La trilogia della villeggiatura apre la stagione 2007/08 del Teatro Comunale

Caserta – 31 ottobre 2007

Articolo di Arianna Quarantotto, foto di Massimo Amato


“L’innocente divertimento della campagna è divenuto a’ dì nostri una passione, una manìa, un disordine. [..] i villeggianti portano seco loro in campagna la pompa ed il tumulto delle Città […] L’ambizione de’ piccioli vuol figurare coi grandi, e questo è il ridicolo ch’io ho cercato di porre in veduta, per correggerlo, se fia possibile.”
Così scriveva Goldoni nell’introduzione alla sua opera, composta di tre commedie, “Le smanie della villeggiatura”, “Le avventure della villeggiatura” e “Il ritorno dalla villeggiatura”. “Nella prima” - scrive sempre Goldoni - si vedono i pazzi preparativi; nella seconda la folle condotta; nella terza le dolorose conseguenze che ne provengono”.
L’opera è stata magistralmente ridotta ad un unico spettacolo da Toni Servillo, attore e regista della pièce, decisamente complessa, che ritrae una classe sociale, “non nobile e non ricca, ambiziosa e ridicola” nella fase del suo apogeo e quindi del suo declino.
Più di tre ore di spettacolo per rappresentare sarcasticamente il villeggiare, che “introdotto per l’utile e il comodo de’ cittadini, è arrivato oggidì all’eccesso del lusso, del dispendio e dell’incomoda soggezione”. Tre ore che conservano integra però la vena ironica, canzonatoria che fa da filo conduttore dell’opera goldoniana. Un’opera decisamente complessa, affresco di una classe sociale, quella borghese, che ieri come oggi, “nel figurar coi grandi” si fa ambiziosa, avvelenata dai vizi e dalla involuzione dei costumi: perfino l’amore, che è il motore della commedia, si fa opportunismo e rischia di far crollare i principi fondamentali di una società che si regge, seppur di facciata, sull’onore e il rispetto per le norme sociali. Il sorriso, che pur anima la commedia, cede il posto ben presto allo scavo psicologico, si fa critica graffiante, malinconica riflessione: perfino il grido finale: “Nozze, nozze, evviva nozze”, annuncio di molti matrimoni concomitanti, non ha nulla di festoso. La malinconia d’autunno, che ha posto fine alla villeggiatura, ha il sapore amaro della rinuncia ed accomuna, seppur in modo diverso, le tre giovani e ormai disilluse spose, Giacinta, Vittoria, Rosina. Anche l’augurio di pace e serenità che Giacinta, eroina della pièce, rivolge alla cognata, ma che in realtà desidererebbe per sé, è espressione di disagio e di triste ripiegamento.
Il cast di attori aggiunge fascino e pregio alla commedia: Toni Servillo fa sorridere anche nei momenti meno comici, le scene, di Carlo Sala, sono magnifiche nel rappresentare gli ambienti, e gli attori, tutti, incarnano con perizia situazioni, caratteri, sentimenti; soprattutto esprimono quel senso di cedimento, di venir meno della speranza, quel male di vivere premonizione di tempi nuovi…e dei nostri tempi.

 

Consulta: Stagione Teatrale 2007/2008 al Teatro Comunale

 

Foto e testo, ove non diversamente specificato, © Casertamusica

Diritti riservati

 

 
 

 

www.casertamusica.com e www.locali.caserta.it. Portali di musica, arte e cultura casertana  
Mail: redazione@casertamusica.com; Articoli e foto ©  Casertamusica.com  1999 / 2006
In assenza di espressa autorizzazione è vietata la riproduzione o pubblicazione, totale o parziale, degli articoli.