Officina Teatro: “Hamburger”
Caserta – 13 Marzo 2010
Articolo di Rossella Barsali
13 marzo 2010. “...perchè Hamburger? Andate un po’ a vedere come riduco la
faccia dei miei avversari, e capirete…
…Dietro certi pugni, a volte, c’è una traiettoria ben precisa, che sfugge anche
a chi li sferra, quei pugni. A volte c’è tutta la vita di un uomo…”
Solo uno scopo, quando si fa pugilato: dirigere la rabbia. La forza, di tutti
i muscoli, serve solo a darle un come. Imporle una ragione, darle un perché, una
applicazione pratica. Imprimere traiettorie, come a certe vite, non sempre è
facile. Respirare la polvere, aver caldo e sete e sentirsi spossati, battuti,
sbandare ed una curva e perdere la vita, capire prima col corpo e poi farsene
una ragione, che una cura può diventare una salvezza, che uno strizzacervelli
può diventare un amico, che una venditrice d’amore può diventare un’amante, che
quello che gli altri chiamano surrogato per te è la realtà, che sei fra le corde
ed il tappeto, che la tua musica è una radiocronaca mentre il pubblico scandisce
il tuo nome, che il tuo approdo è il tuo trampolino di lancio, che il mare è
bello quando è tranquillo, ci si può pescare ed addormentarsi, in completa
solitudine, e che i genitori sbagliano e non capiscono, intenti a vivere la
propria vita…(tutto in un fiato, come Hamburger!)
Roberto Galano, registra e unico attore, solo in scena, raccoglie in un’ora e
mezza il vissuto di un manipolo di pugili, storie di violenti, squarci del sud,
diaspore, ritorni, lacerazioni familiari, profonde incomprensioni, offrendosi
interamente al dominio del proprio pubblico, ma senza prevaricazioni: la sua è
un narrazione empatica, di frasi spezzate, di rinuncia finanche alla
coniugazione dei vari tempi verbali, di suoni onomatopeici, di gestualità piena,
mai solo accennata: un tormento che alla fine diventa di ognuno di noi, una sete
che è la nostra, un disgusto che è il nostro, una violenza che finalmente ha un
motivo, ed anche se non accettata, almeno è compresa.
Tanto, che il testo, scritto da Leonardo Losavio e d. Francesco Nikzad è
diventato un libro, supportato dalla Federazione Pugilistica Italiana e del
Comitato Provinciale Coni di Foggia. Tanto che lo spettacolo è finalista alla
rassegna Teatrale di Rimini che si concluderà in primavera inoltrata.
Tanto da essere alla 17esima replica.
“…Non si sale sul ring senza un buon motivo, e io ne ho almeno due. Il primo è
la rabbia. Mi scorre nelle vene, lungo le braccia, arriva nei pugni. E’ il mio
ossigeno. Non posso farne a meno. Amo stare qua sopra. E’ tutto il mio mondo. Un
quadrato di luce e, attorno, il nulla….
…Il secondo motivo, invece, è Dante. E’ per colpa sua se sono qui.”
Sul ring ci siamo tutti. Contro noi stessi, quasi sempre. Hamburger si sfila i
guantoni, rinuncia a vincere l’incontro. Per molto di più.
Consulta: Officina Teatro
Stagione 2009/10 "Prospettive Contemporanee"