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Teatro Comunale: Atto senza parole" e altri testi di Samuel Beckett

Caserta – 8 Aprile 2011

Articolo di Elena Manfredini

"Essere artisti è fallire; il fallimento è il mondo dell'artista!" Premessa fondamentale che viene svelata all'inizio della commedia, per permettere al pubblico di individuare, già dalle prime battute, il fil-rouge che ricorrerà quasi ossessivamente durante tutto lo spettacolo.
Il fallimento colpisce e ridicolizza i quattro attori-pagliacci , i quali si scontrano con un pubblico non del tutto catturato dalla continua disperazione che suscitano e dalla mancanza di una linea narrativa continua. La scenografia, cupa, pesante, astratta e l' assenza di uno spazio temporale, intorpidiscono la commedia, la quale assume le sembianze di una storia irreale che innervosisce gli spettatori.
La rappresentazione alterna "atti senza parole" a "parole senza atti".
Si passa da monologhi e soliloqui prolissi a scene esclusivamente mimate e raccontate attraverso suoni di tamburi, fischi, piatti, campane e pianoforte, creando un senso di angoscia. I protagonisti si avvicendano sul palcoscenico riempiendo la scena solo della loro presenza, eludendo dialoghi e scambi di battute. Solo nella conclusine, si cerca di recuperare un senso che manca durante il resto dello spettacolo.
L'intento degli attori è quello di suscitare tutte le possibili reazioni sperimentabili davanti una serie continua di fallimenti, lasciando lo spettatore libero di "trovare il senso che può" alla commedia.

Consulta: Teatro Comunale Di Caserta: Stagione Teatrale 2010/2011

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