Officina Teatro: #Tessuto

S. Leucio (CE)  –  27 Ottobre 2013

Articolo di Rossella Barsali, foto di Alessandra De Luca

#Tessuto- Cascina Barà, di Alessandra De Luca
da un’idea di Daniela Scarpari, con Daniela Scarpari

Secondo appuntamento per la nascente Stagione di Officina Teatro, #Tessuto, è più un laboratorio di ricerca di nuovi mezzi espressivi che delimita un ulteriore margine nel genere di Affabulazione Teatrale che un esercizio di bravura fine a se stesso. Basta anche una storia semplice e vera, senza fronzoli o colpi di scena, che innestata con l’uso ragionato del potente mezzo informatico, diventi poesia in versione pseudo-fumetto, immediatamente fruibile da qualsiasi pubblico, anche eterogeneo. Le immagini proiettate che compongono la scenografia vengono guidate ed animate dal vivo da un artista (Alessio Trillini) attraverso una tavoletta grafica, spaziando dal semplice segno fino a raggiungere un certo grado di complessità. Contemporaneamente il musicista (Lorf) interagisce attraverso brani preregistrati e interventi dal vivo di basso e chitarra.
L’idea del disegno in diretta, rigorosamente in bianco, rosso e nero, sostituisce quasi completamente la scenografia e, a volte, persino l’arredo scenico; definisce, meglio di qualsiasi altro artificio, l’incessante dialogo interiore del personaggio - una ragazza che la madre ha abbandonato appena nata espatriando per cercare lavoro - che parte alla ricerca della sua radice smarrita. Nello scorrere dei tempi sovrapposti (quello dei ricordi d’infanzia e dell’immobilità con quello attuale di dinamica indagine sulle tracce materne). Mia segue il filo immaginario della percezione d’assenza materna e delle sue parole mai udite: troverà filo e parole nei tessuti che la madre, sarta esperta, tesse, ricavando dai patchwork la storia intima di lei e il suo amore per sua figlia. Nel garbuglio emotivo emerge fortissimo il conflitto sociale dell’emigrato, l’annientamento della dignità dell’individuo, dell’iniziativa personale nel contesto lavorativo e dell’inevitabile castigo che segna l’incoerenza di quest’epoca. Rimane però fermo il legame emotivo tra madre e figlia, nonostante la difficoltà del rapporto generazionale. L’assenza diventa presenza incoercibile e costante in entrambe le vite.
Densa di poesia, intervallata da continui rimandi sonori e fiabeschi, la storia non avrebbe lo stesso impatto emotivo se non fosse interpretata da Daniela Scarpari, che affresca la sua Mia con il lieve stupore che i vent’anni di vita utilizzano sia nella scoperta del dolore che del piacere.

CM: Realizzazione originale, costi contenuti, impatto immediato: questi i pro, ma i contro di un lavoro così quali sono?
Alessandra De Luca: L’uso del potente mezzo informatico, che ti prende inconsciamente la mano. Abbiamo dovuto lavorare sottraendo, altrimenti…(sorriso)-

CM: C’è molta cinematografia, in questo racconto, e reminiscenze vintage: volute o inevitabile prodotto, quando si intersecano vari linguaggi, come avete fatto voi?-
A. De Luca: Entrambe le cose! La performance visuale attraversa l’azione teatrale, e il risultato è qualcosa di nuovo, che in parte sfugge al controllo degli artisti… -

…Ma non a quello del pubblico!

Consulta: Officinateatro “Prospettive Contemporanee”: Stagione 2013|14

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