete di gran valore. Il
pubblico viene coinvolto magicamente dalle melodie e dalla ritmica che li vede
prima portare il tempo e poi cantare insieme con il Landi alcune canzoni del
repertorio”. Ricordiamo che La canzone classica napoletana è un repertorio
musicale che va dagli inizi dell'Ottocento all'immediato secondo dopoguerra.
Definita epoca d'oro della canzone napoletana, la stessa vede tra gli autori e
compositori importanti poeti e parolieri, per lo più napoletani, nonché illustri
personalità della lirica che hanno tramandato nel tempo i brani del repertorio.
Escludendo Villanelle e canti popolari precedenti al 1800, i quali ancora non
avevano la struttura melodica e lirica tipica della canzone napoletana
propriamente detta, molte fonti collocano la nascita ella classica
universalmente conosciuta al 1839 e al brano Te voglio bene assaje. Il testo fu
scritto da Raffaele Sacco e musicato da Filippo Campanella, anche se si è in
seguito diffusa una leggenda popolare che vorrebbe Gaetano Donizetti come
autore. La canzone fu presentata il 7 settembre 1839 alla Festa di Piedigrotta.
Proprio le celebrazioni della Festa di Piedigrotta si dimostrarono negli anni
l'occasione ideale per l'esibizione dei nuovi pezzi, i quali videro tra gli
autori personalità come Salvatore di Giacomo, Libero Bovio, E.A. Mario,
Ferdinando Russo, Ernesto Murolo. Con costoro si attribuisce al periodo che cade
a cavallo tra Ottocento e Novecento, quello di epoca d'oro della canzone
classica napoletana. Persino Gabriele d'Annunzio si è cimentato nella stesura di
un brano della canzone classica. Infatti si narra che egli scrisse i versi di A
Vucchella (1904) dopo un'accesa discussione con Ferdinando Russo che scommetteva
sull'incapacità del poeta pescarese di scrivere in lingua napoletana. Tra le
composizioni più rilevanti della canzone classica napoletana, appartenenti
all'Ottocento, si ricordano: Te voglio bene assaje, Fenesta ca lucive, Santa
Lucia, Funiculì funiculà, Era de maggio, Marechiare, 'E spingole frangese,
Lariulà, Catarì, 'A vucchella, Serenata napulitana, 'O sole mio. A dimostrazione
del successo e dell'importanza della canzone napoletana ottocentesca, il brano
Palummella zompa e vola fu addirittura proibita per i suoi evidenti contenuti
sovversivi, poiché alludeva alla libertà. Per questo motivo, gli autori ne
cambiarono il testo anche se il popolo napoletano continuò a cantarne
l'originale versione. Agli inizi del Novecento si annoverano altre importanti
canzoni divenute anch'esse famose in tutto il mondo: Voce 'e notte, Comme
facette mammeta, Core 'ngrato, 'O surdato 'nnammurato, Reginella, Lacreme
napulitane, 'O paese d' 'o sole, Dicitencello vuje. In questo arco temporale,
infine, la canzone napoletana raggiunse il suo massimo spessore, giungendo in
ogni parte del mondo e diffondendosi nelle culture musicali internazionali
grazie anche alle interpretazioni eseguite dai maggiori tenori del tempo.
5 e 6 Marzo, “L'uomo Senza Mare” con Nico Zancle, autore,
attore e regista e Gianluca Sciliberti, Mimmo Ambriano e Antonella Formisano.
Il lavoro teatrale racconta il dramma di Nicola: l'emarginazione, un
tremendo conflitto di questa epoca consunta da disordini etici, morali e civili.
Nicola è l'uomo che si confina nel nord Europa mai dimentico della sua luminosa
e lussureggiante terra di Sicilia, e soprattutto del suo mare dal quale aveva
avuto la vita e dato la vita. E per questo mondo che cambia, che si evolve,
Nicola è amareggiato, deluso, quasi sconfitto. La fuga precipitosa dalla terra
che amava più di se stesso, dai ricordi della famiglia in frantumi, della
incomunicabilità irreversibile. Ha scelto un rifugio angosciante, delirante,
dove per lui non c'e' più posto, non c'è una spiaggia su cui approdare con la
barca dei suoi sogni ormai infranti….. Un testo teatrale di Nico Zancle e
Giovanni Brigandì che rispecchia il neorealismo, acquisito da Nico Zancle dai
suoi maestri Amerigo Merli e Luchino Visconti. Un lavoro teatrale che ha
coinvolto gli spettatori di Liegi, La Louviere, Mons, Bruxelles, e coinvolgendo
in modo speciale, il pubblico siciliano. Superba l'interpretazione e la regia di
Nico Zancle. Nel 1961 Nico interpreta “Caccia al Lupo” di G.Verga e “La Morsa”
di Luigi Pirandello. Nel 1963 è Eugenio Machbens in Candida di G.B. Show. Nel
1964 Interpreta la morte e passione di Cristo al teatro Savoia di Messina. Nel
1968 è Renato il protagonista di “Delirio” di Diego Fabbri. Nel 1978 è il
protagonista in “Onorevole per Disgrazia” lavoro teatrale di Nicolò Bonarrigo.
Nel 1979 è Nanni Lasca nella “Lupa” di G. Verga per la regia di Saro Anastasi
con Nino Frassica nel ruolo di Neli. Nel 1980 è il barone Bartolo nella commedia
di Nicolò Bonarrigo “Il Dilemma Cornuto del Barone Bartolo Triolo Musarra”. Il
1985 ritornano le repliche del “Formicaio Affogato” di M. Dursi ben 24 repliche.
Nel 1986/7 Nico è impegnato nei lavori teatrali “Il Canto del Cigno e Una
Domanda di Matrimonio” di A. Cechov. Nel corso dell’anno 1990 riceve il premio
dei “Magnifici Dieci” per il teatro, riportando il voto unanime della
commissione come migliore attore siciliano. Infine, dopo questa rappresentazione
prevista al Cts, ci sarà anche un divertentissimo fuori tema a sorpresa.
12 e 13 Marzo,
Compagnia del Piccolo Teatro del Giullare di Salerno in "Vaga,Vagina,Vaga" .
In scena oltre ad Andrea Carraro nelle vesti di autore, regista e attore, ci
sarà anche Amelia Imparato.
Note dello spettacolo: ci sono tante cose dette
e non dette....Il mistero avvolge il mondo delle donne....Ne succedono cose
strane alle streghe....Cos'è il capezzolo del diavolo? Per capire bisogna
guardare...Il teatro si nutre di poesia....Il teatro è pervaso dalla
fantasia....Ha detto Louise Bourgeois:”Sono prigioniera delle mie emozioni. Devi
raccontare la tua storia e poi devi dimenticarla. Dimentichi e perdoni. Questo
ti rende libera”.
sabato 19 marzo, ore 21, Eva De
Rosa, attrice e presentatrice di Caserta, in “Il Mio Teatro”, una escursione
teatrale che attraverserà tutta la ventennale carriera della nostra attrice
casertana, ottenuta dalla realizzazione di tantissime rappresentazioni di
cabaret, di teatro classico, di televisione, di cinema e di autrice, e tutto ciò
messo insieme, riordinato in un'unica rappresentazione fatta di sketch,
monologhi, gag, per appassionare e divertite il pubblico. Una sorta di croce e
delizia del teatro di Eva tutto da scoprire, poiché per adesso la De Rosa non
vuole dirci di più sulla sua esibizione, anzi ci riferisce che: “ dovrà essere
volutamente una sorpresa da scoprire, da intrigare, da deliziare a poco a poco
in un crescendo di emozioni, commozioni e divertimento”. Staremo a vedere.
20 Marzo,
Comp. Comic Arte in "I Magnifici Tre (Totò, Eduardo,Troisi)"
con:
Angelo Perotta, Melania Pellino, Valerio Di Tella
“I magnifici Tre” vuole
essere un omaggio a Napoli, partendo da Eduardo, fino ad arrivare al grande
Massimo Troisi. Lo spettacolo comprende vari pezzi teatrali, intervallati da
vecchissime canzoni classiche napoletane e cantate dal vivo. Alcuni pezzi
inseriti nella rappresentazione prendono spunto dalla famosa “Smorfia” del trio:
De Caro - Arena – Troisi. Poi troveremo un ulteriore adattamento scenico da
l’atto unico di Eduardo De Filippo “Pericolosamente” e non mancheranno note
riguardanti altri mostri sacri della Napoletanità, come Totò, Di Giacomo, ecc.
Inoltre saranno rappresentati anche dei miei scritti inediti per ricordare
Napoli e i sopra citati Maestri. Lo spettacolo si presenta come un omaggio alla
cultura partenopea e italiana. I pezzi scelti per la compagnia, formata da
attori professionisti, mettono in risalto il valore della comicità non volgare.
Inoltre, la Comic Art, formata da giovani attori, sottolinea anche l’importanza
della canzone classica napoletana, un bene che Napoli e l’Italia posseggono e
che è giusto tramandare alle nuove generazioni. Per di più, ci sarà un omaggio a
Lucio Dalla con un pezzo inedito recitato e dedicato a Troisi.
26
e 27 Marzo, Gino Accardo in "Tutta Una Vita"
Un viaggio
storico nella canzone classica napoletana dove Gino racconta i suoi 25 anni di
attività artistica. In 1ora e 10 minuti di canzoni classiche napoletane
l'artista percorrerà la sua carriera artistica non tralasciando le
collaborazioni che ha avuto e raccontando alcuni aneddoti capitati a lui,
divertirà il pubblico coinvolgendolo e lo stupirà con le sue doti canore,
inoltre ci saranno dei momenti di vera poesia.
Con Gino Accardo la canzone
classica napoletana trova un altro interprete di grande affermazione nel
panorama della melodia partenopea di tutti i tempi. Dotato di una voce
accattivante che lo rende unico nel panorama musicale della canzone classica
napoletana e di carattere aperto e solare, Gino Accardo riesce a stabilire un
feeling con il pubblico e a creare atmosfere di suggestiva intimità ed è un
interprete della canzone classica napoletana, un accurato conoscitore dei motivi
della tradizione canora napoletana dal Duecento al Novecento. L'espressione
musicale per Gino è sentimento e passione che trasmette al meglio attraverso il
canto. La critica scrive di Gino: "Gino Accardo, una dimostrazione dove la
canzone classica napoletana trova un interprete di gran valore. Il pubblico
viene coinvolto magicamente dalle melodie e dalla ritmica che li vede prima
portare il tempo e poi cantare insieme con Gino alcune canzoni del repertorio”.
Ricordiamo che La canzone classica napoletana è un repertorio musicale che va
dagli inizi dell'Ottocento all'immediato secondo dopoguerra. Definita epoca
d'oro della canzone napoletana, la stessa vede tra gli autori e compositori
importanti poeti e parolieri, per lo più napoletani, nonché illustri personalità
della lirica che hanno tramandato nel tempo i brani del repertorio. Escludendo
Villanelle e canti popolari precedenti al 1800, i quali ancora non avevano la
struttura melodica e lirica tipica della canzone napoletana propriamente detta,
molte fonti collocano la nascita ella classica universalmente conosciuta al 1839
e al brano Te voglio bene assaje. Il testo fu scritto da Raffaele Sacco e
musicato da Filippo Campanella, anche se si è in seguito diffusa una leggenda
popolare che vorrebbe Gaetano Donizetti come autore. La canzone fu presentata il
7 settembre 1839 alla Festa di Piedigrotta. Proprio le celebrazioni della Festa
di Piedigrotta si dimostrarono negli anni l'occasione ideale per l'esibizione
dei nuovi pezzi, i quali videro tra gli autori personalità come Salvatore di
Giacomo, Libero Bovio, E.A. Mario, Ferdinando Russo, Ernesto Murolo. Con costoro
si attribuisce al periodo che cade a cavallo tra Ottocento e Novecento, quello
di epoca d'oro della canzone classica napoletana. Persino Gabriele d'Annunzio si
è cimentato nella stesura di un brano della canzone classica. Infatti si narra
che egli scrisse i versi di A Vucchella (1904) dopo un'accesa discussione con
Ferdinando Russo che scommetteva sull'incapacità del poeta pescarese di scrivere
in lingua napoletana. Tra le composizioni più rilevanti della canzone classica
napoletana, appartenenti all'Ottocento, si ricordano: Te voglio bene assaje,
Fenesta ca lucive, Santa Lucia, Funiculì funiculà, Era de maggio, Marechiare, 'E
spingole frangese, Lariulà, Catarì, 'A vucchella, Serenata napulitana, 'O sole
mio. A dimostrazione del successo e dell'importanza della canzone napoletana
ottocentesca, il brano Palummella zompa e vola fu addirittura proibita per i
suoi evidenti contenuti sovversivi, poiché alludeva alla libertà. Agli inizi del
Novecento si annoverano altre importanti canzoni divenute anch'esse famose in
tutto il mondo: Voce 'e notte, Comme facette mammeta, Core 'ngrato, 'O surdato
'nnammurato, Reginella, Lacreme napulitane, 'O paese d' 'o sole, Dicitencello
vuje.
2 e 3 Aprile, Enzo
Merolla in "Napoli e…..Dintorni"
Con gli attori: Vincenzo
Merolla, e Daniela Scognamillo, ed i musicisti Gianni Caso e Francesco
Esposito. Regia di Vincenzo Merolla.
Racconti, versi, musica, fatti e
“fattarielli”. Un viaggio storico nella Napoli e… dintorni, di una volta. Queste
le note dell’attore regista: Un viaggio nei vicoli della Napoli di un tempo,
dove tanti autori si sono ispirati ed hanno dato vita a storie intriganti,
ironiche e sentimentali, ma anche con finali tragici, una Napoli che viveva la
sua quotidianità semplice e spensierata, con un popolo pronto a rimboccarsi le
maniche ed affrontare il problema quando questo si presentava. Per certi versi
una Napoli che si vive ancora oggi in maniera diversa, ma come si dice: "cagna
'o maestro, ma 'a musica e sempe chella". Cerco di raccontare in maniera sobria
questa Napoli scritta in versi in musica ed in prosa dai grandi autori
napoletani. Napoli e... Dintorni, un percorso di teatro musicale itinerante.
Certo non pretendo in un’ora di spettacolo di raccontare la nostra storia, la
storia di Napoli. Ho messo in scena momenti di vita quotidiana attingendo da
grandi maestri del passato che hanno reso Napoli protagonista nel mondo tramite
la canzone, il teatro e il cinema. La mia performance, é divisa in quadri, tutto
quello che accadeva e accade nei vicoli di Napoli e dintorni. Momenti di festa,
dove i napoletani partecipavano in massa con grande entusiasmo e succedeva di
tutto, una festa sentita da tutti in modo particolare "‘A festa 'e Piedigrotta",
scugnizzi che la facevano da padroni, signorine in cerca di fidanzati, mariti
gelosi e canzoni di successo. La Piedigrotta è stata l’antesignana del festival
della canzone napoletana e forse anche di quello di Sanremo. Nella notte d
questa festa nascevano gli amori, “ll’ ammore e 'na nuttata”, unioni che
diventavano famiglie e quelle meno fortunate sfociavano in gelosie, tradimenti e
fatti di cronaca. Insieme all'attrice Daniela Scognamillo, e ai maestri
Francesco Esposito e Gianni Caso, vi raccontiamo questo spaccato di vita, con
ironia ed arte. Il nostro obiettivo è quello di trascorrere qualche ora insieme
ricordando la Napoli di un tempo.
sabato 9 Aprile, ore 21,
Proiezione del film “Strade Le Scelte Della Vita”, film interamente girato a
Caserta e dintorni nel 1994. Costo biglietto film euro 2,50. r domenica
10 Aprile, ore 19, Enzo Armenante con "Clown Lenny Show".
In
un’atmosfera piacevole e divertente lo spettacolo magico del Clow Lenny
coinvolgerà proprio tutti, grandi e piccini. L’intrattenimento offrirà numeri di
magia, mimo, giocoleria, gag di clawnerie, tratti direttamente dalla tradizione
circense, dei saltimbanchi e degli artisti di strada, che sono sempre la
passione di Enzo Armenante, in arte Clown Lenny: “Ricordo che da piccolo i miei
genitori mi portavano sempre al circo! Per me era un mondo magico, pieno di
colori, di animali che potevo vedere da vicino…il fantastico mondo del circo
fatto di carrozzoni, artisti, ballerine, acrobati, domatori, giocolieri,
trapezisti… Comunque il personaggio che amavo di più era il Clown. Dopo che
avevo visto lo spettacolo, correvo a casa e andavo a rovistare nel guardaroba
del mio babbo ed iniziavo a prendere i suoi vestiti…il suo largo pantalone…la
sua larga giacca e le sue grandi scarpe. Poi facevo una cosa di cui mia mamma si
arrabbiava sempre: prendevo il suo “trucco” e…pasticciavo. A quel punto iniziava
per me un gioco magico…improvvisavo uno spettacolo per i miei amichetti e mi
divertivo moltissimo…e ancora adesso, in quei panni da Clown cresciuto, in ogni
mio spettacolo con adulti e bambini, mi diverto esattamente come allora”.
All’inizio spettacolo il Clown Lenny si trucca, è la metamorfosi da uomo a
Clown. La magia si accende sotto gli occhi del pubblico… Poi fantastiche gag e
sketch divertenti, classici delle clownerie mondiale, animano lo spettacolo. Il
repertorio del Clown Lenny è ricco. Poi si arriva al momento della magia con
divertentissime battute e poi sketch come il direttore d’orchestra, i tenori, i
soprani, ecc. Insomma divertimento assicurato per adulti, ragazzi e bambini.
Enzo Armenante, personalità effervescente dagli interessi poliedrici, che si
esprime in svariate forme d'arte. Attore e regista di cinema e teatro, mimo e
cabaret, si e formato alla scuola di teatro “La Scaletta” di Roma. Ha lavorato
nel cinema con Kim Rossi Stewart, Giuliana De Sio, Sabrina Ferilli, Francesco
Nuti, Amanda Sandrelli. Ha partecipato allo Stages "clown clandestino" della
scuola di circo "TEATRAZIONE" a Torino. Nel 2009 diventa allievo del più grande
clown al mondo Jango Edwards partecipando a Certaldo IFII al "Clown Theory 1°
Level school'. Ha partecipato anche a programmi TV come "Cocco" Rai 2, “Candid
Camera Show" Italia 1. 'La vita in diretta" rai uno.
sabato 16 Aprile ore 21, Ottavio Buonomo con “Ma Quanto Mi Piace”, uno
spettacolo comico in lingua napoletana e non.
Ma Quanto Mi Piace, più che
uno spettacolo teatrale è un racconto fantastico con personaggi straordinari. In
scena, i veri protagonisti sono i “campioni” del Teatro Comico Italiano che
Ottavio Buonomo presenta attraverso un aneddoto, uno sketch, una canzone, un
ricordo, un pensiero. Ottavio riesce ad unire momenti di sano divertimento alla
storia del Teatro Comico Italiano di cui riesce a rievocarne i fasti, i talenti
e quei volti straordinari che hanno scritto le pagine più interessanti e
piacevoli del nostro spettacolo. Da abile mattatore riesce a conquistare
l'attenzione del pubblico che viene spesso coinvolto in brillanti
improvvisazioni. Una “lezione” di teatro e di quella comicità mai volgare che si
ispira al “cabaret classico” e alle forme più alte del teatro nazionalpopolare
italiano. Un omaggio sincero, divertente ed interessante, sicuramente inedito di
alcune maschere della scena italiana del Novecento, dalla commedia musicale di
Garinei e Giovannini a Ettore Petrolini, dalle interpretazioni del primo Totò
alle creazioni di Nino Taranto, passando per Mariangela Melato, Gabriella Ferri,
Vittorio Gassman, Aldo Fabrizi, Ciccio e Guido De Rege, Tino Scotti, Wanda
Osiris, Carlo Dapporto, Pietro De Vico. I maestri del varietà,
dell'avanspettacolo, del teatro che da sempre è il più amato dal pubblico. “Ma
quanto mi piace” nasce come un dovuto “Grazie” per tutti coloro che hanno saputo
raccontare attraverso il monologo, la macchietta, il personaggio, i vizi
(comici) e le virtù degli italiani.”Mi piace pensare che una rappresentazione
sia solo uno dei tanti episodi di un grande spettacolo che dura da sempre e che
non avrà mai fine perché ci sarà sempre almeno uno spettatore pronto ad
emozionarsi, a sorridere, a vivere il suo momento d'amore in compagnia di
persone sconosciute che si uniscono per dare vita ad una “nuova vita”, ad una
grande storia”.
domenica 17 Aprile, ore 19, è previsto
“Fabulous Music” uno spettacolo di musica rock blues proposto dalla Costyband
con Costanzo Falvo (chitarra e voce), Nicola Sparago (chitarra acustica) e Peppe
Nubifero (Percussioni).
La Costyband capitanata da Costanzo Falvo con
linguaggio chiaro e comprensibile, disincaglia le sonorità del blues dalle
secche delle otto e dodici battute di una trattazione stereotipata, attingendo
alle recenti espressioni della scena giovanile internazionale, e recuperando la
fitta rete dei suoi saperi e conoscenze sviluppati in quasi quattro decadi, nel
tentativo di restituire un ascolto del fenomeno blues ricco e circostanziato,
depurato dalle distorsioni e dalle conseguenze di certi approcci superati quanto
difficili da sradicare. La vita musicale e poetica della Costyband si è
sviluppata, fin dagli esordi, nella tipica forma in dodici battute del blues,
raccontando con la sua chitarra le grandi e piccole vicende del suo vissuto e
interpretando le ansie di cambiamento con lo spirito disincantato di un attento
osservatore, anche se, sempre con un curioso sguardo verso il domani. Nella pur
vasta produzione musicale degli ultimi trent’anni, la Costyband si è dedicata,
oltre al blues e al rock soft, anche in tutte quelle forme musicali fatte di
intuizioni e scoperte che hanno sviscerato di volta in volta tutto il panorama
musicale del passato. Per cui la raccolta delle canzoni selezionate per questo
spettacolo immerge il pubblico, per l’appunto, in un inedito e ammantato mix
fatto di raffinate ed eleganti sonorità dal jazz al rock acustico, fino alla
musica leggera degli anni passati.
23 e 24 Aprile, la
compagnia Alta Marea presenterà “Semenzella” con Tina Femiana e Carmen Femiano,
musiche di Pan, Nando Misuraca e Gaemaria Palumbo; scene di Flaviano Barbarisi.
L’opera, scritta e diretta dal regista Sandro Dioniso, è ispirata a fatti di
cronaca realmente accaduti e datati 2010, quando nella città di Terzigno, la
popolazione fu protagonista di una vera e propria rivolta contro la decisione
governativa di aprire nel loro territorio” la cava più grande d’Europa, a
dispetto del disastro ambientale già imposto al territorio con l ‘apertura di
cava Sari. Semenzella è una “Mamma Vulcanica”, una donna semplice divisa tra
famiglia e barricate improvvisate ma è anche la voce antica di una comunità che
rivela solo nel finale la propria natura mitologica. Salita per caso su un olivo
della propria bellissima terra devastata, Semenzella si trova a bruciare la
bandiera italiana senza vera convinzione, ma lo choc di quell’atto diventa il
pretesto per raccontarsi e mettersi in gioco. Un testo per voce e coro, dove la
voce arcaica della città si perde nelle strofe delle canzoni popolari trovando
in esse una eco se non una risposta. L’ omaggio appassionato di Erri De Luca
alla gente di Terzigno introduce una canzone alla Sirena Partenope che trova
sempre nuove spoglie per incarnarsi nel ventre vivo della città, affidata alla
sensibile interpretazione di Tina Femiano e alla voce di Carmen Femiano,
accompagnate dalle musiche di Pan, Nando Misuraca e Gaemaria Palumbo. Sandro
Dionisio è un drammaturgo, musicista. Regista per il cinema ed il teatro, si è
diplomato in Regia e Sceneggiatura al Centro Sperimentale di Cinematografia a
Roma nel 1987. Ha lavorato con alcuni dei più importanti maestri del cinema
italiano (Rosi, De Santis, Amelio e Risi tra tutti). Nel 2007 Benevento città
spettacolo ha visto l’esordio della sua opera “Corpi Celesti (memorie di
Nomadi)”, spettacolo evento dedicato alla memoria di Mariateresa Di Lascia e
Antonio Neiwiller. Il suo primo lungometraggio, La Volpe a tre Zampe, premiato
al Giffoni Film Festival del 2003.Nel 2012 esce la sua nuova opera
cinematografica, Un Consiglio a Dio, esperimento di cinema cross-over con
Vinicio Marchioni, ha rappresentato l’Italia al Festival Internazionale del
Cinema di Pesaro del 2012 e nel 2013 ha vinto il Procida Film Festival.
Attualmente distribuito in home-video dalla Cecchi Gori-Group. Nel 2014 realizza
un altro lungometraggio, Voce ‘e Sirena, con Cristina Donadio, Rosaria De Cicco,
Enzo Moscato e altri autorevoli esponenti della cultura napoletana. La ricerca
teatrale di Dionisio si divide tra le attività laboratori ali di
Clandestinoteatro e la messinscena di opere al confine di linguaggi meticci,
come le recenti “Il coro negato”, andato in scena nel dicembre 2013 e gennaio
2014 alla Sala Assoli del Teatro Nuovo di Napoli e al Theatre d’Epoche, e il
recentissimo “Semenzella”, canto alle mamme vulcaniche, presentato nel febbraio
del 2014 al Nuovo Teatro Sanità. Dal 2015 insegna Cinematografia all’Accademia
di Belle Arti di Napoli.
sabato 30 aprile ore 21 e
domenica 1 maggio ore 19, Mauro Serio con lo spettacolo “La Valigia” di
Bruno di Marcello.
Il protagonista è un attore che parla con la moglie e col
pubblico mentre fa e disfa di continuo la valigia per partire alla volta
dell'ennesima, estenuante tournée. E la sua mente vaga dai ricordi professionali
a quelli familiari, citando a memoria Shakespeare e Goldoni e prendendosela con
i figli scansafatiche, mentre di tanto in tanto il telefono squilla portando
quasi sempre brutte notizie. Un racconto sempre sul filo dell'ironia e della
risata, pur con qualche momento in cui i toni diventano più seri, che parla
della condizione precaria degli attori, soggetti ad alterne vicende di successi
e insuccessi, ascese e rovinose cadute nell'oblio. Ma parlando dell'attore parla
in fondo di ognuno di noi, della condizione umana che di fisso e sicuro non ha
niente, che deve sempre reinventarsi per andare avanti ogni giorno. E guai se
non ci fosse l'ironia. Un monologo di circa un'ora, virtuosistico e spassoso,
durante il quale il protagonista mostra le sue doti drammatiche e comiche e
perfino canterine. "La valigia" è stato scritto pensando proprio a Mauro Serio,
attore di razza e grande esperienza che ha vissuto in prima persona tutto l'iter
di ogni attore navigato che si rispetti, dal teatro degli inizi alla televisione
degli anni ruggenti. Le oniriche scenografie sono opera di Giovanna Vasapollo e
Marta Della Lena.
Mauro Serio nel 1994 lavora alla Rai dove presenta i
programmi per ragazzi "Che fine ha fatto Carmen Sandiego?" su Rai 2 e
soprattutto "Solletico" su Rai 1 e il suo stile simpatico, garbato, gli dà
l'opportunità di vincere più volte il Telegatto. Divenuto volto noto di
programmi per i bambini, Mauro Serio presenta insieme all'immancabile Cino
Tortorella anche tre edizioni del "Festival dello Zecchino d'Oro". Nel 1998 e
nel 1999 conduce anche "Giochi senza frontiere", mentre tra il 1999 ed il 2000
ripercorre i momenti più felici della sua trasmissione più famosa con "Solletico
2000" e "Solletico Story". Ha preso parte alla serie tv "I Cesaroni 2" e "La
ladra" con Veronica Pivetti. Il suo impegno teatrale lo vede a fianco di maestri
del calibro di Mauro Bolognini (Sogno di una notte di mezza estate); Gino Landi
(La casa delle tre ragazze e Il cavallino bianco) e Giorgio Albertazzi (Re
Lear). Mauro Serio creò fin dall'inizio degli anni novanta un sodalizio
artistico con Luca Barbareschi che lo portò a recitare spesso al fianco
dell'amico in commedie quali "Mercanti di bugie"; "Presente prossimo venturo" ed
"Oleanna". Del 2002 è invece Il principe ranocchio (tratto dalle opere dei
fratelli Grimm). Apparso raramente al cinema, ha figurato nella commedia di Dino
Risi "Teresa" (1987), "Supplì" (1993) di Vincenzo Verdecchi, "Fame chimica"
(2003) di Antonio Bocola e Paolo Vari.
Bruno di Marcello è nato a Caserta nel
1973. Trasferitosi a Roma nel 1991, nel 1999 si Laurea in Discipline dello
spettacolo con la tesi “Fellini tra fumetti e riviste umoristiche”. Il suo
esordio sul set è come assistente alla regia per il film "Il Tuffo" con Vincenzo
Salemme e Carlotta Natoli. Seguono: "L'amico" e "Pugni nell’aria" di Roberto De
Francesco (Selezione ufficiale Festival di Venezia ‘99); "Il manoscritto di van
Hecken" con Barbara D’Urso e Renato Carpentieri; Approda alla regia televisiva
nel 2006 con il programma La linea d’ombra (RAI 2 con Massimo Picozzi), cui
seguono DeA Kids; Giorgio Almirante dall'RSI all'MSI (RAI 3, “Correva l'anno”
2010); La terra del sorriso (RAI 2, “Sulla via di Damasco” 2013); Baby tour (4
puntate per Rai Storia, “Magazzini Einstein” 2014); Augusto, la dolcezza della
vita (Rai Storia, 2014); Storie dell'Arte (10 puntate su Rai Storia 2014);
Viaggio nell'Italia del Giro (RAI Sport/RAI Storia, 2015).
Orario: Sabato ore 21,00 e
Domenica ore 19,00 - biglietto Euro 10
Piccolo Teatro Studio, Via L. Pasteur
6, Caserta
Per info. e prenotazioni tel.
330.713278, angelo.bove@libero.it