Un “Weekend” da “In...canto Teatrale” in scena al Teatro Don Bosco
Caserta – 26 Ottobre 2013
Articolo e foto di Tonia Cestari
Si è aperto ieri il sipario su “In...canto Teatrale” per la stagione
2013/2014, la rassegna ideata da Anna D’Ambra in collaborazione con il Comitato
Caserta Città di Pace. Lo spettacolo che ha inaugurato la rassegna è stato
“Weekend” di Annibale Ruccello, drammaturgo degli anni '80 scomparso in età
prematura a causa di un incidente stradale, interpretato dalla poliedrica
attrice protagonista Margherita di Rauso, dal naturalissimo attore Giulio Forges
Davanzati e dal giovane ma promettente Brennio Placido, guidati dall'apprezzatissimo
regista Luca De Bei.
“Weekend” è l'ultimo dei tre drammi, dopo "Le cinque rose di Jennifer" e
"Notturno di donna con ospiti", a formare la trilogia da Ruccello stesso
definita “teatro da camera”, in cui il pubblico convive all'interno di una
stanza con i protagonisti per tutta la durata dello spettacolo per condividerne
desideri, pensieri e paure. “Weekend” è suddiviso in due atti, ambientato nella
Roma degli anni '80, nell'appartamento della professoressa Ida (Margherita di
Rauso), donna sulla quarantina che ama ascoltare musica francese degli anni '30,
bere alcolici dolci, accanita fumatrice con un evidente difetto fisico: è zoppa
alla gamba sinistra a causa di una frattura mal curata anni prima. Ida da subito
appare una maestrina frustrata e acida nei confronti del suo allievo Marco
(Brenno Placido), ma quando resta sola in casa rivela i suoi desideri occulti
che nascono dalle sue frustrazioni e si appresta ad ammirare il suo corpo
davanti allo specchio con pose sensuali come per testare il suo carisma.In
realtà Ida ha un' immagine ideale di sé che l'antiestetico difetto alla gamba
non le permette di impersonare per quanto cerchi di trattenere la sua
zoppicatura.
Durante il “weekend”, con gli alunni e la scuola “fuori dai piedi”, Ida ha più
tempo da dedicare a se stessa e lo strascorre insieme all'idraulico Narciso
(Giulio Forges Davanzati), sfacciato giovincello di origine napoletana che non
ci pensa due volte ad assecondare i suoi desideri sessuali e quelli di Ida.
Giochi di luci, curati da Marco Laudando hanno accompagnato lo svolgimento della vicenda che non segue una vera e propria sequenza temporale: nel dramma di Ruccello è difficile per lo spettatore distunguere ciò che appartiene alla realtà e cosa a sogni, illusioni e desideri della protagonista. Luci rosso fuoco scavavano nei desideri erotici dell'attrice, luci blu delle sirene fuori la finestra raccolglievano le sue paure, lo specchio, invece, i suoi sensi di colpa rigettati dalla sua coscienza.
Ha colpito da subito la scenografia di Francesco Ghisu e Valeria Mangiò, non
frontale, ma posta in diagonale e in pendenza verso il proscenio per una
migliore visuale da tutti i punti della platea per permettere di notare
soprattutto i minuziosi particolari della scenografia come il mobile dietro al
divano verso il quale Ida si dirige spesso durante il dramma per sorseggiare
liquori o per cambiare musica al giradischi. Un ambiente circoscritto e spesso
chiuso a chiave dalla protagonista che si avvicina al mondo esterno solo
attraverso la finestra ventilata e “chiassosa”. Un plauso anche ai costumi
curati da Lucia Mariani, caratterizzanti soprattutto per la protagonista il cui
cambio d'abito sulla scena è stato funzionale alla storia: dal nero del lutto
per il padre al rosso sensuale e provocatorio.
Statuaria e dominatrice sulla scena è stata Margherita di Rauso che ha ben
saputo come rendere un personaggio multiforme come quello di Ida, una donna
dalla risata isterica, soggetta scatti di rabbia e atteggiamenti scontrosi, fino
a trasmettere una sensualità smisurata. Un vero saggio di bravura che ha portato
in scena tutta la sua esperienza di attrice oltre alle sue capacità acquisite
durante il percorso accademico alla prestigiosa Scuola di Giorgio Strehler del
Piccolo di Milano. Grande plasticità sulla scena nonostante la zoppicatura
verosimile, passaggi dal dialetto napoletano composto e naturale, a epilettici
attacchi di rabbia, pose statuarie fino alla sensualità più sfrenata, istinti
omicidi, paure, un personaggio multiforme che lei ha affrontato così:
Quanto è stato difficile entrare nel personaggio multiforme di Ida dal
punto di vista fisico e recitativo?
Per quanto il personaggio possa sembrare difficile da interpretare, per me è
stato più semplice rispetto ad altri del mio passato teatrale. Il personaggio di
Ida ha un effetto catartico su di me, è liberatorio ed è difficile più che altro
dal punto di vista fisico.
Apprezzatissimi anche Brenno Placido, interprete di Marco, uno studente
romano che non ne vuole sapere di imparare e Giulio Forges Davanzati nei panni
dell'idraulico napoletano Narciso, resi con una tale naturalezza da sembrare più
attuali e realistici che mai.
Il pubblico, affascinato dagli attori, complice della protagonista ma allo
stesso tempo avvolto dalla tensione si è scatenato in lunghi applausi al termine
della rappresentazione.
E' inevitabile rivolgere un pensiero all'autore di questa pièce teatrale
Annibale Ruccello che aveva scritto questo dramma nel 1983 per portarlo in scena
nello stesso anno e vincere il premio IDI under 35 ( Istituto del dramma
italiano). Una giovane promessa del teatro andata via troppo presto, una sorte
comune a tanti che quando colpisce un artista, però, ci lascia con la curiosità
di sapere cosa altro avrebbe inventato una mente geniale come la sua. E' stato
commovente ed emozionante ricordarlo così, attraverso l'omaggio alla sua figura
di drammaturgo, portato in scena da un cast di professionisti come questo.
Consulta: In…Canto Teatrale
2013/2014