Caserta Vecchia (CE) - 8 Agosto 2004. Di recente mi è capitato di rivedere il film tratto dal dramma di
Tennessee Williams: sto parlando di quell’autentico capolavoro del
cinema americano che aveva come interpreti dei mostri sacri come
Paul Newman ed Elizabeth Taylor e perciò, incuriosito, mi sono
recato al teatro allestito per l’occasione (Festa al Borgo) nel
castello di Caserta Vecchia, per vedere quanto e come la compagnia
delle Indie Occidentali, con la regia di Francesco Tavassi, di scena
sabato 7 e domenica 8 agosto, riusciva a rendere le emozioni
e il pathos de “La gatta sul tetto che scotta”.
Beh devo dire che sono rimasto abbastanza deluso: sarà stata
colpa del tipo di teatro, dallo scenario meraviglioso ma poco adatto
ad un lavoro del genere; saranno state le pause lunghissime tra un
atto e l’altro, nonostante la scenografia fosse fissa e
praticamente immutata; sarà stata la recitazione di alcuni dei
protagonisti che risentiva del tentativo di imitazione a tutti i
costi dei personaggi del film; sarà stata anche, e mettiamocelo,
colpa della fame che quella sera si faceva sentire in modo
particolare, stimolata anche dagli aromi che provenivano dai vicini
ristoranti, ma mi è sembrato di assistere ad uno spettacolo
raffazzonato e noioso!
Eppure i nomi erano di tutto rispetto, a cominciare dall’adattamento,
udite udite, di Giorgio Albertazzi. Dello spettacolo salverei solo
la grande Isa Barsizza e Luigi Diberti che interpretavano i genitori
di Brick. Deludenti, a mio avviso, invece, Mariangela D’Abbraccio
(la gatta) e Paolo Giovannucci (Brick): da loro mi aspettavo molto
di più, ma forse i personaggi che hanno interpretato non erano
adatti alle loro “corde”, forse la tensione dovuta all’inevitabile
paragone non solo con i due colossi del cinema americano, ma anche
con tutti gli altri grandi che prima di loro hanno indossato le
vesti dei personaggi in questione hanno reso poco convincente l’interpretazione.
Umh…Forse sono stato troppo cattivo.. in fondo la gente che era
in teatro ha applaudito, e anche tanto!
… E allora voglio credere che gli attori quella sera non erano
al meglio, che l’atmosfera non era quella giusta e che i davvero
noiosissimi “una pizza al tavolo 12!” provenienti dai succitati
ristoranti abbiano smontato uno dei miei miti personali facendomelo
apparire quasi al pari di una recita amatoriale.
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