Caserta 11 luglio 2003. Angelo Callipo e la Compagnia
"Laboratorio Spazio Teatro" ci hanno offerto una serata all'insegna della comicità mettendo in
scena La Commedia Del Fantasma, tratta dalla Mostellaria di Plauto. Inserito
nella sezione teatro del Leuciana Festival, questo progetto nasce dall'intenso lavoro del Laboratorio Teatrale che sin dalla riapertura del Teatro
Comunale attraverso un percorso di studi e di attività pratiche ha visto
crescere e svilupparsi l'idea di una compagnia teatrale stabile che facesse
capo al teatro cittadino. Il risultato di questa prima produzione con cui il
nascente Laboratorio Spazio Teatro si presenta al pubblico è davvero degno
di lode, in scena si nota subito che tutti gli sforzi fatti per mettere su
questo spettacolo hanno dato i loro frutti. La commedia, rispetto al testo
classico latino è stata riadattata e ridotta, privata dei classici cinque
atti e riunita in un unico lungo atto, tuttavia hanno trovato spazio tutti i
temi classici della poetica plautina, dall'esaltazione della capacità
inventiva del 'servus currens' Tranione, ottimamente interpretato da Angelo
Callipo, al figlio dissennato e sciocco interpretato da Paolo Falco,
passando per il tema di fondo di ogni testo plautino della truffa ai danni
del vecchio padrone per favorire gli amori del giovane figlio di lui.
Rispetto al testo originale è stata introdotta una nuova figura, quella del
cantastorie, interpretato da Franco Mantovanelli, che aveva il compito di
commentare e riassumere le parti di commedia che in fase di riscrituttura
erano state tagliate. Questo esperimento agli inizi sembra fare inceppare il meccanismo scenico. Particolarmente d'effetto è risultata la
scenografia ad opera di Antonio Marchesino che, senza essere imponente, ha
però trasmesso perfettamente la sensazione del mondo rovesciato proprio
della commedia di Plauto, la metafora della casa adagiata in posizione
inclinata sul palco è particolarmente significativa e funzionale anche allo
svolgimento della commedia. Di minor impatto invece i costumi che ricalcano
si un certo canone classico ma finiscono per diventare troppo anonimi. Cosa
diversa è la felice scelta di portare in scena le maschere teatrali, usate
secondo un preciso schema di regia, ristabiliscono quel necessario contatto
con il mondo latino che richiede il reinterpretare uno spettacolo classico.
Significative si sono rivelate le parti metateatrali messe in luce con
dovizia nell'ambito del riadattamento e ben interpretate. L'azione scenica è risultata travolgente,
nel suo incedere scanzonato e confusionario, facendo risaltare la dissolutezza che avvolge la trama.
Attraverso una recitazione misurata ma non priva di risvolti di comicità esplosiva emergono anche i lati educativi
della commedia plautina, paradigmatico in questo è il parallelo tra case e
figli, infatti come le case che vengono abbandonate dai propri padroni in
mano ai servi prima o poi vanno in rovina, così anche i figli che vengono
lasciati troppo liberi finiscono per creare delle situazioni sconvenienti.
Insomma il lavoro svolto dimostra che esistono tutti i presupposti affinché
il Teatro Comunale di Caserta non sia solo un luogo di spettacolo ma diventi
un vero e proprio punto di riferimento per tutti i progetti teatrali della
nostra città. Il percorso è certo ancora lungo e delicato ma la bravura e la
professionalità dimostrano che è possibile uscire dall'anonimato che per
troppo tempo ha tenuto fuori Caserta dai grandi circuiti teatrali.
Mostellaria (La Mostellaria)
Di Tito Maccio Plauto
Adattamento e regia di Angelo Callipo
Personaggi e interpreti:
Angelo Callipo
Brunella Cappiello
Fulvia Castellano
Mariano Cionti
Paolo Falco
Francesco Schiano
Cantastorie: Franco Mantovanelli
Costumi: Giulio Petrillo
Scene e Maschere: Antonio Marchesino
Direttore di Scena: Antonio Pollano
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