Teatro Don Bosco: "Due scapoli ed una bionda"

Caserta – 21 febbraio 2007

Articolo di Rossella Barsali


Caserta 21 Febbraio. Soltanto l’evidente stanchezza affiorata sul volto dei 2 ex “Gatti….” (nrd: Franco Oppini e Nini Salerno) al termine dello spettacolo ci frena dal sottoporli ad una intervista. Resterà pertanto elusa la domanda sulla scelta di palcoscenici diversi da quelli televisivi e cinematografici, a vantaggio dell’esibizione dal vivo…, personale e personalizzabile! Sarebbe interessante avere un bilancio costi/benefici da chi, come loro, è esperto nei settori succitati, ma alle 23.30 avremmo rischiato un linciaggio con vie di fuga quasi nulle, peggiorate da una notte buia e tempestosa!
Autore Neil Simon, rivisitato e attualizzato da Alessandro Benvenuti, regista. Nasce così uno scintillante boudoir che sa di commedia brillante americana anni 50, antesignana del teatro di Capote, dove tra una battuta e una gag emerge la denuncia all’american system e l’inevitabile naufragio del sogno americano. Viene citato Bush, Bin Laden, Mc Donald, il mais ogm e, ahinoi!, l’Afganistan nel duello dialettico fra la “bionda” Sophie (la “ragazza della porta accanto”) e il burbero direttore della rivista antiamericana Andy. Il tutto in un crescendo di situazioni surreali che sconvolgeranno la vita 'bohemienne' dei 2 scapoli ultracinquantenni e della stessa bambola conformista. Uno splendido Nini Salerno, si cala a pennello nel personaggio di Andy, classico progressista e accanito critico dell’american way of life. Il versatile uomo di mondo, ricco di espedienti fantasiosi - soprattutto telefonici - per sbarcare il lunario, assolutamente fedele ai propri ideali, è il pigmalione di un fisicissimo Franco Oppini, che incarna lo sfasato scrittore Norman, penna al vetriolo e punta di diamante del giornale diretto da Andy. Norman viene irretito da Sophie, una bella e brava Barbara Terrinoni, nuotatrice olimpionica che piomba nelle loro vite. Paradossi, intrecci di attrazioni fatali scandite dai commenti musicali inseriti ad hoc, scena e costumi molto anni 50, ammiccanti ma mai volgari, tengono avvinto per 2 ore un pubblico avaro di applausi. Con ironia e leggerezza ci si lascia dietro il profumo e la nostalgia per un certo “saper vivere” che non c’è più!
P.S. Ancora una volta il Teatro ospite “Don Bosco” si dimostra all’altezza, sorreggendo tecnicamente lo spettacolo e offrendo un prodotto di qualità.

Consulta: Teatro Don Bosco: stagione teatrale 2006/2007

 

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