Teatro Garibaldi: Gene Gnocchi in “Cose Che Mi Sono Capitate”
S. Maria C. V. (CE) – 28 Febbraio 2009
Articolo di Dario Salvelli, foto di Federica Roano
Cambi lavoro, divorzi, tuo figlio fa l’amore per la prima volta, Berlusconi è di
nuovo al Governo. La vita è un susseguirsi di eventi, positivi e negativi, che
ti coinvolgono: c’è chi cerca di essere un attore protagonista della sua vita
ponendosi obiettivi da raggiungere e domande alle quali forse risponde troppo in
fretta. Altri, invece, si lasciano attraversare da ciò che gli capita
lasciandosi scivolare addosso la maggior parte dei minuti di una giornata. Tu da
che parte stai?
Gene Gnocchi in “Cose che mi sono capitate” ripercorre le tappe della vita di un
anziano individuo che fa parte di quella categoria di persone che si tengono
tutto dentro e, spesso a causa di un evento eccezionale, si fermano a riflettere
e tirano le somme, rispondono a quelle domande che hanno sempre ignorato.
Gnocchi è l’unico attore sul palco, la scenografia composta da una luna pila di
faldoni e da due scalette, le ombre delle luci e l’entrate musicali finiscono
per rendere la scena interessante e piena anche grazie alla regia di Massimo
Navone. Il pubblico del Garibaldi è nutrito ed ascolta divertito le
vicissitudini raccontate da Gnocchi: tutto nasce da un consulto medico ed il
seguente esame diagnostico eseguito dallo stesso uomo con una macchina per la
risonanza magnetica acquistata per 7 milioni di euro (con in offerta omaggio la
spada laser di One Wan Kenobi) in una nota catena di supermercati. La fantasia
degli autori del testo, Eugenio Ghiozzi, Francesco Freyrie ed Ugo Cornia è
davvero fervida: si spazia tra nonsense, equivoci, accenni di satira, battute
più banali come quelle sull’altezza dell’attuale ministro Brunetta. Gnocchi
rilegge col pubblico la vita di quest’uomo prendendo spunto proprio
dall’etichette dei faldoni: attraversa eventi tragici come quando si trova ad
essere rapito dalla mafia ritrovandosi, con un abile sostituzione di spazzoloni
e binari (era appena andato all’autolavaggio), da Fidenza a Ragusa, per finire a
quando viene eletto Presidente dell’UFI, Unione Fannulloni Italiani oppure viene
ingaggiato da Serkozy per una delicata missione (quella di far scalare ad
Apicella le posizioni delle hit parade). Nonostante sia ormai abituato ai ritmi
televisivi Gnocchi tiene bene la scena, dialoga con il pubblico timidamente
senza mai uscire fuori dal personaggio e strappa diverse risate con una comicità
soft ma pungente al tempo stesso, quella di un uomo della middle-up-class.
Ripercorrendo in maniera leggera le fasi di questa vita Gene Gnocchi ha la
possibilità di sottolineare come sia inutile trascurare le piccole cose, i
dettagli, le nostre emozioni, risolve dilemmi “fondamentali” della nostra vita
quotidiana. E chiude tutto con una certezza: “se stasera io e voi siamo qui è
frutto del caso”.
Consulta: Teatro Garibaldi, Santa maria Capua Vetere (CE): programma 2008/09