Teatri di Pietra: "Alcesti Mon Amour" da Euripide
Teano (CE) – 18 Luglio 2010
Articolo e foto di Pia Di Donato
Teatri di Pietra, come molte delle manifestazioni estive in Campania, parte
anche quest'anno con amarezza e con perplessità, visto l'alt ai finanziamenti a
qualsiasi manifestazione da parte della nuova dirigenza alla Regione, in modo
totalmente stolido e ignorante del lavoro preparatorio fatto dagli
organizzatori.
Ad aprire la serie di spettacoli della rassegna è Teano, come location (essendo
anche capofila del Consorzio), e una produzione atipica quale "Alcesti
Mon Amour" una rivisitazione della più antica fra le tragedie di Euripide.
Anzi, per come è strutturata non si sa (e in questo l'Ass.ne Gianni Santuccio è
stata estremamente fedele) non sembra una tragedia ma più una fiaba.
Nelle linee essenziali la storia narra che Alcesti accetta di morire al posto
del marito Admeto che, grazie ad Apollo, invece non verrà preso dalle Moire a
patto che qualcun altro si sacrifichi al suo posto.
Il sacrificio di Alcesti porterà divisione anche nella famiglia di Admeto, che
romperà col padre. Ad assicurare il lieto fine ci penserà Eracle che, fra una
fatica e l'altra, strapperà Alcesti alle Moire e la riconsegnerà al marito.
Anche se lo spettacolo è strutturato in un unico atto che dura due ore (e quindi
anche un po pesante da seguire) va sottolineata l'aderenza della
rappresentazione ai canoni del teatro classico: due servitori quasi sempre in
scena sono il coro, l'uso di "cothurni", (calzari alti) nonostante il
palcoscenico un po impervio, un avito uguale per tutti, caratterizzato da un
colore o da un indumento per tratteggiare il personaggio.
Molto particolari anche le maschere, una via di mezzo fra quelle classiche,
della commedia dell'arte e.. della testa di un Klingon (i cattivi di Star Trek)
che spersonalizzano un po gli attori ma fanno si che ci si concerti più sui
dialoghi.
I cinque attori si raddoppiano interpretando ognuno almeno due personaggi su una
scena che sconfina alche oltre il palco, invadendo anche la platea e riducendo
la distanza fra pubblico ed attori.
Complessivamente, a parte la lunghezza dell'atto unico, una rivisitazione
originale ma che non snatura l'essenza della rappresentazione
consulta: Teatri di
Pietra: il programma