INSIDE: David Bowie - "La Trilogia Berlinese"
Caserta – 6 Dicembre 2014
Articolo di Giuseppe Balducci, foto di Roberta Cacciapuoti
“Di fronte a una realtà che conquista gradualmente la consapevolezza
partendo da un’unità indifferenziata l'artista riesce a rendere visibile lo
Spirito che è nascosto nella materia”. F. W. J. Schelling.
È questa la citazione usata dagli organizzatori, Paky Di Maio e Luigi Iacono,
per introdurre questa nuova edizione di “INSIDE” dedicata all’artista David
Bowie ed al suo periodo cosiddetto “berlinese” (triennio 1977-1979, album Low,
Heroes e Lodger). Periodo molto particolare per David Bowie che, all’apice del
successo musicale, vedeva la sua vita sgretolarsi pian piano devastata
dall'abuso di cocaina tanto da dire, anni dopo in un'intervista: "Penso di
essermi trovato sul punto di diventare il protagonista dell'ennesimo decesso nel
mondo del rock". A questo erano poi da aggiungersi le fobie derivate dal
successo stesso e i problemi con la moglie, che avrebbero portato di lì a poco
la coppia al divorzio.
Seppure diversi tra loro possiamo accomunare questi tre album come una parentesi eterogenea che segna, però, un unico percorso inverso dalla sperimentazione intrisa di alea ed elettronica di Low, con i suoi testi frammentati, apparentemente senza senso, ed i suoi lunghi passaggi strumentali, alla transizione di Heroes, in cui l'equilibrio tra Bowie e Eno, tra sperimentazione e tradizione, tra cripticità e comprensibilità, sembra toccare l'apice, a Lodger, un album da suono quasi pop, in cui i testi, incentrati soprattutto sul tema del viaggio, riprendo la loro centralità nella composizione veicolando un messaggio chiaro, ed in cui il mondo con i suoi suoni fa capolino a più riprese.
Non è un caso, quindi, che gli artisti che si sono alternati sul palco del
Teatro Civico 14, e le relative scelte rappresentative, siano state coerenti con
questa premessa.
Ogni artista ha cercato di prendere un pezzo di David Bowie, di scomporlo ed
analizzarlo tramite il filtro della propria conoscenza e della propria
interpretazione, per poi ricostruirlo in una chiave completamente nuova, più
personale.
È interessante vedere come alcune certezze siano destinate a sgretolarsi, ed ecco allora che anche la musica stessa viene trasformata e rivisitata: ad aprire la serata, infatti, ci sono gli URO con la loro performance di mimo e, a seguire, gli arrangiamenti strumentali di band quali Kazum e 7 Parsec e le performance teatrali degli attori di Mutamenti/Teatro Civico 14 e dei ballerini de Il Sipario ArtDanceCompany.
L’apice della serata si raggiunge con l’esibizione di Paky Di Maio (YKAP), ormai un artista ben conosciuto nella nostra realtà campana, con le sue rivisitazioni Elctrorock/Triphop.
A fare da sfondo a questa enigmatica serata c’è stata la presenza dell’artista Naf-MK che, partendo da un quadro parzialmente già iniziato, ha continuato la sua opera per poi mostrarla al pubblico, nella sua interezza e con un tempismo perfetto, a fine serata.
consulta: Stagione Teatrale 2014/2015 al Teatro Civico 14