All'Officina Teatro va in scena il .. Sircus!

S. Leucio (CE) – dal 22 Dicembre 2007

Articolo di Marilena Lucente


S. Leucio, 22 dicembre. Clown e giocolieri, danzatrici e lanciatori di coltelli. Il circo è un caleidoscopio di spettacoli che si incastrano l’uno nell’altro, di balli, salti, lazzi e colori che non smettono di raccontare e incantare. Sircus, lo spettacolo prodotto da Mutamenti, in scena sino al 6 gennaio nello spazio di Officina Teatro, immerge lo spettatore nell’atmosfera circense di felicità e allegria, per mostrargli poi qualcos’altro.
Ogni personaggio sale sul palco sembra portarsi dietro una scia di storie, di vicende umanissime che non si vedono e non si sentono se non a riflettori spenti. Dietro una ballerina che cammina sul filo vi è il terrore di non saper camminare nel vuoto, il clown che non deve piangere mai ha una storia di dolore e di amore, il domatore più audace è stato una volta il ragazzino che non ha saputo salvare il suo animale. Sircus è uno spettacolo sullo spettacolo. Cosa accade quando la tenda del circo si svuota? Quando i personaggi sono liberi di sfilarsi le maschere e i costumi di scena?
Lo spettacolo incomincia e poi si interrompe, momenti collettivi e momenti individuali si alternano di continuo, un’entrata in scena di gruppo è sempre preludio al racconto di un singolo personaggio mentre gli altri si assiepano per ascoltare, divenendo essi stessi spettatori. Dopo un po’ si ricomincia: le corse, le danze, i rumori di una banda musicale e di nuovo, l’eloquente storia di un mimo, ai rulli di tamburi si alternano monologhi, scoppiettanti momenti musicali fanno da preludio a lunghe e dolorose confessioni.
Forse è un po’ ripetitivo questo meccanismo di entrate e uscite, e le storie sono davvero tante, anche se delicatamente annodate ad un unico filo conduttore. Tuttavia, il testo di Michele Pagano si compone di singoli episodi ricchi di affondi psicologici: ogni personaggio si consegna in un frammento della sua vita, un momento critico in cui il passato ritorna e illumina diversamente il presente. Il gioco delle maschere, naturale a teatro, nel circo viene ancora più amplificato e spinto all’eccesso: nessuno sembra avere la libertà di esprimersi per quello che è.
Gli artisti di Sircus, diventano dunque tutti funamboli, in bilico tra le loro storie e quelle che consegnano al pubblico, tra solitudine e vita di gruppo.
E in questa continua tensione si sente davvero l’atmosfera del circo, della magia, lo stupore. Il nutrito gruppo di attori di Mutamenti riesce a coinvolgere e a commuovere, ciascun attore ha l’agio di esprimere il meglio di sé e di interpretare la propria storia con il proprio corpo e il proprio volto. Con il trucco, firmato da Sciuscià, il volto non è più una maschera ma un paesaggio, con particolari che vogliono stupire e suggerire, raccontare e rapire.
La magia circense riempie questo spazio dall’altissima vocazione metamorfica, complice una scenografia ricca di effetti e di trovate, che non smette mai di sollecitare l’attenzione e l’immaginazione degli spettatori.

 

Consulta: Programma di Officina Teatro

 

 

 

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