Teatro Garibaldi “La Sirena”
Caserta – 9 Marzo 2010
Articolo di Fabio Viggiano
Ieri sera presso il Teatro Garibaldi Santa Maria Capua Vetere ha preso vita
lo spettacolo teatrale “La Sirena”: elaborazione drammaturgica firmata da Luca
Zingaretti tratta dal racconto “Lighea” di Tomasi di Lampedusa.
Luca Zingaretti autore ed attore dell'opera stessa è da anni uno degli attori
in Italia più richiesti e famosi: merito dei suoi successi in teatro, dei tanti
film interpretati e della nota serie televesiva “Il Commissario Montalbano”.
Ad accompagnare l'attore il musicista Germano Mazzocchetti: sue le musiche
composte e suonate dal vivo volte ad intervallare ed accompagnare l'opera nel
suo scorrere.
Nello spettacolo “La Sirena” non ci sono scenografie: sul palco soltanto due
leggii ed una fisarmonica. Il buio del teatro ci introduce in un mondo descritto
dalle parole fluenti e piene di sentimenti del protagonista - interpretato per
l'appunto da Zingaretti- e dalle note suonate da Mazzocchetti con la sua
fisarmonica.
Il mondo nel quale entriamo è una Torino sul finire degli anni trenta, luogo
d'incontro tra due siciliani: Orbera, giovane ragazzo, unico discendente di
un'antica famiglia siciliana, e l'apparentemente arcigno (e anziano), ex
senatore ed esperto ellenista, La Ciura.
A una prima analisi superficiale i due non hanno punti in comune, mentre in realtà sono
animati dalle stesse passioni e soprattutto dalla stessa solitudine che,
fatalmente, li avvicina fino al momento conclusivo nel quale La Ciura,
raccontando di un'estate di tanti prima durante la quale si preparava all'esame
per la cattedra di letteratura greca, incontra la “donna” della sua vita, una
sirena.
La Ciura, dall'inizio dello spettacolo fino al suo termine, è un uomo cinico,
che disprezza il mondo “attuale”, l'“amore svenduto" e ma che descrive con
minuziosità e metafore stupefacenti la bellezza della sua amata Sicilia e della
sua Sirena della quale rivelerà l'esistenza al giovane Orbera.
Zingaretti interpreta i due personaggi in modo impeccabile, accompagnato da applausi anche
a scena aperta. L'attore quindi si congeda
dal pubblico con la lettura della poesia “Ho sceso un milione di scale” di
Eugenio Montale dedicata a tutte le donne presenti in sala