Teatro Garibaldi: Miseria e nobiltà

S. Maria C. V. (CE) – 10 gennaio 2009

Articolo e foto di Giorgio Ruberti

Santa Maria Capua Vetere, sabato 10 gennaio. Diciamolo subito, perché non ci sia alcun equivoco: Miseria e nobiltà con protagonista Francesco Paolantoni data ieri sera al Teatro Garibaldi ha riscosso un caldo e meritato consenso, lasciando oltremodo compiaciuto il numeroso pubblico sammaritano. Detto questo, l’esigenza che durante la rappresentazione ha assalito chi vi scrive è stata, una volta rientrato a casa, quella di accendere immediatamente il televisore nel tentativo – poi fallito “miseramente” – di rintracciare su qualche rete privata campana la versione televisiva della commedia di Eduardo Scarpetta, quella a noi tutti nota con il grande Totò. Non so dire con esattezza per quale motivo ciò è accaduto. Forse perché il pubblico in sala sistematicamente, ma silenziosamente, anticipava ogni battuta sulla base del ricordo del film. Non saprei. Ma certamente quell’esigenza è stata il frutto di un pizzico di nostalgia insorta nei confronti dell’inarrivabile comicità del Principe della risata. E non lo dico per demerito dello spettacolo di ieri, anzi, credo invece che ciò abbia rappresentato un merito della rappresentazione della compagnia di Paolantoni, nei panni del protagonista Felice Sciosciammoca, per l’occasione affiancato da un bravissimo e appaluditissimo Nando Paone, nei panni della “spalla” Pasquale.
Anche se questa commedia di Scarpetta ha oramai più di un secolo (1888), risulta ancora quanto mai attuale, e portarla in scena non è affatto un anacronismo ma un’operazione davvero intelligente. La miseria e la nobiltà di allora sembrano raffigurare perfettamente quelle di oggi, di una società contemporanea che si sta spaccando e biforcando sempre più in pochi ricchi, “nobili arrivati” d’oggi, e tanti poveri, “immiseriti” dalla ricchezza dei primi: perché, come si sofferma a recitare nel finale il Paolantoni-Sciosciammocca, per ogni povero c’è un ricco, “ma il problema è che il povero sono sempre io”. Un merito ed un applauso, dunque, al comico napoletano, al regista Armando Pugliese per la scelta di questo soggetto e per la sua lettura volutamente e – lo ribadiamo – intelligentemente attualizzata. Prima di concludere, vale la pena di ricordare i nomi di scenografo e costumista, rispettivamente Bruno Garofano e Raimonda Gaetani, per la precisione e linearità con cui sono stati ricostruiti abiti e interni d’epoca.

consulta: Teatro Garibaldi: programma 2008/09

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