Teatro civico 14: una scommessa nutrita di esperienza
Caserta – 19 febbraio 2010
Articolo di Marilena Lucente
Una storia di violenza e sofferenza che ragiona soprattutto sulla messa in scena della violenza e della sofferenza. Un invito a restare “concentrati” sul modo in cui si rappresentano le cose, sulla loro messa in scena, nella vita. E nel teatro. “Concentramento” è lavoro che Roberto Solofria ha tratto da Acido Solforico di Amelie Nothomb questo fine settimana al Teatro Civico 14. Uno spazio narrativo e psicologico immenso, quello del testo, messo in scena nello spazio tutto intensamente “concentrato” del Teatro Civico 14.
Teatro civico 14. Un’identità anagrafica precisa – il teatro si trova in via Della Ratta, un vicariello del centro, al numero 14, tra vecchi palazzi e piante di un verde tenace – ma anche una dichiarazione di intenti. Il numero civico, l’impegno civile, il rapporto con la città esprimono l’idea di un teatro in dialogo con la realtà, il bisogno di prenderla, comprenderla, rifiutarla quando è il caso, trasformarla se è possibile.
Protagonisti di questa esperienza, Roberto Solofria, direttore artistico, insieme a Ilaria Delli Paoli, Rosario Lerro, Alina Lombardi e Gabriella Cunto. Ventitré spettacoli a gennaio a maggio, uno diverso ogni fine settimana, a cui si intrecciano altri appuntamenti, eventi e stage. Forse non c’è un solo giorno in cui il teatro resta chiuso, un laboratorio permanente, tra prove, scenografie da allestire, idee da sviluppare. Roberto Solofria, quando parla del Civico 14 non nasconde emozione e preoccupazione. Racconta il “Civico 14” come qualcosa di vivo e animato – lo è, accidenti se lo è – un luogo dalle potenzialità creative ancora tutte da esplorare, un azzardo necessario, una scommessa nutrita di esperienza. A partire dal Cartellone, spettacoli come tessere di un mosaico, scelti per affinità tematiche e varietà espressive. Compagnie, attori e autori “nazionali, regionali e provinciali” mettono in scena testi legati alla attualità e al territorio. Prima di tutto, il nostro, fatto di gerani e di ricordi, di rabbia e promesse. Ci sono poi le “ferite” di tutte le terre, che bruciano ancora, malgrado i nomi logori e consunti: contro le mafie e la camorra c’è una nutrita serie di spettacoli e progetti. C’è la fiaba, nella particolare interpretazione di Rodari e di Calvino che con la fantasia hanno condotto durissime battaglie politiche e ci sono altri generi teatrali, sorprendenti, spiazzanti.
Nonostante i tanti talenti casertani che vanno via, “noi abbiamo scelto di stare, non solo di restare”, dice ancora Roberto Solofria, nonostante la fatica di costruire un dialogo con le istituzioni – “altrove non solo più attente, ma anche promotrici di progetti teatrali e drammaturgici”, nonostante le difficoltà da affrontare quotidianamente. Un piccolo teatro, 56 posti appena, dove c’è sempre spazio per chi vuole recitare e soprattutto per chi vuole fare esperienze di formazione: dai laboratori per i più piccoli agli stage intensivi con i professionisti.
E se fosse possibile esprimere un desiderio per il Teatro Civico 14? Non esita un attimo Roberto Solofria: “Che diventi un punto di riferimento per chi vuole spettacoli di qualità. Che diventi, nel suo piccolo, un grande teatro”.