Teatro Comunale: recensione di "Amleto" con Alessandro Preziosi
Caserta – 27 novembre 2007
Articolo di Marilena Lucente
Un Amleto davvero “amletico”, quello portato in scena da Alessandro Preziosi,
lo scorso fine settimana a Caserta. Pieno di dubbi, lacerato dai sentimenti e
dalla ragione. Un Amleto dalla psicologia moderna. Ma moderna è soprattutto
l’impostazione del testo. Così, la vicenda del giovane principe che deve
scoprire l’assassinio di suo padre e disvelare gli intrighi di corte, tante
volte rappresentata, riesce ad avvincere gli spettatori. I costumi sono quelli
dell’epoca, sontuosi ed eleganti, come da repertorio seicentesco. Le musiche
invece sono quelle contemporanee, che battono il ritmo del racconto e della
tensione interiore dei personaggi. La scenografia essenziale, agisce in sintonia
con i movimenti dei personaggi, gli arredi – un letto, un trono, uno scrittoio -
si muovono a vista, esplicitano la finzione mentre il protagonista è alla
ricerca della verità. Anche l’illuminazione ha un ruolo drammatico, giocando
sull’alternanza di colori tra i cangiante sfondi blu e la penombra quasi
costante in cui si svolge la scena. Ma su di tutto, domina la recitazione degli
attori. Alessandro Preziosi, si priva del teschio durante la scena del monologo,
ma soprattutto delle brillanti interpretazioni televisive e qui dà il meglio di
sé. Nel suo vestito interamente bianco, anima la scena con la presenza del suo
corpo e della sua voce. Gli attori, complice l’elegante e ineguagliabile lingua
scespiriana, disegnano personaggi a tutto tondo, sempre intensi, mai banali.
Con l’adattamento e la regia di Armando Pugliese, Amleto diventa un classico
attualissimo, urgente e necessario sullo sfondo del nostro tempo troppo
menzognero.