Canto Per Ignacio Sanchez Mejias - Morte di un torero al Teatro Comunale
Caserta, 4 Aprile 2008
Articolo di Pia Di Donato
Caserta 4 Aprile. Un teatro quasi pieno, cosa difficile da ottenere
ultimamente, ha seguito con interesse il nuovo lavoro proposto da Giovanni
Gallo. L'attore, spesso affascinato da figure dal forte cararattere, questa
volta ha proposto un omaggio a Federico Garcia Lorca, e all'opera piú
universalmente conosciuta del poeta spagnolo, "LLanto por la muerte de
Ignacio Sánchez Mejías" scritta per ricordare la morte dell'amico torero nel
1934.
Lo spettacolo, anche se breve, è risultato denso e ricco: dalla parola alla
danza, dalla musica alla pittura.
Particolarmente toccante è stato il connubio parola-immagine con la
contemporanea esibizione di Gallo che ha letto con enfasi la lunga poesia
(con l'intercalare terribile prima di "alle cinque della sera" e poi
"non voglio vederlo!") mentre il pittore Decio Carelli sullo sfondo ha
tratteggiato un enorme toro su una tela che copriva buona parte dello sfondo
usando i colori tipici della bandiera spagnola (rosso, giallo, nero e pochi
altri). Un'idea vincente che ha reso benissimo il rispetto del poeta sia per
l'amico che per il toro (mai incolpato della morte).
Pur deprecando questo tipo di manifestazione, non ho potuto fare a meno di
capire il valore "spirituale" e di identità nazionale che la tauromachia ha
nel paese spagnolo.
Un grosso supporto a tutto lo spettacolo è stato dato dal quartetto -
formato da Fabio Tommasone (che da sempre accompagna Gallo) al pianoforte,
Gianni D’Argenzio al sassofono, Enzo Faraldo al contrabbasso e Raffaele
Natale alla batteria, - che ha proposto la rivisitazione in chiave jazz di
brani più o meno famosi di musica tradizionale spagnola. Un piccolo cammeo
invece la bellissima esibizione di Peppe Bruno alla chitarra classica: unico
neo l'infelice posizione sul palco che l'ha reso invisibile a metà degli
spettatori.
Due ballerini classici hanno poi addolcito con i loro delicati movimenti la
drammaticità della performance.
In definitiva uno spettacolo da riproporre proprio perchè leggibile su vari
piani e assolutamente fruibile anche da spettatori di età e culture diverse.
comunicato
L'Associazione “Diotima – l’Alt(r)o Teatro” presenta,
Venerdi 4 Aprile
Ore 21, al Teatro Comunale Di Caserta "Canto Per Ignacio Sanchez Mejias -
Morte di un torero" di Federico Garcia Lorca.
Adattamento teatrale di Giovanni Gallo.
Attori: Giovanni Gallo, Saverio Gallo
Pianoforte: Fabio Tommasone
Sassofono: Giovanni D’Argenzio
Contrabbasso: Enzo Faraldo
Batteria: Raffaele Natale
Coreografie: Laura Matarese, Elio di Capua
Chitarra Classica: Giuseppe Bruno
Performance pittorica: Decio Carelli
Scenografia: Giuseppe Zarbo
Amplificazione e luci: Salvatore Lerro
Costumi: Sartoria “Mani di Fate”-Caserta-
Prevendita: Botteghino del Teatro Comunale, Ticketteria Via Gemito Caserta
Info: 0823 424108 - 333 3556525. Ingresso 10 Euro
Note sulla rappresentazione
Se la poesia è avventura linguistica, cioè navigare nell’oceano linguistico
come Ulisse sulla nave di Omero, attraversare la lingua come mare in tempesta,
sapendo da dove si parte, ma ignorando i possibili approdi, oltrepassando i
confini conosciuti, e sfidando difficoltà e insidie: se la poesia è tutto
questo, Federico Garcìa Lorca ne è stato interprete appassionato e instancabile.
L’intera vicenda artistica della sua vita è contrassegnata infatti dalla volontà
raffinata di esplorare e sperimentare tutti i campi dell’arte, dalla musica al
teatro, dalla letteratura al cinema e alla pittura, con l’atteggiamento di chi,
provando, modifica e innova.
Proprio per il suo carattere di ricerca inquieta la poesia, come le altre forme
d’arte, nasce per Garcìa Lorca da un vento mentale, da un potere misterioso, uno
spirito occulto, un demone che “ama l’orlo dei pozzi, brucia il sangue, rompe
gli stili”.
Nell’agosto del 1934, compone il “Lamento per Ignacio Sanchez Mejìas”, subito
dopo la morte, durante una corrida, del torero e amico.
Ignacio fu un grande torero e anche un uomo di cultura. Diede particolare
impulso e sostegno alla “Generacion poetica”, un gruppo rilevante nella poesia
spagnola del ‘900.
E’ un testo con fortissimo pathos e la rappresentazione è così vivida e di così
forte impatto da emozionare e commuovere al massimo. Vi è rappresentata la
corrida con l’occhio del poeta, dell’amico dolente per il torero morto. Il poeta
vola con la fantasia, gioca con le metafore e con il sogno poetico e tuttavia
riesce a dare una rappresentazione della realtà così viva che pare trasportarci
prima nell’arena e poi davanti al corpo senza vita di Ignacio.. E il suo pianto,
il suo cordoglio è come diventassero anche nostri.
Il piccolo poema inizia con con una vivida ripetizione, ossessiva, del verso
“alle cinque della sera”. Una ripetizione che scandisce ritmicamente come una
danza la sequenza dell’incornata e della morte Ed è proprio quello scandire
iterato, fin quasi all’esasperazione, di quell’ora di morte, che ci catapulta
nell’arena, ci mette lì, col torero e il spodestino.
Un anno dopo la pubblicazione del “Lamento”, la Spagna piombava nella guerra
civile e, di lì a poco, sarebbe stata soffocata dalla dittatura franchista.
Garcìa Lorca verrà ucciso in quel tragico 1936, il 19 agosto, dai franchismi a
Viznar; in provincia di Granada, e il suo corpo non fu mai trovato. E per molto
tempo, non ci sarebbe stato in Spagna nessuno a ricordarlo e a piangerlo. Per
lui non ci furono parole gementi, forse solo quella “brezza triste tra gli
ulivi”, mentre le pallottole gli laceravano il cuore. Lorca pagò con la vita la
libertà di esprimere con una lirica, che ha del trascendentale, le sue idee in
netto contrasto con l’allora regime franchista.
La nostra rappresentazione vuole essere un omaggio a Federico Garcìa Lorca e ad
Ignacio Sanchez Mejìas, alla loro vita, alla loro cultura, alla loro libertà,
alla loro arte, ma soprattutto alla loro infinita sfida.
Vari artisti daranno vita a questa poesia: un quartetto di musica Jazz, che
arrangerà un flamenco jazzato, due ballerini di danza spagnola, un pittore che
dipingerà, nel bel mezzo della rappresentazione, su una tela di 4 metri X 3
metri, una chitarra classica che accompagnerà un passo di flamenco, due attori,
che declamata la poesia, chiuderanno con un dialogo irreale tra il poeta e il
torero-poeta.