Teatri Di Pietra: "Satyricon Hotel" da Petronio
Mondragone (CE) – 1 Agosto 2009
Note sullo spettacolo
Mda Produzioni Danza presenta "Satyricon Hotel" da Petronio, opera per danza,
fisarmonica e teatro
regia e coreografia: Aurelio Gatti
drammaturgia: Gatti/Lama/Maccagnano/Tringali
musiche originali: Marcello Fiorini
costumi: Livia Fulvio, Roberta OrlamboC
con Gianna Beduschi, Paola Bellisari, Giuseppe Bersani, Carlotta Bruni, Monica
Camilloni, Pippo Cangiano, Annalisa D’Antonio, Angela Di Matteo, Eugenio Dura,
Lydia Giordano, Gioia Guida, Ernesto Lama, Cinzia Maccagnano, Rosa Merlino,
Giovanni Palmieri, Daniele Russo, Sebastiano Tringali
disegno luci: Stefano Stacchini
note di regia
« Ahi, che miseri siamo, che nulla a pesarlo è l'ometto! Così saremo tutti quel giorno che l'Orco ci involi. Perciò viva la vita, finché si può star bene ». "Satyricon"? Letteralmente vuol dire "storie di satiri", cioè racconti di argomento osceno e licenzioso; o anche racconti che mescolano temi piuttosto... spinti ad argomenti di satira sociale e letteraria. Il cosiddetto Satyricon è un lungo frammento narrativo di un’opera in prosa. Il materiale pervenutoci corrisponde all’intero libro XV, e parti dei libri XIV e XVI. Oggi è generalmente accettata l’ipotesi di datare il Satyricon al I secolo d.C. e d’identificare l’autore in Petronio. O che si tratti di una satira della società contemporanea o di un romanzo che , come le Metamorfosi di Apuleio , potrebbe avere una duplice chiave di lettura, o ad una gigantesca parodia della vita con l'unico messaggio su l'assoluta insensatezza di tutto ciò per cui l'uomo vive, tutta l'opera è attraversata dalla continua commistione di elementi vitali e di elementi mortiferi . Il finto funerale di Trimalcione durante la cena, il sesso nella tomba , la prescrizione di mangiare il cadavere di Eumolpo; la stessa impotenza di Encolpio.... fanno da parossistico contraltare alla morte per suicidio dell'autore, a seguito dell'accusa di coinvolgimento alla congiura dei Pisoni. La filosofia di Petronio crede che al tempo non si possa fuggire, l’uomo è in balia del tempo. Gli stessi personaggi sono in balia di una circolarità degli eventi da cui non riescono a fuggire: durante il loro viaggio infatti continuano ad incontrare sempre le stesse persone da cui tentano di fuggire, ma grazie alla buona sorte in extremis riescono a trovare una soluzione, liberarsi per qualche attimo, e poi ricadere in un altro vicolo cieco. Tutta la struttura ricorda un intricato labirinto senza spazio né tempo in cui l’EROS è un aspetto fondamentale. Il Satyricon è pieno di riferimenti al teatro, alla vita come teatro, con i suoi colpi di scena, le scenografie pacchiane, i personaggi tipici della farsa. È probabile che in primis, il Satyricon fosse stato scritto per essere recitato, così si spiegherebbe anche l’ampio utilizzo di parti in poesia. Nella nostra messa in scena l'opera è un diretto riferimento ai tempi contemporanei, l'idea di viaggio come fuga e non come conoscenza, da un contesto sempre più impersonale e volgare che trova il suo apice nella Cena di Trimalchione : ospiti parlano una lingua zeppa di volgarismi e sgrammaticature e grecismi, è la cultura dei ceti medio-bassi, fatta di aneddoti e pettegolezzi, di luoghi comuni, credenza astrologiche e proverbi. La forma è quella del teatro musicale, in cui l'uso della banda è un segno di “autenticità” in un precipitare di immagini, evocazioni e pretesti. Trenta gli artisti in scena tra cantanti, danzatori, attori e musicisti. Le vicende del Satyricon si intrecciano con la vicenda del suo autore, l ‘arbitro di eleganza’ della corte di Nerone. Morì suicida, dopo l’accusa di coinvolgimento alla congiura dei Pisoni, tagliandosi le vene e banchettando con gli amici, regolando con un laccio la fuoriuscita del sangue: e se al tempo non si può fuggire la sua fine la si può decidere.
consulta: Teatri di Pietra 2009