"Nu turco napoletano" sbarca a Recale
Recale (ce) – 3 settembre 2011
Comunicato stampa
A chiudere un percorso ideale nel teatro classico napoletano, sabato 3
settembre, alle 20.30, nel parcheggio di via Roma, a Recale, nell’ambito del
festeggiamenti in onore del Sacro Cuore, la compagnia teatrale “IE comunIEtà”,
diretta da Gabriele Di Maio, porterà in scena, con il supporto spirituale del
parroco Silvio Verdoliva, “Nu turco napoletano”, commedia brillante in tre atti
di Eduardo Scarpetta. Il gruppo "IE comunIEtà" ormai vanta un’esperienza
decennale per quel che riguarda le commedie scarpettiane, e anche quest’anno
propone una rappresentazione che attinge da quella cultura. «La commedia che
portiamo in scena - esordisce il regista Di Maio -, è risultata essere molto
complicata, sia per il copione caratterizzato da un dialetto napoletano molto
antico, sia per la messa in scena, perché molti di noi conoscono il film di
Mattoli che è completamente diverso dal copione teatrale dello stesso Scarpetta,
per cui correvamo il rischio di riprodurre le scene di Totò». Il tema principale
è la gelosia che attanaglia la vita dell’uomo, accompagnato da quella sensazione
di possessività dell’altro, che pur essendo la commedia datata 1888, non risulta
che essere attuale, visto che molti dei delitti di oggi sono legati al movente
della gelosia, ma la farsa di Felice Sciosciammocca ci farà riflettere sul tema
con un pizzico di leggerezza e di ilarità. «Lo spettacolo - prosegue Di Maio -
sarà costituito da un corpo centrale che è quello degli attori che cercheranno
di divertire il pubblico e da un corpo di ballo costituito da tutti i ragazzi
dell’oratorio del SS. Salvatore. Gli atti saranno introdotti da coreografie e
recita di prosa, interpretate da ragazzi che hanno dai 7 ai 17 anni». Note di
merito vanno alle scenografie curate nei minimi particolari dal gruppo
scenografico e a quello delle coreografie, entrambi della stessa compagnia, così
come non si possono non ricordare le costumiste della compagnia che hanno
realizzato i costumi con la massima attenzione e la minima scrupolosità,
realizzando abiti ben rifiniti e ambientati alla perfezione all’epoca del 1888.
«Il risultato - conclude il regista - non sarà altro che un manifestare a tutta
la comunità recalese quello che è il vivere la comunione fraterna, unica e vera
motivazione per la quale noi facciamo teatro da ben 13 anni».