"Chiusi in casa" per la Rassegna "Eventi Teatrali"
Caserta, 25 Gennaio 2008, al Teatro Caserta Città di Pace
Articolo di Marilena Lucente
Chiusi in casa, lo spettacolo andato in scena al Teatro Caserta Città di
Pace di Puccianiello,Venerdì 25, si apre su una scena buia e spoglia.
E’ la domenica delle palme, Paceebene (Pierluigi Tortora) sta preparando la
pastiera. E’ la tradizione che lo vuole. Poco più in là, Cirillo (Rocco Di
Santi) sfatto di noia e di stanchezza, protesta perché non riesce a dormire.
I due incominciano a litigare, a discutere, a raccontare. Emergono così
brandelli si storie, vecchie acrimonie, sospetti e schegge di un passato che
ha rubato loro speranza e amore. Anche la casa sembra traspirare dolore.
Quel dolore sordo e impalpabile della solitudine. I dialoghi procedono
serrati, con fantasia espressiva, attraversano le zone accidentate della
ipocrisia, del fallimento personale, della recriminazione. Poi un telefono
squilla, e allora, tutto sembra di nuovo possibile. Per una manciata di
minuti i due sono di nuovo vicini, persino felici: la sete di un contatto
umano era solo sopita e soffocata dal rimpianto e dalla recriminazione.
Erano mesi che nessuno li cercava e loro non sanno più come si fa a farsi
trovare, ad aprire il varco delle relazioni e degli affetti. E ripiombano
nel buio in cui tutto era incominciato.
Un breve apologo sul dramma dell’incomunicabilità, questa produzione de La
bottega del Teatro, che ricorda la lezione dei grandi del Novecento (in
particolare Finale di partita di Becket). Sembra non esserci scampo per
l’uomo contemporaneo, privato com’è di aria, di luce e soprattutto di una
comunità su cui poter fare riferimento. Il rifugio si trasforma in bunker,
in prigione, se manca il mondo, con le sue voci e i suoi colori, le sue
imperfezioni e le sue bellezze. E chiudersi in casa non può che aggiungere
dolore al dolore.
Eppure, a fine spettacolo, Pierluigi Tortora, ritorna a parlare al pubblico
numeroso in sala, con la generosità che gli è propria: racconta poesie,
storie, recita e commuove con Io voluss trovà pace di Edoardo, chiede di
poter rubare ancora due minuti, per riflettere su quello che c’è fuori. La
spazzatura, certo, ma anche una città che chiede di essere ascoltata e di
ascoltare, sentirsi parte di qualcosa di più grande. Uscire di casa, aprire,
aprirsi. Sembra facile, invece… .
consulta: Rassegna "Eventi Teatrali", Teatro Caseta Città di Pace