Nuovo progetto de L’Alt(r)o Teatro "Terra Nostra"
Casal di Principe (CE), 31 ottobre 2009
Comunicato stampa
sabato 31 ottobre 2009, alle ore 20.30, a Casal di Principe
DIOTIMA-L’Alt(r)o Teatro presenta “Terra Nostra” (monologhi, dialoghi,
poesie, musiche e canzoni del Sud e della Sardegna). Regia Giovanni Gallo
Attori: Elio Amedeo Fosso, Giovanni Gallo, Saverio Gallo. Pianoforte: Fabio
Tommasone Chitarra: Brunello Canessa. Violino: Francesco de Magistris.
Violoncello: Susanna Canessa Voci canore: Susanna Canessa, Brunello Canessa.
Luci e Amplificazione: Salvatore Lerro, Riccardo de Dato
“Terra nostra” è
tutta la Terra, tutta quella su cui l’uomo vive, è la terra che non dovrebbe
essere privata a nessuno, sulla quale nessun diritto di proprietà dovrebbe
essere esercitato. E’ la nostra Madre, come dicevano gli indigeni delle
Americhe. E’ questa nostra terra spezzata, dominata, trasformata in proprietà
Privata agli altri, dove regna il dominio violento dell’uomo sull’uomo. Una
Terra dove tutto questo è diventato giustizia, dove la cultura è la cultura di
questa giustizia. S-velare, disascondere, è l’atto che una qualsiasi
manifestazione artistica o culturale deve fare: far conoscere pubblicamente
Altro, rendere palese Altro, quell’Altro che è la verità dell’ente, l’essenza
della cosa, quella Verità celata da ciò che ci appare, ormai, come naturale. In
questa cornice si inquadra lo spettacolo “Terra Nostra”. Napoli e la Sardegna
due terre invase, colonizzate in nome di valori che hanno schiacciato,
trasformato territori e coscienze.
Napoli non è Napoli di tanti anni fa, un tempo dimenticato che non abbiamo
conosciuto. Una storia nascosta , rivoltata. Tutti pensiamo che Napoli sia la
Napoli del povero cristo, dell’imbrogilone, del furbo che deve tirare a campare,
della camorra, della “finestrella a Marechiaro”, delle tammurriate, delle
tarantelle, dei vicoli. La Napoli dei turisti che son venuti finanche ad
“ammirare” l’immondizia.
La Sardegna non è più la terra antica, di pietra, colma di saggezza, terra di
poeti, generosa, colta. Ma la terra delle basi di guerra, della cementificazione
del mare bello da solcare con ricchi panfili, del folclore ridotto a merce,
delle tradizioni da vendere come souvenirs, della terra per vacanze estive, dei
sardi ridotti a servi e annichiliti.
Con la terra è stata rubata anche l’anima di un popolo. Ora è così ma non era e
non è un destino ineluttabile.
“Terra Nostra”, attraverso brani passati, quasi tutti precedenti la formazione
del Regno d’Italia con l’annessione di altre Nazioni (già la Sardegna, poi il
Regno delle due Sicilie), vuole s-velare l’anima di un popolo stravolto, ma che
vive non solo nella memoria ma nel desiderio e nella speranza nascoste
profondamente in ogni uomo. Per questo pensiamo che, proprio oggi, nell’epoca
del domino sciagurato della tecnica, della mercificazione, la Cultura, l’Arte,
ridotte ad amministrazione dell’esistente, siano tramontate. Con la nostra
rappresentazione, proponiamo l’Arte e la Cultura come s-velamento, senza nessuna
pretesa di rivelare, rivelare la verità sarebbe un rimettere il velo, celar di
nuovo, appunto ri-velare.
Saremo capaci di s-velare? Ci riusciremo? Chissà! Provarci è già un osare.
(Gianni Gallo)
info cell 3333556525, www.giannigallo.com