Teatro Civico 14: Diario di un pazzo
Caserta – 9 Ottobre 2010
Articolo di Clemente Tecchia
E’ già diventato, seppur in breve tempo, un punto di riferimento per gli
appassionati di teatro – e non solo – della provincia, il Teatro Civico 14 che
quest’anno riapre la stagione con un cartellone davvero di rilievo nazionale.
Sabato 9 e domenica 10 è andata in scena la terza rappresentazione prevista
dal programma, il “Diario di un pazzo” che, per la regia di Andrea Renzi e con
l’efficace interpretazione di Roberto De Francesco, ripropone fedelmente le
vicende dell’impiegato Propriscin, protagonista del racconto di Gogol’ “Le
Memorie di un pazzo” (tratto dai Racconti di San Pietroburgo). Mutato il nome
dell’antieroe in Papaleo, e la lingua in uno sgrammaticato italiano dall’accento
meridionale, la narrazione comincia con l’evocare la piatta banalità giornaliera
di un consigliere, ruolo minore della sterminata classificazione burocratica
tipica dello scrittore russo: una giornata ripartita esclusivamente tra
l’ufficio e la casa, rappresentati sul palco da un armadio a due ante che cela
da un lato la sconsolata intimità di una persona sola, dall’altro la scrivania
cui Papaleo sembra essere inchiodato, e dove sconta le umiliazioni dei
superiori. La ripetitività della sua vita viene scossa però quando incontra
Sophie, figlia del direttore: il vagheggiato e anche un po’ stereotipato amore
impossibile cela in realtà l’ancor più difficilmente esaudibile brama di scalata
sociale del protagonista, che in un lento scivolare verso la follia prima cerca
di chiedere alla cagnetta di Sophie confidenze sulla padroncina, per poi finire
con l’immedesimarsi nel re di Spagna Ferdinando VIII e così conseguire il grado
e il prestigio sociale sufficienti a chiedere la mano della signorina. Il tutto
senza accorgersi dell’assurdità delle sue pretese, e anzi estraniandosi sempre
più da chi gli sta intorno e sembra non capire la logica apparentemente
inappuntabile dei suoi vaneggiamenti. L’esito quasi già scritto è dunque la
sconfitta e la completa depersonalizzazione dell’impiegato, che finirà internato
e sottoposto a torture ed elettroshock, in una spirale di delirio sempre più
stretta rischiarata solo, nel finale, da una poetica apertura lirica: in un
immaginario paesaggio sconfinato appare, all’orizzonte, la casa dell’infanzia di
Papaleo e insieme la figura della madre, l’unico porto cui far ritorno – seppur
solo col ricordo – nella tempesta in cui ormai è sprofondato senza speranza.
Lo spettacolo tornerà in scena al Teatro Mercadante di Napoli dal 3 al 13
febbraio prossimi.
Consulta: Teatro Civico 14:
Stagione Mutamenti Teatrali 10/11