21 Agosto,
Anfiteatro Campano di S. Maria C.V.. Ancora una serata afosa e
pesante, ma a renderla più piacevole ci ha pensato Lello Arena con
l'Aulularia di Plauto.
La commedia, estremamente semplificata in
questo adattamento, narra del vecchio Eucalione, avaro e gretto,
possessore (da generazioni, probabilmente) di una pentola - l'aulularia,
appunto- piena di monete d'oro. Eucalione (Lello Arena) ha una
figlia bellissima, Fedria, che, sedotta da uno sconosciuto durante
una festa orgiastica, aspetta un bambino. Nella storia si inserisce
il vecchio Megadoro, un ricco vicino -che chiederà Fedria in
sposa-, la petulante sorella Eunoma e suo figlio Liconide - che alla fine si
scoprirà essere il seduttore- e una figlia adottiva (non presente
nel testo originale) Stafila costretta a praticare, per "aiutare la
famiglia", il mestiere più vecchio del mondo.
Infatti Eucalione, invece di usare il
tesoro per vivere una vita serena, è nel continuo terrore di
perderlo, vede truffe e ladrocini dovunque ma non vede la miseria cui ha condannato se stesso e la sua famiglia. Alla fine, come
in tutte le commedie di Plauto, sarà punito per i propri vizi (gli
sarà rubata "l'aulularia") mentre Fedria troverà
l'amore.
Anche se semplificata la commedia non ha
perso le caratteristiche originarie di leggerezza ed ironia
("ridere castigando mores"). Lello Arena è stato un sinceramente antipatico Eucalione,
che spesso si è aiutato con tipiche espressioni napoletane, Giulia
Montanarini ha ben interpretato la bellissima Fedria e gustosi sono
stati gli interventi di Vito Cesaro (un Liconide impacciato, svagato e
...pugliese) e del resto degli attori, Giorgia Migliore (Stafila),
Antonio Miele (Megadoro), Alida Tarallo (Eunoma) e Pippo Sollecito
(Antrace) che spesso hanno interpretato
una doppia parte ("per far risparmiare il produttore")
aiutati dalla diversità di costumi e spesso di dialetto.
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