Associazione Diotima - L'alt(R)O Teatro: stagione 2012 – 2013
Caserta, dal 21 Ottobre 2012 al 18 Maggio 2013
Comunicato stampa
L'associazione Diotima - L'alt(R)O Teatro è lieta d'invitarvi domenica 21
Ottobre, alla serata inaugurale della nuova stagione teatrale in cui saranno
presentate la nuova rassegna di teatro, musica, danza, cultura ed arte e le
altre iniziative culturali che si svolgeranno da Ottobre 2012 A Maggio 2013
presso L’Alt( r)o Teatro, sito in via Ruggiero 93.
Quest'anno oltre ai tradizionali componenti si aggiungeranno allo staff di
Alt(r)o Teatro attori, attrici, musicisti, ballerini e tecnici teatrali.
La rassegna sarà ricca di eventi che punteranno soprattutto alle vostre
emozioni.
Durante la serata inaugurale potrete assistere a varie performance teatrali e
musicali ad opera degli artisti che parteciperanno alla rassegna.
Il tutto sarà accompagnato da una deliziosa cena a buffet offerta
dall'associazione. Ingresso Libero
Programma
27 e 28 Ottobre “L’uomo Dal Fiore In Bocca” di Pirandello. “L’Orso” di
Checov. Regia Antonio di Nota e Peppe Merola
2 e 3 Novembre “L’ultimo Uomo”(Rappresentazione teatrale per tutti e per
nessuno) da“Cosi’ Parlo’ Zarathustra” di Nietzsche. Di e con Gianni Gallo
Da tempo si aggira nel mondo Occidentale ed ora irrompe paurosamente con
“meraviglia” “l’ospite inquietante”, il Nichilismo: la morte dei Valori, lo
smarrimento degli obiettivi, la perdita di Senso.
L’epoca contemporanea, del dominio della Tecnica e della fine del Senso, era
stata “predetta” già dal grande pensatore F. W. Nietzsche.
Il filosofo vide e annunciò il tramonto dell’Occidente.
L’Annuncio di Nietzsche, che non è critica dell’esistente, ma constatazione
drammatica, è una rivelazione della fine dei Valori, della morte di Dio, del
compimento di un mondo. Spettacolo tremendo, difficile da sopportare, esso ci
riguarda, ma ci riguarda, all’un tempo, anche l’Annuncio lieto della liberazione
dalla tirannia dei Valori, lieto perché libera la Volontà dal giogo dei valori:
la Volontà, infinita pulsione di rinnovamento, è ora libera di pro-durre nella
sua possibilità.
Tutto ciò si muove e si consuma sotto i nostri occhi e può essere visto.
Il nichilismo, lungi dall’essere un orientamento di vita, è una vera e propria
Annunciazione del compiuto e dell’inizio di qualcos’altro: è stato detto e io vi
dico.
L’Annuncio è il compiuto: drammatico e doloroso, ma è anche l’inizio: un ponte
sull’abisso che l’uomo del compimento, l’Ultimo uomo, getta.
Trasposizione teatrale della crisi della nostra civiltà, attraverso letture
teatralizzate di Nietzsche (da così parlo Zarathustra), poesie, canzoni , video
e musiche.
16 e 17 Novembre “La Tenta” ( da “Lu Cuntu de li Cunti”) Compagnia
L’Altro Teatro. Regia Saverio Gallo (Commedia napoletana) (nostro
articolo)
24 Novembre “Omaggio A Picasso”. Il Flamenco racconta P.Picasso
(Spettacolo di danza) di Annalisa Brignola
7 Dicembre “Una Notte In Italia” (Omaggio a Ivan, Vinicio e ….) con
Gianni d’Argenzio (Sax), Andrea Giuntini (Pianoforte), Nicoletta Abbate (Voce)
15 Dicembre “Tre Sorelle Per Me” dei fratelli Canzano. Compagnia “Senza
fili”. Regia Eva de Rosa
22 dicembre, Il folle incanto della poesia, Non solo Poesia a Teatro di e
con Gianni Gallo
29 Dicembre “Concerto Di Natale”. Direttore: Soprano Cira di Gennaro.
Associazione Culturale Caruso.
4 e 5 Gennaio “Non Solo Cabaret” di Migliaccio e Carrino
18 e 19 Gennaio “Terra Nostra”- Napoli pre e post unitaria-
(Rappresentazione teatrale). Compagnia L’Altro Teatro. Regia G. Gallo
Attori: Nicoletta Abbate (cantante), Michela de Lucia, Antonio di Nota, Angelo
Formichella, Gianni Gallo, Saverio Gallo,
“Terra nostra” è tutta la Terra, tutta quella su cui l’uomo vive, è la terra che
non dovrebbe essere privata a nessuno, sulla quale nessun diritto di proprietà
dovrebbe essere esercitato. In questa cornice si inquadra lo spettacolo “Terra
Nostra”. Napoli una terra invasa, colonizzata in nome di valori che hanno
schiacciato, trasformato territori e coscienze. Una Terra dove tutto questo è
diventato Giustizia, dove la cultura è la cultura di questa Giustizia.
Napoli non è Napoli di tanti anni fa, un tempo dimenticato che non abbiamo
conosciuto. Una storia nascosta , rivoltata. Tutti pensiamo che Napoli sia la
Napoli del povero cristo, dell’imbrogilone, del furbo che deve tirare a campare,
della camorra, della “finestrella a Marechiaro”, delle tammurriate, delle
tarantelle, dei vicoli. La Napoli dei turisti che son venuti finanche ad
“ammirare” l’immondizia.
Con la terra è stata rubata anche l’anima di un popolo.
“Terra Nostra” vuole s-velare l’anima di un popolo stravolto, ma che vive non
solo nella memoria ma nel desiderio e nella speranza nascoste profondamente in
ogni uomo
La Rappresentazione, attraverso poesie, monologhi, dialoghi, pezzi teatrali,
musiche, canzoni, metterà in scena la Napoli pre-unitaria, la Napoli dopo
l’Unità, dal decennale terremoto dei Briganti all’emigrazione, fino ad Eduardo,
Totò ed altri, per ricercare la Cultura di una Terra s-velando le differenze
ormai radicali tra un periodo storico e un altro, “pe’ vedé chi site, pe’ vedé
chi so’ “ , come recita nel primo monologo-poesia l’attore.
25 e 26 Gennaio “Eco Di Napoli (la canzone napoletana in concerto)” con
il gruppo “I Salvator Rosa”
1 e 2 Febbraio “Crimini Da Un Matrimonio”(Spettacolo teatrale della
Compagnia “La Loggia dei Priori”). Regia Luigi Bentivoglio
8 e 9 Febbraio “Viva La Democrazia?!” Ovvero "La caduta degli Dei ?!"
ATTORI: Nicoletta Abbate, Michela de Lucia, Antonio di Nota, Angelo Formichella,
Gianni Gallo, Saverio Gallo.
VOCE CANORA E PERCUSSIONI: Nicoletta Abbate
CHITARRA: Alfonso Losanno
SERVICE: Salvatore Lerro, Andrea Mastrangelo, Emilio Merola
SCENEGGIATURA E REGIA: Giovanni Gallo, Saverio Gallo
16 Febbraio “Concerto Di Musica Irlandese” con gli “Ar Meitheal”
22 e 23 Febbraio, 9 Marzo, “Giordano Bruno”. Rappresentazione teatrale di Gianni
Gallo. Compagnia L’Altro Teatro. Regia G. Gallo
Giordano bruno, grande filosofo del Rinascimento italiano, innovatore
rivoluzionario, fu per le sue idee messo al rogo dalla Santa Inquisizione con la
lingua in giova il 17 febbraio del 1600
I suo era un pensiero volto all’innovazione e al cambiamento.
Il suo era un pensiero volto alla Verità, alla conoscenza. Una verità che non è
unica , fissa, una conoscenza che non arriverà mai al traguardo, perché verità e
conoscenza una volta raggiunte aprono nuovi spazi, nuovi orizzonti.
Bruno legge Copernico: non è il sole che gira intorno alla Terra , ma la Terra
intorno al Sole e questo implica tutto un rivoluzionamento del modo di intendere
l’uomo, la natura, la divinità.
L’Universo , dunque, è infinito e non c’è qualcosa fuori di esso. Si perde la
visione antropocentrica: l’Universo non è finalizzato alla Terra e quindi
all’Uomo; questi sono una parte infinitesimale, finita del Tutto.
Il nostro mondo è uno degli infiniti mondi finiti e neanche il migliore. Infatti
nel nostro mondo esiste la morte, negli altri mondi possono non esistere i
mortali quali siamo noi ( in tal modo Bruno relativizza la Terra e con essa
l’esperienza cristiana: essa non è l’esperienza dell’Universo, ma l’esperienza
di una specifica regione dell’Universo e come è nata in quella Regione finirà in
quella Regione.
Per Bruno Dio non è fuori del mondo, ma è nelle cose nella materia-vita. Egli
non crede al Mito della Creazione, Dio è un esplicarsi della materia universale,
è in qualunque parte del mondo sorgano uomini piante animali, cose animate.
1 e 2 Marzo “Io Non Ci Tengo Né Ci Tesi Mai”( viaggio nell’avanspettacolo
petroliniano) di Angelo Formichella. Compagnia L’Altro Teatro
Una carrellata dei personaggi più famosi di Ettore Petrolini, attore e autore,
che fu uno fra i massimi innovatori del teatro del primo Novecento. Chansonnier
e macchiettista nei caffè-concerto e nelle sale di Varietà, fu autore di
numerose commedie, nonchè interprete di testi comici e drammatici e, a partire
dagli anni Venti, anche attore cinematografico. La forza parodica della sua
proposta artistica e l’originalità corrosiva con cui investì i costumi sociali
contemporanei ne fanno uno degli artisti più rappresentativi della poetica del
grottesco novecentesco.
ATTORE: Angelo Formichella
VOCE RECITANTE: Giovanni Gallo
VOCI FUORI CAMPO: Michela de Lucia, Giovanni Gallo, Saverio Gallo, Alfonso
Losanno
CHITARRA: Alfonso Losanno
MAKE UP: Michela De Lucia
MONTAGGIO VIDEO: SAVERIO GALLO
COSTUMI: Sartoria "Mani di Fata" - Via Rossi - Caserta
SERVICE: Salvatore Lerro, Andrea Mastrangelo, Emilio Merola
SCENEGGIATURA E REGIA: Angelo Formichella
9 Marzo “Concerto Rock”. Gruppo rock Romano.
15 e 16 Marzo “Il Cabaret In Scena “ di Saverio Gallo Compagnia L’Altro
Teatro
22 e 23 Marzo, 6 Aprile ore 21. Poesia e teatro "L'urlo e l'incanto del demone"
brani di Leopardi, Baudelaire, Rimbaud, Neruda, Lorca, Ferré, Brel, Tenco,
Gaber, De André, Ciampi
Interpreti: Gianni Gallo, Saverio Gallo. Chitarra: Alfonso Losanno
La poesia è avventura linguistica, navigare nell’Oceano linguistico come Ulisse
sulla nave di Omero, attraversare la lingua come il mare in tempesta, sapendo da
dove si parte, ma ignorando i possibili approdi, oltrepassando i confini
conosciuti e sfidando difficoltà e insidie:
Poesia è la volontà raffinata di esplorare e sperimentare con l’atteggiamento di
chi, provando, modifica e innova. Per questo la poesia nasce da un vento
mentale, da un potere misterioso, uno spirito occulto, un demone, che “ama
l’orlo dei pozzi, brucia il sangue, rompe gli stili” come diceva Garcia Lorca.
La poesia, però, non è solo qualcosa di istintivo, come superficialmente e
consumisticamente talvolta si afferma. Se la suggestione delle emozioni e il
fluire appassionato delle immagini creano un rapporto immediato con il lettore,
ciò è dovuto alla straordinaria capacità del poeta di esprimere sentimenti
universali con un linguaggio incisivo e pregnante, cioè un linguaggio anch’esso
universale che tutti possono cogliere. Un linguaggio che parla alle parti più
profonde dell’animo umano e quindi a tutti, un linguaggio inconsueto ma che
tutti possono sentire perché parla ai sentimenti. La Poesia rompe gli argini
aprendo verso la "Sacra Follia" che ci abita.
24 Marzo “Ultimo Canto Alla Porpora” ispirato alle visioni di Tabucchi,
Pessoa, Pirandello, Cechov. Riadattamento Carmine Losanno. Regia A. Iavazzo.
Associazione Culturale “Il Colibrì” di Sant’Arpino (CE)
20 Aprile,
Associazione "Il Teatro degli Assurdi" presenta "E'Brav'e'Servitori"
Due atti scritti e diretti da
Fabio Orbitello e Gianni Martone
Libero adattamento di "Un Curioso Accidente" di C. Goldoni
Commedia brillante simpaticamente tradotta in napoletano
4 Maggio “Melodie Celebri” Concerto per voce e piano. Soprano Cira di
Gennaro. Associazione Culturale Caruso.
17 e 18 Maggio, “Manfred” di George Gordon Byron
Interpreti: Michela De Lucia, Angelo Formichella, Giovanni Gallo, Saverio Gallo
Tecnici Luci Audio Video: Andrea Mastrangelo, Emilio Merola
Musiche E Voci Fuori Campo: Donato Cutolo
Costumi: Sartoria “Mani Di Fata”
Service: Salvatore Lerro
Regia Giovanni Gallo
In ambito europeo Manfred è sicuramente, di Lord Byron, l’opera più letta ed
apprezzata. Quest’opera, rappresentazione disperata del Romanticismo inglese,
personifica, in modo eccellente, la figura del fatal hero.
Manfred è eroe d’origine faustiana - mezzo scienziato, mezzo mago - divorato da
un senso di colpa tale da togliere il respiro a qualsiasi altro pensiero. La
causa scatenante del suo tormento non è tanto l’incesto con la sorella Astarte,
quanto l’averle spezzato il cuore e l’averle distrutto la vita in mille
frammenti che rispecchiano, impietosamente, la sua indicibile colpa.
Ossessionato da questioni filosofiche, alla ricerca di una formula che gli dia
l’oblio per dimenticare tutto il male causato all’unica persona che lui abbia
mai amato, egli gravita in una sfera d’azione densa di mitologia e simbolismo.
Il poema si apre con l’eroe che rimugina sulla sua vita e parla a sé stesso,
facendo riferimento ad un compito da portare a termine. Egli parla del sonno in
termini tristi: esso non da pace né riposo ma, anzi, è “un flusso perpetuo di
pensiero, al quale è impossibile resistere”. Prosegue mettendo in luce le zone
d’ombra del suo carattere, quelle a causa delle quali, pur egli avendo le stesse
forme e lo stesso aspetto di qualsiasi essere umano, a lui la gioia è negata,
perché “la sofferenza è conoscenza”. Per di più egli detiene la “verità fatale”,
per cui: “l’albero della conoscenza non è quello della vita”. Manfred, così,
appare, fin da subito, come un personaggio tormentato e malinconico, il cui
dolore è così forte che ha perso la paura nei confronti di ogni cosa. Se ha
studiato la scienza e la filosofia - le armi migliori per non temere nulla ed
anzi, ottenere quella saggezza dagli umani tanto ambita -, queste non l’aiutano
a colmare il vuoto che dilaga nel suo cuore. L’unica cosa che gli resta da fare
è riesumare le divinità dell’universo e, per questo, le invita al suo cospetto.
Gli chiedono cosa desideri e lui risponde: l’oblio… di tutto ciò che in lui
risiede, di quel peso che porta con sé e che non potrà mai alleggerire, per aver
amato una donna a tal punto da distruggerla. Le divinità gli rispondono che
l’oblio proprio non possono darglielo e gli offrono qualsiasi altra cosa; ma
Manfred le sfida, nella sua richiesta risponde che non desidera altro che
quello, senza mai piegarsi nei toni. ”L’uomo è in grado di danneggiare sè
stesso, senza aver bisogno di far ricorso all’aiuto del Male”.
Ed è proprio la forza e l’indifferenza con cui Manfred affronta le forze
trascendentali che lo circondano, a renderlo affascinante e al tempo stesso
inquietante. Con provocante sdegno egli resiste alle tentazioni e agli insulti
di streghe, demoni e divinità; allo stesso modo rifiuta l’aiuto dell’abate che
cerca di redimerlo dalla perdizione interiore. Il dramma consiste in una serie
di tentativi falliti di procacciarsi l’oblio, a causa dei quali l’eroe esaspera
ogni suo gesto, fino a giungere all’atto finale. Byron metteva in scena, come se
fosse su un palcoscenico, i propri sogni e desideri più nascosti. Non possiamo,
per esempio, dimenticare il dolore che dilaniava Byron per aver reso la vita
della sua amante Augusta un incubo: così come si erano follemente amati, con
altrettanta intensa spietatezza lui l’aveva abbandonata, costringendola a
lasciare la loro casa, appena poco tempo dopo che lei aveva partorito la loro
figlia. Il comportamento di Lord Byron era inoltre apparso così drastico ed
estremo da portare molti a pensare che fosse matto o addirittura malato, e
questo gli rendeva sempre più una cattiva fama. Così, se Manfred incarna in modo
sublime gli aspetti più oscuri del suo creatore, Astarte - l’eroina del poema -
diventa un ulteriore espediente narrativo. Con ogni probabilità rappresenta
Augusta, sorellastra ed amante dello scrittore, in un incrocio frenetico tra il
piano della realtà e quella dell’invenzione. Su Astarte e Manfred, Byron scarica
tutto il suo bisogno di sensazioni forti, allo stato brado, la sua forza quasi
masochistica ed autolesionista, impaziente, di “cancellare le macchie” di un
passato troppo vergognoso e rovinoso per poter stagnare nelle celle asfittiche
della mente. Tutto il resto del poema è poesia pura, intrisa di emozioni
laceranti e di squarci di cielo. Figure benigne e maligne si avvicendano attorno
all’eroe, lo tirano al di qua del burrone verso cui lui vuol lasciarsi andare e
poi vi rinunciano, poiché egli è troppo forte e deciso a seguire i suoi passi.
Le parole si snodano, una dopo l’altra, come intreccio di suono e di colori,
senza mai giungere alla fine, aprendo il varco a congetture su quello che sarà
l’epilogo del poema e coinvolgendo lo spettatore nella trama di odori, misti a
pensieri, che attanagliano la figura di Manfred strozzandogli la vita.
Ovviamente non aggiungeremo altro, perché significherebbe rovinare un ascolto
appassionante, che va gustato in ogni suo dettaglio ed esplorato in tutti gli
angoli nascosti. Ma quello che possiamo fare è consigliare vivamente la visione
di questo che è un capolavoro della letteratura gotica, con pochi altri che lo
superano in bellezza.
La particolare interpretazione, poi, tenderà ad una comunicazione non
massificante, articolandosi, attraverso suoni vocali e musicali, come una
metafora che si rivolge all’individualità di ogni spettatore. La potenza
comunicativa della metafora sfora il muro dei luoghi comuni, della falsa e prona
comunicazione uguale per tutti e si propone, nello spettacolo, come forza del
significante che colpisce l’immaginazione, la fantasia, i sentimenti dello
spettatore. L’invito è quello di seguire l’Opera con lo stato d’animo di chi
legge una coinvolgente e sconvolgente poesia.
Tutti gli spettacoli iniziano alle ore 21, la domenica alle ore 18,30
Lectura Dantis (L’inferno) di Giovanni Gallo
I Martedi Ore 18,30 (primi quattro incontri)
23 Ottobre: V Canto.
30 Ottobre: X Canto.
6 Novembre: XXVI Canto.
13 Novembre: XXXIII Canto
Il Sapere Ha Potenza Sul Dolore (conversazione sul disagio e la psicologia nell’era tecnologica)
I giovedi ore 18,30 (primi quattro incontri condotti dal Dott. Giovanni
Gallo), ore 18,30 (ingresso libero)
8 novembre: “La Psichiatria e la Psicologia di fronte al disagio psichico”
15 novembre: “L’arcipelago delle emozioni. Mito, Poesia e Ipnosi”.
22 novembre: “Depressione e Attacchi di panico: due patologie dell’era
tecnologica”.
29 novembre: “La Cura delle Idee: un nuovo approccio terapeutico”.
Cinema D’essai
(primi quattro film interpretati da Gian Maria Volonte’)
I Lunedi Ore 18,30
7 Gennaio: Il caso Mattei
14 Gennaio Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto.
21 Gennaio: Giordano Bruno
28 Gennaio: Sbatti il mostro in prima pagina
service audio-luci: Salvatore Lerro. Tecnici: Andrea Mastrangelo, Emilio
Merola.
Per informazioni sulle iniziative e sull’ingresso: tel 333 3556525, 0823 424108.
Sartoria “Mani Di Fata” Via E. Rossi N.5 Caserta
Per informazioni su ingresso agli spettacoli ed alle iniziative culturali
rivolgersi ai seguenti numeri telefonici: 333 3556525, 339 5877891, 0823 324055,
0823 424108
oppure alla sartoria " Mani di Fata", in via E. Rossi 5, Caserta