Teatro Garibaldi: stagione 2014/15
S. Maria C. V. (CE) – dal 2 Novembre 2014
Comunicato stampa
Programma
2 Novembre, B&B production Srl presenta "L’amico del
cuore", Una commedia scritta e diretta da Vincenzo Salemme
con Biagio Izzo e con Francesco Procopio e Mario Porfito
L’amico del cuore è una commedia del 1991.Quando l’ho rappresentata la prima
volta, nella stesso anno, era un atto unico e si intitolava “L’ultimo
desiderio”.Negli anni successivi sentivo che la commedia aveva una potenzialità
maggiore e decisi quindi di scrivere “L’amico del cuore”, ampliandola e
separandola in due atti.La prima volta che la rappresentai in questa forma era
il 1995. Fu subito accolta con molto calore. Adesso mi si presenta la
possibilità di metterla in scena come regista. Dalle prime letture mi sono reso
conto che la commedia, dentro la trama comica, ha una vena di profonda
cattiveria.
In questa edizione mi piacerebbe portare in superficie la crudeltà dei rapporti
umani.
In questa edizione mi piacerebbe che Michelino Seta (Biagio Izzo) diventasse
vittima di se stesso, di tutto ciò in cui ha finto di credere, di tutto il suo
provincialismo culturale, di tutta la sua mentalità aperta ma solo a parole. E
quindi mi piacerebbe che Roberto Cordova diventasse un uomo che coglie nella
propria malattia (Deve subire un trapianto cardiaco con poche probabilità di
sopravvivenza) un occasione di rivalsa nei riguardi dell’amico più fortunato,
quell’amico del cuore, Michelino, che ai suoi occhi appare un uomo di successo
per di più sposato con una donna bellissima.
I due sono amici dall’infanzia e probabilmente, Roberto, da sempre pensa che
l’amico abbia avuto una vita più facile, più fortunata. Quale occasione migliore
quindi per vendicarsi di quell’amico che si dice uomo aperto e democratico,
quell’uomo che giudica la gelosia un sentimento barbarico, quale occasione
migliore per dimostrare che le sue sono soltanto chiacchiere.
Quindi in definitiva mi piacerebbe che questa edizione fosse proprio un duello,
in cui l’arma scelta dai contendenti non è la spada ma l’ipocrisia. Il tutto
nella tessitura classica della commedia degli equivoci, dove ognuno dei
personaggi si veste di un ruolo per nascondere la propria natura più profonda:
un prete ambiguo che non ha deciso se essere “uomo o ministro di Dio”; un
ragazzo di quattordici anni (malato del morbo di Matusalemme) che ne dimostra
quaranta e crede di essere la reincarnazione di un merlo; la mamma di questo
ragazzo legata ancora al ricordo del marito defunto, ma che alla prima occasione
cede alle lusinghe di un tassista invadente e aggressivo.
E su tutti spicca Frida, IL SOGNO. Frida, la bellissima moglie di Michelino,
Frida la bionda svedese, Frida ricordo di una Svezia del progresso, la Svezia
della libertà, la Svezia senza tabù e senza peccato, Frida innocente e Frida che
adesso...aspetta un bambino. E ad imbrogliare ancora di più la matassa
interviene chi quella matassa la dovrebbe sbrogliare: la ginecologa, che
dirà..1Infine, come mi capita di fare da qualche anno, mi piacerebbe anche in
questo caso, aprire in qualche modo la commedia al pubblico, alla partecipazione
del pubblico. Mi farebbe piacere cioè che questa commedia, per il pubblico in
sala diventasse quasi un racconto, un aneddoto sul quale ognuno potrebbe essere
chiamato ad esprimere la propria opinione. Mi piacerebbe cioè che ognuno degli
spettatori maschi si domandasse: ma se il mio amico del cuore, in punto di
morte, mi venisse a chiedere, come ultimo desiderio, di andare a letto con mia
moglie, cosa farei? E mi farebbe anche piacere sapere cosa ne pensa la moglie.
27 Novembre, Elledieffe srl presenta Luca De
Filippo, Carolina Rosi, Nicola Di Pinto, Massimo De Matteo in “Sogno di una
notte di mezza sbornia“
di Eduardo De Filippo, regia Armando Pugliese (liberamente tratta dalla commedia
“La fortuna si diverte” di Athos Setti)
Scene Gianmaurizio Fercioni - Costumi Silvia Polidori
Con Sogno di una notte di mezza sbornia la Compagnia di Teatro di Luca De
Filippo propone un nuovo progetto, questa volta specificatamente tematico, sui
testi di Eduardo, in un percorso che porterà successivamente all’allestimento di
“Non ti pago”, che lo stesso Eduardo definisce “una commedia molto comica che
secondo me è la più tragica che io abbia scritto”. Infatti “Sogno di una notte
di mezza sbornia” - scritta da Eduardo nel 1936- ne è il prologo naturale: si
parla di sogni, vincite al lotto, superstizioni e credenze popolari di
un’umanità dolente, che solo in questo modo ha la capacità di pensare a un
futuro migliore per sopravvivere al proprio presente. Utilizzando lo stile
comico, a volte grottesco fino a pervenire alla farsa, Eduardo combina la forma
della classica e antica tradizione teatrale napoletana con le tematiche che
saranno sviluppate appieno nelle sue commedie successive. Al centro c’è dunque
il popolare gioco del lotto, dove però qui la scommessa si pone fra la vita e la
morte e i rapporti sono fra il mondo dei vivi e il mondo dei morti. Nello
sviluppo della commedia è inoltre presenza sostanziale la comunità dei familiari
e degli amici, stretta intorno al protagonista ed al suo dramma forse più per
egoistico interesse personale che per solidarietà e sostegno, una comunità
grazie alla quale Eduardo può declinare il carattere corale e sfaccettato della
sua drammaturgia. E poi, soprattutto, c’è il finale che non chiude, ma rilancia
una sorpresa che non si consuma mai, fra gioco dell’esistenza e gioco della
scena. Ancora una volta Eduardo, in modo ironico e intelligente, pungente e
raffinato, ci propone un'occasione di riflessione sul nostro modo di stare al
mondo.
A Pasquale Grifone, un povero facchino, piace alzare il gomito e quando beve fa
sogni strani, così da ricevere la “visita” di Dante Alighieri, del quale gli era
stato regalato un busto in gesso. Il Poeta suggerisce all’uomo quattro numeri da
giocare al lotto, sotto- lineando però che essi rappresentano anche la data e
l’ora della sua morte. Di lì a poco, la quaterna esce e Pasquale vince una forte
somma di denaro; la famiglia si adatta prestissimo alle nuove condizioni e
nessuno si preoccupa della crescente disperazione del povero Pasquale,
terrorizzato dalla sua "imminente" morte, cercano anzi di convincerlo del fatto
che si tratti solo di una sciocca superstizione. Il giorno annunciato però la
famiglia si veste a lutto: tutti, ormai, sono convinti che quelli siano gli
ultimi momenti di vita dell’uomo ma quando il pericolo sembra ormai scongiurato
un colpo di scena riapre il gioco…
venerdì 19 dicembre, Gianfranco D’Angelo e I Cerchi Magici daranno vita a
Il bello dell’Italia, per la regia di Luciano Odorisio.
I Cerchi Magici: Maurizio Francisci (fisarmonica e tastiere), Manuel
Francisci (contrabbasso), Claudio Carboni (chitarra classica), Andrea Mercadante
(percussioni), Damiano Mercadante (percussioni), Cristiana Alviti (voce solista
e percussioni), Francesca Romana Fabbri (voce solista), Veronica Intorcia (voce
solista)
suoni e luci Gianfranco Pedetti, costumi Graziella Pera
Gianfranco D’Angelo ci conduce in un percorso ideale attraverso monologhi,
racconti e poesie, che esaltano con spirito, ironia, leggerezza e teatralità le
emozioni, le paure, i difetti e i valori della gente che vive e popola la nostra
Bell’Italia, quella meno conosciuta, da valorizzare e amare sempre di più. Le
tradizioni delle nostre Regioni, la loro storia, le canzoni popolari.
In questo spettacolo, D'Angelo si cala nel suo essere romano con passione. Porta
in scena aneddoti scovati fra le pieghe della sua città, personaggi noti di cui
racconta dettagli sconosciuti, storie di vie e di piazze, di proverbi e di
poeti.
Lo accompagna il gruppo musicale Cerchi magici, un gruppo di veri
professionisti, tutti giovani, tutti diplomati all’Accademia, tutti appassionati
davvero del loro lavoro diretti dal Maestro Maurizio Francisci, che da anni
compie un appassionata ricerca nell’infinito patrimonio della musica popolare
italiana. Tre belle voci soliste vibrano all’unisono, con un ritmo che coinvolge
protagonisti e spettatori, affinché l’emozione non venga mai meno.
Ha curato la regia un grande maestro, Luciano Odorisio, vincitore di un Leone
d'oro alla mostra del cinema a Venezia.
“Il bello dell’Italia” è uno spettacolo ritmato, divertente, coinvolgente,
emozionante. Per far capire quanto il nostro Paese sia bello e quanto lo
dobbiamo amare e preservare.
9 Gennaio, ore 21, Arancia Records e Musicaè Management presentano Federico
Salvatore in "Se io fossi San Gennaro" Tour Teatrale 2014/2015
Musiche eseguite dal vivo da Menotti Minirvini (basso e contrabbasso), Giacomo
Anselmi (chitarre) Luigi Zaccheo (piano e tastiere), Daniele Iacono (batteria e
percussioni).
fonico Antonio Ferrentino
luci Alessio Sepe
Riparte dal teatro Federico Salvatore, e lo fa con uno spettacolo dal titolo che
è tutto un programma, Se io fossi San Gennaro, Tour Teatrale 2014/2015, titolo
che prende spunto dal brano-j’accuse con il quale il cantattore denuncia le
contraddizioni della sua amata Napoli.
Lo spettacolo sarà l’occasione per ascoltare alcuni brani tratti dagli ultimi
lavori discografici dell’Artista, che oltre a proporre una o due “chicche”
inedite non mancherà di riproporre alcuni vecchi e memorabili successi che lo
videro protagonista in moltissime trasmissioni televisive e radiofoniche.
In una scenografia semplice ed essenziale, i riflettori sono puntati sul
poliedrico e carismatico artista, che, menestrello dei nostri giorni, si muove
funambolico tra denunce sociali (in brani come Il Passatista o Se io fossi San
Gennaro), momenti di assoluta poesia (Sul fondo del mare), altri ancora di
genuina ilarità (Azz, Ninna Nanna) e pezzi tratti dall’ultimo album “Pulcin’hell”,
come O’ Palazz e Napocalisse.
Federico Salvatore si racconta e racconta fatti e misfatti quotidiani dalla sua
privilegiata posizione di sensibile osservatore, con qualche vena nostalgica ma
con l’energia di sempre, un acuto spirito critico ma anche un’immancabile
fiducia nei sentimenti e nell’arte.
Lo spettacolo presenta brani tratti dagli ultimi dieci anni di produzione
dell’artista, ognuno introdotto da un monologo in cui ritroviamo intatto lo
straordinario affabulatore partenopeo. Ed ecco che l’eterna querelle tra
Federico e Salvatore torna, stilizzata nella giusta contrapposizione tra brani
elettrici ed acustici: una nuova sorprendente veste per un artista che oggi
raggiunge la piena maturità e che nel teatro-canzone trova la sua nuova,
promettente strada.
Ad accompagnarlo sul palco una affiatatissima e raffinata band composta da
Menotti Minirvini (basso e contrabbasso), Giacomo Anselmi (chitarre) Luigi
Zaccheo (piano e tastiere) e Daniele Iacono (batteria e percussioni).
22 Gennaio, Nuovo Teatro presenta Rocco Papaleo in “Una piccola impresa
meridionale”
di Rocco Papaleo e Valter Lupo, regia Rocco Papaleo
E con Francesco Accardo, Chitarra, Jerry Accardo, Percussioni, Pericle Odierna,
Fiati, Guerino Rondolone, Contrabbasso, Arturo Valiante, Pianoforte
Un esperimento di teatro canzone, come un diario da sfogliare a caso, che
raccoglie pensieri di giorni differenti. Brevi annotazioni, rime lasciate a
metà, parole che cercavano una musica, storielle divertenti o che tali mi
appaiono nel rileggerle ora. Non è che un diario racchiuda una vita, ma di
certo, dentro, trovi cose che ti appartengono, e nel mio caso l’azzardo che su
alcune di quelle pagine valesse la pena di farci orecchiette, per riaprirle ogni
sera a chi ha voglia di ascoltare. Fin qui, il senso della piccola impresa. A
renderla meridionale, ci pensa l’anagrafe, mia e della band che tiene il tempo.
Ma sarebbe meglio dire, il controtempo, visto che il sud, di solito, scorre a un
ritmo diverso. La questione meridionale in fondo è tutta qui: uno scarto di fuso
orario, un jet-lag della contemporaneità che spesso intorpidisce le nostre
ambizioni. Del corpo sociale, siamo gli arti periferici, dita e unghie. Il cuore
pulsante batte altrove, mentre a noi, tutt’al più spetta la manicure.
20 Febbraio, Anfhoras Production presenta Gianfranco Gallo e Massimiliano
Gallo in "Ti ho sposato per ignoranza", scritto e diretto da Gianfranco Gallo,
da Pasquale Petito
con Gianluca Di Gennaro, Bianca Gallo
Una antica farsa di Pasquale Petito, dunque, è lo spunto per un esilarante
spettacolo, il cui titolo originale, “’A scarrecavarrile” (“A Scarica barile”),
spiega tutta la trama: storia di tradimenti e perdoni nel segno di una grande
tradizione comica rinnovata, protagonista incolpevole un bastone da uomo che fa
da asse per una serie di costruzioni comiche di grande eleganza ed efficacia.
Il lavoro di Pasquale Petito somiglia più alle pochade francesi che alle farse
del più rinomato Antonio Petito ma è interessante proprio per questo aspetto,
visto che anticipa lo stile e la forma di colui il quale fu forse il più grande
commediografo napoletano e cioè Eduardo Scarpetta.
Gallo ci mette del suo per cui lo spettacolo acquista modernità e forza nella
sua rielaborazione, quasi una riscrittura per un testo del quale il nostro
autore conserva più che altro lo spunto centrale che è poi la vera macchina
teatrale dell’antica farsa.
Una messa in scena di sicuro effetto che trascinerà lo spettatore in un’epoca,
passata e indefinita allo stesso tempo, nella quale ritroverà una vis comica, un
linguaggio e un’attualità del tutto originali e vicini al moderno sentire.
28 Febbraio, "Benvenuti in casa Esposito", tratto dall’omonimo romanzo
scritto da Pino Imperatore, con Paolo Caiazzo,
Loredana Simioli, Nunzia Schiano, Salvatore Misticone, Mimmo Esposito, Maria
Rosaria Virgili, Gennaro Silvestro, Federica Altamura
Nessuno ha imposto a Tonino Esposito di fare il delinquente. Eppure lui vuole
farlo a tutti i costi, anche se è sfigato e imbranato. Perché vuole mostrarsi
forte agli occhi di tutti. E perché è perseguitato dal ricordo del padre
Gennaro, che prima di essere ucciso è stato un boss potente e riverito nel rione
Sanità, a Napoli.
Così Tonino, tra incubi e imbranataggini, resta coinvolto in una serie di
tragicomiche disavventure che lo portano a scontrarsi con i familiari, con le
spietate leggi della criminalità e con il capoclan Pietro De Luca detto ’o
Tarramoto, che ha preso il posto del padre. E quando non ce la fa più, quando
tutto e tutti si accaniscono contro di lui, va nell’antico Cimitero delle
Fontanelle a conversare con un teschio che secondo la leggenda è appartenuto a
un Capitano spagnolo.
Nel tentativo di riportarlo sulla strada dell’onestà, il teschio del Capitano si
trasforma in un fantasma e appare a Tonino ogni volta che lo vede in difficoltà.
Dalla comica “collaborazione” tra i due co-protagonisti della commedia nascono
episodi esilaranti, che trovano il loro culmine nel periodo in cui Tonino, dopo
aver messo nei guai ’o Tarramoto, assume la reggenza del clan e adotta un
“programma di governo” che prevede, tra l’altro, comportamenti virtuosi ed
ecocompatibili da parte dei camorristi che fanno parte della cosca.
Intorno a Tonino, al Capitano e a De Luca si muovono altri personaggi
memorabili: Patrizia, moglie di Tonino, procace e autoritaria; i suoi genitori
Gaetano e Assunta, che si strapazzano di continuo; Manuela, vedova del boss
Gennaro, donna dai nobili sentimenti; Tina, figlia di Tonino e Patrizia, ragazza
ribelle e contestatrice.
Non manca, in casa Esposito, una presenza animalesca: Sansone, un’iguana del
genere meditans, che fa da contrappunto a tutti i divertenti momenti della
commedia.
L’opera – che si avvale della partecipazione straordinaria in video di noti
attori partenopei – con dialoghi irresistibili, colpi di scena e messaggi di
grande valore etico, mostra gli aspetti più cafoni e ridicoli della criminalità,
rispolvera la grande tradizione comica napoletana e fa ridere e riflettere.
Un modo nuovo di raccontare e denunciare la malavita, perfettamente in linea con
i contenuti del romanzo bestseller Benvenuti in casa Esposito, che è stato un
vero e proprio caso letterario.
Un libro che ha scalato le classifiche grazie al passaparola e all’entusiasmo di
migliaia lettori in tutta Italia e che è stato adottato da scuole, istituzioni
pubbliche, associazioni antimafia, comitati civici, gruppi che si battono per la
Legalità.
Gli Esposito stanno arrivando. Preparatevi a ridere insieme a loro!
19 Marzo, Compagnia Enfi Teatro presenta "Una
Famiglia Quasi Perfetta", scritto e diretto da Carlo Buccirosso
con Carlo Buccirosso, Rosalia Porcaro. Gino Monteleone, Davide Marotta, Tilde De
Spirito, Peppe Miale, Fiorella Zullo, Giordano Bassetti
In una piacevole e tranquilla villetta residenziale, una pacifica famigliola,
lui affermato psicologo, lei insoddisfatta casalinga, sembrano vivere in
apparente armonia assieme al loro figlioletto, adottato sin dall’età di sei
anni, e che ora appare come il loro principale punto di riferimento, fin quando
un giorno, un inaspettato evento arriverà a turbare la pace della loro
esistenza: il padre naturale dell’amato e coccolato pargolo, che piomba nel
tepore delle mura della casa a recriminare la paternità di suo figlio!
Sembra una normale vicenda legata alle difficoltà che l’adozione di un figlio a
volte può arrecare, ma il disordine legislativo, la mancanza di una quotidiana
tutela del cittadino, unite alla presunzione di convenienza che ormai regna nel
nostro “bel paese”, e cioè che tutti siamo colpevoli di tutto, salvo prova
contraria, porteranno gli eventi sul precipizio di una normale tragedia
quotidiana, cui la nostra spietata battaglia esistenziale ci ha ormai
tristemente abituati…