S. Maria C. V., sabato 3 febbraio. Con uno degli appuntamenti più attesi
della stagione teatrale sammaritana prosegue la programmazione del Teatro
Comunale Garibaldi, che ha portato in scena il noto attore napoletano Silvio
Orlando e la sua compagnia per la rappresentazione di un classico del teatro
eduardiano, Questi fantasmi! (si replica domenica 4 febbraio alle 18 e 30).
Anche per le trasmissioni televisive cui era spesso destinata dalla Rai fino a
qualche tempo fa, insieme a Natale in casa Cupiello questa commedia è del
repertorio del grande drammaturgo quella più nota al pubblico e, forse, una di
quelle maggiormente riuscite per il giusto dosaggio di comicità e riflessione
amara che la caratterizza. Sappiamo che la peculiarità e, allo stesso tempo, il
fascino del teatro di Eduardo non sono rintracciabili nella comicità che
provoca la risata “grassa” quanto piuttosto nell’ironia che conduce al sorriso
amaro: tragicomica e grottesca, la trama di Questi fantasmi! lascia intravedere
bene questo tipo di approccio all’arte drammatica da parte di Eduardo, il che
appunto fa di questa commedia una delle più apprezzate del suo repertorio.
Pasquale Lojanico è un poveruomo che si trasferisce a titolo gratuito in un
antico palazzo perché ne sfati la leggenda che lo vuole sede di fantasmi.
Cosicché lui stesso si (auto)convince che l’amante della moglie, abituale
frequentatore della casa, sia un’anima dannata, e spettri siano i suoi parenti
che di volta in volte gli fanno visita per convincerlo a tornare da moglie e
figli da tempo abbandonati. Il terrore di Pasquale, tuttavia, è mitigato dal
beneficio economico conseguente alla donazione di denaro che il “fantasma”
periodicamente compie, perché la moglie sua amante possa vivere in una
condizione più agiata di quella che il povero Pasquale era in grado di
garantirle. Così Pasquale finisce col credere ai fantasmi per non credere alla
ben più dura e amara realtà che lo circonda: “I fantasmi non esistono, li
abbiamo creati noi, siamo noi i fantasmi!” dichiara al dirimpettaio professor
Santanna, quello della nota scena del caffè.
La produzione del Nuovo Teatro e de Gli Ipocriti è apparsa nel complesso buona,
riscuotendo alla fine dei tre atti un discreto successo, a giudicare
dall’intensità e dalla durata dell’applauso del pubblico sammaritano che per
l’occasione ha riempito il teatro fino al loggione. In linea con la tradizione
(soprattutto di quella della versione televisiva, il che dal nostro punto di
vista è senza dubbio un merito) ci sono sembrati scenografia e costumi di Bruno
Buonincontri, suggestive le musiche di Pasquale Scialò che hanno perfettamente
contribuito ad enfatizzare la “napoletanità” che sempre deve connotare le
commedie di Eduardo, mentre dalla stessa prospettiva meno suggestive perché un
po’ “fredde” sono apparse le luci di Cesare Accetta.
Quanto al trattamento della regia, Armando Pugliese si è dimostrato essere
molto fedele alla lettura del testo tramandata dall’Eduardo-regista, al punto
di averne voluto studiare le relazioni con le fonti pirandelliane e
scarpettiane del testo, come egli stesso ha tenuto a dichiarare. In questa
versione, tuttavia, l’attenzione si è concentrata maggiormente sulla figura del
personaggio protagonista, tratteggiata sia come “fesso” e “furbo” (distinguo
tanto caro ai napoletani, ha dichiarato Pugliese) sia come “intelligente”.
Certo, il fatto di avere a disposizione un ottimo attore quale Silvio Orlando
avrà sicuramente inciso nella scelta di tentare una terza lettura del
personaggio Lojacono (comunque potenzialmente presente nel testo eduardiano), a
maggior ragione se poi sulla scena quell’ottimo attore si rivela essere tale:
confermando tutte le aspettative della vigilia, la performance di Silvio
Orlando è stata la nota più lieta della serata per la capacità dimostrata di
apparire assolutamente originale nel confronto ideale con l’interpretazione di
Eduardo, inevitabile perché troppo viva nella memoria di ogni spettatore (e
forse proprio in virtù delle tante trasmissioni televisive di questa commedia).
Orlando ha dimostrato carisma e personalità a sufficienza per riuscire a fare
“suo” il personaggio e a fornirne una versione affatto originale pur nella
fedeltà al modello originario. Operazione che non ci pare essere riuscita agli
altri attori della compagnia, pur bravi, ma troppo simili nel modo di recitare
a quelli ben noti che affiancavano Eduardo (primo fra tutti Ugo D’Alessio,
nella parte di Raffaele il portiere impersonato da Tonino Taiuti, o Pietro
Carloni, nella parte di Alfredo interpretato da Francesco Procopio).
consulta: Teatro Comunale
Garibaldi: stagione 2006/07, S. Maria C. V. |
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