|
|
S. Leucio, 22 dicembre. Clown e giocolieri, danzatrici e lanciatori di
coltelli. Il circo è un caleidoscopio di spettacoli che si incastrano l’uno
nell’altro, di balli, salti, lazzi e colori che non smettono di raccontare e
incantare. Sircus, lo spettacolo prodotto da Mutamenti, in scena sino al 6
gennaio nello spazio di Officina Teatro, immerge lo spettatore nell’atmosfera
circense di felicità e allegria, per mostrargli poi qualcos’altro.
Ogni personaggio sale sul palco sembra portarsi dietro una scia di storie, di
vicende umanissime che non si vedono e non si sentono se non a riflettori
spenti. Dietro una ballerina che cammina sul filo vi è il terrore di non saper
camminare nel vuoto, il clown che non deve piangere mai ha una storia di dolore
e di amore, il domatore più audace è stato una volta il ragazzino che non ha
saputo salvare il suo animale. Sircus è uno spettacolo sullo spettacolo. Cosa
accade quando la tenda del circo si svuota? Quando i personaggi sono liberi di
sfilarsi le maschere e i costumi di scena?
Lo spettacolo incomincia e poi si interrompe, momenti collettivi e momenti
individuali si alternano di continuo, un’entrata in scena di gruppo è sempre
preludio al racconto di un singolo personaggio mentre gli altri si assiepano
per ascoltare, divenendo essi stessi spettatori. Dopo un po’ si ricomincia: le
corse, le danze, i rumori di una banda musicale e di nuovo, l’eloquente storia
di un mimo, ai rulli di tamburi si alternano monologhi, scoppiettanti momenti
musicali fanno da preludio a lunghe e dolorose confessioni.
Forse è un po’ ripetitivo questo meccanismo di entrate e uscite, e le storie
sono davvero tante, anche se delicatamente annodate ad un unico filo
conduttore. Tuttavia, il testo di Michele Pagano si compone di singoli episodi
ricchi di affondi psicologici: ogni personaggio si consegna in un frammento
della sua vita, un momento critico in cui il passato ritorna e illumina
diversamente il presente. Il gioco delle maschere, naturale a teatro, nel circo
viene ancora più amplificato e spinto all’eccesso: nessuno sembra avere la
libertà di esprimersi per quello che è.
Gli artisti di Sircus, diventano dunque tutti funamboli, in bilico tra le loro
storie e quelle che consegnano al pubblico, tra solitudine e vita di gruppo.
E in questa continua tensione si sente davvero l’atmosfera del circo, della
magia, lo stupore. Il nutrito gruppo di attori di Mutamenti riesce a
coinvolgere e a commuovere, ciascun attore ha l’agio di esprimere il meglio di
sé e di interpretare la propria storia con il proprio corpo e il proprio volto.
Con il trucco, firmato da Sciuscià, il volto non è più una maschera ma un
paesaggio, con particolari che vogliono stupire e suggerire, raccontare e
rapire.
La magia circense riempie questo spazio dall’altissima vocazione metamorfica,
complice una scenografia ricca di effetti e di trovate, che non smette mai di
sollecitare l’attenzione e l’immaginazione degli spettatori.
Consulta: Programma di Officina Teatro |
|
|
Foto e testo, ove non
diversamente specificato, © Casertamusica
Diritti riservati
|