L'alt(R)O Teatro: eventi
Caserta – da ottobre 2011
Comunicato stampa
venerdì 21 ottobre ore 20.30, Federico Garcia Lorca
Federico Garcia Lorca era tenero come una conchiglia di spiaggia; innocente,
nella sua tremenda risata bruna, come un albero furioso; e ardente, nei suoi
desideri, come un essere nato per la libertà.
Spettacolo di Teatro-Musica -Danza.
Interpreti: Gianni Gallo, Saverio Gallo.
Coreografie: Annalisa Brignola.
Percussioni: Francesco Melone.
Pianoforte: Andrea Giuntini.
Sassofono: Gianni d'Argenzio.
Costumi: Sartoria "Mani di Fata" di Michela de Lucia.
Amplificazioni e Luci: Salvatore Lerro.
Regia: Gianni Gallo
Se la poesia è avventura linguistica, cioè navigare nell’oceano linguistico come
Ulisse sulla nave di Omero, attraversare la lingua come mare in tempesta,
sapendo da dove si parte, ma ignorando i possibili approdi, oltrepassando i
confini conosciuti, e sfidando difficoltà e insidie: se la poesia è tutto
questo, Federico Garcìa Lorca ne è stato interprete appassionato e instancabile.
L’intera vicenda artistica della sua vita è contrassegnata, infatti, dalla
volontà raffinata di esplorare e sperimentare tutti i campi dell’arte, dalla
musica al teatro, dalla letteratura al cinema e alla pittura, con
l’atteggiamento di chi, provando, modifica e innova.
Proprio per il suo carattere di ricerca inquieta, la poesia, come le altre forme
d’arte, nasce per Garcìa Lorca da un vento mentale, da un potere misterioso, uno
spirito occulto, un demone che “ama l’orlo dei pozzi, brucia il sangue, rompe
gli stili”.
Nell’agosto del 1934, compone il “Lamento per Ignacio Sanchez Mejìas”, subito
dopo la morte, durante una corrida, del torero e amico.
Ignacio fu un grande torero e anche un uomo di cultura. Diede particolare
impulso e sostegno alla “Generacion poetica”, un gruppo rilevante nella poesia
spagnola del ‘900.
Un anno dopo la pubblicazione del “Lamento”, la Spagna piombava nella guerra
civile e, di lì a poco, sarebbe stata soffocata dalla dittatura franchista.
Garcìa Lorca verrà ucciso in quel tragico 1936, il 19 agosto, dai franchisti a
Viznar, in provincia di Granada. Per molto tempo, non ci sarebbe stato in Spagna
nessuno a ricordarlo e a piangerlo. Per lui non ci furono parole gementi, forse
solo quella “brezza triste tra gli ulivi”, mentre le pallottole gli laceravano
il cuore. Lorca pagò con la vita la libertà di esprimersi con le sue liriche e
le sue idee in netto contrasto con l’allora regime franchista.
La rappresentazione vuole essere un omaggio a Federico Garcìa Lorca, alla sua
vita, alla sua cultura, alla sua libertà, alla sua arte, ma soprattutto alla sua
infinita sfida.
Vari artisti daranno vita a questo spettacolo: due attori che, attraverso poesie
e dialoghi, interpreteranno la vicenda di Garcia Lorca, due musicisti Jazz, una
ballerina di flamenco accompagnata da un percussionista. La proiezione di due
video contribuirà a creare un “clima” di coinvolgimento emotivo che culminerà
con una performance dei due attori che chiuderanno con un dialogo irreale tra il
poeta e il torero-poeta.
venerdì 4 novembre, ore 20.30, "L'Ultimo uomo" (Rappresentazione teatrale
per tutti e per nessuno) da "Così parlò Zarathustra" di F.W. Nietzsche
Da tempo si aggira nel mondo Occidentale ed ora irrompe paurosamente con
“meraviglia” “l’ospite inquietante”, il Nichilismo: la morte dei Valori, lo
smarrimento degli obiettivi, la perdita di Senso.
L’epoca contemporanea, del dominio della Tecnica e della fine del Senso, era
stata “predetta” già dal grande pensatore F. W. Nietzsche.
Il filosofo vide e annunciò il tramonto dell’Occidente.
L’Annuncio di Nietzsche, che non è critica dell’esistente, ma constatazione
drammatica, è una rivelazione della fine dei Valori, della morte di Dio, del
compimento di un mondo. Spettacolo tremendo, difficile da sopportare, esso ci
riguarda, ma ci riguarda, all’un tempo, anche l’Annuncio lieto della liberazione
dalla tirannia dei Valori, lieto perch' libera la Volontà dal giogo dei valori:
la Volontà, infinita pulsione di rinnovamento, è ora libera di pro-durre nella
sua possibilità.
Tutto ciò si muove e si consuma sotto i nostri occhi e può essere visto.
Il nichilismo, lungi dall’essere un orientamento di vita, è una vera e propria
Annunciazione del compiuto e dell’inizio di qualcos’altro: è stato detto e io vi
dico.
L’Annuncio è il compiuto: drammatico e doloroso, ma è anche l’inizio: un ponte
sull’abisso che l’uomo del compimento, l’Ultimo uomo, getta.
Trasposizione teatrale della crisi della nostra civiltà, attraverso letture
teatralizzate di Nietzsche (da così parlo Zarathustra), poesie, canzoni , video
e musiche. (Gianni Gallo)
Interpreti: Giovanni Gallo
Sassofono: Giovanni d’Argenzio
Pianoforte: Andrea Giuntini
Percussioni: Francesco Melone
Musiche e Video: Saverio Gallo
Costumi: Sartoria “Mani di Fata”
Amplificazioni e Luci: Salvatore Lerro
Regia: Giovanni Gallo
2 e 3 Dicembre, spettacolo sperimentale scritto e diretto da Carmine
Pasquariello "Vite oltre"
Incrocio avvincente di Cinema e teatro, narra le vite fuori dal comune di 5
personaggi che non si può non amare, temere e seguire fino all'ultimo respiro.
Cesare, Jeff, Nunzio, Michele e la misteriosa Silvia vivranno sulla scena le
proprie vicende in un susseguirsi di episodi senza date né tempo, tra atmosfere
suggestive, ricordi, fantasmi e apparizioni surreali.
Sogni e incubi lontani, ma allo stesso tempo vicini e simili a quelli di ognuno
di noi.
Oltre la vita, oltre la morte, oltre l'amore.
Storie emozionanti e parole che arrivano al pubblico come immagini di un
dipinto, forti ed immediate come un urlo, ma anche sussurrate, folli e poetiche.
Uno spettacolo da guardare col cuore.
Con Carmine Pasquariello, Gaetano di Giovannantonio, Damiano Rossi, Gennaro
Marco Duello, Doriana Costanzo e con Simona Campanile Michele Casella
assistente alla regia Antonia d’Agostino, scene e costumi Chiara Esposito e
Sartoria “Mani di Fata”
17 dicembre ore 21, 18 dicembre ore 19,30, “Terra Nostra” (Napoli
pre e post-unitaria)
Attori: Michela de Lucia, Antonio di Nota, Gianni Gallo, Saverio Gallo, Carmine
Pasquariello. Audio-Luci-Video: Salvatore Lerro
Costumi: Sartoria “Mani di Fata”, Regia: Giovanni Gallo
“Terra nostra” è tutta la Terra, tutta quella su cui l’uomo vive, è la terra che
non dovrebbe essere privata a nessuno, sulla quale nessun diritto di proprietà
dovrebbe essere esercitato. E’ la nostra Madre, come dicevano gli indigeni delle
Americhe. E’ questa nostra terra spezzata, dominata, trasformata in proprietà
Privata agli altri, dove regna il dominio violento dell’uomo sull’uomo. Una
Terra dove tutto questo è diventato giustizia, dove la cultura è la cultura di
questa giustizia. S-velare, disascondere, è l’atto che una qualsiasi
manifestazione artistica o culturale deve fare: far conoscere pubblicamente
Altro, rendere palese Altro, quell’Altro che è la verità dell’ente, l’essenza
della cosa, quella Verità celata da ciò che ci appare, ormai, come naturale. In
questa cornice si inquadra lo spettacolo “Terra Nostra”. Napoli una terra
invasa, colonizzata in nome di valori che hanno schiacciato, trasformato
territori e coscienze.
Napoli non è Napoli di tanti anni fa, un tempo dimenticato che non abbiamo
conosciuto. Una storia nascosta , rivoltata. Tutti pensiamo che Napoli sia la
Napoli del povero cristo, dell’imbrogilone, del furbo che deve tirare a campare,
della camorra, della “finestrella a Marechiaro”, delle tammurriate, delle
tarantelle, dei vicoli. La Napoli dei turisti che son venuti finanche ad
“ammirare” l’immondizia.
Con la terra è stata rubata anche l’anima di un popolo.
Ora è così, ma non era e non è un destino ineluttabile.
“Terra Nostra”, attraverso brani passati, precedenti la formazione del Regno
d’Italia, e brani più moderni (dopo l’Unità d’Italia), vuole s-velare l’anima di
un popolo stravolto, ma che vive non solo nella memoria ma nel desiderio e nella
speranza nascoste profondamente in ogni uomo. Noi riteniamo che, oggi,
nell’epoca del domino sciagurato della tecnica, della mercificazione, la
Cultura, l’Arte, ridotte ad amministrazione dell’esistente, siano tramontate,
perdendo quello spirito critico che le caratterizzava insieme al ruolo
mistificante che pure avevano. Con la nostra rappresentazione, proponiamo l’Arte
e la Cultura come s-velamento, senza nessuna pretesa di rivelare, rivelare la
verità sarebbe un rimettere il velo, celar di nuovo, appunto ri-velare.
Saremo capaci di s-velare? Ci riusciremo? Chissà! Provarci è già un osare.
La Rappresentazione, attraverso poesie, monologhi, dialoghi, pezzi teatrali,
musiche, canzoni, metterà in scena, talora metaforicamente, la Napoli
pre-unitaria, la Napoli dopo l’Unità, dal decennale terremoto dei Briganti,
all’emigrazione, fino ad Eduardo, Totò ed altri, per ricercare la Cultura di una
Terra s-velando le differenze, ormai radicali, tra un periodo storico e un
altro, pe’ vedé chi site, pe’ vedé chi so’ , come recita nel primo
monologo-poesia l’attore.
Venerdi 24 e Sabato 25 Febbraio (Ore 21). Ciclo “L’amore in occidente”:
Manfred Di Lord Byron
Interpreti: Michela De Lucia, Angelo Formichella, Giovanni Gallo, Saverio Gallo.
Immagini, Video, Musiche E Voci Fuori Campo: Andrea Mastrangelo, Emilio Merola
Costumi: Sartoria “Mani Di Fata”
Service: Salvatore Lerro
Regia Giovanni Gallo
Venerdi 9 e Sabato 10 Marzo (Ore 21). Ciclo “L’amore in occidente”: Paolo
e Francesca, Dal V Canto Della Commedia Di Dante Alighieri
Interpreti: Michela De Lucia,Giovanni Gallo, Saverio Gallo.
Immagini, Video, Musiche E Voci Fuori Campo: Andrea Mastrangelo, Emilio Merola
Costumi: Sartoria “Mani Di Fata”
Service: Salvatore Lerro
Regia Giovanni Gallo
Assolutamente attuale è ri-proporre, oggi, la “commedia” di Dante Alighieri: il
“viaggio” che conduce verso la Verità eterna, passando attraverso la selva
oscura del peccato. La metafora della “Commedia”, la purificazione della vita e
del mondo che “volger si devono verso la Luce Etterna, verso uno stato di
felicità”, come inizialmente recita l’attore, non solo è attuale , ma rispecchia
l’universalità delle debolezze umane presenti trasversalmente in tutta la storia
della cultura occidentale. Attraverso alcuni luoghi della prima Cantica della
“Commedia”, Giovanni Gallo, Saverio Gallo e Michela de Lucia ci porteranno a
vivere i versi classici tra i più belli della storia letteraria italiana in un
incontro che va a ritrovare le motivazioni della pagina letteraria al di fuori
di essa, nel diretto ed immediato rapporto comunicativo tra interprete e
spettatore.
La storicizzazione, poi, pur necessaria, è lasciata alla libera interpretazione
dello spettatore che si troverà avvolto suggestivamente e co-involto in alcuni
momenti del viaggio nell’Inferno dantesco.
Verrà rappresentato il V Canto dell’Inferno, ove son dannati i peccator carnali
“che la ragion sommettono al talento”. Quivi, lo spettatore incontrerà Paolo e
Francesca con la loro vicenda d’amore che ha commosso intere generazioni nelle
varie epoche della nostra cultura e assisterà alla ricostruzione scenica della
vicenda.
La condanna all’eterna unione, percossi dalla “bufera infernal”, dei due cognati
peccatori, amanti, si esprime attraverso la preghiera e il pianto di Francesca
che, con i più elevati versi d’amore della letteratura occidentale, coinvolgerà
ed emozionerà lo spettatore vivo.
Per informazioni sull'ingresso e prenotazioni rivolgersi al 3333556525,
3498025853, 0823 424108, oppure direttamente presso la Sartoria "Mani Di Fata"
di Michela De Lucia, in Via Rossi 5 Caserta
L'alt(R)O Teatro, Via Ruggiero 93, Caserta