Teatro Metropolitan: cartellone 2011/12
Aversa (CE), dal 2 Novembre 2011
Comunicato stampa
Inizio spettacolo ore 21
Mercoledì 2 Novembre 2011, Michelle Hunziker in “Mi scappa da ridere”.
Regia Giampiero Solari
Che cosa è la risata? Uno sfogo, una reazione nervosa del nostro organismo?
Guardando Michelle Hunziker si direbbe che la risata è il suo vero modo di
comunicare. A Michelle scappa sempre da ridere, quando è triste e quando è
malinconica. La risata è il suo mantra, una formuletta magica, il bidibi bodibi
bu che spalanca le porte del suo carattere.
Se esistesse una favola di Michelle Hunziker, comincerebbe certamente con una
risata. Una risata così cristallina da scatenare un uragano, capace di
trasportare lo spettatore in un mondo inatteso di aneddoti sorprendenti, dove
nessuno - soprattutto lei - si prende mai sul serio.
Ma siccome una favola di Michelle non esiste, lei prova a inventarsela a teatro
e per farlo parte dalla sua vita vera, la sua infanzia, le sue passioni, i suoi
principi azzurri e le sue streghe cattive. E nella scatola magica del teatro le
sue storie e il suo carattere ispirano frammenti di fiabe, i suoi racconti
diventano schegge di musical, le favole note si trasformano nelle vere storie
della sua vita, in un gioco continuo di contaminazioni e di ribaltamenti visivi.
Michelle interagisce con situazioni e personaggi che le appaiono continuamente
in scena, con la musica e con i ballerini ma soprattutto interagisce con se
stessa.
E naturalmente mentre fa tutto questo, come sempre… le scappa da ridere.
Mercoledì 23 Novembre 2011, Elledieffe presenta La Compagnia di Teatro di
Luca De Filippo in "Le bugie con le gambe lunghe" di Eduardo De Filippo
con Luca De Filippo, Nicola Di Pinto, Anna Fiorelli, Fulvia Carotenuto, Carolina
Rosi, Massimo De Matteo, Gioia Miale, Giuseppe Rispoli, Antonio D’Avino, Chiara
De Crescenzo,
regia Luca De Filippo, scene Gianmaurizio Fercioni, costumi Silvia Polidori,
luci Stefano Stacchini
Nella seconda parte dell’anno 2010, continuerà il nostro lavoro sulla
drammaturgia di Eduardo, in particolare su quella del dopoguerra con la messa in
scena de ''Le bugie con le gambe lunghe”, commedia scritta nel dicembre 1946 -
subito dopo il debutto napoletano di ''Filumena Marturano” - che venne
rappresentata solo un anno dopo: lo straordinario successo di Filumena infatti
ne fece rinviare continuamente il debutto.
Come sarà poi ''Le voci di dentro”, ''Le bugie con le gambe lunghe” è una
commedia sul tema della veritàe della menzogna, in cui la vena amara che scorre
in sottofondo alla comicità a tratti quasi farsesca del primo atto si accentua
con il procedere dell’azione, tanto da far scrivere a Gerardo Guerrieri come
Eduardo
”…scansa gli effetti e le situazioni già fatte, accenna, colpisce di striscio
con una padronanza del mezzo tecnico impressionante…”, conferendo al testo un
suo carattere insieme ''antico” e sperimentale.
La storia vive dei reciproci intrighi che alcune coppie intrecciano intorno a
Libero Incoronato, un uomo modesto, onesto, insieme dignitoso e fiero, la cui
vita tranquilla viene sconvolta dai vicini che tentano in ogni modo di
coinvolgerlo, suo malgrado, nelle loro squallide storie. Prima ingenuamente
ostinato nello smascherare le clamorose menzogne spacciate per verità, di cui è
testimone, Libero decide alla fine di adeguarsi in modo provocatorio alla regola
generale, rilanciandola e amplificandola fino al paradosso.
Ed ecco il titolo della commedia, che rovescia il proverbio popolare: le bugie
con le gambe corte sono quelle dei bambini, quelle puerili, mentre quelle con le
gambe lunghe sono quelle ''che tutti noi dobbiamo aiutare a camminare per non
far cadere l’impalcatura della società (Eduardo nell’intervista a Sergio
Romano).
Un personaggio e una commedia che anticipano modalità drammaturgiche molto
moderne, fortemente presenti nell’Eduardo a venire.
Martedì, 13 Dicembre, Carlo Buccirosso in "Napoletani a Broadway" Nuova
Edizione, con Valentina Stella
Vito Pappacena, cinquantenne attore innamorato del palcoscenico, vive un momento
difficile della propria già misera carriera artistica, avendo persofede nel
sistema del mondo dello spettacolo ed in tutti coloro che hanno l’arroganza ed
il potere di darne vita!Sua madre Margherita, ex attrice della compagnia di
Eduardo de Filippo, costretta suo malgrado ad abbandonare la sua prestigiosa
carriera artistica,causa la gravidanza di suo figlio Vito, è una donna
tradizionale energica e stravagante, pur portando dentro di se il rimpianto di
una vita artistica abbandonata troppo prematuramente in vista del desiderato
successo.Un bel giorno Vito, al suo ennesimo infruttuoso provino, mortificato
dalla insensibilità del regista Sebastiano Sommella, che lo dichiara
responsabile d’essere “un pò troppo napoletano”, liquidandolo col più classico
dei “le faremo sapere”, decide di passare dall’altra sponda del fiume, e con
l’aiuto economico di sua madre mette sù un’agenzia di spettacolo “per soli
artisti napoletani”...una sfida singolare alla conquista di un palcoscenico
utopistico popolato esclusivamente da artisti innamorati del mestiere più bello,
ma a volte anche più malinconico del mondo!L’agenzia di spettacolo “PAPPACENA”
così formata ed avviata da madre e figlio, raggiungerà in pochi anni un elevato
livello di popolarità, con attori, cantanti, ballerini, imitatori e
trasformisti, ad affollare un palcoscenico fatiscente... “Se li vengono a
prendere come il pane” dice Caterina, bizzarra donna delle pulizie invaghita di
Pappacena, parlando degli artisti talentuosi che quotidianamente affollano
l’agenzia sbucando da porte, finestre e cunicoli sotterranei... ”L’agenzia di
Pappacena è il supermercato del vero artista istrione, lo trovi buono, fresco e
a lunga conservazione!Persa la fede nelle istituzioni dello spettacolo, Vito
ritrova grande vitalità nella spregiudicatezza dei suoi artisti, investendo
cuore tempo e danaro nella sua nuova attività...ma la visita inaspettata del
regista Sommella, che quattro anni or sono ne aveva causato la sua crisi
professionale, ridarà linfa improvvisa alla velleità istrionica di Pappacena,
con una “proposta” che Vito non potrà rifiutare! La sua fatiscente carriera
teatrale, accantonata ormai da tempo, sembra rifiorire d’incanto, ed inebriato
dal fascino del palcoscenico e dalla illusoria speranza di una vita priva di
compromessi, dove anche l’artista sofferente possa trovare un suo momento di
gloria e ristoro, Vito si lancia per l’ultima volta con tutto il suo cuore, ed
assieme ad un manipolo di bizzarri artisti disincantati, in una grottesca
fantastica avventura lungo le strade luccicanti di una incantevole Broadway!”
Mercoledì 18 Gennaio 2012, Massimo Lopez in "Varie - età"
Spettacolo musicale di Massimo e Alessandro Lopez, con la Big Band Jazz Company
Direzione Musicale ed arrangiamenti. Regia Massimo Lopez
Un viaggio nelle varie - età dello spettacolo che hanno lasciato tracce
indelebili nel tempo, rivisitate in un repertorio musicale dove il jazz e lo
swing, nel quale Massimo Lopez veste bene le caratteristiche di cantante crooner,
si fondono in una gradevolissima sequenza di indimenticabili evergreen americani
ed italiani dagli anni ʼ30 ai giorni nostri eseguiti con lʼaccompagnamento della
Big Band Jazz Company ed i pregevoli arrangiamenti del Maestro Gabriele Comeglio
che da molti anni affianca lʼartista nelle sue scelte musicali.
Uno spettacolo scritto a “cinque” mani dai due fratelli Lopez: Massimo ed
Alessandro, un binomio indissolubile e collaudato per evidenziare ancora in
questa nuova produzione teatrale le straordinarie doti canore di Massimo Lopez
in un nuovo repertorio di canzoni, la simpatia, lʼeleganza e la comicità. Alcune
pagine “amarcord” interpretate in estemporanei colpi di scena evocheranno varie
- età del cinema, della radio e della televisione. Tra gli ingredienti
fondamentali per completare questo Massimo Lopez show non mancheranno divertenti
monologhi ed imitazioni, legate anche allʼattualità.
Quindi uno show vario e brioso fatto anche di interazioni con gli elementi dellʼorchestra,
il cast ed il pubblico stesso nel quale lʼartista troverà spazi per raccontarsi
nelle sue “varie-età”.
Mercoledì 8 Febbraio 2012, Carlo Giuffre' in "Questi fantasmi" di Eduardo
De Filippo
Scene e costumi Aldo Terlizzi. Musiche Francesco Giuffre’. Regia di Carlo
Giuffre’
“Questi Fantasmi” è una delle commedie di Eduardo De Filippo che piu’ ha saputo
raccogliere un eccezionale successo di pubblico: la ragione di tale successo va
ricercata, probabilmente, nella sua caratteristica principale una commedia
comica ma al tempo stesso amara. In un appartamento di un palazzo secentesco
vengono ad abitare Pasquale Lojacono e la giovane moglie Maria. All’insaputa di
Maria, Pasquale ha un accordo con il proprietario, per cui, in cambio
dell’alloggio, dovrà sfatare le dicerie sull'esistenza di fantasmi nella casa.
Suggestionato dai racconti del portiere, Pasquale si imbatte in Alfredo, amante
della moglie, e lo scambia per un fantasma. Con il suo dirimpettaio, il
professor Santanna, silenzioso e invisibile testimone di ciò che accade in casa,
intrattiene intanto lunghi monologhi. I regali di Alfredo consentono alla coppia
un certo benesssere e Pasquale, sentendosi beneficiato dal fantasma, non si pone
troppe domande. Non sopportando più l’equivoca connivenza dimostrata dal marito,
Maria decide di fuggire con Alfredo, ma i suoi familiari si recano da Pasquale
per denunciare l'adulterio e vengono a loro volta scambiati per fantasmi.
Alfredo torna con la moglie e Pasquale, senza donazioni, è in difficoltà: quando
reincontra Alfredo, desideroso di riabbracciare Maria, lo riconosce come
"fantasma" e gli rivela il suo amore per la moglie e la pena di non poterle
assicurare una vita dignitosa. Alfredo, commosso da quelle parole, sta al gioco
e regala a Pasquale il denaro desiderato.
Giovedì, 23 Febbraio, Enrico Montesano in "Il canto del cigno - (Un uomo
solo al comando)", scritto e diretto da Enrico Montesano
Il titolo è ambiguo e può suonare affascinante e inquietante al tempo stesso. E’
bello comandare (addirittura “megghiu du fùttiri”, come afferma senza troppi
riguardi il popolo) o ne è la solitudine di chi al comando rimane solo, proprio
perché raggiunge vette precluse agli altri?
Da questa domanda prende le mosse la nuova avventura teatrale di Enrico
Montesano, pensata e scritta a quattro mani con Luigi Lunari. L’inizio è
strepitoso: a un grande attore, in un teatro tutto velluti e cristalli, viene
assegnato l’ambito premio “Per il più efficace sketch pubblicitario dell’anno”.
L’attore – applauditissimo – si inchina sorridente e ringrazia: è la prima volta
che riceve un premio in quarant’anni di teatro, di cinema, di televisione. Ma
mentre rigira tra le mani la statuetta ricevuta, matura in lui una ribellione
improvvisa: possibile che dopo tanti successi, autorevoli e popolari, egli venga
premiato per uno sketch, un gesto, un battuta, magari insignificante e volgare?
Il pensiero lo indigna, ed egli si rivolge al pubblico con male parole,
ricoprendolo di insulti, lanciando in platea la statuina, mentre il pubblico a
sua volta gli si ribella… in un confuso crescendo che culmina quando tutta la
scena di dissolve, e l’attore si ritrova solo, nel suo camerino, a teatro, come
migliaia di altre volte in vita sua. Un incubo! Un incubo da cui a poco a poco
si riprende….
E lì, in questo camerino che assurge a una significazione universale, l’attore
rivive e narra la propria vita, a se stesso, e alle cinque figure di donna che -
con una progressione di importanza e di significato – gli fanno visita nella sua
solitudine.
E’ l’occasione per Montesano per ripercorrere la propria storia: dai sogni dei
suoi esordi di attore, ai grandi successi del teatro rivista, ai popolari
personaggi creati dalla sua fantasia: il tutto accompagnato da un filo di
nostalgia per note e accenti del grande teatro classico, da cui la vita e il
successo l’hanno tenuto lontano. Ma anche (e questi son forse nuovi “colori”
nella sua tavolozza d’attore, e una “novità” nella proposta) l’occasione per
affiancare alle più popolari macchiette e alle canzoni del suo repertorio
“classici” assoli di bravura e di eclettismo.
Uno spettacolo di grande varietà di stili e di accenti, in cui Montesano è
affiancato da una giovane attrice che interpreta tutte i cinque ruoli delle
presenza femminile in questa storia… fino alla sorprendente conclusione, dove la
facoltà del “comando” che il successo procura si fonde con l’inevitabile
solitudine di chi raggiunge una vetta, in un quadro di serena poesia.
Divertimento, bravura, sorpresa: questi i tre ingredienti principali di un
incontro teatrale con uno dei più grandi show men dello spettacolo italiano.
Martedì 6 Marzo, Nino D'Angelo in "C'era una volta... un jeans e una
maglietta", scritto e diretto da Nino D'angelo
“C’era una Volta...Un Jeans e Una Maglietta” è il grande “one man show”
autobiografico di Nino D’Angelo, legato proprio a “’Nu Jeans e ‘Na Maglietta”,
la canzone che, agli inizi degli anni ’80, lo lanciò facendo letteralmente
scoppiare il “fenomeno Nino D’Angelo”.
Tutta la vita di uno degli artisti più importanti dell’entertainment
(canzone+teatro+cinema) in una serata, sui palcoscenici dei teatri italiani:
dagli anni del “caschetto” ad oggi, una carriera raccontata in terza persona,
con il “garbato distacco” dell’artista nei confronti del personaggio ma con la
dovizia di aneddoti di chi vive sulla sua pelle la vita dell’artista.
“Sono nato doppio”, dice lo stesso Nino D’Angelo, “in me convivono il Nino del
caschetto degli anni ’80 e quello di oggi. Finalmente i due saranno
contemporaneamente in scena e parleranno l’uno dell’altro. “C’era una Volta...Un
Jeans e Una Maglietta” sarà una camminata nei ricordi più belli della mia storia
di artista: l’ho scritto ricordando la mia prima esperienza di musical con “Core
Pazzo” e il teatro-canzone de “Il Signor G” di Gaber”...
Un “one man show” giocato sulla semplicità della scena e sulla “vis” della
parola, in cui Nino D’Angelo è un grande maestro: tutti sanno quanto l’artista
ami raccontare e lo farà durante tutto lo spettacolo, attraverso storie che ha
vissuto lungo la sua carriera, aiutato anche dalle immagini e dagli spezzoni dei
suoi film, dai “flashback visivi”, come ama definirli: dal mondo dei
“neomelodici” proprio alle sue pellicole di grande successo (tra gli aneddoti,
ad esempio, quando il film “Nu Jeans e ‘Na Maglietta” sparigliò negli incassi
con la pellicola americana “Flashdance”) ai Premi vinti, di recente, con il
Cinema d’autore di Pupi Avati e con le musiche scritte per il film “Tano da
Morire” di Roberta Torre. I Festival di Sanremo, i successi internazionali e i
vertici delle hit-parade.
Momento clou sarà l’omaggio all’alter ego, del “Nino di oggi” al “Nino con il
caschetto”. Nello show, infatti, accompagnato da un’orchestra sul palco,
eseguirà gran parte delle sue canzoni di ieri e di oggi: dal grande autore alla
canzone “di giacca”, a quella della sceneggiata e dei neomelodici.
Sarà un Nino D’Angelo “a tutto tondo”, quello della passione per il Teatro di
Raffaele Viviani e dell’ammirazione per Sergio Bruni; sarà soprattutto un viaggi
nei ricordi e nei sogni di intere generazioni che hanno vissuto un vero e
proprio fenomeno culturale e di sostume, insomma uno show da non perdere.
Venerdì, 30 Marzo, Maurizio Casagrande in "Quanti Amori!" con i più
grandi successi di Gigi D'Alessio
il nuovo musical scritto e diretto da Eduardo Teartaglia
Un’operazione teatral-musicale ispirata al canzoniere di Gigi D’Alessio, impone,
dopo un’attenta analisi, una scelta di campo importante e decisiva: una scelta
cui si giunge dopo una lunga riflessione e che coincide però, guarda caso, con
la primissima sensazione spontanea, con quella percezione chiara e diretta,
immediatamente provata di fronte ad un’ipotesi tanto affascinante.
La scelta è la seguente: se musical deve essere, e allora deve essere il Musical
di un Italiano del Terzo Millennio!
Dove le maiuscole dell’altisonante definizione, però, non devono trarre in
inganno. Tale denominazione, infatti, lungi dal volere apparire come uno slogan
presuntuoso, va intesa, con più saggia modestia, semplicemente come
un’indicazione di stile e di argomenti; trattandosi, come si vedrà, del
tentativo di narrare storie ambientate in un tempo e in uno spazio di oggi e di
ieri, nella speranza, forse, di indicare proprio uno spazio ed un tempo di là da
venire. Storie d’Amore, certo. Racconti di emozioni. Avventure del cuore. Ma,
evidentemente, anche altro.
Attraverso le varie vicende sentimentali, che si intersecano, si aggrovigliano,
talora si confondono e ci confondono (così accade anche nella vita!…), il
tentativo sarà anche quello di dare uno sguardo non superficiale sui nostri
giorni: difficili, contradditori, impauriti, talvolta. Eppure così bisognosi di
una speranza per il domani.
Stiamo diventando, ormai e finalmente, tutti Cittadini di un Unico Mondo.
Certo, ognuno con la propria storia, con la propria cultura, con le proprie
tradizioni e con le proprie radici. Ma è esattamente nel rispetto di queste
differenze, che va ricercata e presto trovata la strada della solidarietà per il
superamento di ogni forma di ostilità.
Siamo stati (neanche troppo tempo fa!), un popolo di emigranti. Non più tardi di
qualche generazione fa, molti dei nostri cari furono costretti ad abbandonare
tutto e tutti e a lottare con dignità e sofferenze indicibili per sconfiggere
diffidenza e ogni sorta di difficoltà. In ragione di una Speranza.
Oggi, una Speranza, per uomini e donne di tanti popoli diversi, siamo diventati
noi.
La Musica, le Canzoni, il Teatro, trovano sempre un modo per giungere al cuore
ed all’intelligenza di tante persone; ed è per questo, io credo, che hanno anche
un dovere, quasi un compito morale, a cui non debbono e non possono sottrarsi.
Commuovere, divertire, emozionare. Ma anche far riflettere: e scuotere, ogni
tanto, coscienze un po’ troppo impigrite.
A chi gli chiedeva se il suo Teatro avrebbe avuto un futuro anche senza la sua
straordinaria e carismatica presenza di attore, Eduardo così rispondeva: “Non ha
importanza se le mie commedie sopravvivranno. L’importante è che siano nate
vive!…”
In questa risposta io ho sempre ravvisato anche la cifra del suo alto magistero
di drammaturgo, o, se si vuole, uno dei motivi del suo successo: il “diritto
dovere” che un autore ha di rivolgere la sua attenzione e la sua “vis poetica”
al proprio tempo: agli accadimenti, ai fatti, alle emozioni che scandiscono i
ritmi dell’immaginario collettivo a lui contemporaneo.Saper dare voce alle
speranze, ai desideri, ma anche alle paure e alle inquietudini che alimentano e
turbano i nostri cuori e le nostre coscienze, è, con ogni probabilità, uno dei
massimi obbiettivi perseguibili da un autore. Oggi più che mai.
Va detto, ad onor del vero, che sono proprio le Canzoni che ci hanno indirizzato
lungo questa strada. La loro grande forza evocatrice; la capacità suggestiva
delle parole; le stesse strutture musicali di tante composizioni, con le loro
aperture così dirette e di così forte impatto; gli argomenti trattati in un
continuo alternarsi di trepidanti emozioni, affrontati con uno stile che è
modernissimo e classico al contempo…
Sono queste le considerazioni che ci hanno guidato in questa direzione; nella
speranza di rendere onore, seppure con un inevitabile arbitrio creativo, ad una
colonna sonora che appartiene oramai alla memoria emotiva di tantissimi:
Napoletani, Italiani, Cittadini del Mondo.
Info Contatto:
Teatro Metropolitan Via Vito di Jasi, AVERSA Botteghino: Tel. 081/8901187
Apertura tutti i giorni dalle ore 16.00 alle ore 22.00 - sabato dalle ore 10.00
alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 22.00