Teatro Garibaldi: Lunetta Savino in "Bene mio, core mio"
Santa Maria Capua Vetere (CE) – 17 Dicembre 2010
Articolo di Paola Arzillo
Venerdì 17 Dicembre 2010. Lunetta Savino debutta nella commedia napoletana
“Bene mio, core mio” di Eduardo De Filippo del 1955, riproposta da Bruno Colella
e interpretata, oltre che dallo stesso Colella e dalla Savino, da Lina Polito,
Bianca Nappi, Giovanni Allocca, Nicola Vorelli, Marco Tornese, Antonella
Migliore, Franco Pica e Gennaro Monti.
Ultimo lavoro del commediografo, il titolo dell'opera rimanda direttamente ad
un'espressione napoletana che indica un tiro giocato dalla persona più
insospettabile del nucleo familiare, in questo caso un prestigioso restauratore
di quadri che appartiene ad una ricca famiglia del Vomero e che vive in una
splendida casa con sua sorella Chiarina.
La commedia è immersa in un'atmosfera assolutamente partenopea, tinta da
personaggi variegati come l'architetto che si aggira in casa Savastano con i
suoi progetti di ristrutturazione, turbando profondamente Chiarina che, zitella
e un po' inacidita da questa condizione, di tanto in tanto minaccia il suicidio;
la cameriera straniera che contribuisce degnamente alla componente paradossale
dell'opera; il fruttivendolo grezzo e sgangherato che però si rivelerà nella sua
vera natura; i vicini di casa invadenti e pettegoli; una matrigna fortemente
suggestionabile dai fenomeni paranormali; un fattorino canterino chiamato
Pummarola e uno zio dai fini ambigui.
Ciò che più sorprende è il carattere del padrone di casa, il restauratore, che
reagisce spesso in maniera opposta alle aspettative e che riuscirà a raggirare
tutti quei personaggi che credevano di aver avuto la meglio su di lui.
Per non parlare del colpo di testa che Chiarina dà alla sua vita, trasformandola
completamente in meglio, ottenendo qualcosa a cui aveva sempre anelato, senza
l'obbligo di adempiere ai doveri imposti dalle convenzioni sociali.
L'opera, impreziosita dalle musiche di Eugenio Bennato, è essenziale, priva di
fronzoli ma allo stesso tempo di una surreale complessità data dai caratteri
non-facili ma mai stereotipati dei personaggi. Un'interpretazione tutta
napoletana dell'intrigo del nucleo, che forse si è allargato un po' troppo, di
una famiglia poco tradizionale.
Consulta: Teatro
Garibaldi: cartellone 2010-2011